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Città del Vaticano, 10 gennaio 1999 Servizio sperimentale

Cuba rivive la «povertà» e l'«intimità» del Natale

Povero e intimo è stato per molti anni il Natale a Cuba. Nessun presepe nei focolari domestici, nessun albero o addobbo natalizio. A Cuba non vi era il Natale. Solo un piccolo gruppo di fedeli si abbracciava con le lacrime agli occhi alla fine della Messa di Mezzanotte per farsi gli auguri perché "è nato il Redentore"... Alla fine degli anni '80 è iniziato a succedere qualcosa di sorprendente: le chiese hanno cominciato a riempirsi la notte del 24 dicembre. Con il passare degli anni il numero dei partecipanti alla Messa di Mezzanotte è cresciuto... In questo quadro di rinascita della fede e di ritorno ai valori della nostra cultura, è stata annunciata e preparata la visita di Papa Giovanni Paolo II a Cuba, nel gennaio 1998, evento che ha segnato in modo indelebile la nostra storia nazionale. Il Papa ha chiesto che il Natale fosse un giorno festivo a Cuba, cosa che è stata eccezionalmente concessa nel 1997. E nel 1998 il Governo cubano ha decretato che il Natale sarà da ora in poi una festa civile. Ciò ha suscitato profonda gioia nella Chiesa e nel popolo cubano. Ora speriamo che non sia il tintinnio commerciale di un Babbo Natale importato ad annunciare che a Cuba vi è il Natale, ma una crescita nella fede e nella speranza di tutto il nostro popolo...
(da un articolo del Card. Jaime Lucas Ortega Y Alamino, Arcivescovo di San Cristóbal de La Habana-Cuba, pubblicato nell'edizione del 25 dicembre 1998)

   
La "vigilia" del Terzo Millennio

E' stato il Natale della "vigilia", l'ultimo Natale prima del Giubileo dell'Anno Duemila. Da Roma fino ai più nascosti angoli della terra i cristiani hanno rivolto il cuore e la mente al grande appuntamento, alla notte del 24 dicembre 1999 quando, nella Basilica Vaticana e poi nelle cattedrali di tutto il mondo, si spalancherà la Porta Santa ed il popolo di Dio canterà la sua gioia per i duemila anni dalla nascita di Cristo.
Più volte in questi giorni di festa Giovanni Paolo II ha fatto riferimento al Terzo Millennio ormai alle porte. Questi alcuni passi tratti dalle omelie e dai discorsi pronunciati durante le celebrazioni natalizie.

La Messa della Notte Santa «Penso già al Natale del prossimo anno, quando, a Dio piacendo, la Chiesa darà inizio al Grande Giubileo con l'apertura della Porta Santa. Sarà un Anno Santo grande davvero, perché in modo del tutto singolare celebrerà la ricorrenza bimillenaria dell'evento–mistero dell'Incarnazione, in cui l'umanità ha raggiunto l'apice della sua vocazione. Dio s'è fatto Uomo per rendere l'uomo partecipe della propria divinità»

Il Messaggio «Urbi et Orbi» «Sì, il Natale è entrato nel cuore dei popoli, che guardano a Betlemme con condivisa ammirazione. All'unanimità anche l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto il piccolo capoluogo di Giuda come terra dove la celebrazione della nascità di Gesù sarà nel 2000 singolare occasione per progetti di pace»

Il «Te Deum» di ringraziamento «Tra un anno saremo già nell'Anno Santo e cominceranno ad arrivare numerosi pellegrini da ogni angolo della terra. Mi auguro di cuore che ad accoglierli ci sia una Chiesa viva e ricca di fervore religioso: una Chiesa generosa e sensibile alle esigenze dei fratelli, specialmente dei più poveri e bisognosi... Formulo voti che la nostra Metropoli si presenti all'appuntamento del Giubileo profondamente rinnovata in tutte le dimensioni della vita sociale e spirituale».

La Messa del primo Gennaio «Mentre iniziamo il 1999, l'ultimo anno prima del Grande Giubileo, è come se il mistero della storia si svelasse con più intensa profondità davanti a noi. Proprio per questo la Chiesa ha voluto imprimere il segno trinitario della presenza del Dio vivente al triennio di immediata preparazione all'evento giubilare».

La Messa per l'Epifania «Il mondo, alle soglie del terzo millennio, ha quanto mai bisogno di sperimentare la bontà divina; di sentire l'amore di Dio per ogni persona... Sul crinale, per così dire, fra il secondo e il terzo millennio, la Chiesa è chiamata a rivestirsi di luce, per brillare come sittà costruita sopra il monte; la Chiesa non può rimanere nascosta, perché gli uomini hanno bisogno di raccoglierne il messaggio di luce e di speranza e rendere gloria al Padre che è nei cieli».

   

Natale 1998

1 gennaio 1999

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