[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 4 aprile 1999, Pasqua di Risurrezione Servizio sperimentale

La mobilitazione della preghiera e della carità

Ovunque in Italia le celebrazioni del triduo pasquale hanno assunto il significato di una corale e accorata invocazione per la pace. Promossi dai Vescovi in risposta all'invito del Papa, gli incontri di preghiera hanno accompagnato anche significative iniziative di solidarietà. Diocesi e organizzazione di volontariato si sono mobilitate per la raccolta di viveri, indumenti e fondi da destinare ai profughi dal Kosovo. La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, che segue con attenzione e con preoccupazione lo sviluppo degli eventi nella regione dei Balcani, ha destinato 2 miliardi dei fondi provenienti dall'8 per mille a favore dei primi interventi. Nello stesso tempo ha istituito un conto corrente postale (n. 347013, intestato a Caritas italiana, v.le Baldelli 41 - 00146 Roma - causale Kosovo) attraverso il quale chiunque potrà contribuire.
   
Il Papa è con voi
e sarà sempre con voi

Solidarietà con i profughi
del Kosovo

Per manifestare la sua vicinanza alle popolazioni vittime del "lacerante conflitto" che insanguina il Kosovo, Giovanni Paolo II ha incaricato l'Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", di recarsi in Albania per "portare ai profughi di così immane tragedia il contributo di solidarietà spirituale e materiale" del Papa e dell'intero popolo cristiano. Questo il testo della lettera del Papa:

Al Venerato Fratello
PAUL JOSEF CORDES
Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum"

In questi giorni, nei quali ci prepariamo a celebrare le solennità pasquali, l'Europa vive purtroppo un'altra ora tristissima della sua storia. Il lacerante conflitto sviluppatosi nel Kosovo sta causando alle popolazioni sofferenze indicibili e semina odio, violenza, morte. Le conseguenze sono drammatiche specialmente per tante famiglie distrutte e per innumerevoli profughi costretti a fuggire abbandonando le loro case ed ogni loro avere. Seguo da vicino l'evolversi della situazione e nella preghiera supplico il Signore, Padre misericordioso, affinché abbia pietà dei suoi figli così duramente provati. Invoco Maria, Regina della Pace, affinché induca nei responsabili ed in ogni persona di buona volontà coraggiosi propositi di riconciliazione e di pace.
Perché la vicinanza del Papa alle vittime di questa tragedia sia avvertita in modo più concreto, invio Lei, venerato Fratello, quale Presidente del Dicastero della Santa Sede preposto agli aiuti umanitari, in Albania, per portare ai profughi di così immane tragedia il contributo di solidarietà spirituale e materiale mio e dell'intero popolo cristiano. Esso è accompagnato e impreziosito dal dono inestimabile di tante persone malate e sofferenti, che generosamente pregano per la pace ed offrono per questa intenzione i loro sacrifici.
Ai bambini, alle madri, agli anziani che incontrerà, dica che il Papa è con loro, e sarà sempre con loro finché una pace giusta e duratura non regnerà nelle terre dei Balcani. Troppo sangue e troppe lacrime quelle popolazioni hanno visto scorrere in questo secolo ventesimo. Sorga finalmente il giorno sospirato della pace. Ai profughi, e specialmente ai più provati, rechi la mia confortatrice Benedizione, che estendo di cuore a Lei ed a quanti sono impegnati nella preziosa opera di soccorso.
Dal Vaticano, 30 marzo 1999.
Giovanni Paolo PP. II
   
L'opera della Caritas e della Croce Rossa

La Caritas Italiana sta intensificando gli sforzi, soprattutto in Albania, per soccorrere i profughi kosovari. I principali luoghi di intervento sono Scutari, Fierze, Shengjin, Kavaja e Durazzo dove queste persone vengono seguite con aiuti alimentari, assistenza medica, attività educative e ricreative. Anche la Croce Rossa Italiana ha aperto una sottoscrizione a favore della popolazione civile del Kosovo. Nell'eventualità che parte dei profughi possano essere trasferiti in Italia, la Cri ha avviato una vasta operazione di potenziamento delle strutture e dei mezzi di emergenza nei suoi centri in Puglia, nelle Marche e nel Friuli Venezia Giulia.

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