[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 13 giugno 1999 Servizio sperimentale

Il viaggio della nuova evangelizzazione
Quanto più ci inoltriamo nell'itinerario di questa visita apostolica in Polonia, tanto più i sette viaggi del Santo Padre nella sua terra ci appaiono come un tutt'uno. Come momenti singolari e decisivi di un unico grande viaggio... Il grande viaggio della "nuova evangelizzazione", che proprio qui nella "sua" Cracovia egli ha avviato venti anni or sono quando, per la prima volta, ritornò da Successore di Pietro nella terra amata, dalla quale il Signore della storia lo aveva sradicato...
Continua, dunque, nel 1999 il viaggio dell'audacia. L'audacia della verità e della libertà nella verità. L'audacia della Legge di Dio che, inscritta nel cuore dell'uomo, non va tradita nella vita dei popoli e delle Nazioni... Ed è ancora l'audacia della pace e dell'apertura alle cose grandi di Dio...
(Mario Agnes, da L'Osservatore Romano dell'10 giugno)
   
Giovanni Paolo II
in Polonia

Lo storico discorso al Parlamento

Un'alta lezione per un incontro storico: il discorso del Papa al Parlamento Polacco riunito in seduta comune costituisce uno dei momenti più intensi del pellegrinaggio in Polonia che Giovanni Paolo II sta compiendo in questi giorni. Insieme con le celebrazioni liturigiche - come la solenne beatificazione del sacerdote martire Stefan Wincenty Frelichowski - e lo straordinario e ininterrotto abbraccio con folle immense esso è certamente destinato a rimanere come pietra miliare nella storia di tutto il Continente europeo. Dalla Sede del Parlamento a Varsavia venerdì 11 giugno il Papa si è rivolto alla Polonia. E dalla Polonia ha parlato all'Europa, al mondo. Un discorso destinato a tutti. Una riflessione che è punto di arrivo e, insieme, nuovo inizio. Il Successore di Pietro ha aperto ancora una volta prospettive di ampio respiro, senza tuttavia perdere di vista i problemi concreti. Lo ha fatto rinnovando il suo accorato appello al Vecchio Continente: "Europa, apri le porte a Cristo!". Ed esortando i responsabili politici e civili a costruire "la grande Comunità Europea dello Spirito". Ogni visione che consideri l'edificio comune esclusivamente nei suoi aspetti economici e politici è destinata inevitabilmente a sgretolarsi, a creare nuove forme di "consumismo" e di "totalitarismo aperto oppure subdolo". "Ogni trasformazione economica - ha ricordato Giovanni Paolo II ai rappresentanti della cosa pubblica - deve servire alla formazione di un mondo più umano e più giusto". È stata una lezione di storia ma anche una lezione dello "stile del far politica". Con forza il Papa ha riaffermato che "il servizio alla nazione deve essere orientato verso il bene comune, che garantisce il bene di ogni cittadino". Riproponendo i "valori spirituali" sui quali deve fondarsi l'Europa, Giovanni Paolo II ha lanciato un alto ammonimento. "L'esercizio dell'autorità politica - ha detto - sia nella comunità, sia nelle istituzioni che rappresentano lo Stato dovrebbe essere un generoso servizio all'uomo e alla società, e non una ricerca di profitti personali o di gruppo, trascurando il bene comune dell'intera nazione". Giovanni Paolo II non ha mancato di riproporre un'illuminante riflessione sull'uso della libertà come "dono" e, allo stesso tempo, come "compito": una libertà - ha ricordato - "che esige un ininterrotto sforzo nel consolidarla e nel viverla in modo responsabile". Ed ha affidato ai parlamentari polacchi un augurio che diviene consegna: "Al centro degli sforzi legislativi - ha detto - si trovi sempre l'uomo e il suo autentico bene". Gli applausi ripetuti dell'assemblea hanno sottolineato i passaggi più eloquenti di un documento che entra nella storia e fa storia.
   
Il Papa bacia un compagno di prigionia del beato Frelichowski

L'entusiamo dei giovani

Una grande assemblea dei fedeli

Giovanni Paolo II salutato con entusiasmo incontenibile

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