[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 30 gennaio 2000 Servizio sperimentale

  «Il gesto di aprire insieme quella Porta, simbolo di Cristo, è stato un segno eloquente, che incoraggia ad andare avanti nel cammino che ancora resta da compiere e per il quale occorre anzitutto continuare a pregare. Ringrazio le Chiese e le Comunità ecclesiali che hanno inviato i loro rappresentanti, permettendo di dare al mondo questo segno di speranza, e le assicuro, ancora una volta, della mia volontà di sostenere ogni azione che renda la nostra aspirazione all'unità sempre più autentica ed efficace»

(Giovanni Paolo II, Angelus Domini di domenica 23 gennaio 2000)

   
Dal Concilio al Giubileo
L'apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura

25 gennaio 1959: Giovanni XXIII annuncia al Collegio Cardinalizio, riunito a Roma nel monastero benedettino di San Paolo, il Concilio Ecumenico Vaticano II.
18 gennaio 2000: quarantun anni dopo e nello stesso luogo, Giovanni Paolo II, nel corso della solenne apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo, davanti alle delegazioni di 22 Chiese Cristiane d'Oriente e d'Occidente, invoca, anzi proclama, come un'imprescindibile esigenza dell'anima, il dovere dell'unità, l'urgenza della comune testimonianza di fede cui, nel Terzo Millennio, sono chiamati tutti i credenti in Cristo.
Il Concilio ed il Giubileo: i due più grandi avvenimenti della storia della Chiesa di quest'ultimo secolo passano entrambi per la Basilica di San Paolo. Si direbbe che quando le vicende terrene della Chiesa di Cristo, si elevano al di sopra della quotidianità per assumere il tono solenne della profezia, per farsi visibile e tangibile testimonianza della sua origine divina, sia d'obbligo bussare alla porta della Basilica di San Paolo, l'Apostolo delle genti, il missionario per eccellenza testimone della verità del Vangelo ai pagani.
Quanto è avvenuto durante la cerimonia di apertura della Porta Santa di San Paolo mostra la strada da percorrere per vincere le sfide del nuovo millennio, ed è la strada che va dal Concilio al Giubileo. Solo un Concilio come il Vaticano II, infatti, con il suo respiro ecumenico e la sua attenzione a tutte le realtà del mondo, poteva preparare un Giubileo universale ed ecumenico come quello del 2000, e solo un grande Giubileo come questo può portare nel futuro i valori, gli ideali e le speranze del Vaticano II. Veder inginocchiati in preghiera, accanto al Papa, in un'immagine di straordinaria intensità e bellezza, l'Arcivescovo di Canterbury George Carey e Athanasios Metropolita di Helioùpolis e Theira, ha fatto ritornare alla mente e al cuore quei segni dei tempi che proprio il Concilio ha offerto alla Chiesa e al mondo come il respiro di ogni nuova speranza. Un fremito di emozione ha scosso il mondo. Ma è ancor più emozionante osservare, giorno dopo giorno, nel momento in cui l'Anno Santo esprime tutto il suo valore spirituale, che dal Concilio al Giubileo si guarda e si cammina verso il futuro. E, come si è visto da San Paolo, verso il grande traguardo dell'unità dei cristiani.

(Crescenzio Sepe, Segretario generale del Comitato del Grande Giubileo del 2000 - da L'Osservatore Romano del 23 gennaio)
    In rete
Il testo integrale in formato rtf dell'omelia di Giovanni Paolo II durante la solenne celebrazione ecumenica per l'apertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura

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