[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 30 gennaio 2000 Servizio sperimentale

Torre del Greco: l'apertura dell'Anno Santo
Con una processione verso la basilica di Santa Croce si è iniziato il Giubileo a Torre del Greco, nella Diocesi di Napoli. Circa quattromila persone hanno percorso le strade di sera, alla luce delle fiaccole, pregando e cantando fino alla basilica dove riposa il beato Vincenzo Romano, il «parroco santo» da sempre simbolo della spiritualità torrese. Qui si è svolta una celebrazione comunitaria della penitenza, alla quale hanno preso parte sacerdoti, religiosi, suore, laici: «Un modo per sottolineare - commenta il responsabile del decanato di Torre del Greco, don Pasquale Langella - l'esigenza di pentimento e di conversione che deve animare tutti noi nel corso dell'Anno Santo».
   
Il Grande Giubileo
della piccola Giuliana

Giuliana è nata 7 anni fa in Sierra Leone, ma solo da poche ore ha potuto chiamare mamma la sua mamma e papà il suo papà. Era stata rapita dai guerriglieri quando aveva pochi mesi. L'hanno addestrata a sparare: conosce kalashnikov e bombe a mano, non sa nulla di bambole.
Non sapeva neppure che cosa fosse una famiglia. Adesso Giuliana sa che cos'è una famiglia. Qualche giorno fa è stato possibile rintracciare i suoi genitori che, dal giorno del rapimento, avevano ormai perso ogni speranza di rivedere la loro piccola.
Giuliana ha da poco imparato anche un'altra parola: «Giubileo». L'ha conosciuta, questa parola, domenica 2 gennaio in una grande Piazza che, le hanno detto, si chiama San Pietro. L'ha sentita gridare con entusiasmo da migliaia e migliaia di suoi coetanei venuti a Roma per il Giubileo dei Bambini.
Giuliana era venuta a Roma, accompagnata dal Vescovo di Makeni, Mons. George Biguzzi, insieme ad altri nove bambini che avevano vissuto la sua stessa esperienza di rapimento e di guerra. Quei bambini che non sono mai stati bambini, con i loro occhioni pieni di paura, sono divenuti il «simbolo» di quella indimenticata giornata giubilare: l'Azione Cattolica Italiana si è impegnata a fondo per aiutarli.
Quando Giuliana è tornata in Sierra Leone ha portato con sé anche la parola «Giubileo». L'ha sentita pronunciare, questa parola, da un uomo vestito di bianco che le ha dato un bacetto sulla fronte e le ha fatto una carezza sulla guancia. Giuliana non aveva mai conosciuto suo nonno, ma lo avrebbe voluto proprio così, come quell'uomo che - le hanno detto - è il Papa.
Per Giuliana il Giubileo non si è concluso domenica 2 gennaio. È iniziato quel giorno. Giuliana è tornata a Makeni, nel centro diocesano dove vivono i bambini che il Vescovo Biguzzi riesce a riscattare dalle mani dei guerriglieri, e ha saputo che erano riusciti a trovare la sua famiglia. «È 200.000 lire il prezzo che questa gente senza scrupoli ha stabilito per riscattare la vita di un bambino - dice il Vescovo -. Finora ne abbiamo riscattati 6.000 di questi piccoli schiavi armati. E la liberazione dei prigionieri è uno dei significati storici del Giubileo. Vedere questi bambini riabbracciare i genitori è anche una grande speranza per la Sierra Leone»».

(G.M.P., da L'Osservatore Romano del 29 gennaio)

    Torino: in una parrocchia l'adorazione eucaristica permanente

Per celebrare il Giubileo i fedeli della parrocchia torinese del SS. Nome di Maria, alla «Città Giardino», si sono impegnati a partecipare all'adorazione permanente del SS. Sacramento, giorno e notte. Ogni due ore per 24 ore coppie di fedeli si alternano. E così sarà per tutto l'Anno Santo. A dare inizio all'adorazione eucaristica è stato lo stesso Arcivescovo di Torino, Severino Poletto, che nella mattinata del giorno di S. Stefano ha celebrato la Messa nella chiesa parrocchiale e ha portato in processione il Santissimo fino alla cappella dell'adorazione.

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