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CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

SANTA MESSA NEL SEMINARIO MINORE "ST LAWRENCE"

OMELIA DEL CARDINALE CRESCENZIO SEPE

Arcidiocesi di Juba (Sudan)
Martedì, 21 febbraio 2006

 

Cari Seminaristi,

È una grande gioia per me essere qui oggi con voi e vorrei approfittare di questa opportunità per sottolineare alcuni punti che considero cruciali per la vostra formazione sacerdotale. La vostra presenza qui in Seminario già indica che avete accettato la chiamata di Gesù a seguirlo. Tuttavia è necessario approfondire questa chiamata, scoprendo dentro di voi se questa vocazione che avete ricevuto, questo desiderio interiore che avete di servire la Chiesa, è diverso da quello degli altri fedeli. Questo lo potrete scoprire alla luce della meditazione costante sulla Parola del Signore, mentre cercherete di assomigliare ogni giorno di più a Gesù Cristo, ma anche alla luce delle sfide che questa vostra chiamata al sacerdozio presenta.

Permettetemi di evidenziare ora alcuni degli atteggiamenti indispensabili che occorre coltivare e sviluppare, mentre vi preparate a continuare la missione di Gesù Cristo nel sacerdozio.

Siamo chiamati a vivere una vita di amore per Cristo, ad amare tutto quello che è in e di Cristo nel mondo. Cristo stesso ha potuto compiere la sua missione grazie alla completa unione con il Padre. Se desideriamo compiere la stessa missione, allora è necessaria anche per noi essere uniti al Padre, in e con Cristo, poiché "senza di Lui non possiamo nulla". Prima di intraprendere qualsiasi progetto, assicuriamoci, quindi, di essere uniti a Lui. L'abitudine di pregare è una necessità assoluta, e voi dovete fare di tutto per coltivare e nutrire sia la preghiera personale che quella liturgica. Il posto d'onore deve essere dato, nella vostra vita, all'Eucaristia. E insieme all'Eucaristia abbiamo anche bisogno di ricorrere frequentemente al Sacramento della Riconciliazione.

L'essere sacerdoti non è uno stato privilegiato, ma uno stato di umile e disinteressata dedizione agli altri, attraverso l'esempio offerto da Gesù durante l'Ultima Cena, quando mise da parte i suoi indumenti e lavò i piedi dei propri discepoli. Da seminaristi, dovreste imparare che la vostra vocazione non è quella di comandare, di essere onorati o stimati per la vostra condizione sociale, ma che siete chiamati, invece, ad una vita basata sui consigli evangelici di povertà, piena abnegazione, obbedienza e castità. Ogni giorno dovete sottoporvi alla prova della Croce e "rinunziare prontamente anche alle cose per sé lecite ma non convenienti" (PDV, n. 49).

Ed è proprio qui in Seminario che imparate ad aprire i vostri occhi, le vostre orecchie e il vostro cuore alle necessità degli altri, in modo da diventare quell'alter Christus, che è il vostro modello di riferimento finale. Nel contesto di una vita di carità cristiana, imparate anche a sviluppare relazioni umane che portino "a sperimentare e a manifestare ... un amore sincero, umano, fraterno, personale e capace di sacrifici, sull'esempio di Cristo, verso tutti e verso ciascuno" (PDV, n. 50).

Il celibato è una virtù evangelica e, quindi, non appartiene ad una cultura particolare. Se, da una parte, è difficile osservarla, a prescindere dal territorio geografico, dall'altra può essere vissuta pienamente ovunque, attraverso la Grazia divina. Per riuscire a vivere fedelmente questo carisma dobbiamo però osservarlo pienamente e costantemente, conservarlo con rapporti interpersonali prudenti e mantenendo un'intima unione con Cristo, specialmente attraverso la preghiera personale.

Il sacerdote nasce tale, ed è così dal primo giorno della sua esistenza, ma per quanto riguarda alcuni elementi, lo diventa gradualmente. Le circostanze e la povertà possono a volte portare alla stanchezza e alla disperazione. Vi invito a trovare occasioni per incontrarvi, incoraggiandovi a vicenda, sostenendovi e affermandovi l'un l'altro. Per il bene della vostra comunità, quindi, dovrete salvaguardare la vostra vocazione sacerdotale e religiosa dalla mentalità materialistica che tende a sterilizzare l'impulso verso la santità offerto dalla nostra vocazione.

Chi inizia la vita del sacerdozio deve essere onesto con se stesso, con la Chiesa e con il mondo. Non si può vivere solo a parole lo sforzo verso una vita di obbedienza, castità e povertà, e allo stesso tempo pretendere una vita all'insegna dell'egoismo, della carriera, di impurità ed eccessi.

Vorrei concludere raccomandandovi alla Vergine Maria, che aiuta in modo speciale tutti coloro che desiderano seguire la via del Figlio. Imparate da Lei la compassione, e la dedizione totale da suo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, che vi ha chiamato a lasciare tutto per seguirlo.

La Madonna, Regina degli Apostoli, vi protegga e preghi per la vostra vocazione.

Dio vi benedica tutti.

 

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