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Indirizzo di Saluto del Card. Presidente

della Commissione Teologica Internazionale

a Papa Francesco

 

30 novembre 2023

Santità, carissimo Padre, anche Padre dei teologi,

gli Statuti promulgati col Motu Proprio Tredecim anni” di san Giovanni Paolo II nel 1982, recitano che la Commissione Teologica Internazionale ha il compito di «studiare i problemi dottrinali di grande importanza, specialmente quelli che presentano aspetti nuovi, e in questo modo offrire il suo aiuto al Magistero della Chiesa, particolarmente alla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, presso la quale viene costituita» (n. 1). Non si tratta di un compito di scarso valore; “offrire il suo aiuto al Magistero”: sono parole grosse!

Nella lettera che Lei mi ha indirizzato come nuovo Prefetto (1 luglio 2023), si esplicita il significato dell’impegno a «custodire la fede» affidato al Dicastero, che non significa semplicemente conservare un deposito di dottrina dato una volta per tutte, ma promuovere un’esperienza e intelligenza sempre più profonde della Verità, insieme al cammino del Popolo di Dio.

Quella verità è al tempo stesso via e vita: essendo la presenza sempre nuova e attuale del Cristo alla storia, nella luce e nella forza dello Spirito Santo. Il «custodire la fede» si esprime nella fedeltà al Vangelo che è Gesù e nel costante e coraggioso impegno a trafficarlo «in conversazione con il contesto attuale in ciò che ha d’inedito per la storia dell’umanità». Noi ci dobbiamo domandare allora: cosa c’è d’inedito oggi che ci possa spingere a un nuovo sviluppo del pensiero teologico?, e, come i lavori della Commissione accolgono questo compito?

Alla luce di questo, tenendo conto degli orientamenti offerti dall’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium, nel quadro disegnato dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, è forse giunto il momento di procedere a un aggiornamento degli Statuti della Commissione Teologica Internazionale al fine di rendere più efficace e incisivo il suo servizio nel contesto di una Chiesa che sta riscoprendo e implementando la sua originaria e costitutiva dimensione sinodale. Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha certamente bisogno di un maggiore aiuto della Commissione, ma bisogna stabilire nuovi rapporti concreti.

D’altra parte, bisogna trovare il modo di collegare ancora meglio i lavori di questa Commissione con quelli della Pontificia Commissione Biblica, perché appaia con chiarezza che gli studi dei teologi si accordino con l’operato degli studiosi di scienze biblicheper far crescere il giudizio della Chiesa. Cosi diventerà più esplicito che la Parola di Dio è veramente anima e vita per la riflessione teologica.

Grazie, Santo Padre, per questo incontro, che è un’occasione propizia per esprimerLe la nostra vicinanza al Suo carisma speciale e unico per la custodia della fede, e per ricevere la Sua Paterna Benedizione.