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RITO DI BEATIFICAZIONE
DEI SERVI DI DIO
EMMANUEL GÓMEZ GONZÁLEZ E ADILIO DARONCH

OMELIA DEL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS

Parque Municipal de Exposições, Frederico Westphalen, Brasile
Domenica, 21 ottobre 2007

 

1. Fratelli e sorelle carissimi,

l'ammonimento che abbiamo ascoltato oggi nella Lettera di San Paolo Apostolo a Timoteo risuona potente al nostro cuore per la forza con cui si è compiuto nella vita dei nostri due nuovi Beati: Emmanuel Gómez Gonzáles, sacerdote e martire, e Adilio Daronch, giovane chierichetto e martire.

In essi quelle parole di Paolo "rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le Sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù", trovano magnifico compimento e stupenda realizzazione in una testimonianza che, pur diversa nell'età e nei ruoli, si è unita nella palma del martirio e nella vittoria della Croce di Cristo!

Il Santo Padre Benedetto XVI, giustamente, ci ricorda che: "Il santo è colui che è talmente affascinato dalla bellezza di Dio e dalla sua perfetta verità da esserne progressivamente trasformato. Per questa bellezza e verità è pronto a rinunciare a tutto, anche a se stesso. Gli basta l'amore di Dio, che sperimenta nel servizio umile e disinteressato del prossimo, specialmente di quanti non sono in grado di ricambiare" (Omelia, 23.10.2005).

Per la bellezza e la verità di Cristo e del suo Vangelo, i due novelli beati hanno veramente rinunciato a tutto, persino alla propria vita.

2. Emmanuel Gómez González nacque il 29 maggio 1877 presso Tuy-Pontevedra, in Spagna, da Giuseppe e Giuseppa González. Terminato il percorso di studi richiesto, il 24 maggio 1902 ricevette l'ordinazione presbiterale nel suo paese natale ed iniziò ad esercitare il ministero sacerdotale nella sua diocesi. Dal 1904 fu accolto dietro sua richiesta dalla vicina diocesi di Braga, in Portogallo, divenendo parroco di Val de Vez e poi, nel 1911, di Monçao. Con l'insorgere di problemi politici e religiosi, nel 1913 gli fu concesso di salpare per il Brasile. Per breve tempo fu, dunque, parroco a Soledade, finché il 7 dicembre 1915 gli fu affidata l'immensa parrocchia di Nonoai, quasi una piccola diocesi: qui svolse una così intensa opera pastorale, da cambiare in otto anni il volto della parrocchia, prendendosi cura anche degli Indios e dovendosi occupare talvolta anche della vicina parrocchia di Palmeiras de Missões quale amministratore. Proprio nel territorio di questa seconda parrocchia affidata alle sue cure avrebbe subito il martirio.

Adilio Daronch nacque il 25 ottobre 1908 presso Dona Francisca, nella zona di Cachoeira do Sul (Rio Grande do Sul) in Brasile. I suoi genitori, Pedro Daronch e Judite Segabinazzi, avevano 8 figli: nel 1911 la famiglia si trasferì a Passo Fundo e nel 1913 a Nonoai. Adilio faceva parte del gruppo di adolescenti che accompagnava Padre Manuel nei suoi lunghi e faticosi viaggi pastorali, tra cui quello presso gli indios Kaingang. Fedele chierichetto, Adilio era anche alunno della scuola fondata dal missionario.

Un giorno il Vescovo di Santa Maria, Monsignor Atico Eusebio da Rocha, chiese al sacerdote spagnolo di recarsi in visita presso un gruppo di coloni teutonici brasiliani stanziati nella foresta Tres Passos. Don Emmanuel celebrò la Settimana Santa nella parrocchia di Nonoai, quindi prese il viaggio accompagnato dal giovane Adilio, incurante dei pericoli di una regione scossa dai movimenti dei rivoluzionari. Sostò in un primo tempo a Palmeira: qui amministrò i sacramenti, ma non mancò di richiamare al dovere della pace i rivoluzionari locali, almeno in nome della comune fede cristiana.

I più estremisti non gradirono però l'intervento del religioso, neppure l'aver dato sepoltura con cristiana pietà alle vittime delle bande locali. Proseguirono poi il loro viaggio verso Braga ed in seguito a Colonia Militare della zona, ove il 20 maggio 1924 don Emmanuel celebrò per l'ultima volta la Santa Messa. I fedeli indigeni avvertirono il sacerdote del pericolo che avrebbe corso inoltrandosi nella foresta, ma egli non diede loro ascolto, ardendo dal desiderio di portare loro la grazia divina. Giunti ad un emporio, in cerca di informazioni su come raggiungere i coloni di Tres Passos, trovarono dei militari che con gentilezza si offrirono di accompagnarli. Si trattava in realtà di un'imboscata appositamente organizzata: Padre Emmanuel ed il suo fedele ministrante Adilio, allora appena sedicenne, furono in realtà condotti in una remota zona della foresta ove ad attenderli trovarono i capi militari. Arrivati su un'altura, i due compagni di martirio vennero legati a due alberi e fucilati, morendo così in odio alla fede cristiana ed alla Chiesa cattolica. Era il 21 maggio 1924.

3. È stupefacente rileggere negli eventi del loro martirio, la stessa freschezza, lo stesso vigore, la stessa stupefacente forza delle Passiones dei Martiri dei primordi dell'era cristiana!

Sembra di rivedere il Santo Pontefice Sisto II nell'imboscata fattagli nel cimitero di Callisto mentre insegnava la Parola Divina, e di lì condotto al martirio senza essere abbandonato dalle fedele scorta dei suoi Diaconi, che vollero condividerne la sorte e la gloria! Anche a don Emmanuel potremmo riferire le parole di San Cipriano per Sisto, "sacerdote buono e pacifico", anche al suo chierichetto Adilio potremmo riferire le glorie di Tarcisio, martire dell'Eucarestia: il primo per portarla ai fratelli, il secondo per il servizio nell'offrirla alla Maestà Divina!

Oggi la Chiesa riconosce la vittoria del parroco e del suo chierichetto, tributa loro l'omaggio della gloria, riconosce la loro potente intercessione, implora il loro celeste aiuto, guarda al loro esempio!

4. La celebrazione dell'Eucarestia, al centro della vita dei Beati Emmanuel ed Adilio, risplende nella loro testimonianza con la potenza ed il fascino del mistero incarnato: perché la Parola di Dio risuoni nel mondo, perché si compiano i Misteri della salvezza, perché si rinnovi sull'altare il sacrificio della Croce, perché si celebri nell'offerta della propria vita la comunione ai Divini Misteri, perché gli uomini vengano raggiunti dalla salvezza. Per questo essi sfidarono i pericoli, e sprezzanti delle minacce, compirono insieme il proprio olocausto, perché la loro estrema comunione risplendesse alta come luce nelle tenebre dell'uomo, sconfitto dagli odi e dalla violenza, vittima della lotta fratricida ed assassina che semina nei cuori l'estremo veleno della propria ed altrui rovina e dannazione!

Al suo apostolo Timoteo San Paolo oggi, nella seconda lettura che abbiamo ascoltato, si rivolgeva così: "Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione ed il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna ed inopportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina".

Dobbiamo considerarci fortunati, fratelli carissimi, perché a noi è stata concessa una speciale grazia oggi: quella di comprendere quanto sia viva la Parola di Dio, perché queste parole oggi le abbiamo viste realizzate nei nostri Beati!

Abbiamo visto un pastore ed un fanciullo stimare la propria vita esclusivamente in relazione a Dio, e alla salvezza eterna dei fratelli; li abbiamo visti considerare un guadagno la perdita di essa per guadagnare il Regno di Dio; abbiamo visto questo Regno iniziare qui in terra, dove Dio visita gli affranti, consola i tribolati, e torna ad offrirsi per i peccatori; abbiamo sentito annunziare la Parola di Dio nel cuore della foresta, con fedeltà ed insistenza.

Abbiamo sentito la voce del sacerdote ammonire, rimproverare ed esortare, con ogni magnanimità e dottrina, perché nei cuori tornasse la pace e perché i peccatori si convertissero, ed abbiamo visto anche noi oggi un giovane sostenere alte le mani del padre, come fu un giorno per Mosè, affinché la lotta fosse sostenuta fino alla vittoria e implorata la grazia dal cielo, cui partecipare con il proprio servizio!

Anche noi siamo stati testimoni di tutto questo, carissimi fratelli, ed abbiamo visto compiersi le promesse prefigurate dall'Antico Testamento nella perenne primavera della Chiesa, ed abbiamo scoperto la verità dell'Alleanza in Cristo nella perennità del suo vigore, vissuto dalla testimonianza dei Martiri!

5. Oggi, se il Figlio dell'uomo tornasse, secondo la sua promessa, troverebbe ancora accesa la fiaccola della fede sulla terra: la troverebbe vivida e splendente su questa Chiesa del Brasile, la troverebbe alimentata dal sangue dei suoi Martiri, la troverebbe fedele ed ardente nella testimonianza dei Beati Emmanuel Gómez ed Adilio Daronch. Troverebbe ancora la fede sulla terra anche nei nostri cuori, perché oggi, benché deboli e fragili per la loro miseria ed i loro peccati, essi si sono rinfrancati nella memoria dei Santi Martiri, ed hanno trovato ristoro nella loro forza: la fede in Cristo Signore, unico salvatore e redentore dell'uomo, noi oggi la affermiamo e la professiamo in questa comunione dei Santi, che ci unisce nell'unico Credo e che ci stimola alla stessa testimonianza.

Come sottolineava Benedetto XVI: "...Il Signore non chiude gli occhi dinanzi alle necessità dei suoi figli e, se talora sembra insensibile alle loro richieste, è solo per metterne alla prova e temprarne la fede. Questa è la testimonianza dei santi, questa è specialmente la testimonianza dei martiri, associati in modo più stretto al sacrificio redentore di Cristo" (Angelus, 14.8.2005), come, effettivamente, lo sono stati esemplarmente i nostri due novelli beati.

Beati Emmanuel ed Adilio, prestate anche oggi il vostro soccorso, che riconosciamo potente, alla nostra supplica, e offriteci dal cielo la vostra intercessione presso il trono dell'Altissimo: rivolga Egli il suo sguardo sulle nostre miserie e sulle nostre necessità, sui nostri conflitti e sugli odii che devastano il cuore dell'uomo, che opprimo i deboli e che soffocano la sua grazia! Venga il Principe della pace a sostenere la battaglia della sua Chiesa, scenda con le nostre schiere perché trionfi la sua Parola, ed intercedano per noi i Beati Martiri Emmanuel ed Adilio, affinché possiamo un giorno con loro cantare le lodi del Signore, lì dove Cristo regna glorioso tra le schiere del cielo! A Lui la lode e la gloria nei secoli, amen!

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