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PONTIFICIO COMITATO
PER I CONGRESSI EUCARISTICI INTERNAZIONALI

Assemblea Plenaria
9-11 novembre 2010

DISCORSO DI APERTURA E BENVENUTO

di S.E. Mons. Piero Marini,
Presidente del Pont.Comitato

 

1. BENVENUTO

L’Assemblea Plenaria costituisce uno dei momenti fondamentali attraverso il quale il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali svolge la sua attività a servizio della Chiesa. L’Assemblea Plenaria si compone dei Membri del Pontificio Comitato, dei Delegati Nazionali e degli invitati. A tutti rivolgo volentieri e con viva soddisfazione il più cordiale e fraterno benvenuto. Saluto anzitutto i Membri del Pontificio Comitato qui presenti. In particolare a nome di tutti presento vivi rallegramenti e sentite felicitazioni ai due Membri del Comitato che prossimamente saranno creati Cardinali: S.E. Mons. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, Arcivescovo di Colombo e S.E. Mons. Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”. Con particolare gioia e riconoscenza saluto i Delegati Nazionali, scelti dalle rispettive Conferenze Episcopali. Essi sono 70 e provengono dai cinque continenti: 16 dall’Africa; 16 dall’America (Nord, Centro e Sud); 10 dall’Asia; 2 dall’Australia e dall’Oceania; 23 dall’Europa; 1 dal Patriarcato Copto cattolico; 1 dal Patriarcato latino di Gerusalemme.

Un cordiale benvenuto infine alla Delegazione Irlandese guidata dal presidente del Comitato Locale S. E. R. Mons. Diarmuid Martin, Arcivescovo di Dublino.

2. IL PONTIFICIO COMITATO

Il Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali è nato in Francia nella seconda metà del XIX secolo raccogliendo i frutti dell’apostolato eucaristico di San Pierre-Julien Eymard, «Apostolo dell’Eucaristia» (1811-1868) e di altre eminenti figure come il Beato Antoine Chevrier (1826-1879), Léon Dupont (1797-1876) e Mons. Gaston-Adrien de Ségur (1820-1880). Il tutto attraverso l’intuizione e l’impegno di una donna, la signorina Émile-Marie Tamisier (1834-1910), il cui progetto di « pellegrinaggi eucaristici » si è trasformato progressivamente nei Congressi delle Opere Eucaristiche chiamati d’allora in poi « Congressi Eucaristici ».

Fu subito costituito il Comitato dei Congressi Eucaristici alle dipendenze della Santa Sede, benedetto da Leone XIII il 27 ag. 1879. Dal primo Congresso di Lille nel 1881, attraverso i successivi “Regolamenti” che ne hanno guidato l’opera, il Comitato ha sostenuto e promosso fino ad oggi, 49 Congressi Eucaristici Internazionali che hanno avuto un impatto evidente sulla vita ecclesiale.

Tale impatto è ben illustrato dalle moltitudini che fin dall’inizio parteciparono ai Congressi Eucaristici Internazionali caratterizzandoli come manifestazioni pubbliche destinate a stimolare la fede dei cattolici nella « presenza reale », ad accrescere il loro zelo per la devozione all’Eucaristia, soprattutto fuori della Messa, e a proclamare la regalità sociale di Cristo contro il laicismo imperante. Non solo: in felice simbiosi con il movimento liturgico, i Congressi Eucaristici promossero progressivamente la comprensione dell’Eucaristia come nutrimento della vita cristiana e si impegnarono nello sforzo di costruire una vera pace fra i popoli e le nazioni. A partire dal Congresso di Monaco nel 1960, il senso della «pietà eucaristica » nei Congressi si orientò progressivamente verso la Messa e questa nuova fisionomia dei Congressi Eucaristici è stata codificata nel Rituale Romano De sacra communione et de cultu mysterii eucaristici extra Missam (21 giu. 1973, nn. 109-112). Da allora i Congressi Eucaristici sono considerati come una Statio, cioè « una sosta di impegno e di preghiera a cui una comunità invita la Chiesa universale», durante la quale la celebrazione eucaristica diventa il centro e il culmine di ogni forma di pietà, delle varie manifestazioni, delle riflessioni teologiche e pastorali, della scelta di impegni sociali.

Dopo quasi 130 anni, il Pontificio Comitato, continua la sua missione « di far sempre meglio conoscere, amare e servire Nostro Signore Gesù Cristo nel suo Mistero Eucaristico, centro della vita della Chiesa e della sua missione per la salvezza del mondo» (art. 2).

3. IL NUOVO STATUTO

Allo scopo di facilitare e favorire lo svolgimento del proprio compito il Pontificio Comitato ha promosso un aggiornamento del proprio Statuto che è stato approvato dal Santo Padre Benedetto XVI, il 24 dicembre 2009. Il nuovo Statuto sostituisce quello del 2 aprile 1986 e rispecchia la rinnovata fisionomia assunta dal Pontificio Comitato nell’ambito della Curia Romana. Le novità dello Statuto possono essere così riassunte:

Nuova configurazione amministrativa

Il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali ha ora una nuova configurazione amministrativa ed è soggetto al Regolamento Generale della Curia Romana (Statuto, n. 14). Questa novità ha portato all’aggiornamento di diversi articoli riguardanti la vita concreta del nostro organismo, che ormai dipende economicamente dall’A.P.S.A. ed è dotato di un personale di lavoro stabile.

Rapporto con i Congressi Eucaristici nazionali

Lo Statuto ha recuperato, anche se in maniera discreta, il rapporto con i Congressi Nazionali affermando, al n. 3 che «il Pontificio Comitato… è disponibile a collaborare alla celebrazione dei Congressi Eucaristici nazionali» affinché la Statio Orbis celebrata ogni quattro anni non sia un momento isolato ma il culmine del cammino eucaristico di tutta la Chiesa rinnovata nella fede e nella comunione da un’ampia rete di Congressi.

Il recupero di questo coordinamento è stato pensato perché i Congressi Eucaristici Nazionali diventino uno strumento straordinario per allargare l’influenza benefica dei Congressi Internazionali. In una parola: perché l’Eucaristia diventi sempre più la fonte e il centro della Comunione ecclesiale.

Concretamente, il Pontificio Comitato ha già dato seguito a questa nuova impostazione ha partecipato con il Presidente o il personale della Segreteria ai Congressi Eucaristici Nazionali del Messico (maggio 2008), Brasile (maggio 2010), Slovenia (giugno 2010); e ha offerto la sua collaborazione per la preparazione del Congresso della Spagna svoltosi quest’anno e dell’Italia che avrà luogo nel settembre 2011.

Rapporto con le aggregazioni eucaristiche dei fedeli

Nel numero 3/d del nuovo Statuto si afferma che il Pontificio Comitato «è disponibile a collaborare nel favorire e coordinare, in vista dei Congressi Eucaristici, l’attività delle aggregazioni di fedeli che hanno lo scopo di incrementare la pietà verso il Mistero Eucaristico in tutti i suoi aspetti, dalla celebrazione dell’Eucaristia al suo culto extra missam».

La celebrazione dei Congressi Eucaristici cioè è una opportuna occasione per coinvolgere sempre di più nella pastorale liturgica e nel cammino della nuova evangelizzazione quelle aggregazioni dei fedeli che hanno lo scopo di incrementare la pietà verso il mistero eucaristico. È anche occasione per favorire il rinnovamento delle manifestazioni del culto eucaristico fuori della Messa e le diverse forme di devozione eucaristica secondo le indicazioni dei documenti del Concilio e del Magistero e in particolare del Rituale Romano De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici extra Missam del 1973.

Non possiamo infatti dimenticare che la fecondità delle aggregazioni di fedeli che, a vario titolo, traggono ispirazione dall’Eucaristia deve essere sostenuta da una paziente opera di formazione a vasto raggio ed a tutti i livelli.

Il post-Congresso

Da ultimo, lo Statuto traccia anche la strada per l’impegno del Pontificio Comitato nel post-Congresso. «Affinché l’Eucaristia diventi “fonte e culmine” della vita della Chiesa e della sua missione, il Pontificio Comitato è disponibile a collaborare con il Comitato locale e con i competenti Uffici Liturgici e Pastorali delle diverse Conferenze Episcopali perché la celebrazione di ogni Congresso Eucaristico Internazionale porti il suo frutto» (n. 29).

Ogni Congresso Eucaristico Internazionale innesca sempre un rinnovamento nella comprensione teologica e pastorale dell’Eucaristia. Per questo la sua parabola non può chiudersi con la celebrazione della statio orbis. Anzi, proprio a partire della celebrazione della settimana conclusiva, il benefico influsso del Congresso si estende non solo al Paese che lo ha ospitato ma anche alla Chiesa universale in molteplici forme. Per esempio: con la celebrazione di Congressi eucaristici nazionali e locali organizzati da quei vescovi o da quelle conferenze episcopali che proprio dall’esperienza del Congresso Eucaristico Internazionale hanno imparato un metodo possibile per la celebrazione di simili eventi Ancora, con una riflessione continuata nelle diverse nazioni mediante l’apporto dei Delegati nazionali che hanno partecipato al Congresso Eucaristico Internazionale ad esempio quello di Quebec.

Infine, con una ricaduta dei contenuti del Congresso resi disponibili a tutti tramite Internet, la televisione, la radio, la stampa e gli altri mezzi di comunicazione di massa. Da sempre il  dopo-congresso si regge anche sulle risoluzioni finali, o “voti”, che l’organizzazione dell’evento offre alla Chiesa universale e alle Chiese particolari e che dovrebbero segnare un avanzamento nella considerazione e nel culto verso questo grande Mistero.

4. SCOPO DELL’ASSEMBLEA PLENARIA

Questa Assemblea Plenaria del Pontifico Comitato si colloca sullo spartiacque tra due Congressi Eucaristici Internazionali. Da una parte guarda verso quanto si è realizzato nel 2009 a Québec per rivivere e diffondere le sue peculiarità, gli insegnamenti, le scelte significative, le ricadute ecclesiali di quel Congresso celebrato nel 400° anniversario della fondazione della città. La celebrazione del 49° Congresso Eucaristico Internazionale aveva per tema: “L’Eucaristia, dono di Dio per la vita del mondo”.

Al termine di un lungo cammino di preparazione che ha coinvolto l’arcidiocesi di Québec e tutta la Chiesa canadese, il Congresso è stato vissuto come un gioioso evento di grazia da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di prendervi parte; un segno di come, riuniti intorno alla Mensa eucaristica, tutti i popoli della terra possano sperimentare la loro unità di fede e la loro comunione nell’amore.

Il Congresso di Quèbec è stato anche, come illustrerà tra breve il Card. Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione dei Vescovi, una straordinaria esperienza di fede. Personalità religiose di tutto il mondo, insieme a semplici fedeli laici impegnati nella Chiesa, hanno saputo spezzare la Parola di Dio con la loro riflessione e la loro testimonianza. Migliaia di volontari hanno donato tempo e fatica per accogliere i pellegrini provenienti da tanti Paesi diversi. I cristiani del Quèbec, ma non solo, hanno trovato consolazione scoprendo che in tante parti del mondo la fede non si rassegna di fronte alla complessità della modernità ma sa incidere creativamente sulla vita e sulle scelte sociali. La celebrazione dell’Eucaristia è apparsa, infine, come la sorgente da cui trae ispirazione e forza il cammino della Chiesa e la vita dei singoli battezzati.

Gli occhi di questa Assemblea tuttavia devono ora guardare verso Dublino, la capitale della Repubblica d’Irlanda, scelta per ospitare il Congresso del 2012. La delegazione irlandese, guidata da S. E. Mons. Diarmuid Martin e dal Segretario locale il Rev. Kevin Doran, presenterà nella giornata di domani il Testo-base del Congresso insieme con il lavoro fatto fino ad ora per programmare la realizzazione di questo evento.

Il Congresso giubilare (il 50°!) sarà celebrato nella felice ricorrenza del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano Secondo. Per questo, il tema del Congresso che vuole manifestare il posto centrale dell’Eucaristia nella vita della Chiesa, è tratto dalla Costituzione conciliare Lumen Gentium (n. 7): «The Eucharist: Communion with Christ and with one another. L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra di noi».

«La Comunione – ha affermato il Servo di Dio Giovanni Paolo II – è certamente una nozione-chiave nell’ecclesiologia del Vaticano II… La “koinonia” è una dimensione che investe la costituzione stessa della Chiesa e riveste ogni sua espressione: dalla confessione della fede alla testimonianza della prassi, dalla trasmissione della dottrina all’articolazione delle strutture» (AAS 83, 1991, 742).

Le relazioni che saranno proposte in questa Assemblea plenaria, le riflessioni e gli approfondimenti, ci aiuteranno ad entrare in questa prospettiva e offriranno alcuni strumenti utili per il cammino di preparazione a questo grande evento ecclesiale.

 

 

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