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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - N° 84, December 2000

 

La Chiesa Cattolica e gli Zingari[1]

 

S.E.Mons. Stephen Fumio HAMAO
Presidente del Pontificio Consiglio

Sono molto grato per l’invito rivoltomi a presiedere la presentazione del libro “La Chiesa Cattolica e gli Zingari” è un privilegio che mi onora. Ne ringrazio gli organizzatori, che me lo hanno rivolto. Porgo il mio saluto più cordiale al Rettore Magnifico dell’Università Gregoriana P.Franco Imoda, al Moderatore Prof. Gabriele De Rosa, in particolare a Mons. Bruno Nicolini esprimo sincera stima e il mio più vivo apprezzamento per aver ideato tale progetto, e infine a tutti i partecipanti qui riuniti.

Con un gesto storico di riparazione, atto altamente evangelico di coraggio e di umiltà, il 12 marzo 2000 il Santo Padre Giovanni Paolo II ha chiesto solennemente perdono per le colpe commesse dalla Chiesa e dai suoi figli nel passato, colpe le cui ombre continuano a proiettarsi anche nel presente. La Chiesa, pur santa nel suo mistero di Corpo di Cristo, vive ed è vissuta tuttavia immersa nella realtà terrena spesso difficile e contrastata. Da qui le colpe di complicità con i poteri più forti, di omissione nella difesa dei più deboli, di offesa alla legge fondamentale della carità. Fra le varie forme di infedeltà al Vangelo commesse da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani non mancano quelle compiute nei confronti degli Zingari. Gli autori del libro “La Chiesa Cattolica e gli Zingari”, coordinati dal chiar.mo prof. Gabriele De Rosa, hanno saputo, rispondendo all’invito del Papa per una “purificazione della memoria” in occasione del Grande Giubileo, indagare con una competenza scevra da pregiudizi e con una pacata misura nei toni una storia complessa, per lo più sconosciuta o misconosciuta, fatta di condanne, di discriminazioni, di persecuzioni, in cui la Chiesa ha avuto le sue colpe per il consenso più o meno esplicito o per il silenzio davanti all’ingiustizia, come quello tenuto sullo sterminio di Sinti e Rom perpretato durante la Seconda Guerra Mondiale.

In questo passato oscuro brillano però figure di figli della Chiesa, che si sono prodigati sia in difesa degli Zingari sia per la loro evangelizzazione. Sono i semi da cui è scaturita la svolta epocale decisa dalla Chiesa nel Concilio Vaticano II, sviluppata poi dal magistero dei Sommi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II e rafforzata dall’esempio dei loro atti e gesti fortemente simbolici. Si è aperta così la via per una nuova evangelizzazione, che implica un cambiamento di mentalità delle comunità cristiane, un superamento di antichi pregiudizi e stereotipi, nonché il riconoscimento e la valorizzazione della diversità culturale degli Zingari per giungere ad una autentica riconciliazione.

L’impegno di “purificazione della memoria” ci porta ad una revisione delle nostre infedeltà al Vangelo, una revisione resa ancor più urgente in un momento particolarmente decisivo per il popolo dei Rom e dei Sinti, che vive una drammatica fase di trasformazione alla ricerca di una propria espressione religiosa e di nuovi modelli di integrazione economica e sociale per la rifondazione della propria identità. Il libro, che qui presentiamo, può aiutarci in questo cammino di revisione dei nostri atteggiamenti, spesso fatti di incoerenza e di limiti, per aprirci a nuovi orizzonti, di cui diventi realtà quel “mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo” gridato fortemente dal Papa nella “giornata del perdono” anche con riferimento esplicito agli Zingari. Questo stesso incontro, al di là della sua valenza culturale, si fa segno, proprio per la presenza convinta delle persone qui convenute, di un presente che sta cambiando verso un nuovo futuro.


[1]La presentazione ha avuto luogo presso la Pontificia Università Gregoriana il 6 dicembre 2000.
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