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3a SESSIONE DEL GRUPPO DI LAVORO APERTO
SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE IN MERITO AL TEMA
«ACQUA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI»

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO FRANCIS CHULLIKATT, OSSERVATORE PERMANENTE
DELLA SANTA SEDE PRESSO LE NAZIONI UNITE*

New York
24 maggio 2013

 

A tutti l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari

 

Signor Co-Presidente,

L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un tema che esige da noi un rinnovato senso di solidarietà, responsabilità e azione, al fine di assicurare che tutte le persone abbiano accesso a questi beni fondamentali della vita. Il punto di partenza del nostro dibattito deve essere il riconoscimento del fatto che l’acqua è diversa dagli altri beni: è, infatti, un elemento essenziale per la vita umana e un bene destinato a ciascuno (cfr. Il contributo della Santa Sede al Sesto Forum Mondiale dell’Acqua, Marsiglia, 12-17 marzo 2012). Tale riconoscimento è necessario se la comunità internazionale vuole tutelare e promuovere il diritto dell’uomo all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come diritto umano universale.

Da oltre un decennio la mia Delegazione sostiene questo riconoscimento, tuttavia gli sforzi collettivi da parte dei Governi e delle organizzazioni internazionali sono lenti ed esitanti nel riaffermare che l’accesso all’acqua salubre e ai servizi igienico-sanitari è un diritto umano fondamentale e un bene comune.

La deplorevole realtà è che oggi oltre 800 milioni di persone non hanno accesso a risorse idriche, e molti altri milioni di esse non dispongono di un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile. L’acqua, però, è la chiave della vita, e negare l’acqua equivale a negare ai nostri fratelli e alle nostre sorelle una fonte di vita fondamentale per la sopravvivenza. Di recente, Papa Francesco ha affermato che «l’acqua è essenziale per la vita; senz’acqua si muore; essa disseta, lava, rende feconda la terra» (Papa Francesco, Udienza Generale, 8 maggio 2013). Strettamente legata all’acqua potabile sicura è la necessità di fornire un accesso a servizi igienico-sanitari migliorati. Ma anche qui, l’obiettivo di sviluppo del millennio (Mdg) dei servizi igienico-sanitari è quello più lontano dall’essere raggiunto, con quasi un terzo della popolazione mondiale che vive senza servizi igienico-sanitari migliorati. Non si tratta di semplici numeri, bensì di 2,5 miliardi di nostri fratelli e sorelle.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile offrono alla comunità internazionale una nuova occasione di lavorare insieme per cambiare questa triste realtà. Oggi abbiamo l’opportunità di rimettere i dibattiti sui diritti umani nella giusta prospettiva. È alla nostra portata, oggi, costruire un mondo in cui i beni fondamentali, quali l’acqua potabile sicura e i servizi igienico-sanitari, abbiano la giusta priorità nella gerarchia dei diritti rispetto alla promozione dei cosiddetti “nuovi” diritti umani. Non facendolo, si rischia di ripetere la stessa mancanza di progressi che si è verificata nell’ambito degli Mdg, per quanto riguarda l’accesso ai servizi igienico-sanitari e il diritto all’acqua potabile sicura.

Signor Co-Presidente,

Al fine di raggiungere questo obiettivo, occorre adottare un approccio alla fornitura dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari che sia basato sui diritti. Tuttavia, senza corrispondenti obblighi, l’approccio basato sui diritti rischia di ridursi a una sentimentale espressione di buona volontà. I rinnovati sforzi per adempiere ai nostri obblighi personali, politici e sociali nell’utilizzo dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari devono quindi diventare qualcosa di più di mere promesse d’azione, ovvero celebrazioni di successi.

Questi obblighi richiederanno l’adozione di politiche e programmi che cerchino di rispondere prima alla domanda su “come” possiamo soddisfare in modo efficace i bisogni delle comunità, prima di approfondire la domanda “se” è economicamente conveniente farlo. In tal modo, ribadiamo che è il servizio alla persona umana a doverci guidare, e non la ricerca di incentivi economici a ogni costo.

È inoltre necessario che vengano riconosciuti i problemi ambientali. L’accesso all’acqua è uno di quei problemi che travalica i confini nazionali e richiede la cooperazione internazionale nella governance, al fine di promuovere un uso armonioso e sostenibile delle risorse naturali in vista della realizzazione del bene comune globale (cfr. Il contributo della Santa Sede al Sesto Forum Mondiale dell’Acqua, Marsiglia, Marsiglia, 12-17 marzo 2012).

In particolare, va incoraggiata l’istituzione di autorità competenti a livello regionale e transnazionale per la gestione comune, integrata, corretta, razionale e solidale delle risorse comuni come l’acqua (Ibid.). Nell’ambito di questi sforzi, la società civile e il settore privato svolgono un ruolo fondamentale nel tutelare e promuovere il diritto all’acqua.

Legato a questa realtà c’è il bisogno che ognuno di noi riconosca la responsabilità individuale di consumare questi beni essenziali con la dovuta moderazione e giustizia. L’acqua non è una risorsa illimitata. Il suo uso razionale nella solidarietà esige la collaborazione di tutte le persone di buona volontà. La moderazione nel consumo richiede che si riconosca che «l’acqua costituisce un “sistema” su scala mondiale e, se anche non ci fosse un collegamento diretto fra consumo e disponibilità in due luoghi diversi, esistono altri nessi indiretti che vanno tenuti presenti» (Ibid.). Lo spreco dell’acqua ha un impatto sia diretto sia indiretto su quanti non godono di abbondanti risorse di acqua fresca. La giustizia esige che si riconoscano le responsabilità personali, legali e finanziarie, in armonia con il principio di sussidiarietà, al fine di fornire meccanismi per identificare quanti sono responsabili di minare o ledere l’accesso all’acqua potabile sicura, e meccanismi per rimediare.

Signor Co-Presidente,

Gli obiettivi di sviluppo del millennio intendevano dimezzare il numero di persone prive di acqua potabile sicura e servizi igienico-sanitari di base. Tuttavia, i risultati di Rio +20 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile ci offrono l’opportunità di costruire sulle lezioni apprese dal processo degli Mdg, fissando i nostri obiettivi con maggiore decisione e aumentando gli sforzi, così da non accontentarci più di fornire l’accesso ai beni essenziali per vivere solo alla metà della popolazione mondiale e di assicurare invece che tutti abbiano il diritto all’acqua potabile sicura e ai servizi igienico-sanitari.

Per concludere, la mia Delegazione desidera sottolineare anche il legame fondamentale tra quella preziosa e limitata risorsa che è l’acqua potabile sicura e la questione della sicurezza alimentare. È auspicabile che le nostre iniziative «contribuiscano a garantire per tutti un accesso equo, sicuro e adeguato all’acqua, promuovendo così i diritti alla vita e alla nutrizione di ogni essere umano e un uso responsabile e solidale dei beni della terra, a beneficio delle generazioni presenti e future» (Papa Benedetto XVI, Messaggio all’Angelus, 18 marzo 2012).


*L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 153, Sab. 06/07/2013.

 

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