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CONFERENZA PRESSO L'UNIONE EUROPEA:
“SOSTENERE IL FUTURO DELLA SIRIA E DELLA REGIONE”

INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO PAUL RICHARD GALLAGHER,
SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI

Bruxelles, 5 aprile 2017

 

Eccellenze,
Distinti delegati
,

La Santa Sede è lieta di partecipare alla Conferenza “Sostenere il futuro della Siria e della regione”, che ha un duplice scopo: rinnovare gli impegni umanitari assunti dalla comunità internazionale lo scorso anno a Londra e cercare i modi migliori per sostenere una soluzione politica duratura alla crisi in Siria, che sia inclusiva e guidata dai siriani. Mentre la crisi è entrata, purtroppo e dolorosamente, nel settimo anno, la Santa Sede continua a essere profondamente preoccupata per l’immensa sofferenza umana che colpisce milioni di bambini innocenti e altri civili, i quali continuano a essere privati di aiuti umanitari essenziali, strutture mediche ed educazione, ed esorta al pieno rispetto del diritto umanitario internazionale, specialmente per quanto riguarda la protezione delle popolazioni civili, garantendo loro accesso alla necessaria assistenza medica. Inoltre, la Santa Sede esprime la sua preoccupazione per le condizioni e il trattamento dei prigionieri e dei detenuti.

Nel suo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Sua Santità Papa Francesco lo scorso 9 gennaio ha fatto appello alla comunità internazionale “perché si adoperi con solerzia per dare vita ad un negoziato serio, che metta per sempre la parola fine al conflitto, che sta provocando una vera e propria sciagura umanitaria. Ciascuna delle parti in causa deve ritenere come prioritario il rispetto del diritto umanitario internazionale, garantendo la protezione dei civili e la necessaria assistenza umanitaria alla popolazione”.

La Santa Sede invita tutte le parti coinvolte nel conflitto in Sira a non lesinare sforzi per porre fine alla spirale in apparenza infinita della violenza, per ripristinare quel senso di solidarietà che è la base della coesione sociale e della coesistenza pacifica. Come ha affermato Papa Francesco: “La pace […] si conquista con la solidarietà. Da essa germoglia la volontà di dialogo e la collaborazione, che trova nella diplomazia uno strumento fondamentale”.

La Santa Sede apprezza molto l’enfasi posta in questa conferenza di donatori sul fornire assistenza umanitaria e gli sforzi per sostenere il cessate il fuoco e la soluzione politica alla crisi, e unisce la propria voce agli appelli a favore di maggiori finanziamenti per aiutare le persone internamente dislocate, i rifugiati e le comunità ospitanti nei paesi limitrofi che ne subiscono l’impatto. Desidero, nella presente occasione, assicurare che nel prossimo anno la Chiesa cattolica manterrà il suo impegno a proseguire la sua assistenza umanitaria.

Nel 2016, la Santa Sede e la Chiesa cattolica, attraverso la sua rete di enti caritativi, hanno contribuito a fornire 200 milioni di dollari americani per l’assistenza umanitaria a diretto beneficio di oltre 4,6 milioni di persone in Siria e nella regione. Nel distribuire aiuti, le agenzie e le entità cattoliche non fanno distinzioni riguardo all’identità religiosa o etnica di chi ha bisogno di aiuto e cercano sempre di dare priorità alle persone più vulnerabili e più bisognose. Questo approccio è stato dimostrato anche attraverso l’apertura, a gennaio, di un centro Caritas nell’area musulmana della parte est di Aleppo e il progetto “Ospedali aperti”, che cerca di aprire gli ospedali cattolici ad Aleppo e a Damasco e di renderli pienamente operativi per i bisogni delle popolazioni locali, specialmente i poveri e i meno avvantaggiati.

Motivo di profonda preoccupazione continua a essere per noi la situazione di vulnerabilità dei cristiani e delle minoranze religiose in Medio Oriente, che soffrono oltremodo per gli effetti della guerra e dell’agitazione sociale nella regione, al punto che la loro stessa presenza e la loro esistenza sono fortemente minacciate. Come Sua Santità Papa Francesco ha ripetutamente ricordato, la loro presenza permanente può consentire loro di adempire il proprio ruolo storico e fondamentale di contribuire alla coesione sociale di quelle società, che sarà di fondamentale importanza per il futuro dell’intera regione.