The Holy See
back up
Search
riga

MESSAGGIO DEL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI,
A NOME DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II,
IN OCCASIONE DELLA IV SESSIONE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO*
1981

 

Signor Presidente,

1. In occasione della quarta sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo - che si concluderà alla vigilia della Giornata Mondiale del Turismo - il Santo Padre è lieto di indirizzare i suoi ferventi auguri a Voi, a Monsignor Robert Lonati, Segretario Generale, nonché a tutti i partecipanti a questo importante incontro, perché i complessi problemi che discuterete, siano seriamente affrontati ed esaminati, in modo che l’impegno di questo studio possa tradursi in un servizio per l'umanità: per questo il turismo deve essere considerato come un bene sociale, un dovere, una conquista dell’uomo (cf ONU “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, art. 24; cf anche Gaudium et spes, 9, 67; Atti del “Congresso mondiale sui valori spirituali del turismo”, Conclusioni, Roma, 1967).

In particolare, i lavori della vostra Assemblea Generale sono basati sul documento ufficiale (ottobre 1980), “Déclaration de Manille” che aveva felicemente concluso il Congresso Mondiale del turismo (Manila 1980) presieduto con grande competenza da Mons. José Aspiras, Ministro del turismo della Repubblica delle Filippine. In questa assise, si dichiarava espressamente e a livello organizzativo che il fenomeno in questione, vissuto umanamente, favorisce la pace tra gli uomini, presupponendola quale condizione necessaria alla sua realizzazione. D'altra parte, questo fenomeno riveste una certa importanza, non soltanto in ragione dei suoi aspetti economici, ma soprattutto per la possibilità che esso offre dal punto di vista spirituale, culturale e sociale.

2. Sono anche degni di considerazione, per le loro ripercussioni sociali, gli accordi di collaborazione previsti tra le diverse Organizzazioni Internazionali, e che saranno oggetti d’attenzione della vostra Assemblea, come i problemi finanziari — in particolare per i paesi dove il turismo è un fenomeno recente al quale si aprono con speranza -, come, ancora, le difficoltà presenti - nonostante gli sforzi lodevoli già consentiti dalle commissioni regionali competenti — in vista della “ripartizione” delle vacanze nel corso dell’anno. Tutto questo si aggiunge alle questioni più generali, ma non meno importanti, dell’incontro degli uomini, delle civilizzazioni, delle culture, delle religioni che questo fenomeno, chiamato profeticamente “evento sociale” del nostro secolo da Paolo VI (L’Osservatore Romano, 17-18 agosto 1963), promette e sviluppa favorendo una visione più unitaria della famiglia umana.

L’accrescimento del benessere, le ferie pagate dei lavoratori in numerosi paesi e, soprattutto, il legittimo bisogno di una sana libertà, spesso ridotta durante la maggior parte dell’anno a causa della pesantezza di un lavoro monotono e a volte disumano, testimoniano come il turismo, nonostante la crisi energetica, continua a fare prova di una bella vitalità. Inoltre ci si deve anche sempre ricordare che implica un “nuovo umanesimo” nella misura in cui concorre a sviluppare i valori costitutivi della persona e a facilitare una vera ed autentica vita sociale tra gli uomini.

Attraverso il turismo, tra l’altro, gli uomini provano ad ottenere quello di cui sentono la necessità per “essere di più”. E’ l’esperienza del “non ancora” che conduce l’essere dotato di ragione a viaggiare per giungere al suo proprio perfezionamento integrale. E’ veramente in questo senso che il Concilio Vaticano II ha esortato gli uomini a utilizzare il proprio tempo libero “per distendersi e per fortificare la salute dello spirito e del corpo... in occasione di viaggi in altre regioni (turismo) che affinano l’intelligenza e che, per di più, arricchiscono ciascuno della conoscenza dell’altro” (Gaudium et Spes, n.61).

3. Ciò esige serietà e “intenti retti”. Se manca una formazione spirituale adeguata — che la Santa Sede ha espressamente raccomandato (cf. Direttorio per la Pastorale del Turismo, Peregrinans in terra, n. 18) — il turismo, al posto di diventare un mezzo privilegiato di sviluppo in campo sociale, può ridursi ad una alienazione della persona, all’abuso dell'ospitalità offerta, ad una perdita di tempo e di denaro in una specie di follia del movimento.

Considerando anche il valore delle sane tradizioni e di tutte le culture, e per evitare delle gravi distorsioni, appare indispensabile che gli educatori, a tutti i livelli, insegnino a quelli che viaggiano nei paesi in via di sviluppo a purificarsi da eventuali pregiudizi e ad abolire i propri sentimenti di superiorità nei confronti della popolazione che li accoglie, soprattutto se è un paese povero e culturalmente meno avanzato. Ma, d’altra parte, la preoccupazione dei paesi del terzo mondo deve essere quella di proteggere la loro popolazione dall’avvilimento psicologico e morale che può nascere dal turismo e dal suo impatto finanziario, come quella di difendere la dignità personale e nazionale.

Inoltre, quello che chiamiamo “turismo sociale” per i più disagiati, i giovani e le persone anziane deve essere intensificato, utilizzato correttamente e deve diventare un mezzo per diffondere educazione e cultura, favorendo lo sviluppo psicologico della persona e una migliore comprensione umana, fosse magari nei limiti di uno stesso paese. Infatti, ‘ii turismo è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il turismo” (Giovanni Paolo II, L’Osservatore Romano, 11 novembre 1979).

4. E’ per questo che il Santo Padre, complimentandosi dei risultati positivi già ottenuti da questa Organizzazione, spera che grazie ai lavori della vostra Assemblea, benché siano in maggioranza di ordine tecnico e funzionale, le autorità pubbliche e tutti coloro che lavorano nel mondo del turismo sentano sempre più profondamente, nella quotidianità del loro dovere, la loro responsabilità in ordine al primato della vita dello spirito. Questo permetterà una umanizzazione intelligente e benefica di un fenomeno mondiale che possiamo menzionare tra i “segni dei tempi” —anche se non tutti ne possono ancora beneficiare a causa dei costi elevati — che modifica in profondità la mentalità ed i costumi, offrendo nello stesso tempo un lavoro convenevole ad un gran numero di persone.

Sua Santità spera infine che il tempo dato al turismo non impedisca all’uomo di comprendere che è destinato ad una vita che trascende il contingente e la mobilita terrestre. Al contrario, deve portarlo alla scoperta che il desiderio naturale che lo conduce a ricercare fuori di sé, ha, in definitivo, per oggetto fondamentale qualcuno che è al di sopra di lui, ma che è anche presente e agente in lui: Dio, Signore della creazione e Padre di tutti. San Agostino dice che “allontanarsi di Lui, è cadere, girarsi verso di Lui, è risuscitare, dimorare in Lui, è essere saldo, ritornare a Lui, è rinascere, abitare in Lui, è vivere” (S. Agostino, Soliloqui I, 1, 3; Pl 32, 870).

4 settembre 1981

 

Cardinale Agostino Casaroli


*Document de la Mission permanente du Saint-Siège auprès de l'OMT.

 

top