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SALUTO DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO
PIETRO PAROLIN
IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME
"ORDRES ET DÉCORATIONS DU SAINT-SIÈGE"

Sala Regia, 29 ottobre 2019

 

Eminenze, Eccellenze, Signore e Signori,

sono lieto di porgere un cordiale saluto a tutti voi, presenti così numerosi alla presentazione del volume Ordres et décorations du Saint-Siège nella stupenda cornice della Sala Regia.

Risale a tempi antichi l’istituzione di Ordini cavallereschi con la finalità di contribuire alla diffusione della fede, in particolare mediante opere di bene. A tali Ordini sono stati annessi “privilegi, indulti e concessioni di favori”, come ricordava il breve Apostolicam Proedecessorum di Papa Benedetto XIV del 1746.

All’inizio dell’Ottocento furono poi istituiti nuovi Ordini e vennero aggiunte altre onorificenze. Avevano come scopo quello di  dare il giusto riconoscimento ad azioni encomiabili compiute in diversi ambiti di vita. Non si trattava solo della protezione della persona del Papa, della difesa dello Stato Pontificio quand’era minacciato militarmente, ma anche del coraggio dimostrato nel promuovere la pace e la giustizia e del talento manifestato nei campi più vari – lettere, arti, scienze e via dicendo – a servizio del Vangelo, delle virtù e del bene comune. In questo senso le onorificenze hanno contribuito a onorare quanti le hanno ricevute, anche a prescindere dalla loro età, estrazione sociale e religiosità, incoraggiandoli a essere esempio di rettitudine per tutti. Così questo volume ci porta a incontrare personaggi noti, meno noti e sconosciuti, talvolta pure dal destino insolito, ma sempre dalla condotta esemplare.

Ringraziamo dunque Dominique Henneresse per averci offerto un’analisi vasta e minuziosa del mondo delle onorificenze pontificie, su un piano sia storico che tecnico. Il rigore che contraddistingue quest’opera peculiare suscita ammirazione, ancor più per il fatto che l’autore non è uno storico di professione. Egli è stato il primo a lanciarsi nella sfida di far rivivere gli Ordini, anche i più antichi, e le varie onorificenze nel loro contesto, illustrando con lucidità una parte poco nota nella storia della Santa Sede.  E la Santa Sede è grata per questo lavoro che possiamo considerare a giusto titolo magistrale.

Vorrei concludere esprimendo un auspicio: che, in un mondo assetato di esempi e modelli positivi, nel quale permane assolutamente attuale quanto ricordava san Paolo VI, ovvero che «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Esort. apost. Evangelii nuntiandi, 41), la presente opera non costituisca solo un apprezzabile studio sul passato, ma uno stimolo per il presente.

Non va mai fuori moda, infatti, il senso dell’onore: inteso nel modo retto, è intimamente legato al buon operato di ciascuno, indipendentemente dalle decorazioni o dagli apprezzamenti ricevuti. All’onore si associa l’importanza della virtù che, a livello personale e sociale, anche per la buona gestione del vivere comune, va riconosciuta e deve essere anteposta a vie più facili e sbrigative. E credo che vada riscoperto e valorizzato, nella maniera adeguata, anche il concetto del merito e il gusto del merito.

L’auspicio è dunque che il riconoscimento del bene compiuto nel passato ci sproni e gli esempi di tanti uomini buoni e illustri spronino pure oggi a dedicarsi, con fedeltà e sacrificio, a cause onorevoli, virtuose e meritorie, come il servizio alla persona umana, il bene comune, la pace e lo sviluppo integrale dei popoli, a gloria di Dio.

Grazie per il vostro ascolto.