DICASTERO PER IL SERVIZIO DELLO SVILUPPO UMANO INTEGRALE Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è stato istituito dal Santo Padre Francesco con Lettera Apostolica del 17 agosto 2016, in forma di Motu Proprio, Humanam Progressionem. Nel Dicastero sono confluite, dal 1° gennaio 2017, le competenze del Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, del Pontificio Consiglio «Cor Unum», del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute). Sono costituite presso il Dicastero la Commissione per la Carità, la Commissione per l'Ecologia e la Commissione per gli Operatori Sanitati, le quali operano secondo le loro norme. Una sezione del Dicastero si occupa specificamente di quanto concerne i migranti, i profughi e vittime della tratta, seguendo con la dovuta attenzione le questioni attinenti alle necessità di quanti sono costretti ad abbandonare la propria patria o ne sono privi. Questa sezione è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni con l'aiuto di due Sotto-Segretari. Il Dicastero è competente nei confronti della Caritas Internationalis secondo i suoi Satuti; mantiene uno stretto rapporto con la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, tenendo conto dei suoi Statuti e collabora con la Segreteria di Stato partecipando anche alle delegazioni della Santa Sede in incontri intergovernativi, nell'ambito delle materie di propria competenza. In virtù della confluenza delle competenze disposta dal sullodato Motu Proprio, il Dicastero è altresì competente nei confronti delle Fondazioni Giovanni Paolo II per il Sahel, «Populorum Progressio», «Il Buon Samaritano» e la Fondazione Giustizia e Pace in memoria del Cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuân. Di seguito si riportano gli aspetti storici di maggior rilevanza concernenti i Pontifici Consigli confluiti nel Dicastero. Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. La Pontificia Commissione «Iustitia et Pax», istituita in via sperimentale da San Paolo VI con il Motu Proprio Catholicam Christi Ecclesiam, del 6 gennaio 1967, fu ristrutturata in modo stabile e definitivo dal medesimo Sommo Pontefice col Motu Proprio Iustitiam et Pacem, del 10 dicembre 1976. Con l'entrata in vigore della Costituzione Apostolica di San Giovanni Paolo II Pastor Bonus, del 28 giugno 1988, al Dicastero venne attribuita la nuova denominazione di «Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace». La medesima Costituzione Apostolica indicava come compito primario del Pontificio Consiglio quello di mirare a far sì che nel mondo siano promosse la giustizia e la pace secondo il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa. In particolare, il Pontificio Consiglio si impegnava nell'approfondimento e nella diffusione della dottrina sociale della Chiesa, specialmente per quanto concerne il mondo del lavoro. Inoltre, raccoglieva notizie e risultati di indagini circa la giustizia e la pace, il progresso dei popoli e le violazioni dei diritti umani. Favoriva la collaborazione con tutti gli organismi e le associazioni dedicate, anche al di fuori della Chiesa, alla promozione della giustizia e della pace e alla tutela dei diritti umani, in particolare del diritto alla libertà religiosa. Il Pontificio Consiglio si curava anche di sensibilizzare i popoli in favore della pace, soprattutto in occasione della Giornata Mondiale della Pace e in favore della cura del creato e di un'ecologia integrale, ed in occasione della Giornata di Preghiera per la cura del Creato, istituita da Sua Santità Papa Francesco il 1° settembre 2015. Infine, il Pontificio Consiglio offriva i suoi servigi e la sua assistenza a tutti i settori della Chiesa, in particolare alle Conferenze Episcopali e, attraverso queste e con il loro accordo, agli organismi creati per lo studio di questi problemi. La prospettiva ecumenica, nella quale il Pontificio Consiglio era tenuto a portare avanti il mandato affidatogli, ha anche arricchito la sua attività di molti contatti. In questo ambito, esso collaborava in particolare con il Consiglio Ecumenico delle Chiese. Pontificio Consiglio «Cor Unum». Il Pontificio Consiglio «Cor Unum» per la promozione umana e cristiana fu istituito da San Paolo VI, con Lettera Autografa, in data 15 luglio 1971, diretta all'Em.mo Cardinale Jean Villot, Segretario di Stato. Scopi principali del Pontificio Consiglio erano: promuovere la catechesi e la Carità e stimolare i fedeli a dare testimonianza di carità evangelica; favorire e coordinare le iniziative delle istituzioni cattoliche che attendono ad aiutare i popoli che sono nell'indigenza; seguire attentamente e promuovere i progetti e le opere di solidale premura e di fraterno aiuto finalizzati al progresso umano; mettersi al servizio delle Chiese particolari, facendo da tramite con gli Organismi cattolici di aiuto e di assistenza e favorendo una sempre più equa distribuzione degli aiuti; avere cura delle relazioni ecumeniche, trattando coi fratelli separati in vista anche di un aiuto comune affinché i popoli possano beneficiare delle reciproche iniziative di carità; facilitare i rapporti tra le Organizzazioni cattoliche con gli organismi pubblici internazionali che operano nel medesimo campo dell'assistenza e del progresso. A questo dicastero erano affidate le Fondazioni Giovanni Paolo II per il Sahel e «Populorum Progressio». Con il Motu Proprio Intima Ecclesiae natura dell'11 novembre 2012 a «Cor Unum» venne riconosciuta la facoltà di erigere in personalità canonica organismi internazionali di carità (art. 15 § 2). Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. La Costituzione Apostolica Pastor Bonus di San Giovanni Paolo II, del 28 giugno 1988, elevava la Pontificia Commissione «de Spirituali Migratorum atque Ininerantium Cura» al rango di Pontificio Consiglio. La Commmissione era stata istituita da San Paolo VI, il 19 marzo 1970, con il Motu Proprio Apostolicae Caritatis, alle dipendenze della Congregazione per i Vescovi. Tale organismo ereditava i compiti del «Consiglio Superiore per l'emigrazione» e del «Segretariato Internazionale Generale dell'Apostolatus Maris», istituiti nel 1952 da Pio XII presso la Congregazione Concistoriale, ma anche l'«Opera dell'Apostolatus Coeli vel Aëris» (fondata nel 1958 per l'assistenza spirituale dei fedeli che hanno specifiche mansioni o svolgono la loro attività a bordo degli aerei, nonché dei passeggeri che viaggiano con questi mezzi di trasporto e del personale impiegato negli aeroporti), il «Segretariato Internazionale per la direzione dell'Opera dell'Apostolatus Nomadum» (istituito nel 1965 per «recare spirituale conforto ad una popolazione che non ha fissa dimora ed anche a quegli uomini che vivono in condizioni analoghe») e l'Ufficio, creato nel 1967 presso la Congregazione per il Clero, per garantire l'assistenza religiosa alle persone coinvolte nel fenomeno turistico. In precedenza, le questioni migratorie erano trattate dall'Ufficio del Delegato per le opere d'emigrazione, voluto dalla Costituzione Apostolica Exsul Familia, del 1° agosto 1952, e dall'Ufficio Migrazione, stabilito in duplice sezione presso la Segreteria di Stato, nel 1946. L'Ufficio del Delegato, a sua volta, aveva preso il posto dell'Ufficio del Prelato per l'emigrazione italiana, costituito il 23 ottobre 1920, sotto il pontificato di Benedetto XV. Prima ancora, San Pio X aveva creato l'Ufficio Speciale per l'Emigrazione, presso la Congregazione Concistoriale, con il Motu Proprio Cum Omnes Catholicos, del 5 agosto 1912. Tuttavia, l'intuizione di istituire un organismo unitario e centrale per l'assistenza ai migranti di ogni nazionalità e, in generale, alle persone toccate dal fenomeno della mobilità umana, risale al Beato Vescovo Giovanni Battista Scalabrini, il quale ne espose il progetto a San Pio X in una lettera del 22 luglio 1904 e, più dettagliatamente, in un memoriale del 4 maggio 1905. Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute). Fu istituito da San Giovanni Paolo II col Motu Proprio Dolentium Hominum dell'11 febbraio 1985, come Commissione, con i compiti di: stimolare e promuovere l'opera di formazione, di studio e di azione svolta dalle diverse O.I.C. nel campo sanitario, nonché dagli altri gruppi, associazioni e forze che, a diversi livelli e in vari modi, operano in tale settore; coordinare le attività svolte dai diversi Dicasteri della Curia Romana in relazione al mondo sanitario e ai suoi problemi; diffondere, spiegare e difendere gli insegnamenti della Chiesa in materia di salute, e favorirne la penetrazione nella pratica sanitaria; tenere i contatti con le Chiese locali ed, in particolare, con le Commissioni Episcopali per il mondo della salute; seguire con attenzione e studiare orientamenti programmatici ed iniziative concrete di politica della salute, a livello sia internazionale che nazionale, al fine di coglierne la rilevanza e le implicazioni per la pastorale della Chiesa. Con la Costituzione Apostolica Pastor Bonus sulla Curia Romana - 28 giugno 1988 - la Pontificia Commissione cambiò denominazione in Pontificio Consiglio. Le sue finalità contenute nel Motu Proprio di San Giovanni Paolo II Dolentium Hominum, istitutivo del Dicastero, erano riassunte negli art. 152 e 153 della suddetta Costituzione Apostolica Pastor Bonus. In forza del medesimo Motu Proprio, nel 1998 il Santo Padre dispose una ulteriore modifica alla denominazione che, da «Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari», diviene «Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute)». I Membri e Consultori, nominati dal Santo Padre, rappresentavano: alcuni Dicasteri e Organismi della Curia Romana; l'Episcopato (Commissioni Episcopali per il mondo della sanità); gli Ordini religiosi ospedalieri; il laicato (rappresentanti delle O.I.C. ed altri gruppi e associazioni che operano nel campo sanitario e nel mondo della sofferenza). Nell'adempimento della sua missione, il Pontificio Consiglio poteva domandare la collaborazione di esperti e costituire Gruppi di lavoro «ad hoc» su questioni determinate. A questo Pontificio Consiglio era affidata la Fondazione «Il Buon Samaritano». CARITAS INTERNATIONALIS La Confederzione Caritas, che la Santa Sede ha sempre seguito con particolare attenzione, è nata nel 1951, con l'approvazione degli Statuti della «Conferenza internazionale della Carità»; assunse poi l'attuale nome e fu lodata da San Paolo VI nell'Enciclica Populorum Progressio. Il 19 luglio 1976 venne accordata alla Caritas Internationalis la personalità giuridica civile nello Stato della Città del Vaticano. Con Chirografo Durante l'Ultima Cena del 16 settembre 2004, San Giovanni Paolo II, in conformità ai canoni 116-123 del Codice di Diritto Canonico, Si degnò di concedere personalità giuridica canonica pubblica a Caritas Internationalis, che, operando in tutto il mondo "ispira la sua azione al Vangelo e alla tradizione della Chiesa" (n. 2). Il Chirografo definisce la Caritas Internationalis "come una Confederazione di organismi caritativi, in genere Caritas nazionali.... che senza togliere ad esse l'autonomia che loro compete, ne favorisce la collaborazione, svolgendo compiti di animazione, coordinamento e rappresentanza". Con Decreto del Segretario di Stato di Sua Santità del 2 maggio 2012 vennero precisate le competenze di «Cor Unum» e degli altri organi della Santa Sede. Inoltre, nella stessa data, con Decreto del Segretario di Stato di Sua Santità sono stati approvati gli Statiti e il Regolamento interno della Caritas Internationalis. In virtù del Motu Proprio di Papa Francesco Humanam Progressionem, del 17 agosto 2016, le competenze del Pontificio Consiglio «Cor Unum» sono passate al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
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