Index   Back Top Print

[ EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]

VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE
"A POLITICS ROOTED IN THE PEOPLE"

[Multimedia]


 

Cari fratelli e sorelle,

Sono lieto di rivolgervi alcune parole di saluto all’inizio di questa conferenza, organizzata dal Centro per la Teologia e la Comunità a Londra su temi trattati nel Libro Ritorniamo a sognare, soprattutto per quel che concerne i movimenti popolari e le organizzazioni che li sostengono.

Saluto in particolare la Campagna Cattolica per lo Sviluppo Umano che celebra 50 anni di aiuto alle comunità più povere negli Stati Uniti perché vivano più degnamente, promuovendo la loro partecipazione alle decisioni che le riguardano.

In questa dimensione lavorano anche altre organizzazioni qui presenti, del Regno Unito, della Germania, e di altri Paesi, la cui missione è di accompagnare il popolo nella sua lotta per «la tierra, el techo y el trabajo», le famose tre “T”, [“la terra, il tetto e il lavoro”], e di rimanere al suo fianco quando si scontra con atteggiamenti di opposizione e disprezzo. La povertà e l’esclusione dal mercato del lavoro che derivano da questa pandemia che stiamo vivendo hanno reso molto più urgente e necessaria la vostra opera e la vostra testimonianza.

Uno degli obiettivi del vostro incontro è di mostrare che la vera risposta all’apice del populismo non è affatto più individualismo ma il contrario: una politica di fraternità, radicata nella vita del popolo. In un recente libro, il reverendo Angus Ritchie [direttore esecutivo del Centro per la Teologia e la Comunità, ndr] descrive questa politica che voi fate come «populismo inclusivo»: a me piace usare «popolarismo» per esprimere la stessa idea[1]. Ma quello che importa non è il nome bensì la visione, che è la stessa: si tratta di trovare meccanismi per garantire a tutte le persone una vita degna di chiamarsi umana, una vita che sia capace di coltivare la virtù e forgiare nuovi vincoli[2].

In Ritorniamo a sognare questa politica la chiamo «Politica con la P maiuscola», politica come servizio, che apre nuovi cammini affinché il popolo si organizzi e si esprima. È una politica non solo per il popolo ma con il popolo, radicata nelle sue comunità e nei suoi valori. Invece i populismi seguono piuttosto come ispirazione, consapevole e inconsapevole, un altro motto: «Tutto per il popolo, nulla con il popolo», paternalismo politico. Ne consegue che il popolo nella visione populista non è protagonista del suo destino, ma finisce con l’essere debitore di un’ideologia.

Quando il popolo è scartato, viene privato non solo del benessere materiale, ma anche della dignità dell’agire, dell’essere protagonista della sua storia, del suo destino, dell’esprimersi con i suoi valori e la sua cultura, della sua creatività, della sua fecondità. Per questo, per la Chiesa, è impossibile separare la promozione della giustizia sociale dal riconoscimento dei valori e della cultura del popolo, includendo i valori spirituali che sono fonte del suo senso di dignità. Nelle comunità cristiane, questi valori nascono dall’incontro con Gesù Cristo, che cerca instancabilmente chi è scoraggiato o perso, che si sposta fino ai limiti stessi dell’esistenza per essere volto e presenza di Dio, per essere «Dio con noi».

Molti di voi qui riuniti lavorano da anni facendo ciò nelle periferie e accompagnando i movimenti popolari. A volte può essere scomodo. Alcuni vi accusano di essere troppo politici, altri di voler imporre la religione. Ma voi percepite che rispettare il popolo è rispettare le sue istituzioni, anche quelle religiose; e che il ruolo di queste istituzioni non è imporre nulla, bensì camminare con il popolo, ricordandogli il volto di Dio che ci precede sempre.

Perciò il vero pastore di un popolo, pastore religioso, è colui che ha il coraggio di camminare davanti, in mezzo e dietro al popolo.

Davanti per indicare un po’ il cammino, in mezzo per sentire con il suo popolo e non sbagliarsi, e dietro per aiutare quanti sono rimasti indietro e per lasciare che il popolo con il suo olfatto trovi a sua volta cammini.

Per questo in Ritorniamo a sognare parlo di un desiderio: che tutte le diocesi del mondo abbiano una collaborazione sostenuta con i movimenti popolari[3]. Andare incontro a Cristo ferito e risorto nelle comunità più povere ci consente di riacquistare il nostro vigore missionario, perché così è nata la Chiesa, nella periferia della Croce. «Se si disinteressa dei poveri, cessa di essere la Chiesa di Gesù e rivive le vecchie tentazioni di trasformarsi in una élite intellettuale o morale», una nuova forma di pelagianesimo, o di vita essena[4].

Allo stesso modo, una politica che si disinteressa dei poveri non potrà mai promuovere il bene comune. Una politica che si disinteressa delle periferie non saprà mai comprendere il centro e confonderà il futuro con un proiettarsi attraverso uno specchio. Un modo di disinteressarsi dei poveri è disprezzare la loro cultura, i loro valori spirituali, i loro valori religiosi, sia scartandoli sia sfruttandoli, a fini di potere. Il disprezzo della cultura popolare è l’inizio dell’abuso di potere. Riconoscendo l’importanza della spiritualità nella vita dei popoli si rigenera la politica. Perciò è imprescindibile che le comunità di fede s’incontrino, familiarizzino, per lavorare «per e con il popolo». Con il mio fratello e Grande imam Ahmad Al-Tayyeb «abbiamo assunto» la cultura del dialogo come cammino, la collaborazione comune come condotta e la conoscenza reciproca come metodo e criterio[5]. Sempre al servizio dei popoli.

Ora più che mai, cari amici, dobbiamo costruire un futuro dal basso, da una politica con il popolo, radicata nel popolo. E che la vostra conferenza aiuti a illuminare il cammino. Grazie.


[1] Angus Ritchie, Inclusive Populism: Creating Citizens in the Global Age (Univ. Notre Dame Press, 2019).

[2] Papa Francesco, Ritorniamo a sognare. La strada verso un futuro migliore. Conversazione con Austen Ivereigh.

[3] Ibid.

[4] Ibid.

[5] Documento sulla Fratellanza umana, citato in Fratelli tutti, n. 285.

 

da L'Osservatore Romano, Anno CLXI n. 86, venerdì 16 aprile 2021, p.8.



Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana