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GIOVANNI PAOLO II

UDIENZA GENERALE

Mercoledì,  13 maggio 1992

 

1. Nelle precedenti catechesi abbiamo parlato della Chiesa come di una “sacra e organica . . . comunità sacerdotale” che “viene attuata per mezzo dei sacramenti e delle virtù” (LG 11). Era un commento al testo della Costituzione conciliare Lumen gentium, dedicato all’identità della Chiesa (LG 11). Ma nella stessa Costituzione leggiamo che “il popolo santo di Dio partecipa pure dell’ufficio (munus) profetico di Cristo col diffondere ovunque la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità, e coll’offrire a Dio un sacrificio di lode, cioè frutto di labbra acclamanti al nome di Lui (cf. Eb 13, 15)” (LG 12). Secondo il Concilio, dunque, la Chiesa ha un carattere profetico come partecipe dello stesso ufficio profetico di Cristo. Di questo carattere tratteremo in questa catechesi e in quelle seguenti, sempre sulla traccia della citata Costituzione dogmatica, dove il Concilio espone più espressamente questa dottrina (LG 12). Oggi ci soffermeremo sui presupposti che fondano la testimonianza di fede della Chiesa.

2. Il testo conciliare, presentando la Chiesa come “comunità profetica”, mette questo carattere in relazione alla funzione di “testimonianza” per la quale è stata voluta e fondata da Gesù. Dice infatti il Concilio che la Chiesa “diffonde la viva testimonianza di Cristo”. È evidente il riferimento alle parole di Cristo che si trovano nel Nuovo Testamento. Anzitutto a quelle rivolte dal Signore risorto agli Apostoli, e riportate dagli Atti: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni” (At 1, 8). Con queste parole Gesù Cristo sottolinea che l’attuazione della funzione di testimonianza, che è il compito particolare degli Apostoli, dipende dall’invio dello Spirito Santo da lui promesso, e che è avvenuto nel giorno di Pentecoste. In virtù del Paraclito, che è Spirito di verità, la testimonianza su Cristo crocifisso e risorto diventa impegno e compito anche degli altri discepoli, e in particolare delle donne, che insieme alla Madre di Cristo sono presenti nel Cenacolo di Gerusalemme, come componenti della primissima comunità ecclesiale. Le donne anzi sono già state privilegiate, perché per prime hanno portato l’annuncio e sono state testimoni della risurrezione di Cristo (cf. Mt 28, 1-10).

3. Quando Gesù dice agli Apostoli: “Mi sarete testimoni” (At 1, 8), parla della testimonianza della fede in un senso che trova in essi un’attuazione certo peculiare. Essi infatti sono stati testimoni oculari delle opere di Cristo, e hanno udito con le proprie orecchie le parole da Lui pronunciate, hanno raccolto direttamente da Lui le verità della divina rivelazione. A ciò che hanno visto e udito, essi per primi hanno risposto con la fede. Così Simon Pietro, quando a nome dei Dodici confessa che Gesù è “il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16, 16). E un’altra volta, nei pressi di Cafarnao, quando alcuni cominciarono ad abbandonare Gesù dopo l’annuncio del mistero eucaristico, lo stesso Simon Pietro non esitò a dichiarare: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68-69).

4. Questa particolare testimonianza di fede degli Apostoli era un “dono dall’alto” (cf. Gc 1, 17). Lo era non solo per gli stessi Apostoli, ma anche per coloro ai quali allora e in seguito avrebbero trasmesso la loro testimonianza. Gesù ha detto loro: “A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio” (Mc 4, 11). E a Pietro, in vista di un momento critico, dà l’assicurazione: “Io ho pregato per te che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22, 32). Possiamo dunque dire, in base a queste significative pagine del Nuovo Testamento, che se la Chiesa, come Popolo di Dio, partecipa all’ufficio profetico di Cristo, diffondendo la viva testimonianza di Lui, come leggiamo nel Concilio (cf. LG 12), una tale testimonianza della fede della Chiesa trova il suo fondamento e sostegno nella testimonianza degli Apostoli. Questa testimonianza è primordiale e fondamentale per l’ufficio profetico di tutto il Popolo di Dio.

5. In un’altra Costituzione conciliare, la Dei Verbum, leggiamo che gli Apostoli, “nella predicazione orale, con gli esempi e le istituzioni, trasmisero sia ciò che avevano ricevuto dalle labbra, dalla frequentazione e dalla opere di Cristo, sia ciò che anche avevano imparato per suggerimento dello Spirito Santo”. Ma anche altri, insieme con i Dodici, eseguirono il mandato di Cristo sulla testimonianza di fede al Vangelo: cioè “quegli Apostoli (come Paolo) e uomini della loro cerchia, i quali, per ispirazione dello Spirito Santo, misero in scritto l’annuncio della salvezza” (DV 7). “Ciò che fu trasmesso dagli Apostoli comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del Popolo di Dio e all’incremento della fede, e così la Chiesa, nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede” (DV 8). Come si vede, secondo il Concilio vi è uno stretto rapporto tra la Chiesa, gli Apostoli, Gesù Cristo e lo Spirito Santo. È la linea di continuità tra il mistero cristologico e l’istituzione apostolica ed ecclesiale: mistero che include la presenza e l’azione continua dello Spirito Santo.

6. Proprio nella Costituzione sulla divina rivelazione, il Concilio formula la verità sulla Tradizione, mediante la quale la testimonianza apostolica perdura nella Chiesa come testimonianza della fede dell’intero Popolo di Dio. “Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo; cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro (cf. Lc 2, 19. 51), sia con l’esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. La Chiesa cioè, nel corso dei secoli, tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio” (DV 8). Secondo il Concilio, dunque, questo tendere alla pienezza della verità divina, sotto la tutela dello Spirito di verità, si attualizza mediante la comprensione, l’esperienza (ossia l’intelligenza vivida delle cose spirituali) e l’insegnamento (cf. DV 10). Anche in questo campo, Maria è modello per la Chiesa, in quanto per prima “serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2, 19. 51).

7. Sotto l’influsso dello Spirito Santo, la comunità professa la sua fede e applica la verità di fede alla vita. Da una parte c’è lo sforzo di tutta la Chiesa per capire meglio la rivelazione, oggetto della fede: uno studio sistematico della Scrittura e una riflessione o meditazione continua sul significato profondo e sul valore della Parola di Dio. Dall’altra parte, la Chiesa dà testimonianza della fede con la propria vita, mostrando le conseguenze e applicazioni della dottrina rivelata e il valore superiore che ne risulta per il comportamento umano. Insegnando i precetti promulgati da Cristo, segue la via che Egli ha aperto e manifesta l’eccellenza del messaggio evangelico. Ogni cristiano deve “riconoscere Cristo davanti agli uomini” (cf. Mt 10, 32) in unione con tutta la Chiesa e avere tra i non credenti “una condotta irreprensibile” affinché giungano alla fede (cf. 1 Pt 2, 12).

8. Su queste vie, indicate dal Concilio, si sviluppa e si trasmette, con la testimonianza “comunitaria” della Chiesa, quel “senso della fede” mediante il quale il Popolo di Dio partecipa all’ufficio profetico di Cristo. “E invero, - leggiamo nella Lumen gentium - per quel senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità, il Popolo di Dio, sotto la guida del sacro magistero, al quale fedelmente conformandosi accoglie non la parola degli uomini, ma veramente la parola di Dio (cf. 1 Ts 2, 13), aderisce indefettibilmente alla fede una volta trasmessa ai santi (cf. Gd 3), con retto giudizio penetra in essa più a fondo e più ampiamente l’applica nella vita” (LG 12). Il testo conciliare mette in rilievo il fatto che il “senso delle fede è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità”. Grazie a tale “senso”, in cui porta frutti “l’unzione” divina, “il Popolo di Dio, sotto la guida del sacro magistero . . . aderisce indefettibilmente alla fede” (LG 12). “L’universalità dei fedeli, che tengono l’unzione dello Spirito Santo (cf. 1 Gv 2, 20. 27), non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il soprannaturale senso della fede di tutto il popolo, quando - dai Vescovi fino agli ultimi fedeli laici - mostra l’universale suo consenso in cose di fede e di morale” (LG 12).

Si noti come dal testo conciliare risulta bene che quel “consenso in cose di fede e di morale” non è il derivato di un referendum o di un plebiscito. Può essere inteso in modo giusto soltanto in quanto si conservino nella memoria le parole di Cristo: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11, 25).


Alle Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore

Siate i benvenuti in questa Basilica di San Pietro, presso la tomba del Capo degli Apostoli. Vi accolgo con gioia e vi rivolgo volentieri uno speciale pensiero.

Saluto, anzitutto, le Suore Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, le quali festeggiano il 1° Centenario di fondazione della loro Famiglia religiosa.

Carissime, è questo il momento propizio per rinnovare e approfondire la vostra risposta di piena donazione alla missione che il Signore vi ha affidato. Egli volle che la vita di Suor Agostina Cassi, divenisse una feconda testimonianza di servizio ai più bisognosi tra i piccoli e tra gli anziani: due categorie di persone che ancor oggi, pur in mutati contesti, fanno appello alle migliori energie della Chiesa. Siate pronte a ripetere il vostro “sì”, a “nascere nel cuore di Dio . . . per guadagnargli anime”,  secondo lo spirito originario dell’Istituto.

Saluto voi pure, Alunni, Insegnanti, Genitori ed Ex Alunni, che vi siete uniti a questo momento di rendimento di grazie per tutto il bene che il Cuore di Cristo, mediante l’opera delle Suore, ha diffuso nelle menti e nelle anime di tanti fanciulli, di tanti anziani e ammalati. Sì, carissimi, rendete grazie a Dio, ricco di misericordia,  il quale ha voluto aprire a tutti i tesori del suo cuore!

Il mio saluto si estende anche ai ragazzi ed alle ragazze delle altre Scuole ed Istituti, che prendono parte a questa Udienza. A tutti dico: offrite la vostra giovinezza a Gesù, perché ogni egoismo sia bruciato dalla sua carità e abbiate a conoscere la vera gioia e la vera libertà, che tanto desiderate.

E voi, Genitori ed Insegnanti, non temete di lasciare spazio nella vostra vita alla preghiera, alla meditazione della Parola di Dio e a quella semplice ma ricchissima sintesi di preghiera e meditazione che è il Santo Rosario, da recitare assiduamente, soprattutto in famiglia: siate certi che i veri educatori sono coloro che trasmettono agli altri quella Verità che essi per primi hanno contemplato e ne sono rimasti affascinati.

Desidero affidare tutti voi alla materna protezione di Maria Santissima, in questo mese e in questo giorno 13 di maggio, in cui si celebra nel Santuario di Fatima il 75° anniversario della prima Apparizione ai tre veggenti.

O Madre di Dio, intercedi per le Religiose Figlie di Nostra Signora del Sacro Cuore, accompagna il loro cammino secondo il carisma della loro Fondatrice. Benedici gli studi di questi ragazzi e ragazze, sostienili nei prossimi esami scolastici che li attendono e in quelli, ancor più importanti, della vita e della futura professione a servizio dei fratelli!

A tutti la mia Benedizione!

Ai pellegrini polacchi

Drodzy Bracia i Siostry, pielgrzymi z Polski,

Wdniu 13 maja tego roku wspominamy 75-lecie Fatimy. 75 lat temu miały miejsce pierwsze objawienia, w których w sposób niezwykły zwracała się Matka Najświętsza do trojga dzieci.

Z perspektywy 75 lat patrzymy ze zdumieniem, z zadziwieniem na to wydarzenie i dziękujemy za wszystko, co się dokonało. Za to, że Pani i Matka naszego Pana swoim Niepokalanym Sercem przeprowadza nas poprzez to trudne stulecie - tragiczne, dramatyczne stulecie - dziękujemy wszyscy, dziękuje w szczególny sposób Papież, dla którego dzień 13 maja jest szczególnie pamiętny.

Polecamy Niepokalanemu Sercu Bogarodzicy dalsze lata tego stulecia, przyszłość Kościoła Europy i całego świata.

Ai fedeli di espressione linguistica francese

Chers Frères et Sœurs,

J’accueille avec joie les pèlerins et visiteurs de langue française. En particulier, je salue les Sœurs de Saint-Paul de Chartres pré sentes à cette audience, ainsi que les Membres de l’Ordre du Saint-Sépulcre, de Montréal, qui se rendent en pèlerinage en Terre Sainte. En ce temps pascal, je souhaite à tous de grandir dans la foi au Christ ressuscité.

Nous célébrons aujourd’hui le LXVeème anniversaire des apparitions de la Vierge à Fatima: je prie Notre-Dame d’accorder la paix à vos familles et à vos pays. De grand cœur, je vous donne ma Bénédiction Apostolique.

Ai pellegrini di lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

I am pleased to welcome the Bicentennial pilgrimage group from the Diocese of Baton Rouge, Louisiana. May your visit to the tombs of the Apostles deepen your gratitude for the faith you have received and strengthen your commitment to share fully in the mission of the Church. Upon all the English-speaking pilgrims and visitors, especially those from Canada and Korea, I cordially invoke the grace and peace of the Risen Christ.

Ai pellegrini di lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

Mit dieser kurzen Betrachtung grübe ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher sehr herzlich. Mein besonderer Grub gilt einer Gruppe von Ordensfrauen aus Waiblingen, die sich jüngst der katholischen Kirche angeschlossen haben, sowie einer Gruppe von Seminaristinnen der Fachschule für Gemeindepastoral und Religionspädagogik aus Koblenz-Metternich. Ferner grübe ich die grobe Zahl von Teilnehmern an der Wallfahrt der Katholischen Regionalstelle Buchen aus der Region Odenwald-Tauber sowie die Pilgergruppe aus der Pfarrei Rauenberg. Euch allen und Euren lieben Angehörigen zu Hause sowie den mit uns über Radio und Fernsehen verbundenen Gläubigen erteile ich von Herzen meinen Apostolischen Segen.

Ai pellegrini di lingua spagnola

Amadísimos hermanos y hermanas,

Deseo ahora presentar mi saludo afectuoso a los peregrinos y visitantes procedentes de los diversos países de América Latina y de España.

En particular, a los Sacerdotes de la Sociedad de vida apostólica “Cruzados de Cristo Rey”, de Toledo, así como a los miembros de la Asociación Castrense de la Guardia Civil y de la Asociación de Damas del Pilar.

Mi cordial bienvenida igualmente a los numerosos peregrinos mexicanos aquí presentes y al grupo de la Sierra de Segovia.

A todos bendigo de corazón.

Ai pellegrini di lingua portoghese, nel 75 anniversario dell’Apparizione della Vergine Maria a Fatima:

Carissimi fratelli e sorelle,

Oggi si celebra il 75 anniversario della Apparizione della Vergine Maria a Fatima ai tre pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta. Fra il 13 maggio e il 13 ottobre del 1917, Nostra Signora apparve a quei fanciulli sei volte, una volta al mese. Era la Madre del Cielo che veniva nel nostro mondo, portatrice del messaggio dell’Altissimo ad esortare tutti i popoli alla conversione dei cuori, attraverso la preghiera e la penitenza.

Per celebrare questo avvenimento, ho voluto inviare in Portogallo, quale mio legato, il Segretario di Stato Cardinale Angelo Sodano, per portare ai pellegrini portoghesi e di tanti altri paesi, la gioia del Successore di Pietro per questa Festa mariana. Da Roma, invito quanti sono qui, in unione anche con i brasiliani venuti da Minas Gerais, dal Paranà, da Pernambuco, dal Rio Grande do Sul, da Rio de Janeiro, da Santa Catarina e da Sao Paulo, ad accostarsi a Maria Santissima con un sincero desiderio di rinnovamento interiore, affinché Ella vi porti a Gesù e voi attraverso Cristo vi sentiate membri della famiglia di Dio (cf. Ef 2, 19), risvegliando nell’anima desideri di fratellanza e di pace. O Madre della Speranza “cammina con i popoli verso la solidarietà e l’amore” (Atto di Consacrazione a Nostra Signora di Fatima 13 maggio 1991).

Fa in modo che comprendano che una società non può progredire nel cammino del bene comune, se non avanza nella solidarietà. O Madre del Divino Amore, possa tu essere il rifugio e la forza di quanti confidano in Te. Accresci la nostra fede, dà forza e sicurezza al nostro cammino sulla terra: sii Tu stessa il nostro cammino che porta all’amore di Gesù Cristo.

Ai pellegrini di lingua portoghese

Amadíssimos Irmãos e Irmãs,

Hoje, comemora-se o 75 aniversário das aparições da Virgem Maria em Fátima aos três pastorinhos Lúcia, Francisco e Jacinta. Desde 13 de Maio a 13 de Outubro de 1917, Nossa Senhora apareceu àquelas criancinhas seis vezes, uma vez por mês.

Era a Mãe do Céu que vinha ao nosso mundo, portadora da mensagem do Altíssimo convidando todos os povos à conversão dos corações, através da oração e da penitência.

Para celebrar este acontecimento, quis enviar a Portugal, como meu Legado, o Secretário de Estado Cardeal Ângelo Sodano, para exprimir junto com os peregrinos portugueses e de tantos outros países, alegria do Sucessor de Pedro por esta Festa mariana.

De Roma, convido todo vós que estais aqui, em união também com os brasileiros vindos de Minas Gerais, Paraná, Pernambuco, Rio Grande do Sul, Rio de Janeiro, Santa Catarina e São Paulo, a aproximar des-vos de Maria Santíssima com um sincero desejo de renovação interior, para que Ela vos leve a Jesus e para que, por Cristo, vos sintais membros da família de Deus,  despertando na alma ânseios de fraternidade e de paz.

Ó Mãe da Esperança, “caminhai com os povos para a solidariedade e o amor”.  Fazei com que entendam que uma sociedade não pode pro gredir no caminho do bem comum, se não progride em solidariedade.

Ó Mãe do Amor Formoso, sede o refúgio e a fortaleza dos que em Vós confiam. Aumentai a nossa fé, dai força e segurança ao nosso caminho na terra: sede Vós mesma o nosso caminho que leva ao amor de Jesus Cristo.

Ai fedeli croati

Mi rivolgo ai membri del coro giovanile “Piccola Dubrovnik che canta”. Carissimi, siete venuti a Roma dall’amata città di Dubrovnik a esprimere, con il canto e la preghiera, il desiderio del vostro popolo croato, di vivere in libertà e in pace. In questi drammatici momenti, pieni di dolore e di sofferenza, sia per Dubrovnik e i suoi dintorni, che per le altre regioni della Croazia, come pure della Bosnia-Erzegovina, in cui avete parenti e amici, continuate a pregare insieme con me per la vera pace, per tutti i popoli dei Balcani.

Ai fedeli di lingua italiana

Nel salutare, oggi, i pellegrini di lingua italiana, desidero rivolgere un pensiero ai Missionari ed alle Missionarie di diverse Nazioni e Comunità ecclesiali, che stanno concludendo in Roma, presso l’Università Urbaniana, un corso di rinnovamento teologico-pastorale. Carissimi! Siate sempre annunciatori fedeli e testimoni credibili del Cristo Redentore e del suo Vangelo di salvezza.

Sono lieto di poter rivolgere un pensiero anche ai partecipanti alla Conferenza indetta dal Segretariato Generale dell’Associazione “Sisters Cities Italia”, la quale ha trattato il tema del ricupero delle culture d’origine da parte delle generazioni nate nei Paesi di emigrazione. Mi compiaccio di questo programma, che favorisce la reciproca conoscenza e l’intesa tra i popoli. Auspico che si metta sempre meglio in luce quella positiva riscoperta delle proprie radici culturali, a cui i figli dei migranti aspirano.

Saluto, infine, il gruppo dei Dirigenti dell’Emilia-Romagna della Federazione Italiana Gioco Calcio. Vi ringrazio per questa visita, mentre auspico che l’organizzazione sportiva sappia inculcare nell’animo degli atleti i veri valori umani e cristiani dello sport.

Ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli

Giunga ora il mio saluto ai giovani, agli ammalati ed agli sposi novelli.

Mentre a ciascuno di voi, carissimi, rivolgo il mio cordiale benvenuto, auguro che la Madre di Dio, in questo mese a Lei dedicato, faccia sbocciare in voi i grandi ideali cristiani. Invito particolarmente voi, giovani, ad invocare e lodare la Vergine Maria insieme ai numerosissimi pellegrini che oggi, 13 maggio, si trovano nel Santuario di Fatima per celebrare solennemente il 75° anniversario della prima Apparizione ai piccoli veggenti.

Esorto voi, cari malati, a ricorrere costantemente all’ausilio della Madonna, “Salute degli infermi”, affinché maternamente lenisca il vostro dolore e vi renda capaci di donare agli altri il conforto ricevuto. Vi annunzio di aver istituito, con documento che si pubblica oggi, la “Giornata Mondiale del Malato”, al fine di sensibilizzare tutto il Popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile al problema di una migliore assistenza ai malati.

E voi, sposi novelli, pregate la Santa Vergine, “Casa d’oro”, affinché la famiglia, che avete da poco costituito, sia veramente dimora santa e focolare di gioia cristiana.

A tutti la mia benedizione apostolica.


Giovanni Paolo II riceve in udienza, nella mattinata, i rappresentanti dell’Unione cristiano-democratica e cristiano-sociale dell’Assia. La delegazione è guidata dal Ministro della Repubblica Federale di Germania Signora Hannelore Rönsch. Durante l’incontro, che si svolge al termine dell’udienza generale in una sala attigua all’Aula Paolo VI, il Santo Padre pronuncia le seguenti parole.

Sehr geehrte Damen und Herren!
Die Landesgruppe Hessen der Bundestagsfraktion der Christlich–Demokratischen und Christlich–Sozialen Union hat dieses Jahr ihre Dienstreise nach Rom und in den Vatikan unternommen; ich heibe Sie zu dieser Sonderaudienz herzlich willkommen.
Ihr Land hat in den letzten Jahren umwälzende Entwicklungen erfahren mit groben Herausforderungen und Aufgaben für die Kirchen und die Politik.
Bei all unserem Tun und Handeln mub der Mensch der entscheidende Mabstab sein, der unsere Bemühungen ordnet und leitet, der lebendige Wert, dem zu dienen unablässig neue Initiativen verlangt. Die Worte, die für den Menschen die gröbte Bedeutung haben – wie Menschenrechte, Frieden, Gerechtigkeit, Solidarität, Entwicklung – erfahren mitunter durch eine verdächtige Systematik oder durch das Insistieren auf einer opportunistisch ausgerichteten praktischen Politik eine Abwertung Dadurch verlieren sie ihre bewegende und anziehende Kraft. Wir können diese nur zurückgewinnen, wenn die Achtung der menschlichen Person und der Einsatz für sie wieder in den Mittelpunkt der Überlegungen gestellt wird. Wenn wir vom Recht auf Erziehung, auf Gesundheit und auf Arbeit sprechen, sprechen wir von der menschlichen Person. In diesem Zusammenhang darf ich Ihnen und vor allem Frau Bundesminister Hannelore Rönsch, die Sie während dieser Tage begleitet hat, aufrichtig danken für das bewundernswerte Engagement zum Schutz des menschlichen Lebens.
Der Menschlichkeit zum Sieg zu verhelfen ist unser aller Aufgabe. Denn es ist der Mensch, den wir mit unserem Glauben als von Gott als sein Ebenbild geschaffen und für sein ewiges Ziel bestimmt erkennen.
Ihnen allen erbitte ich Gottes Segen sowie sein treues Geleit.

 

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