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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL PATRIARCA ECUMENICO DIMITRIOS I
PER LA FESTA DI SANT'ANDREA APOSTOLO

25 novembre 1981

 

A Sua Santità Dimitrios I,
Arcivescovo di Costantinopoli, Patriarca Ecumenico,

“La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con voi” (2Cor 13,13). E con noi tutti!

La nostra delegazione, presieduta dal Cardinale Jean Willebrands, presidente del Segretariato per l’Unione dei cristiani, porta a voi, Santità, e alla vostra Chiesa il saluto della Chiesa di Roma (cf. Rm 16,16) e dimostra con la sua presenza quanto io sia a voi unito nella preghiera in questo giorno di festa in onore dell’Apostolo Andrea.

Questi incontri annuali presso la Sede della vostra Chiesa e a Roma, in occasione della festa degli Apostoli Pietro e Paolo, permettono non solo una comune preghiera fervente e rinnovata, ma anche ci donano l’occasione d’intensificare regolarmente e di accordare i nostri sforzi nella ricerca dell’unità.

Per la celebrazione del XVI centenario del secondo Concilio Ecumenico, il primo Concilio di Costantinopoli, le nostre Chiese si sono sforzate di rinnovare e di approfondire, nel cuore e nella coscienza dei fedeli, le certezze tradizionali e sempre attuali della nostra comune fede nello Spirito Santo e nello stesso tempo esse hanno ricordato con insistenza la necessità di una preghiera continua per implorare l’azione vivificante di questo stesso Spirito e la disponibilità ad accoglierlo con docilità.

Questa nuova presa di coscienza della fede comune espressa dal Concilio, ci dovrebbe aiutare, lo spero di cuore, a superare le difficoltà dottrinali che si presentano ancora sul cammino che porta ad una ritrovata piena unità.

Due anni fa, in occasione del nostro indimenticabile incontro fraterno nel vostro patriarcato, abbiamo avuto la gioia di annunciare insieme la creazione della commissione mista di dialogo teologico. Oggi, mi rallegro di constatare che, grazie ai mezzi che questa commissione ha messo in atto, gli obiettivi che essa si era prefissi dopo la sua prima riunione, hanno potuto essere adempiuti con sollecitudine, con competenza e con un vivo amore per la Chiesa e per l’unità voluta dal Signore.

Non bisogna in effetti che il nostro cammino rallenti o si disperda. Sia le necessità del mondo cristiano, sia, più in generale, le scelte che sono chieste agli uomini di oggi e dalle quali dipende la loro esistenza futura, chiedono che il dialogo tra le nostre Chiese non si frantumi in questioni secondarie, ma si concentri sulla necessità essenziale di raggiungere il più presto possibile questa piena unità che potrà essere un contributo importante alla riconciliazione di tutti gli uomini. E l’essenziale è l’unità nella fede, in questa fede radicata nella Parola di Dio comunicataci nelle Sacre Scritture, predicata dagli Apostoli e difesa da tutti i cambiamenti e proclamata con forza da tutti i Concili Ecumenici in epoche differenti.

Santità, voglio assicurarvi ancora della piena disponibilità della Chiesa cattolica, in uno spirito di comprensione leale e di solidarietà fraterna, ad aderire a tutte le iniziative che saranno giudicate possibili ed opportune sia nel campo dello studio che nel campo dell’azione e che potranno approfondire e rafforzare la crescente fraternità tra le nostre Chiese. Che l’intercessione dei santi Apostoli fratelli Andrea e Pietro ci conceda una docilità vigilante e attiva a tutte le ispirazioni dello Spirito Santo!

Con questi sentimenti, vi ripeto, Fratello carissimo, il mio profondo amore nel nostro unico Signore.

 

GIOVANNI PAOLO II

 

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