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LETTERA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
ALL’EM.MO CARD. CAMILLO RUINI

   

Al Signor Cardinale CAMILLO RUINI
mio Vicario Generale per la Diocesi di Roma

Venerato Fratello!

Domenica 16 dicembre p.v., mi recherò, a Dio piacendo, nella parrocchia romana di Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù. Giungerà, così, a trecento il numero delle Comunità parrocchiali da me incontrate, da quando, il 3 dicembre 1978, incominciai questo ideale pellegrinaggio pastorale dalla Chiesa di San Francesco Saverio alla Garbatella.

Nasce spontanea in me, dinanzi a questo significativo traguardo, l’esigenza di elevare a Dio un profondo rendimento di grazie, E’ un sentimento che voglio condividere con Lei, Signor Cardinale, mio Vicario per la Diocesi di Roma, mentre penso con immutato affetto al Suo venerato predecessore, il compianto Cardinale Ugo Poletti, che mi ha accompagnato nella prima parte di questo pellegrinaggio, introducendomi con tatto e premura alla conoscenza della Diocesi.

Vivissimo è questo sentimento di riconoscenza, perché la visita alle parrocchie romane ha costituito sempre per me un impegno desiderato e pieno di gioia. Trascorrere il pomeriggio o la mattinata tra i fedeli, nei diversi quartieri, con il parroco ed i sacerdoti, i religiosi, i laici impegnati; celebrare la Messa nella chiesa parrocchiale; salutare i bambini, i giovani, i consigli pastorali; risvegliare in ciascuno l’impegno per la nuova evangelizzazione, tutto questo è stato ed è ancora per me di grande importanza per il progressivo avvicinamento alla realtà umana, sociale e spirituale della Diocesi. Tanto più per un Pontefice "venuto da un Paese lontano". Se oggi posso dire di sentirmi pienamente "romano", è grazie anche alle visite alle parrocchie di questa straordinaria e bella Città.

Davanti ai miei occhi, in questo momento, scorrono innumerevoli volti di Parroci e di Cooperatori, che ho avuto la gioia di incontrare, dapprima invitandoli alla mia mensa, e poi vedendoli all’opera nelle Parrocchie. A tutti ed a ciascuno vorrei rinnovare il mio "grazie", per l’accoglienza calorosa ovunque ricevuta, come pure per le preghiere, gli incoraggiamenti, i suggerimenti offertimi durante le visite, preziosi non solo per il mio ministero di Vescovo di Roma, ma anche per il servizio che mi è stato affidato verso la Chiesa universale.

Visitando le Comunità parrocchiali, ho avuto modo di esercitare in maniera molto concreta la mia missione di Vescovo di Roma, Successore dell’apostolo Pietro. Il tempo dedicato ai fedeli romani non è stato sottratto a quelli del mondo intero, ma si è rivelato proficuo anche per essi, e viceversa la mia sollecitudine per tutte le Chiese non ha fatto che radicarmi ancor più in questa singolare Diocesi che è Roma.

Mentre mi accingo a recarmi per la trecentesima volta in una parrocchia romana, ritorno spiritualmente in tutte quelle finora visitate: Basiliche paleocristiane, chiese modernissime, alcune nel centro storico, altre nei grandi quartieri sorti negli anni '50 e '60 o nelle zone di più recente urbanizzazione. Dappertutto ho annunciato lo stesso Vangelo, ho spezzato lo stesso Pane: Cristo, Redentore dell’uomo. A tutti rinnovo oggi il mio cordiale saluto, per tutti prego, tutti benedico.

Dal Vaticano, 14 dicembre 2001

IOANNES PAULUS II

  



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