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MESSAGGI DI GIOVANNI PAOLO II
PER L'APERTURA DEI LAVORI DEL
CONGRESSO NAZIONALE PASTORALE DI LIVERPOOL

 

Il saluto per la sessione inaugurale

È con grande gioia che vi invio questo messaggio di saluto in occasione del vostro incontro nella Cattedrale di Cristo Re per l’apertura del vostro Congresso Nazionale Pastorale.

I vostri duemila delegati - arrivati da ogni parte dell’Inghilterra e del Galles, comprendenti sacerdoti, diaconi, religiosi e laici - si sono riuniti su invito dei vostri Vescovi e sotto la loro guida.

Come membri della Chiesa Pellegrina vi siete riuniti per condividere le vostre idee e per esaminare ciò che è stato fatto finora, in fedeltà al Vangelo, per approfondire i decreti del Concilio Vaticano II. In questo, seguite la mia intenzione che espressi quando fui eletto Papa: essere fedele al Concilio e sforzarmi di farlo fruttificare. Che Dio vi benedica e vi guidi in questo importante proposito.

Sono stato informato di come abbiate attentamente preparato nelle vostre diocesi e nelle vostre congregazioni religiose questa occasione speciale. Il vostro desiderio è di raggiungere un profondo rinnovamento spirituale delle vostre vite. Desiderate rinvigorire il vostro comune impegno nella missione che nostro Signore Gesù Cristo affidò alla Chiesa, una missione condivisa da tutto il Popolo di Dio attraverso il Battesimo e la Cresima. Prego affinché il vostro lavoro di questi giorni dia grandi frutti. E vi invito a riporre tutta la vostra fiducia in Dio “colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3,20).

Invio i miei saluti anche agli osservatori di altre comunità cristiane che sono venuti per prendere parte con i loro Fratelli Cattolici a questa significativa celebrazione religiosa. Come i Padri del Concilio Vaticano II ci hanno ricordato: “Si ricordino tutti i fedeli, che tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno in pratica l’unione dei cristiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo” (Unitatis Redintegratio, 7).

Saluto anche le autorità civili e i rappresentanti ufficiali presenti, ed esprimo il mio rispetto e la mia amicizia a tutta la città di Liverpool nella celebrazione del suo centenario.

Quando queste parole vi giungeranno, io starò visitando le popolazioni africane. Ricordando l’universalità della Chiesa e l’unità in Cristo che tutti condividiamo, vi chiedo di pregare perché il mio pellegrinaggio di fede contribuisca a costruire il Regno di Dio, e dia coraggio alla Chiesa in Africa.

Nei prossimi giorni, la candela del Congresso brucierà nella vostra Cattedrale per ricordarvi della nostra vita risorta in Cristo e del suo invito a condividere quella vita. Possa essere anche un segno della vostra fede, che brucia ardentemente come segno di speranza per il mondo. E possa simboleggiare la vostra fiducia in Cristo che è via, verità e vita.

Siano la grazia e la pace del nostro Salvatore Gesù Cristo con tutti voi.

 

Ognuno è chiamato a partecipare alla missione della Chiesa

Venerabili fratelli,
Cari fratelli e sorelle in Cristo,

Sono molto felice di avere questa opportunità di parlare a voi, delegati al Congresso Nazionale Pastorale, all’inizio delle vostre discussioni su temi importanti che riguardano la vita della Chiesa Cattolica in Inghilterra e Galles.

Vi siete riuniti nel nome di Gesù Cristo, con speranza ed attesa, confidando nella promessa del Salvatore: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).

In queste giornate, volete valutare la vita e le opere della Chiesa, approfondire la vostra preghiera, aprire ancor più i vostri cuori all’appello costante alla conversione, suggerire il cammino per il futuro.

È per tutti voi una grande opportunità e una grande responsabilità. Che voi possiate svolgere il vostro compito con coraggio ed umiltà, cercando la luce e la forza dello Spirito Santo per essere fedeli al Vangelo. I Cattolici dei vostri paesi hanno una lunga tradizione di fedeltà a Cristo e al Seggio di Pietro, come testimoniano le vite di molti vostri martiri. Fate che questa tradizione che avete ereditato continui ad essere il segno distintivo delle vostre vite.

All’inizio del Congresso, voglio farvi le mie congratulazioni per l’iniziativa che avete preso in comune responsabilità. È un’iniziativa che testimonia la varietà di doni nel Corpo di Cristo, e la vitale missione di tutti i battezzati nella Chiesa che, in unisono con la gerarchia e sotto la sua guida, costruiscono il Regno di Dio.

La condivisione delle responsabilità nella Chiesa si basa sulla convinzione che è un unico Spirito di verità che conduce i cuori dei fedeli e che garantisce il Magistero dei pastori del gregge. A questo proposito, vorrei ricordare quello che dissi ad un gruppo di Vescovi a Roma in occasione della loro visita “ad limina”: “Nella comunità dei fedeli - che deve sempre mantenere l’unità cattolica con i vescovi e la Santa Sede - ci sono grandi momenti di fede. Lo Spirito Santo illumina le anime dei fedeli con la sua verità, ed infiamma d’amore i loro cuori. Ma questo sensus fidelium non è indipendente dal Magistero della Chiesa, strumento dello stesso Spirito Santo e da lui assistito.

Solo quando i fedeli sono nutriti dalla Parola di Dio, fedelmente ed integralmente trasmessa nella sua purezza, il loro carisma diventa operativo e fertile. Quando la Parola di Dio è fedelmente proclamata ed accettata dalla comunità, essa porta frutti di giustizia e santità in abbondanza” (Giovanni Paolo II, Allocutio ad quosdam Indiae sacros Praesules, occasione oblata eorum visitationis “ad limina”, die 3 maii 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II [1979] 1356-1357).

Sin dal momento della mia elezione al Seggio di Pietro, ho considerato mio dovere continuare il lavoro del concilio Vaticano II. Per compiere questo dovere, ho sentito il bisogno di richiamare l’attenzione sulla comprensione da parte della Chiesa della sua stessa natura e della sua missione, come stabilito nella Magna Charta del Concilio, la Costituzione Dogmatica della Chiesa “Lumen Gentium”. Dobbiamo continuamente riflettere sul mistero della Chiesa, sforzandoci di apprezzare questa visibile comunione di fede, speranza e carità attraverso la quale Cristo comunica la verità e la grazia a tutti gli uomini e a tutte le donne (cf. Lumen Gentium, 8).

In questa occasione chiedo ad ognuno di voi di meditare sul mistero della Chiesa e di riflettere sulle meravigliose vie attraverso cui il potere salvifico di Dio opera tramite essa. Considerate il vostro ruolo nella missione della Chiesa, come sacerdoti, diaconi, religiosi o laici. Perché ogni battezzato è chiamato a prendere parte attivamente alla missione della Chiesa in modo che essa possa far sentire la sua presenza con l’azione. È soprattutto nella preghiera che Gesù ci unisce a lui, nella sua opera di salvezza e servizio.

Fratelli e sorelle in Cristo: “Corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede” (Eb 12,2). Non perdiamo di vista le sue parole guida. Non perdiamo di vista il suo Spirito che vive nei nostri cuori. Confidate in Gesù per ogni cosa. Confidate nella sua grazia che lavora dentro di voi e che vi invita al sacrificio e alla santità.

Confidate nella sua presenza nell’Eucarestia e in tutta la Chiesa. Confidate nel potere del suo Vangelo come la luce che vi guiderà nell’avvenire. “La parola di Dio dimori tra voi abbondantemente” (Col 3,16); perché sono la sua giustizia, la sua misericordia ed il suo amore che portate nel mondo.

Chiedo ancora all’Onnipotente di benedirvi e guidarvi, di tenervi per sempre vicini a Cristo che è via verità e vita. Aspettiamo insieme il giorno in cui - forse nella vostra cara terra - gioendo nell’eredità di Maria, potremo cantare insieme l’inno composto per il vostro congresso:
“La verità sulla mia bocca, il suo cammino a guidare i miei passi - Ed io vivrò, non io ma il Cristo in me”.

Ed è nel nome di Cristo che vi benedico tutti: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo. Amen.

2 maggio 1980



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