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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FRATI MINORI CONVENTUALI 
DEL CENTRO DANTESCO DI RAVENNA

29 marzo 1980

 

Illustri Signori e figli carissimi,

Mentre vi rivolgo il mio cordiale saluto, voglio anche assicurarvi la gioia che provo, sia nel ricevervi, sia nell’accettare il pregevole omaggio, offertomi dalla vostra devozione e dalla vostra cortesia.

L’incunabolo della Editio princeps della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, stampata a Foligno nell’anno 1472, è certamente cimelio di altissimo valore, tale da riflettersi anche sul fac-simile da voi pubblicato. Ringrazio cordialmente, pertanto, sia il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, custodi del prezioso documento, sia quanti, ai vari livelli governativi e regionali, hanno generosamente e intelligentemente contribuito alla lodevole impresa editoriale.

Senza dubbio, questa è un’occasione in più per far conoscere e apprezzare l’opera maggiore di quel genio e di quel credente, che non solo è il sommo poeta della letteratura italiana, ma va annoverato altresì fra i massimi esponenti della letteratura mondiale.

Sono lieto, perciò, di formare l’auspicio che la vostra fatica serva a stimolare ciò che Dante stesso chiama “il lungo studio e il grande amore” (Dante Alighieri, La Divina Commedia, “Inferno”, I,83), cioè la dedizione appassionata e austera alla ricerca del vero e del bello, così da essere questa pubblicazione un valido contributo alla cultura e all’arte.

E la benedizione, che di cuore vi concedo, sia pegno della celeste assistenza al vostro quotidiano lavoro.



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