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VISITA PASTORALE IN SVIZZERA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI OPERATORI DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE

Einsiedeln - Sabato, 16 giugno 1984

 

Signore, signori.

1. Per tutti voi che operate nel campo della stampa, della radio e della televisione, queste giornate e queste settimane hanno certamente richiesto uno sforzo e una fatica supplementari. È tanto più per me un motivo di gioia potermi incontrare seppur brevemente con voi, rappresentanti di tutti coloro che lavorano nei mezzi di comunicazione di massa in Svizzera. Desidero ringraziare calorosamente voi, i vostri collaboratori e le vostre collaboratrici per il grande impegno con cui portate agli abitanti di questo Paese e oltre i suoi confini le notizie riguardanti i numerosi avvenimenti e il messaggio spirituale della mia visita pastorale. Grazie alla vostra opera generosa e instancabile mi è possibile, da poche località della Svizzera, avvicinarmi personalmente a tutti i suoi abitanti o almeno alla maggior parte di essi e rivolgere loro la mia parola.

Come in ogni visita pastorale, anche in questa mia visita al vostro Paese cui voi portate un contributo decisivo con la vostra opera, ho a cuore sopra ogni altra cosa annunziare Gesù Cristo e il suo messaggio agli uomini del nostro tempo. Egli ci ha indicato la via per rendere la nostra vita personale e comunitaria degna dell’uomo e degna di essere vissuta. Ma per comprendere personalmente e per trasmettere agli altri nella giusta maniera, attraverso parole e immagini, l’evento religioso di questa giornata e il suo contenuto più profondo, è necessario qualche cosa di più che un buon talento di scrittore o un teleobiettivo o un materiale fotografico di prim’ordine. Occorrono anche l’occhio e il cuore di un uomo aperto ai valori e alle verità spirituali e religiose, un uomo che sia disposto ad andare alla loro ricerca. Occorre principalmente la parola di chiarimento, di approfondimento e di valutazione del commentatore che faccia conoscere il significato più profondo di questo avvenimento religioso così ricco. Si chiede dunque all’operatore dei mezzi di comunicazione non solo che conosca bene la sua tecnica, ma che sia soprattutto un uomo di cuore e di coscienza, con una profonda capacità di comprensione umana e un grande senso di responsabilità. Vi auguro quindi di poter trasmettere ai vostri lettori, ascoltatori e spettatori gli avvenimenti e il messaggio di questo viaggio pastorale sia attraverso testi e immagini, sia nel loro contenuto spirituale, ma vi auguro soprattutto di accoglierli personalmente in voi e meditarli per la vostra vita e il vostro agire.

2. In quanto professionisti dei mass-media, voi avete, proprio a causa della vostra missione, una grande responsabilità. Grazie allo sviluppo e ai costanti progressi dei mezzi della comunicazione sociale, gli uomini e i popoli sono diventati più vicini gli uni agli altri. Le influenze e le dipendenze reciproche si accentuano sempre più. Il vostro ruolo e la vostra competenza nel campo dei media vi portano quotidianamente a porvi dei problemi: come arrivare a mettere a servizio degli uomini, in modo sempre più efficace, i mezzi e le conoscenze disponibili? Che cosa bisogna proporre all’uditore o al lettore per la sua informazione, la sua crescita, il progresso della sua formazione, al fine di approfondire in lui il senso della comunità umana e illuminare il suo sguardo verso i fratelli? In una giusta risposta a queste domande si trova impegnata la vostra alta responsabilità davanti a Dio e davanti agli uomini, come pure l’influenza decisiva che voi esercitate per formare l’opinione pubblica.

Nel suo lavoro il giornalista sa che la sua responsabilità non investe solo quello che viene detto, quello che viene scritto o che viene mostrato, ma anche il modo in cui lo si fa. Non lasciate usare i mass-media per manipolare l’opinione pubblica. Fate attenzione a non restare all’aspetto superficiale delle cose nelle informazioni e anche a evitare la tendenza a sottolineare gli aspetti negativi o sensazionali, senza tener conto dei diritti individuali di ogni persona. Non esiste informazione o comunicazione che non investa dei valori. Sta a voi esprimere i valori degni di essere diffusi nella misura in cui essi contribuiscono alla costruzione delle comunità e alla promozione dell’uomo. Io vi incoraggio: in un contesto spesso ostile all’ideale cristiano della vita, impegnate tutta la vostra competenza nella difesa dell’uomo e della sua dignità, come pure nella conservazione e nello sviluppo dei valori positivi della società contemporanea. Auspico che la mia visita pastorale nel vostro Paese e questo nostro incontro vi siano di sostegno nei vostri compiti e nelle vostre responsabilità così importanti. Con tutto il cuore affido all’aiuto e alla benedizione di Dio la vostra azione nel campo delle comunicazioni sociali.

 

© Copyright 1984 -  Libreria Editrice Vaticana

 



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