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PELLEGRINAGGIO IN AUSTRALIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI NEL SIDNEY CRICKET GROUND

Sidney (Australia), 25 novembre 1986

 

Cari giovani dell’Australia.

1. Vi sono grato per il vostro benvenuto e sono molto lieto di essere qui con voi questa sera. Mentre siamo insieme, sappiamo che il Signore Gesù è con noi.

Nel canto avete levato le vostre voci e i vostri cuori a lui dicendo: “Ci siamo incontrati per celebrare la tua parola, o Signore”. In effetti, voi siete venuti qui insieme per celebrare la sua parola, la sua parola di pace. Questa sera, attraverso il suo Vangelo, Gesù si è rivelato a voi. Come i discepoli gioite della sua presenza; vi rallegrate quando lo sentite dire: “La pace sia con voi” (Gv 20, 21).

È la pace della sua risurrezione che Gesù Cristo comunica a voi e porta nelle vostre vite. È la pace della vittoria: la vittoria sul peccato. È la pace della rassicurazione: la rassicurazione della vita eterna. È la pace della fede in Gesù, la pace che viene dall’accettarlo come Parola di vita, come l’eterno Figlio di Dio che nel mistero dell’incarnazione, diventando il Figlio di Maria, è divenuto il fratello di tutti noi. È la pace dell’umanità rinnovata e resa forte dal contatto e dalla comunione col Cristo vivente, il Cristo che è “il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1, 18); il Cristo che continua a vivere nella sua Chiesa; il Cristo che vuole liberare nel mondo il potere della sua pace e che vuole farlo per mezzo di voi giovani.

Così Gesù vi ripete questa sera le sue parole eterne: “La pace sia con voi”. Con tutto il suo amore, Gesù vuole che la sua pace divenga la vostra pace. Nello stesso tempo egli continua a parlarvi come parlò ai suoi apostoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20, 21). Questa sera, infatti, siete stati mandati da Gesù nel mondo come operatori di pace; siete stati incaricati di comunicare la sua pace e la sua potenza ovunque andate.

2. Ma ciò significa che voi stessi dovete essere pieni di questa pace di Gesù; dovete riceverlo nei vostri cuori. Ma poiché il vostro incarico, la vostra chiamata e il vostro compito non sono statici ma dinamici, dovete cercare continuamente questa pace. Dovete coglierla nella parola di Gesù, che è la rivelazione di Dio. Sì, cari giovani, dovete essere pienamente convinti che per avere quella pace piena e perfetta che Cristo ci offre, dovete trovarla in Cristo. Per questo motivo la Chiesa oggi vi dice: “Se volete la pace, aprite i vostri cuori a Cristo. Se volete la pace, accettate Cristo; accettatelo come il Figlio di Dio; accettatelo anche nel mistero della sua umanità; accettatelo nel prossimo”.

Cercate Cristo in tutti coloro che condividono con voi la dignità della natura umana. Protendetevi a lui e scopritelo nel povero e nel solo, nel malato e nell’afflitto, nell’handicappato, nell’anziano, nell’emarginato, in tutti coloro che attendono da voi un sorriso, che hanno bisogno del vostro aiuto e che implorano la vostra comprensione, la vostra compassione e il vostro amore. E quando avrete riconosciuto e trovato Gesù in tutte queste persone allora - e solo allora - parteciperete profondamente alla pace del suo sacro cuore. Più scoprirete il fascino della pace di Cristo e cercherete di conquistarla con l’aiuto di Dio e attraverso la disciplina e lo sforzo che essa richiede, meglio sarete in grado di essere apostoli nei confronti degli altri giovani in Australia e altrove. La vostra opera di pace sarà tanto più efficace quanto più accoglierete la pace di Cristo nei vostri cuori.

3. La pace ha le sue dimensioni umane e le sue umane esigenze. Che cosa significa questo in pratica? Come può la pace diventare la realtà della nostra vita, la realtà del nostro mondo? Ho parlato molte volte delle dimensioni pratiche della pace, di cosa dobbiamo fare per proteggere e promuovere il dono divino della pace: la pace che Gesù desidera tanto condividere con noi. Si è ripetuto spesso: “Se volete la pace, operate per la giustizia. Se volete la pace, difendete la vita. Se volete la pace, proclamate la verità. Se volete la pace, «tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro»” (Mt 7, 12).

In una parola: Se volete la pace, dovete amare: “Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza . . . Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12, 30). Tutto questo comporta impegno personale e disciplina. Comporta l’accettare noi stessi e gli altri come creature di Dio, come figli di Dio, come esseri umani la cui felicità dipende dalla legge di Dio, che è il suo progetto per la nostra vita.

4. Nell’unione fra voi troverete forza, e nell’unità conseguirete la pace, la pace di Cristo. Questa unità è una realtà qui, questa sera, una grande realtà. È unità nella diversità. E questa diversità è autenticamente australiana; è autenticamente cattolica. Voi rappresentate molti gruppi diversi con finalità specifiche, ma siete uno nel nome di Gesù, uno nella pace di Gesù. Siete uno nell’ideale del servizio cristiano, uno nel perseguire la giustizia, uno nel proclamare la verità dell’eguale dignità di tutti gli esseri umani.

Provenite da diversi gruppi etnici, e il fatto stesso che vi siete riuniti qui dimostra che intendete rifiutare ogni forma di pregiudizio e di discriminazione in base alla razza, all’origine, al colore, alla cultura, al sesso o alla religione. Voi siete aperti - e dovete esserlo - alla grande varietà culturale che rafforza la vostra unità di australiani e manifesta la vostra cattolicità.

La vostra appartenenza a diversi gruppi e movimenti della Chiesa dimostra anche che avete compreso l’importante principio della diversità applicato all’unico apostolato della Chiesa. In seno alla sacra unità della Chiesa, ci sono molti modi diversi di servire il Signore. Vi è “un unico e un medesimo Spirito che distribuisce diversi doni a ciascuno come vuole” (cf. 1 Cor 12, 11), uno Spirito che ispira tutti a operare all’unisono per l’unica meta dell’edificazione del corpo di Cristo e della diffusione della sua pace.

5. Cari giovani: non siete soli! Attraverso i gruppi cui appartenete e con l’aiuto degli amici, dovete continuare a tessere la grande tela dell’unità cristiana, collaborando con altri fratelli e sorelle cristiani, e restando aperti alla fratellanza e anche all’amore per tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

No, giovani dell’Australia, come Gesù voi non sarete mai soli! Parlando di suo Padre, Gesù dichiarava: “Colui che mi ha mandato è con me, e non mi ha lasciato solo” (Gv 8, 29). Egli vuole trovare i suoi compagni e i compagni di suo Padre e dello Spirito Santo nella Chiesa. Ed è precisamente quel che state facendo. Solo nella comune amicizia con il Signore potrete trasmettere la pace al mondo.

Tenete conto, inoltre che la parrocchia, malgrado tutte le sue umane limitazioni, è, dopo la vostra famiglia, la vostra base nella ricerca e nella diffusione della pace. Il vostro viaggio vi porterà spesso altrove, ma la parrocchia vuol essere, come ho affermato in un’altra occasione, “una casa di famiglia, fraterna e accogliente, dove i battezzati e i cresimati prendono coscienza di essere popolo di Dio. Il pane della buona dottrina e il pane dell’Eucaristia sono ad essi spezzati in abbondanza nel contesto di un medesimo atto di culto” (Catechesi Tradendae, 68).

6. Come giovani che seguono l’esempio di Cristo e cercano di vivere la vocazione di essere operatori di pace, ogni giorno della vostra vita vi trovate di fronte a grandi sfide. Tali sfide fanno parte della vostra vita di tutti i giorni: a casa, a scuola, al lavoro, nella Chiesa, nelle molte e svariate attività che costituiscono la vostra vita; nella salute e nella malattia; nel buono e nel cattivo tempo, quando i problemi vi affliggono; nei momenti di inquietudine, preoccupazione e speranza.

In ogni fase della vostra vita, vi viene chiesto di superare ogni tendenza all’egoismo, di protendervi verso gli altri col cuore e le menti aperte, nel dialogo, non nella rivalità, con rispetto e amore sincero per tutti i fratelli e le sorelle. Questa apertura agli altri nella comprensione, nella pazienza, nella compassione e nel desiderio di contribuire a promuovere il loro bene, è un’espressione di amore fraterno. È un bellissimo esempio di opera di pace.

Nello stesso tempo apertura agli altri non significa che ogni opinione ha un eguale valore; non importa quanto essa sia forte, la sincerità della convinzione non può trasformare l’ingiustizia in giustizia o la falsità in verità. La verità non è sempre la via più facile e comoda. Non sempre la verità corrisponde all’opinione della maggioranza, specialmente se questa opinione è stata prodotta artificialmente da abili e potenti forze di manipolazione. Ma la verità sarà sempre la via verso la vera libertà. Gesù stesso ci dice: “conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 32). La verità e la libertà, cari giovani, assieme alla giustizia e all’amore, sono il fondamento della vostra pace, la pace di Cristo ricevuta nei vostri cuori e nel mondo.

7. C’è ancora un altro pensiero che vorrei lasciarvi. Vorrei parlarvi dell’importanza della preghiera, perché la preghiera è strettamente legata alla pace e la pace dipende largamente dalla preghiera. Consentitemi di ripetervi quanto dissi ai giovani di Inghilterra e del Galles qualche anno fa: “Nella preghiera, uniti a Gesù - vostro fratello, vostro amico, vostro Salvatore, vostro Dio - cominciate a respirare una nuova atmosfera. Formulate nuovi obiettivi e nuovi ideali . . . In Gesù, che nella preghiera arrivate a conoscere, i vostri sogni di giustizia e di pace si fanno più definiti e cercano applicazioni pratiche . . . Attraverso il contatto con Gesù in preghiera, voi date un senso di missione che nulla può affievolire . . . In unione con Gesù in preghiera, scoprirete più pienamente le esigenze dei vostri fratelli e sorelle. Apprezzerete più intensamente il dolore e la sofferenza che affliggono i cuori di innumerevoli persone. Attraverso la preghiera, specialmente a Gesù nella Comunione, capirete tante cose sul mondo e sulle sue relazioni con lui, e sarete in grado di individuare i cosiddetti «segni dei tempi». Innanzitutto avrete qualcosa da offrire a quanti si rivolgono a voi nel bisogno. Attraverso la preghiera possiederete Cristo e potrete comunicarlo agli altri. E questo è il più grande contributo che potete dare nella vostra vita: comunicare Cristo al mondo” (IOANNIS PAULI PP. II Allocutio ad iuvenes in urbe “Cardiff” habita, 4. 5. 6 die 2 iun. 1982: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, V, 2 [1982] 2099 s).

E mentre comunicate Cristo al mondo, comunicherete il dono della sua pace. Un evento dinamico sta per avere luogo nella vostra vita. Cristo vi rivolge continuamente queste parole: “La pace sia con voi”. Ed egli vi manda in missione come ha mandato gli apostoli: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”.

8. Cari giovani: il Cristo risorto offre la sua pace al mondo intero e vuole farvi suoi strumenti di pace. Voi siete chiamati a combattere il caos e la confusione con l’ordine: l’ordine delle vostre vite rivolte a Dio e in stretta relazione con i vostri simili. Vostro è il compito di preservare la bellezza della natura e la dignità di tutta la creazione divina così che essa tutta possa servire all’umanità e glorificare il Creatore in conformità col suo disegno.

Il trionfo della giustizia nel mondo dipende in gran parte da voi, e ciò significa che l’eliminazione dell’ingiustizia deve cominciare con la purificazione dei vostri cuori.

Siete chiamati ad affrontare gli errori del mondo e ogni traccia di inganno con il potere della verità. Per tutti noi cristiani, come san Paolo, si tratta di vivere la verità nell’amore e di crescere nella maturità di Cristo (cf. Ef 4, 15).

Di fronte alla rivalità dovete offrire al mondo l’immagine del dialogo rispettoso. La vostra risposta all’insulto e all’ingiuria è il perdono. La sola posizione accettabile di fronte all’alienazione è quella di promuovere la riconciliazione e di offrire la solidarietà fraterna. Il vostro compito è quello immenso di superare tutto il male con il bene, cercando sempre in mezzo ai problemi della vita, di riporre la vostra fiducia in Dio, consapevoli che la sua grazia sostituisce la forza all’umana debolezza. Dovete opporvi ad ogni forma di odio con l’invincibile potere dell’amore di Cristo.

Questo significa essere giovani operatori di pace, contribuire a costruire la pace, la pace del regno di Cristo. Questo è quanto siete chiamati a fare e in questa vostra missione sarete sostenuti dall’intercessione di Maria, Madre di Dio, e da tutti gli angeli e i santi. Ma per essere efficaci dovete accettare questa missione e le sue condizioni liberamente, e dovete dire personalmente sì a Cristo nella preghiera. Con Cristo dovete stare tutti insieme.

Cari giovani dell’Australia; con Cristo e tra di voi non siete mai soli!

 

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