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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
NEL 70° DI FONDAZIONE DELL'ISTITUTO ORIENTALE

Solennità dell'Immacolata Concezione
Martedì, 8 dicembre 1987

 

1. A conclusione di questo giorno festivo dedicato alla Vergine Maria, dopo il tradizionale incontro con la popolazione romana ai piedi della Immacolata a Piazza di Spagna, e dopo la liturgia eucaristica nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sono lieto di incontrarmi con voi per la ricorrenza del 70° anniversario di fondazione dell'Istituto Orientale.

Saluto i Signori Cardinali Simon Lourdusamy e William Baum ed i fratelli Arcivescovi e Vescovi, qui convenuti. Rivolgo un cordiale pensiero al Rettore, Padre Gino Piovesana, ai Professori, agli alunni ed ex-alunni presenti, lieto, altresì, di ammirare i nuovi ambienti, di recente ristrutturati.

Mi è caro incontrarmi con voi nel nome della Vergine Madre di Dio, la Theotocos, venerata in Oriente ed in Occidente con la fervida fede che è scaturita dalla dottrina dei Padri e dalle solenni dichiarazioni dei primi Concili della Chiesa. È attorno all'immagine della Vergine Maria, che per la sua Fede ed obbedienza generò sulla terra il Figlio di Dio, che noi ci sentiamo confortati dalla speranza che lo spirito di fraternità e di unità tra Oriente ed Occidente troverà impulso e grazia per una comunione sempre più intensa e feconda.

«E non posso non aggiungere in questo momento che questa speranza è di nuovo cresciuta, aumentata, con la visita di S. S. il Patriarca Dimitrios I di Costantinopoli, con i rappresentanti del suo Sinodo Patriarcale. Abbiamo ancora negli occhi la sua figura e nel cuore la sua profonda spiritualità».

Come è noto, l'Istituto Orientale fu voluto dal mio Predecessore Benedetto XV, il quale lo associò alla Congregazione per le Chiese Orientali quale strumento necessario di studio e quale centro di irradiazione per tutta la Chiesa cattolica della teologia, della spiritualità e della vita dell'Oriente cristiano. Pio XI volle dare rinnovato incremento all'Istituto, lo portò nell'attuale sede, e lo associò all'Istituto Biblico ed all'Università Gregoriana per l'affinità di alcune discipline, affidandolo alla Compagnia di Gesù.

2. Dobbiamo riconoscere oggi che le prospettive dei miei Predecessori hanno trovato nei nostri tempi nuove e più vaste conferme. Da queste l'Istituto Orientale potrà trarre motivi incoraggianti di impegno ulteriore.

Va ricordata, anzitutto, la linea di azione scaturita dal Concilio Vaticano II, che ha voluto promuovere una migliore conoscenza dei grandi tesori spirituali contenuti nella comune tradizione occidentale ed orientale. La grande eredità teologica dell'Oriente deve essere accolta come parte sostanziale della riflessione sistematica sui dati della Rivelazione, giacché da essa è possibile trarre, per ogni trattato teologico, ricchi spunti e stimolanti prospettive. La conoscenza delle Chiese orientali e della loro dottrina appare, perciò, un campo singolarmente vasto, aperto alla ricerca costante e sistematica, per un servizio a tutte le Comunità cristiane. In tale impegno questo luogo accademico ha svolto e svolge una funzione privilegiata, che si rivela singolarmente feconda per una sempre più chiara intesa con le Chiese orientali. Essa pertanto si pone come segno vivo e qualificato di un dialogo che va sempre continuato nella prospettiva del traguardo della piena unità.

È ben noto, in secondo luogo, che nei nostri tempi è aumentata, per molteplici cause, la migrazione di fratelli dall'Oriente verso l'Occidente. Ciò pone problemi pastorali di indiscutibile urgenza per il bene delle anime. Di qui deriva, anche sul piano pratico, l'opportunità che la conoscenza della eredità dell'Oriente sia inserita nel «curriculum» degli studi teologici dei Pastori d'anime.

In terzo luogo, è giusto ricordare l'intensa collaborazione che l'Istituto Orientale sta offrendo, con la sua Facoltà di Diritto Canonico, alla revisione del Codice di Diritto Canonico Orientale e per la pubblicazione delle fonti.

3. Desidero, perciò, rinnovare in questa circostanza l'espressione della mia riconoscenza verso la Congregazione per le Chiese Orientali e verso quella per l'Educazione Cattolica, che tanta parte hanno avuto ed hanno nella promozione dell'attività dell'Istituto. Allo stesso tempo, l'attestazione della mia grata fiducia si volge a voi, Padri della Compagnia di Gesù, ed ai vostri collaboratori in questo Istituto, al cui prestigio contribuiscono le vostre numerose pubblicazioni non solo per la conoscenza della storia, della teologia, della spiritualità e della liturgia orientale, ma anche per l'intensa opera di divulgazione, che con intento pastorale ed ecumenico esse promuovono in tutto l'Occidente. Come «validi rematori» – così vi definì Pio XI – al cenno della suprema Guida di tutta la Chiesa, voi, e quanti vi hanno preceduto, avete saputo portare, per la maggior gloria di Dio, la fatica di un lavoro instancabile, segnato talvolta da silenziosi sacrifici, che il Signore ben conosce.

Affido alla Vergine tutta l'opera e la missione dell'Istituto Orientale. L'esempio di Maria e la sua intercessione sostengano lo spirito e la vocazione ecclesiale di coloro che operano qui. La Madre di Dio sia presente nel servizio che qui si compie, come è presente nella Chiesa, pellegrina nel mondo per il servizio della fede. Essa avvalori, con la speranza che non delude, ogni generosa impresa.

A tutti la mia Benedizione.

 

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