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VISITA PASTORALE NELL’ARCIDIOCESI DI GAETA

SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE DI GAETA IN PIAZZA XIX MAGGIO

Domenica, 25 giugno 1989

 

Signor ministro,
signor sindaco,
fratelli e sorelle!

1. Sono lieto di essere in mezzo a voi, abitanti di questa antica e bella città, e a voi venuti dal sud-pontino, dal casertano, dal frusinate e dai dintorni per partecipare a questo fraterno incontro.

Ringrazio il signor ministro e il signor sindaco per le espressioni di omaggio, che mi hanno rivolto a nome del governo e della cittadinanza. Saluto di cuore tutti i presenti e quanti, pur desiderandolo, non sono potuti intervenire, ma sono collegati con noi mediante la radio e la televisione. A tutti mi sento vicino con affetto vivo e profondo.

Confido che questa mia visita valga a rinsaldare i vincoli di comunione che da sempre esistono tra la vostra città e Roma, la sede di Pietro. Cittadini di Gaeta, le vostre antiche tradizioni, intessute di fede, vi impegnano ad una vita di coerente testimonianza cristiana, capace di tradursi nelle applicazioni concrete dell’amore, secondo gli insegnamenti sempre attuali del Vangelo.

2. Gaeta, città splendida per bellezze naturali, col suo mare limpido, i suoi monti, le sue vie di collegamento, che ne fanno un importante nodo di raccordo, è luogo ricco di storia, di cultura, di arte.

Carissimi, questa vostra città, che per il suo promontorio costituisce una fortezza naturale, ha subìto più volte nel corso dei secoli assedi e distruzioni, in occasione delle invasioni saracene, delle guerre per l’unificazione politica nazionale, del secondo conflitto mondiale. L’opera di ricostruzione, con cui ogni volta la popolazione ha reagito agli eventi luttuosi, è riprova eloquente del suo coraggio, della sua capacità di ripresa, della sua volontà di non avvilirsi mai neppure in mezzo alle più grandi prove.

Voi avete motivo di essere fieri del vostro passato. In esso voi dovete cercare anche ispirazione e stimolo per costruire il vostro presente e il vostro futuro, mai dimenticando che è stata soprattutto la fede nel Vangelo - qui annunciato fin dai primi anni dell’era cristiana - a plasmare le virtù tipiche del vostro popolo, in particolare quella che oggi desidero mettere in rilievo, e che costituisce la ragione profonda della mia presenza tra voi: l’accoglienza e l’ospitalità.

A fare di Gaeta un luogo di asilo, di tranquillità, di pace, hanno contribuito, insieme con la mitezza del clima e l’amenità del paesaggio, i molteplici insediamenti monastici, maschili e femminili. Qui hanno sostato molti e illustri santi: s’affacciano alla mente, tra gli altri, i nomi di san Benedetto, san Nilo, san Francesco d’Assisi, san Filippo Neri, sant’Alfonso, san Gaspare del Bufalo. Non posso poi dimenticare, tra i grandi nomi della cultura, il Cardinale Tommaso De Vio, che qui ha visto la luce e, appunto per il suo luogo di nascita, è conosciuto nella storia della teologia come il “Caetano”.

3. Per la sua caratteristica di rifugio amico, Gaeta ha avuto più volte l’onore e il merito di ospitare il successore di Pietro, nei momenti in cui la Sede romana, per l’incalzare tumultuoso delle vicende storiche, non appariva più sicura per lui. Così nel 1118, per sottrarsi ai disordini che lo minacciavano a Roma, riparò qui, nella sua città d’origine, il Papa Gelasio II, appartenente alla famiglia Caetani.

E qui trovò rifugio, centoquaranta anni fa, il mio venerato predecessore Pio IX, esule da Roma per le note vicende risorgimentali. In questa città egli emanò l’enciclica Ubi Primum che segnò il passo decisivo verso la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, avvenuta poi a Roma qualche anno dopo, l’8 dicembre 1854. A ragione, dunque, il vostro Arcivescovo, nel rivolgermi l’invito a venire tra voi, chiama Gaeta la “città dell’Immacolata”.

4. Cari fratelli e sorelle di Gaeta, di Formia, dei dintorni! Mi avete accolto come successore di Pietro, il pescatore da Cristo costituito capo della Chiesa per confermare nella fede i fratelli. Mi avete accolto come successore di Gelasio II e di Pio IX.

Ecco quanto vi dico. Perseverate nel quotidiano cammino di fede con gioioso ottimismo. Restate fedeli alla Chiesa ed al Magistero dei suoi Pastori, per restare così fedeli a Cristo. Sviluppate l’affettuosa devozione, che è già nelle vostre tradizioni, verso la Vergine Madre.

Questa vostra città ha ritrovato sempre nel Vangelo le energie per risorgere e ricostruire non solo i suoi edifici materiali, ma anche il tessuto morale, civile e sociale. Voi siete oggi alle prese con nuovi problemi. Gli impianti industriali ed altri tipi di attività lavorative non hanno prodotto l’auspicato incremento sul piano economico e sociale.

Alcuni cantieri hanno chiuso i battenti. I giovani incontrano difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro e devono spesso soffrire le conseguenze di una disoccupazione che può portare all’avvilimento personale e al degrado morale.

Nonostante questo, io vi dico: Abbiate fiducia! Come avete superato le difficoltà di ieri, saprete trovare le energie per superare anche quelle di oggi.

Rimanete ancorati al valore ed al senso della famiglia. Conservate il rispetto per ogni persona umana in qualunque momento della sua esistenza. Consolidate i sentimenti di solidarietà e di partecipazione, che sono alla base di ogni vostra passata realizzazione, sostenuti da quella fede, che è stata e sarà sempre l’anima profonda di ogni vostro autentico progresso.

Mentre vi affido alla protezione materna di Maria, imparto di cuore a tutti la benedizione apostolica.

 

© Copyright 1989 - Libreria Editrice Vaticana

 



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