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VALLE D’AOSTA

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I FEDELI DI INTROD
NELLA CHIESA PARROCCHIALE DI SAN PAOLO

Introd (Aosta) - Domenica, 15 luglio 1990

 

Saluto cordialmente la vostra comunità, la parrocchia, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Sia lodato Gesù Cristo. Vi ringrazio per questa accoglienza, qui nella stessa chiesa nella quale ci siamo riuniti un anno fa. È vero, ho detto queste parole: “chi vivrà vedrà” e si può dire che queste parole avevano qualche forza profetica. “Chi vivrà vedrà”. Dobbiamo pensare anche a tutti coloro che non vivono più dopo questo anno e dobbiamo ricordare e anche raccomandare le loro persone, le loro anime all’onnipotenza misericordiosa di Dio. Nello stesso tempo oggi posso dire che c’è un’altra prova della vostra parrocchia, una prova delle virtù: l’ospitalità e anche una certa pazienza. Si sa bene che gli ospiti sono molto cari, ma se vengono troppo spesso possono diventare anche difficili. Allora io prendo in considerazione anche questo aspetto per lodare la vostra virtù, la virtù della pazienza per questa seconda volta. Vi ringrazio per questa virtù. Non so se potremo ancora provare questa virtù in futuro, ma certamente questa volta si dimostra già una virtù provata. D’altra parte si può dire che il Papa essendo pastore deve anche provare le virtù della comunità cristiana; del suo ovile. Se questo accade nelle diverse parrocchie di Roma dove il Papa è vescovo, si capisce. Se questo accade per la seconda volta in una parrocchia così lontana in Val d’Aosta, diocesi di vostra eccellenza, allora è un’altra cosa. Lo dico scherzando per mostrare anche un altro aspetto di questo nostro incontro. Quello principale è certamente l’aspetto della gratitudine. Si viene in Val d’Aosta, in questo ambiente montuoso, il più splendido in Europa, si viene per vivere una profonda gratitudine al Creatore per la bellezza della sua opera. Questa gratitudine viene accompagnata anche verso le persone, verso i nostri vicini, verso coloro che ci dimostrano la pazienza, ma soprattutto l’ospitalità, anzi la disponibilità ad accogliere ancora una volta questo ospite.

Ringrazio poi, naturalmente, per il dono della vostra presenza. Ringrazio per questi doni significativi che mi avete portato oggi. Voglio benedire questi doni e voglio anche accogliere e conservare questi doni come segno di una comunione spirituale tra la mia persona e la vostra comunità. Auguro a questa comunità cristiana di crescere sempre più, di crescere sempre più nella grazia di Dio, nella maturità cristiana, nella vocazione cristiana. Oggi, dopo il Concilio Vaticano II, abbiamo gli occhi largamente aperti su tutte queste realtà che toccano la Chiesa nella sua dimensione universale e particolare, diocesana, ma anche in quella particolarissima che è sempre la parrocchia. Tutto questo auguro alla vostra parrocchia e al vostro parroco ringraziandolo per le sue parole. Naturalmente ringrazio il signor sindaco come capo della comunità locale. Apprezzo molto la presenza del signor presidente della Regione, che è Regione autonoma, ha la sua importanza specifica nello Stato italiano.

Che il Signore benedica la vostra comunità, tutti i presenti e anche tutti coloro che non sono presenti per il momento. I vostri ospiti che abbiamo lasciato fuori, ma che abbiamo prima abbracciati e salutati.

Posso concludere con questa benedizione.

 

© Copyright 1990 - Libreria Editrice Vaticana

 


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