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VIAGGIO PASTORALE IN LITUANIA, LETTONIA ED ESTONIA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL
MONDO ACCADEMICO NELL
’AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ

Riga (Lettonia) - Giovedì, 9 settembre 1993

 

Illustri Signori, gentili Signore!

Quasi a conclusione della mia visita in Lettonia, ho la gioia di incontrarmi con voi, rappresentanti del mondo accademico e culturale; mondo a me particolarmente caro, per i molteplici rapporti che con esso ho avuto ed ho tuttora. Qui, dunque, nell’“Alma Mater Rigensis”, mi sento come di casa, grazie anche alla vostra accoglienza tanto deferente e cordiale.

Porgo a ciascuno il mio più sentito ringraziamento. Saluto l’Arcivescovo di Riga e i Presuli presenti; saluto il Rettore dell’Università e lo ringrazio per le cortesi parole che ha voluto poc’anzi rivolgermi. Saluto i Docenti di quest’Ateneo ricco di una lunga tradizione scientifica e culturale, tutti i Professori e gli Studiosi che partecipano a questo incontro.

Se intensi sono in ogni nazione i legami fra la cultura e la Chiesa, ancor più stretti vogliono esserlo in Lettonia, dove l’opera di ricostruzione del Paese domanda l’apporto di tutte le componenti sociali e religiose. In passato, i credenti in Cristo hanno qui validamente contribuito al progresso della riflessione e della ricerca nei vari campi dello scibile umano. Sono certo che i credenti di oggi non saranno da meno. Dal rispettoso incontro del mondo della Cultura con la verità e la luce del Vangelo non mancherà di scaturire un valido aiuto alla realizzazione di una Comunità nazionale aperta ai perenni valori dello spirito.

È questo il mio cordiale auspicio.

Nel consegnare a Lei, Signor Rettore, il testo dell’intervento, da me preparato per questo incontro, invoco l’aiuto di Dio su quanti in Lettonia operano attivamente nel campo scientifico e culturale, e particolarmente su tutti i componenti di questa antica e benemerita Università.

Al termine dell’incontro con il mondo accademico lettone, il Papa, dopo aver consegnato il testo del discorso accompagnato da un breve saluto in lingua lettone, prosegue in polacco.

Proszę Państwa, miałem kiedyś zaszczyt przemawiać do zgromadzenia UNESCO w Paryżu. Był to rok 1980, byłem młodym wtedy jeszcze Papieżem. I tam właśnie dotknałem tematu, który chyba i dla Was, dla Łotwy, dla przyszłości Waszego narodu jest zasadniczej wagi. Tematem była kultura jako to, co kształtuje człowieka, jego wspólnotę, przede wszystkim wspólnotę społeczeństwa narodowego.

Narody żyja poprzez kultury. Kultura jest tym, co przekazują pokolenia starsze młodszym. Pierwszym wyrazem tej kultury jest język. Pragnę życzyć tym, którzy tutaj reprezentują w Uniwersytecie Ryskim kulturę łotewską, którzy są za nią w szczególny sposób odpowiedzialni, pragnę im życzyć, ażeby ta misja kształtowania łotewskiej kultury była coraz bardziej ich świadomym udziałem i posłannictwem.

Nie proponuję tutaj jakiegoś kulturowego egoizmu. Każda kultura, kształtowana przez poszczególne, określone narody, jest równocześnie otwarta na inne narody, inne społeczeństwa, służy wielkiej ogólnoludzkiej wymianie. Jest to wymiana dóbr duchowych. Ta wymiana dóbr duchowych jest na pewno nie mniej ważna, a może i ważniejsza aniżeli wymiana dóbr ekonomicznych. Raczej obie sa ważne. Kościół jest sługą Ewangelii i jako sługa Ewangelii jest równocześnie sługą kultur, jest sługą kultur zarówno w każdym narodzie, w każdym społeczeństwie narodowym, jak też w zakresie tej kulturowej wymiany dóbr pomiędzy narodami. Kościół jest sługą Ewangelii, dlatego jest sługą kultury w każdym narodzie, a równocześnie sługa tej wymiany dóbr kultury pomiędzy narodami.

Pragnę wszystkim tutaj zgromadzonym przedstawicielom kultury łotewskiej życzyć, ażeby oba te posłannictwa stały się ich udziałem, i owocnym udziałem, dla dobra zarówno Waszego narodu, Łotwy, jak też dla dobra całej ludzkości. Życzac tego, życzę równocześnie Waszemu narodowi właściwej dla niego przyszłości. Przez wieki zmagaliście się z różnymi okolicznościami, ażeby tę Waszą tożsamość kulturową, łotewską tu, nad Bałtykiem ugruntować, utrzymać i przekazać ku przyszłości. Niech Bóg Wam dopomaga w podejmowaniu tego zadania teraz i na przyszłość.

Jeszcze słowo o Alma Mater. Proszę Państwa, ja jestem również synem takiej Alma Mater i pozostaję do niej przywiązany przez całe życie. Mam na myśli Uniwersytet Jagielloński w Krakowie. To ogromnie dużo mówi, że uniwersytet nazywa się Mater, matką. Ogromnie dużo to mówi. Życzę Wam, uniwersytetowi w Rydze szlachetnego i owocnego macierzyństwa w stosunku do wszystkich Łotyszów i nie tylko, w stosunku do wszystkich, którzy tu do Was przychodzą, ażeby czerpać z bogactw tego duchowego macierzyństwa.

Na koniec pragnę spełnić pewne zadanie, które mi powierzono. Otrzymałem stąd “ Analecta Husserliana ” tom poświęcony fenomenologii nad Bałtykiem, w krajach bałtyckich: “ Phenomenology in the Baltic countries ”. Przypuszczam, że nazwiska niektórych autorów tego tomu odpowiadają osobom obecnym tutaj, na tej sali. Proszę Magnificencję, ażeby zechciał przyjąć razem z tekstem mojej relacji również i ten tom: “ Analecta Husserliana ”. Bardzo dziękuję.

Ecco le parole del Santo Padre in lingua italiana.

Signore e Signori,

Una volta ho avuto l’onore di fare un discorso all’assemblea dell’Unesco a Parigi. Era il 1980 ed ero ancora un giovane Papa. Ed è proprio là che ho toccato un tema che forse anche per voi, per la Lettonia, per il futuro della vostra Nazione, riveste un’importanza fondamentale. Quel tema riguardava la cultura intesa come tutto ciò che forma l’uomo e la comunità in cui egli vive, e soprattutto la comunità nazionale la società. Le nazioni vivono mediante le loro culture. La cultura è ciò che le generazioni anziane trasmettono a quelle giovani. La prima espressione della cultura è la lingua. Desidero augurare a coloro che qui, nell’Università di Riga rappresentano la cultura lettone, che ne sono responsabili in modo particolare, desidero augurare che questo mandato di formare la cultura lettone diventi per loro una partecipazione sempre più consapevole ed una missione. Non vi propongo nessun genere di egoismo culturale. Ogni cultura viene costruita da singole Nazioni, nello stesso tempo ogni cultura è aperta ad altre nazioni, altre società, e si pone al servizio del grande scambio tra tutti gli uomini. E lo scambio di beni spirituali. Questo scambio di beni spirituali sicuramente non è meno, ma forse anche più importante dello scambio dei beni economici. Piuttosto sono importanti entrambi. La Chiesa è al servizio del Vangelo, e servendo il Vangelo nello stesso tempo serve le culture. Serve le culture sia in ogni nazione, in ogni società, sia sul piano dello scambio dei beni culturali tra le nazioni. La Chiesa è al servizio del Vangelo e perciò serve la cultura in ogni nazione, e nel contempo serve lo scambio dei beni culturali tra le nazioni.

A tutti i rappresentanti della cultura lettone qui riuniti desidero augurare di poter partecipare a queste due missioni, e che la loro partecipazione sia fruttuosa, sia per la loro nazione, la Lettonia, sia per tutta l’umanità. Esprimendo questo voto voglio augurare anche alla vostra nazione di avere un futuro giusto. Nel corso dei secoli avete affrontato varie vicissitudini per radicare, mantenere e trasmettere verso il futuro questa vostra identità culturale lettone qui, sul Baltico. Dio vi aiuti a realizzare questo compito ora e negli anni a ventre.

Ancora qualche parola sulla “Alma Mater”. Signore e Signori, anch’io sono figlio di una “Alma Mater” e le rimango affezionato tutta la vita. Sto pensando all’Università Jagellonica di Cracovia. È un fatto molto eloquente che l’Università viene chiamata “Mater”, madre. Auguro a voi, all’Università di Riga di avere un rapporto materno, nobile e fruttuoso con tutti i lettoni, e non solo, anche con tutti coloro che vengono qui per attingere dalle ricchezze di questa maternità spirituale.

Infine desidero realizzare un compito che mi è stato affidato. Ho ricevuto da voi il volume “Analecta Husserliana”, dedicato alla fenomenologia sul Baltico, nei paesi baltici, “Phenomenology in the Baltic countries”. Suppongo che i nomi di alcuni autori di questo volume corrispondano a persone presenti qui, in quest’aula. Prego il Magnifico Rettore di accettare insieme al testo della mia relazione anche questo volume di “Analecta Husserliana”. Molte grazie.

 



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