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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CARDINALI DI TUTTO IL MONDO CONVOCATI
IN VATICANO PER IL CONCISTORO STRAORDINARIO

Lunedì, 13 giugno 1994

 

Signori Cardinali,

1. Come non ringraziare il Cardinale Decano anche se ha esagerato in alcuni punti. Vorrei porgere il mio cordiale benvenuto a voi tutti, Venerati Fratelli, che quali membri del Collegio Cardinalizio, rispondendo al mio invito, vi siete oggi radunati a Roma per un Concistoro straordinario. I motivi di questa convocazione vi sono già stati presentati nella lettera di invito. Desidero soltanto sottolineare che il presente incontro straordinario del vostro Collegio è il quinto della serie: l’ultimo ebbe luogo nell’aprile del 1991. Salutando tutti i presenti vorrei in modo speciale porgere i miei auguri a tutti i Cardinali che portano il nome cristiano di Sant’Antonio e sono sette: il Cardinale Bevilacqua, il Cardinale Innocenti, il Cardinale Javierre, il Cardinale Khoraiche, che non è presente, il Cardinale Padiyara, il Cardinale Quarracino e il Cardinale Ribeiro: alla sua sede e alla sua patria dobbiamo anche questo Santo che prima era Fernando poi si è fatto Antonio come figlio di San Francesco.

Uno sguardo sull’Urbe

I Cardinali hanno un legame particolare, che potrebbe dirsi costituzionale, con la Chiesa che è in Roma. Voglio pertanto iniziare la mia riflessione con uno sguardo sull’Urbe, che negli ultimi decenni, come realtà civile ed ecclesiale, ha notevolmente accresciuto la sua consistenza. Sono sorte numerose parrocchie nuove. Proprio per questo motivo vengono costruite diverse nuove chiese. Per parte mia, cerco di visitare le parrocchie di Roma - in media circa 15 all’anno - nel periodo che va dalla Solennità di Tutti i Santi sino a Pasqua. Con l’aiuto di Dio ho potuto finora espletare questo mio compito pastorale nei confronti di 233 parrocchie su 323, allora non stiamo così male.

Il Sinodo Romano

Un evento importante nell’arco degli ultimi anni è stato il Sinodo Romano, che ho potuto concludere nella solennità dei Santi Pietro e Paolo dello scorso anno. Desidero esprimere il mio grazie al Cardinale Ugo Poletti e al suo successore, il Cardinale Camillo Ruini, all’Arcivescovo Vicegerente e ai Vescovi Ausiliari per il felice compimento di questo passaggio tanto importante per l’impegno pastorale della diocesi. Si è trattato di coinvolgere tutta la comunità cattolica della Città eterna: il clero, gli Istituti religiosi e i laici. Si è operato anche un “confronto con la città”, sia con il suo passato che con i problemi di oggi.

I rapporti tra la Sede Apostolica e le Autorità della Capitale e dello Stato Italiano sono improntati a cordialità e mutuo rispetto. La riforma del sistema di rimunerazione del clero sta dando significativi risultati e, grazie alla generosità della Comunità nazionale nel suo insieme, l’Episcopato italiano può venire incontro in modo significativo sia alle missioni che ai bisogni delle Chiese in difficoltà, tanto in Europa quanto negli altri Continenti.

Il Concilio Vaticano II momento culminante della preparazione dell’anno giubilare

2. Scopo principale di questo Concistoro è tuttavia la preparazione all’anno giubilare del 2000. Come ho rilevato nel promemoria inviato a ciascuno di voi, tale preparazione è in atto ormai da diversi anni. Il suo momento culminante è stato sicuramente il Concilio Vaticano II. Il programma di questo itinerario di preparazione non potrà pertanto non avere, quale fondamentale criterio, che l’attuazione degli orientamenti conciliari. Sotto questo aspetto, per quanto riguarda la Sede Apostolica, sono state intraprese varie iniziative, tra le quali primeggia la promulgazione della Costituzione Apostolica Pastor bonus, relativa alla riorganizzazione della Curia Romana. In conformità all’orientamento pastorale del Concilio, con essa si è inteso venire incontro in modo più aderente ed efficace ai problemi e ai bisogni dell’attuale momento storico.

Aumentato il numero degli Stati con i quali la Sede Apostolica intrattiene rapporti diplomatici

Il primo organismo della Curia Romana è la Segreteria di Stato che, nelle due Sezioni in cui è distinta, è chiamata a “coadiuvare da vicino il Sommo Pontefice nell’esercizio della sua suprema missione” (Giovanni Paolo II, Pastor bonus, art. 39). Al Signor Cardinale Angelo Sodano, che validamente la presiede, va il mio vivo ringraziamento per il quotidiano impegno che vi profonde. Il ringraziamento, accompagnato da cordiale apprezzamento per l’intensa attività, si estende tanto all’Arcivescovo Mons. Giovanni Battista Re ed ai collaboratori della Sezione per gli Affari Generali, preposta prevalentemente alle questioni relative alla vita “ad intra” della Chiesa, quanto all’Arcivescovo Mons. Jean Louis Tauran, che con i collaboratori della Sezione per i Rapporti con gli Stati tratta soprattutto i problemi della vita “ad extra” della Chiesa. Al riguardo mette conto rilevare che nell’ultimo periodo è aumentato il numero degli Stati con i quali la Sede Apostolica intrattiene rapporti diplomatici: comprendendo Stati sorti dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, quali i Paesi Baltici, la Bielorussia, l’Ucraina, la Georgia, l’Armenia, l’Azerbaigian, il Kazakhstan, il Kyrgystan e l’Uzbekistan, il loro numero complessivo è attualmente di 151. È doveroso inoltre sottolineare i rapporti avviati con la Federazione Russa. Parlando di tutto questo non posso non menzionare il compito del Cardinale Casaroli che durante la maggior parte del mio Pontificato ha adempiuto a questo impegno di Segretario di Stato. Lo ringrazio, è qui presente.

Conseguentemente, è anche aumentato il numero delle Rappresentanze Apostoliche nel mondo. Dopo gli eventi del 1989, in particolare, occorreva che fossero aperte nuove Nunziature nell’Europa dell’Est, nell’Asia e nel Medio Oriente. In questo contesto merita particolare menzione la normalizzazione dei rapporti con lo Stato d’Israele; altrettanto degno di nota è l’allacciamento delle relazioni diplomatiche con il Regno di Giordania, come pure lo sviluppo significativo del dialogo con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Per quanto attiene la Cina continentale ed il Vietnam, la Santa Sede si adopera in varie forme perché si possa giungere ad una normalizzazione dei rapporti.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica e l’Enciclica Veritatis splendor:

3. Un evento di grande rilevanza per la vita della Chiesa è stata ultimamente la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, atteso da molto tempo, e dell’Enciclica Veritatis splendor. Pubblicata nell’autunno dello scorso anno, l’Enciclica è già stata tradotta in varie lingue e si diffonde suscitando un interesse molto vasto. I due testi vengono incontro ad una esigenza di essenziale importanza: urgeva predisporre un’esposizione chiara ed aggiornata dei fondamenti stessi dell’insegnamento della fede e della morale cristiana, specialmente per i seminari e le facoltà teologiche. Desidero esprimere di fronte a questa assemblea il mio ringraziamento al Signor Cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e ai suoi collaboratori per il contributo offerto nella preparazione di entrambi i documenti.

Se la recezione del Catechismo e dell’Enciclica Veritatis splendor è stata sostanzialmente molto positiva, parte del merito va attribuito all’attività del mondo giornalistico che fa riferimento alla “Sala Stampa” della Sede Apostolica, ricevendone sistematiche informazioni sia circa gli eventi riguardanti la vita della Chiesa sia circa i documenti da essa pubblicati. Attualmente i Vescovi del mondo intero possono essere tempestivamente aggiornati sulla vita e l’attività della Sede Apostolica e di tutta la Chiesa. Ciò avviene anche grazie alla Radio Vaticana ed all’Osservatore Romano che da lunghi anni svolgono nel loro ambito questo lodevole servizio.

Alcuni problemi scottanti dei nostri tempi

4. Il Concilio Vaticano II ha attirato l’attenzione dei credenti su alcuni problemi scottanti dei nostri tempi. La parte seconda della Costituzione Gaudium et spes li elenca nell’ordine seguente: matrimonio e famiglia, cultura, comunità politica ed internazionale, economia, giustizia e pace. Per affrontarli in modo adeguato s’è resa necessaria l’istituzione di nuovi Organismi della Sede Apostolica, i quali originariamente avevano il carattere di Segretariati, mentre poi hanno assunto lo statuto di Pontifici Consigli. È mio desiderio ringraziare qui i loro Presidenti per il prezioso contributo dei rispettivi Dicasteri alla vita della Chiesa: il Signor Cardinale Eduardo Pironio, Presidente del Consiglio per i Laici, il Signor Cardinale Edward Cassidy, Presidente del Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il Signor Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Consiglio per la Famiglia, il Signor Cardinale Roger Etchegaray, Presidente del Consiglio della Giustizia e della Pace e del Consiglio “Cor unum”, il Signor Cardinale Fiorenzo Angelini, Presidente del Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, il Signor Cardinale Francis Arinze, Presidente del Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il Signor Cardinale Paul Poupard, Presidente del Consiglio della Cultura, l’Arcivescovo Giovanni Cheli, Presidente del Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’Arcivescovo Vincenzo Fagiolo, Presidente del Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi ed infine l’Arcivescovo John Patrick Foley, Presidente del Consiglio delle Comunicazioni Sociali, successore del Cardinale Deskur.

Una parola di ringraziamento rivolgo anche al Prefetto della Casa Pontificia, il Vescovo Dino Monduzzi e al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, Mons. Piero Marini, dall’impegno dei quali dipende il buon svolgimento delle Udienze e degli incontri di preghiera.

Un grazie anche al Cardinale Virgilio Noè per la sua dedizione sia nei riguardi della Basilica di San Pietro sia come mio Vicario per la città del Vaticano.

Iniziative in favore della giustizia e della pace

5. Ognuno dei Dicasteri ed uffici menzionati svolge un ruolo importante ed insostituibile nell’insieme dei compiti della Sede Apostolica. Vorrei però sottolineare in modo speciale alcuni campi d’intervento, che al presente sembrano particolarmente importanti nella vita della Chiesa. Innanzitutto come non richiamare l’attenzione sulle preziose iniziative in favore della giustizia e della pace intraprese dal Signor Cardinale Roger Etchegaray nei Paesi che stanno attraversando acute difficoltà? Grazie al Consiglio “Cor unum”, tali interventi hanno preso la forma di un concreto aiuto per i più bisognosi.

L’impegno ecumenico conserva integro il suo dinamismo

Come risulta dal promemoria a voi precedentemente inviato, il dialogo ecumenico, con tutta l’attività che ne deriva in favore dell’unità dei cristiani, è uno dei compiti fondamentali della Chiesa nella prospettiva dell’anno 2000. Nonostante le opinioni di quanti parlano di una stasi in questo campo, l’impegno ecumenico conserva integro il suo dinamismo. Voglio soltanto far notare un fatto molto eloquente: quest’anno, per la prima volta, la Via Crucis, che s’è svolta al Colosseo, è stata guidata con le meditazioni preparate dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. Al contrario, un evento che di recente ha creato un serio ostacolo nel cammino verso l’unità è stato indubbiamente la decisione della Comunità della Chiesa anglicana di procedere all’ordinazione sacerdotale delle donne. È un atto che getta ulteriori ombre sulle ordinazioni sacerdotali nella comunità anglicana, circa le quali già si è pronunciato il Papa Leone XIII nella Enciclica Apostolicae curae.

I rapporti con i musulmani

Il dialogo si allarga e si sviluppa pure con le religioni non cristiane. E qui vorrei dire che, per quanto attiene ai rapporti con i musulmani, non mancano purtroppo incomprensioni e difficoltà anche notevoli, dovute talora ai gravi problemi sociali e politici con i quali devono misurarsi taluni Paesi a maggioranza islamica. Esistono Paesi musulmani nei quali i cristiani non hanno ancora la possibilità di professare pubblicamente la propria fede e ciò è in chiaro contrasto con il rispetto dei diritti dell’uomo. Alla luce di ciò, il consenso dato dalle Autorità italiane alla costruzione della moschea a Roma costituisce per tutti un chiaro invito alla riflessione.

Le Giornate Mondiali dei Giovani

Per quanto concerne la dimensione pastorale, negli ultimi anni si sono rivelate altamente significative le Giornate Mondiali dei Giovani per una conseguente e progressiva animazione della pastorale della gioventù. Gli incontri mondiali dei giovani, la cui organizzazione è affidata al Pontificio Consiglio per i Laici, si sono svolti finora a Roma, a Buenos Aires, a Santiago de Compostela, a Jasna Gora e a Denver. Il prossimo avrà luogo a Manila, nelle Filippine, nel gennaio 1995. Sono raduni che coinvolgono grandemente gli Episcopati, i Pastori e soprattutto gli stessi giovani, dei quali viene messa in evidenza la sorprendente apertura a Cristo e al Vangelo.

6. Mi rivolgo ora di nuovo al Decano del Collegio Cardinalizio, il Signor Cardinale Bernardin Gantin, per ringraziarlo dell’indirizzo rivoltomi poc’anzi a nome di tutti i presenti. Egli è anche Prefetto della Congregazione per i Vescovi e in tale veste svolge un generoso lavoro per il bene della Chiesa: anche per questo gli esprimo sincera gratitudine. La Congregazione per i Vescovi, conformemente alla tradizione, si occupa delle questioni concernenti le singole diocesi, della loro struttura territoriale, delle nomine dei Vescovi e degli aspetti connessi alle loro rinunce.

A questo punto occorre rilevare il funzionamento di gruppi collegiali degli Episcopati in tutti i continenti, come ad esempio il Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM.), il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), il Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SCEAM), e la Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC).

Il movimento sinodale

Negli ultimi anni si è ampiamente sviluppato nella Chiesa il movimento sinodale. Giungono informazioni sullo svolgimento di molti Sinodi diocesani, provinciali o nazionali. Un’attenzione speciale però meritano i Sinodi continentali. Tale è stato, ad esempio, il Sinodo dei Vescovi dell’Europa, e successivamente il Sinodo dei Vescovi dell’Africa, conclusosi l’8 maggio scorso. Tale sarà anche il Sinodo nel Libano, che in un certo senso si propone come il Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente. Nella prospettiva dell’anno 2000 si prevede il Sinodo dei Vescovi di ambedue le Americhe: quella del Nord e quella del Sud, come pure, a Dio piacendo naturalmente, il Sinodo dei Vescovi dell’Asia e dell’Estremo Oriente. Qui il mio pensiero riconoscente va all’Arcivescovo Jan Schotte, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, per il suo generoso servizio nell’ambito della dimensione sinodale della vita della Chiesa.

Lo slancio dell’attività missionaria della Chiesa nei nostri tempi

7. I Paesi di missione rimangono affidati alle cure della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Rivolgo, al riguardo, il mio ringraziamento al suo Prefetto, il Signor Cardinale Joseph Tomko per il lavoro pieno di dedizione finora svolto. Questa Congregazione, a cui spetta di “dirigere e coordinare in tutto il mondo l’opera stessa dell’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria” (Giovanni Poalo II, Pastor bonus, 85), nei suoi territori erige e divide le circoscrizioni missionarie secondo l’opportunità; presiede al governo delle missioni ed esamina tutte le questioni e i rapporti inviati dagli Ordinari, dalle Rappresentanze Pontificie e dalle Conferenze Episcopali, promuove la vita cristiana dei fedeli e la disciplina del clero, come pure tutte le associazioni caritative e di Azione Cattolica, ed infine vigila sul migliore andamento delle scuole cattoliche e in modo particolare dei Seminari. Ambito importante dell’attività di sua pertinenza è quello delle Pontificie Opere Missionarie che recano un aiuto estremamente prezioso ai Paesi di missione. L’Enciclica Redemptoris missio ha voluto testimoniare che lo slancio dell’attività missionaria della Chiesa nei nostri tempi non solo non si affievolisce, ma anzi aumenta di vigore.

Le Chiese cattoliche Orientali

Un proprio ambito occupano le Chiese cattoliche Orientali. Qui il mio grazie va al Signor Cardinale Achille Silvestrini, Prefetto della relativa Congregazione. Le Chiese Orientali sono espressione dell’aspirazione all’unità con Roma. Contro di esse vengono oggi lanciate ingiuste accuse di “uniatismo” o di proselitismo. Bisogna invece esprimere soddisfazione per il fatto che, sulla via del dialogo ecumenico, si è potuto impostare nella giusta luce la questione delle Chiese cattoliche Orientali e definirla in conformità col Decreto conciliare Orientalium Ecclesiarum.

La Congregazione per il Clero

8. La Congregazione per il Clero rivolge la sua attenzione alla vita e all’attività pastorale dei presbiteri, come pure alla formazione permanente del clero. Il Sinodo dei Vescovi dedicato al problema dell’educazione dei futuri sacerdoti e l’Esortazione postsinodale Pastores dabo vobis costituiscono, per tale attività, gli essenziali punti di riferimento. Recentemente, inoltre, la Congregazione ha pubblicato un apposito “Direttorio per il Ministero e la Vita dei Presbiteri”. Anch’io, per parte mia, cerco di indirizzare ai sacerdoti ogni anno una speciale Lettera in occasione del Giovedì Santo.

Al Signor Cardinale José Sánchez, Prefetto della Congregazione per il Clero, porgo qui un cordiale ringraziamento per il suo lavoro in così importante settore della vita ecclesiale.

Scuole e Università cattoliche Alla questione della formazione dei futuri presbiteri si unisce strettamente quella delle scuole e delle università cattoliche. Questo è il campo di azione della Congregazione per l’Educazione Cattolica, la quale promuove anche con particolare premura il risveglio delle vocazioni sacerdotali, il cui numero registra, soprattutto in certe parti del mondo, un significativo incremento. A tale proposito è interessante rilevare come la “geografia” delle vocazioni si sposti verso i Paesi di missione. La Congregazione veglia altresì sul buon funzionamento delle scuole e degli atenei cattolici, come pure sulla coerenza con la loro specifica identità. Proprio in questa prospettiva, qualche giorno fa essa ha pubblicato, d’intesa con i Dicasteri interessati, un documento sulla “presenza della Chiesa nell’Università e nella cultura universitaria”. Ringrazio cordialmente il Signor Cardinale Pio Laghi per i suoi sforzi in questo delicato ambito.

Il prossimo Sinodo dei Vescovi dedicato alla vita consacrata

Per l’impegno ecclesiale degli Istituti religiosi e di quelli laicali, riveste particolare rilievo il Sinodo dei Vescovi di quest’anno, dedicato alla vita consacrata. In un certo senso, esso è la logica continuazione di quelli precedenti dedicati ai temi del sacerdozio e del laicato. Nel ringraziare per le sue fatiche in questo campo il Signor Cardinale Eduardo Martínez Somalo, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, come anche i suoi predecessori, specialmente il Cardinale Hamer, esprimo l’augurio che il prossimo Sinodo dei Vescovi sia per la Chiesa germe di rinnovamento e occasione di rilancio della pastorale in favore delle vocazioni religiose.

La Liturgia al centro della vita della Chiesa

Al centro della vita della Chiesa sta indubbiamente la liturgia. Il processo di rinnovamento liturgico nello spirito del Concilio Vaticano II continua. Lo dirige, vegliando su di esso, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Esprimo la mia gratitudine al suo Prefetto, il Signor Cardinale Antonio Maria Javierre.

Una cordiale parola di ringraziamento voglio pure rivolgere ai Tribunali della Santa Sede, che provvedono all’amministrazione della giustizia nella Chiesa in foro interno ed esterno. La mia riconoscenza va dunque al Signor Cardinale William Wakefield Baum, Penitenziere Maggiore, all’Arcivescovo Mons. Gilberto Agustoni, Pro-Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, a Mons. Mario Francesco Pompedda, Decano del Tribunale della Rota Romana.

La Santa Sede debitrice verso la generosità internazionale che negli ultimi tempi è realmente cresciuta

9. Uno specifico settore dell’attività della Sede Apostolica è quello amministrativo-economico, che rimane affidato alle cure della Segreteria di Stato e dei Dicasteri di carattere amministrativo con essa collegati. Al Signor Cardinale Rosalio José Castillo Lara dico qui il mio grazie per l’importante servizio che egli rende alla Sede Apostolica. A motivo dell’impiego di un numero elevato di persone laiche, è stato necessario istituire un apposito Ufficio del Lavoro, per rispondere ai bisogni dei dipendenti ed anche per risolvere eventuali controversie di lavoro. Questo problema ha ormai la sua storia. Già nel 1984 ho pubblicato una lettera sul tema della specificità del lavoro negli organismi della Sede Apostolica. L’attività del menzionato Ufficio tende al miglioramento del settore, fornendo sicurezza ai dipendenti, specialmente laici, ed offrendo una risposta adeguata alle loro eventuali richieste.

Sull’insieme delle questioni amministrativo-economiche veglia la Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, istituita già dal Papa Paolo VI, e attualmente diretta dal Signor Cardinale Kasimir Szoka. Gli esprimo la mia cordiale riconoscenza per il lavoro che svolge. Ringrazio pure i Signori Cardinali, che fanno parte del Consiglio per i problemi economici ed organizzativi della Santa Sede, il cosiddetto Consiglio dei quindici. Si tratta di un gruppo di lavoro assai importante per rendere più comprensibile l’attività economica della Sede Apostolica, per la programmazione delle spese e per la promozione delle offerte dei fedeli che pervengono sotto la forma del tradizionale “Obolo di San Pietro”. Mi sembra che in tutto il settore amministrativo-economico, dopo un periodo in cui sono emerse alcune inquietudini, sfruttate talora in modo arbitrario da ambienti mal disposti verso la Chiesa, sia ora ritornata una certa tranquillità. Ciò mette in evidenza come la riorganizzazione introdotta in questo campo stia già portando i suoi frutti. Allo stesso modo, anche per quanto concerne l’Istituto per le Opere di Religione, ho l’impressione che, dopo l’introduzione di opportune modifiche strutturali, si manifesti nell’opinione pubblica una maggiore comprensione della sua attività. È evidente che la Chiesa vive delle offerte dei fedeli. La Sede Apostolica è debitrice verso la generosità internazionale che negli ultimi tempi è realmente cresciuta. A ciò ha senza dubbio contribuito l’aver conferito maggiore trasparenza ai bilanci, fornendo una informazione più precisa circa le strutture amministrative della Santa Sede e la loro attività. È giunto il tempo di sfatare le leggende che talora giravano sul tema delle grandi ricchezze nascoste del Vaticano. La verità è ben diversa. In realtà, dobbiamo rendere grazie alla divina Provvidenza, perché la Chiesa si attiene in questo campo alle norme ereditate dagli Apostoli.

Forse, meglio di ogni altra, viene compresa dai fedeli la necessità di dare il proprio contributo a favore delle missioni. Approfitto dell’occasione per dire davanti ai Signori Cardinali di tutto il mondo qui presenti un grazie particolare per questa molteplice generosità.

L’opportunità di approntare un martirologio contemporaneo

10. Finora ho parlato solamente presentando la situazione curiale, ma sullo sfondo dell’attività della Sede Apostolica così delineata, chiedo ai Signori Cardinali di prendere la parola a proposito dei preparativi in vista del Grande Giubileo dell’Anno 2000. Ognuno dei presenti può offrire un importante contributo in base alle proprie esperienze e alle attese del Paese o della regione del mondo che rappresenta. Vorrei soltanto attirare ancora l’attenzione su una dimensione della vita della Chiesa, che merita un particolare rilievo nel programma di preparativi per l’Anno 2000.

Come ogni altro secolo nella storia della Chiesa, anche il nostro ha donato numerosi santi e beati, e specialmente molti martiri. Nel già citato promemoria sul tema della preparazione al Grande Giubileo ho sottolineato l’opportunità di approntare un Martirologio contemporaneo che tenga conto di tutte le Chiese locali e ciò in una dimensione e prospettiva anche ecumenica. Ci sono tanti martiri nelle Chiese non cattoliche: ortodossi, in Oriente, anche protestanti.

La grande realtà della santità

Si dice talora che oggi ci sono troppe beatificazioni. Ma questo, oltre a rispecchiare la realtà, che per grazia di Dio è quella che è, corrisponde anche al desiderio espresso dal Concilio. Il Vangelo si è talmente diffuso nel mondo e il suo messaggio ha messo così profonde radici, che proprio il grande numero di beatificazioni rispecchia vividamente l’azione dello Spirito Santo e la vitalità che da Lui scaturisce nel campo più essenziale per la Chiesa, quello della santità. È stato infatti il Concilio a mettere in particolare rilievo la chiamata universale alla santità. In questo campo, tuttavia, si deve ancora registrare una sproporzione tra le Chiese dell’antica evangelizzazione, la cui storia conta millenni, e le Chiese giovani che hanno i loro protomartiri, come in Africa e come anche in Estremo Oriente. Allo stesso tempo, va sottolineato che le giovani Chiese hanno un particolare bisogno del segno della santità, a testimonianza della loro maturità spirituale all’interno della comunità universale. L’esame della messe di santità maturata nel campo di Dio costituisce l’oggetto di un intenso lavoro della Congregazione delle Cause dei Santi, e per questa fatica ringrazio cordialmente il Signor Cardinale Angelo Felici.

Maria pellegrina attraverso la storia ci aiuterà a superare le difficoltà

11. Il Concilio Vaticano II nella Costituzione “Lumen gentium” dedica l’ultimo capitolo alla Madre di Dio come Madre della Chiesa, e parla della sua particolare presenza nella vita dei fedeli in analogia alla sua presenza nella vita di Cristo. Non posso chiudere questo mio intervento dinanzi al Collegio Cardinalizio senza rendere testimonianza alla peculiare presenza materna di Maria, da me stesso sperimentata in tutta la mia vita, e soprattutto come Vescovo di Roma. In questo momento, il mio pensiero si reca in pellegrinaggio ai Santuari mariani nel mondo che mi è stato dato di visitare. È un pellegrinaggio che comincia dal Santuario di Nostra Signora di Guadalupe nel Messico. Di lì infatti ha preso avvio il cammino del mio ministero petrino, orientandosi poi sulla strada che conduce nel cuore dell’America sia meridionale che settentrionale. Per quanto concerne il continente europeo, tutti continuamente rileggiamo il messaggio della Madonna di Lourdes, che è un’esortazione alla preghiera e alla conversione, e le lacrime della Madonna di La Salette di fronte ai grandi pericoli spirituali dei nostri tempi. A me personalmente è stato dato di comprendere in modo particolare il messaggio della Madonna di Fatima: la prima volta il 13 maggio del 1981, nel momento dell’attentato alla vita del Papa, poi ancora verso la fine degli anni ottanta, in occasione del crollo del comunismo nei Paesi del blocco sovietico. Penso che si tratti di una esperienza abbastanza trasparente per tutti. Abbiamo fiducia che la Vergine Santa, la quale cammina davanti al Popolo di Dio pellegrinante attraverso la storia, ci aiuterà a superare le difficoltà che dopo il 1989 non hanno affatto cessato di essere presenti nelle nazioni d’Europa e degli altri continenti. Confidiamo che la Madre di Dio ci aiuterà a sventare tutti i pericoli, specialmente quelli che si sono manifestati in occasione del conflitto nei Balcani.

Alla sua intercessione ci affidiamo anche per l’impegno di far rifiorire la pace nei Paesi africani, provati da guerre fratricide, ed a Lei raccomandiamo in particolare la Terra del Rwanda, chiedendoLe di assisterne gli abitanti nel cammino verso la riconciliazione e la ripresa della solidarietà e della collaborazione.

In vista del Duemila, trovare vie di accordo tra Occidente cattolico e Oriente ortodosso

Concludendo queste mie parole, esorto ancora ad avere fiducia che, conformemente alla logica del suo cuore materno, Ella ci aiuterà a trovare le vie del reciproco accordo tra l’Occidente cattolico e l’Oriente ortodosso. Nella prospettiva dell’anno 2000 questo è forse il più grande compito. Non possiamo presentarci davanti a Cristo, Signore della storia, così divisi come ci siamo purtroppo ritrovati nel corso del secondo millennio. Queste divisioni devono cedere il passo al riavvicinamento e alla concordia; debbono essere rimarginate le ferite sul cammino dell’unità dei cristiani.

Di fronte a questo Grande Giubileo la Chiesa ha bisogno della “metànoia”, cioè del discernimento delle mancanze storiche e delle negligenze dei suoi figli nei confronti delle esigenze del Vangelo. Solo il riconoscimento coraggioso delle colpe e anche delle omissioni di cui i cristiani si sono resi in qualche modo responsabili, come pure il generoso proposito di rimediarvi con l’aiuto di Dio, possono dare efficace impulso alla nuova evangelizzazione e rendere più facile il cammino verso l’unità. Sta qui infatti il nucleo essenziale della nostra missione secondo l’esplicita parola del Maestro divino, in procinto di affrontare gli eventi drammatici della Passione: “Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).

 

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