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DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
AI GIORNALISTI CONVENUTI A ROMA
PER IL LORO TERZO CONVEGNO NAZIONALE
*

Lunedì, 4 maggio 1959

 

A voi, giornalisti e cooperatori tutti della stampa e della editoria cattolica d'Italia, convenuti a Roma per il terzo Convegno Nazionale, diamo il cordiale benvenuto.

Il Convegno si è svolto, per così dire, su due piani: quello tecnico ed organizzativo, e quello spirituale e di apostolato.

Sul primo di essi, che non è estraneo alla Nostra attenzione, non intendiamo intrattenervi. Ne comprendiamo assai bene l'importanza. Basti riflettere che forse per la minor cura, portata per il passato a questo settore, la stampa cattolica, in genere, non ha avuto sulla pubblica opinione quel dominio, che hanno esercitato altri giornali, tecnicamente ben fatti, e perciò più facile veicolo di opinioni e di orientamenti, non sempre conformi alla dottrina cattolica.

Scorrendo il programma del vostro lavoro, svolto nei giorni scorsi, abbiamo notato la varietà e l'importanza dei temi trattati su questo argomento: ne siamo lieti e vi incitiamo ad essere, in ciò, sanamente moderni.

Detto questo, amiamo rilevare come tutta la trama del vostro Convegno sia permeata da un vivo desiderio di conquista e di elevazione: e ve ne diamo lode. Ma perchè il vostro apostolato sia efficace per la causa di Dio, della Chiesa e delle anime, è necessario aver sempre presente il fine per il quale voi usate gli strumenti della vostra professione.

Essi sono anzitutto arma veritatis.

La defezione di parte del pensiero moderno dalla Philosophia perennis ha causato in molti una noncuranza della verità divina, come se essa non fosse l'oggetto adeguato dell'intelligenza umana. Il moderno relativismo filosofico ripete la domanda scettica di Pilato: « Quid est veritas? » [1].

Ma voi ben sapete che Dio è la Verità per essenza: Cristo è Verità [2]: lo Spirito Santo è Spirito di verità [3].

Il riflesso di questa luce divina, direbbe Dante [4], « per l'universo penetra e risplende — in una parte più e meno altrove », ma soprattutto penetra nel più intimo dell'animo umano, che è fatto per la conoscenza della verità, e per l'amore che ne deriva: « Quid anima desiderat » — esclama S. Agostino — « nisi veritatem? ».

Perciò è dovere di ogni uomo, quanto più di ogni cristiano, di rendere testimonianza alla verità. In un modo affatto particolare voi giornalisti dovete, per coscienza professionale, essere cultori della verità, affinché essa, spesso conculcata e tradita dai mezzi di informazione, possa trionfare!.

I giornalisti e gli scrittori ed operatori cattolici di questo settore sono inoltre chiamati ad una ancor più alta responsabilità. I loro strumenti, infatti, non sono soltanto di verità, ma, altresì, di carità: arma caritatis: diretti, cioè, ad elevare le menti: ad edificare il bene, ad irradiare la virtù nelle anime.

Non vogliamo soffermarCi a fare un quadro, che sarebbe triste, del male che tanta stampa produce con la sua immoralità e malizia. Ed è con l'animo veramente afflitto e angosciato che Noi consideriamo l'enorme danno arrecato da certa stampa, attraverso la parola e, ancor più, l'immagine, in tante coscienze, innanzitutto giovanili.

Voglia il Signore che siano pochi i genitori che non sentono il grave dovere di non diventare complici della rovina dei loro figlioli. Sappiamo, infatti, che una pericolosa insidia è derivata da quei quotidiani e periodici illustrati, che presentano una allettante mescolanza di serio e di profano, talora anche di indecente, sotto il pretesto della informazione completa, o della pubblicità.

Proprio al fine di sostituire nelle famiglie cristiane siffatta stampa, apparentemente innocua e perciò tanto più perniciosa, è necessario il progresso organizzativo e tecnico della editoria cattolica, che diviene così questione di sostanza.

Vi è, infine, una certa stampa che pecca gravemente contro la verità e contro la carità, mentendo per ispirare l'odio; stampa che sembra avere quest'unico programma: avviare a perdizione le anime semplici; ogni giorno travisare il vero, interpretare in senso inesatto ogni espressione del Magistero della Chiesa e colpire la Chiesa per togliere l'amore a Cristo; combattere Gesù Cristo per combattere Iddio stesso. E questo spesso sotto il mentito aspetto di affrettare la soluzione dei problemi che assillano i lavoratori, i deboli, gli indifesi.

Con quale spirito dovrete voi, dunque, adoperare gli strumenti della, stampa? « In omnibus sumentes » — ve lo diremo con San Paolo — « seutum fidei, in quo possitis omnia tela nequissimi ignea evtinguere. Et galeam salutis assumite, et gladium spiritus, quod est verbuin Dei » [5]. Nella stessa Lettera agli Efesini, San Paolo dà il motto che può guidare i passi di ognuno, in questo arduo cammino: « Veritatem facientes in caritate » [6].

In caritate ! La carità nello scrivere, ed anche nella polemica, non indebolisce la verità, anzi la rafforza, perchè la rende più accetta. « Interficite errores » — diceva. S. Agostino — « diligite errantes ». Senza rinunziare ad alcuno dei diritti della verità, quanto la si renderebbe più amabile, se si usasse nelle polemiche, per dirla con una nota immagine di S. Francesco di Sales, « meno aceto e più miele »!

Vorremmo additare a modello del polemista cristiano un grande laico italiano, che fu, nella sua polemica, esempio di umiltà e di carità, Alessandro Manzoni. Egli, nelle « Osservazioni sulla Morale Cattolica », si presenta al lettore come « debole ma sincero apologista di una morale il cui fine è l'amore »; e pur sentendo « il dovere di parlare per la verità », mantiene sempre la sua polemica sotto l'usbergo della carità.

Tale sia anche di voi: difensori intrepidi della verità, ma leali e generosi con gli avversari: perchè sempre e dovunque « caritas Christi urget nos » [7].

Non possiamo ora prender commiato da voi senza dire a tutti (ed a ciascuno secondo l'attività e competenza specifica) una parola esplicita di caldo incoraggiamento a spendere le proprie energie per la prosperità e la diffusione della buona stampa, nel senso più ampio e più profondo della frase.

Apostolato della stampa, di tutte le forme. Anzitutto i quotidiani, affinché entrino visibilmente in ogni luogo. Ma poi ancora i settimanali, che oggi in ogni famiglia sono il complemento pressoché indispensabile del giornale quotidiano; qui più che mai la perfezione tecnica è necessaria. Vogliamo aggiungere una parola sulla importanza dei periodici, specialmente quelli missionari e quelli per persone colte, letterari e scientifici. Date, infine, tutto l'appoggio che potete alle Agenzie cattoliche, delle quali è superfluo sottolineare quanta sia la necessità e quanta delicatezza richieda la loro attività; ed infine — last, not least — l'amore del libro buono.

Apostolato della buona stampa, abbiamo detto, del libro buono. Ma la bontà dev'essere non solo del fine e delle intenzioni, ma anche della sostanza. Buono che coincide con il vero, per cui dobbiamo sottolineare la esigenza che il contenuto sia di alto valore. Preparate giornali, libri, pubblicazioni di valore e sarete per ciò stesso apostoli, perchè è conquistatrice la parola che è insieme verità, amore, bellezza, riflettendo la Somma Sapienza, il Primo Amore, la Eterna Bellezza !


*  AAS. vol. LI, 1959, pp. 359-362.

[1] Io. 18, 38.

[2] Cfr. Io. 14, 6.

[3] Cfr. Io. 16, 13.

[4] Cfr. Parad. 1, 2-3.

[5] Eph. 6, 16-17.

[6] Eph. 4, 15.

[7] 2 Cor. 5, 14.

 

 



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