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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 12 gennaio 1975

Adesso che l'Anno Santo è cominciato, noi tutti dobbiamo acquisirne lo spirito. Ieri, nell'annuale Udienza al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, l'Ambasciatore Decano, nelle parole ch'egli ci rivolse per l'occasione, volle riferirsi all'apertura della Porta Santa, da noi compiuta nella notte di Natale, come ad avvenimento avente valore di «formidabile simbolo», vedendo in esso dischiusa la via ad una migliore conoscenza di noi stessi e ad una riconciliazione col nostro prossimo. Il simbolo si presta a queste e ad altre considerazioni. Di prima importanza è l'avvertenza che un avvenimento spirituale s'innesta, ancor oggi, sullo scorcio del secolo ventesimo, carico delle più sconvolgenti esperienze, nella coscienza dell'uomo moderno, per scuoterla circa la persistenza di certi suoi fondamentali problemi, che lo sviluppo polivalente del mondo e della vita, lungi dall'aver risolto, ha aggravati ed inaspriti, primo fra gli altri quello della più pesante responsabilità, che l'uomo evoluto trascina con sé, e che non si risolve dimenticandolo, o soffocandolo con elusive risposte.

È il problema della pace della coscienza, a cui solo la coraggiosa sincerità del rimorso, del bisogno di perdono, e della speranza rinnovatrice possono dare soddisfacente risposta. Questo è il primo soffio dello spirito dell'Anno Santo: lo Spirito di penitenza, la quale subito si riverbera nella sfera trascendente del nostro rapporto religioso: Dio è giudice della nostra maniera di vivere, e vindice della sua giustizia. E subito un altro soffio dello stesso Spirito invade chi si rende disponibile a questa sovrana esperienza: è il soffio vivo d'una ineffabile bontà, d'una misericordia più desiderosa essa di comunicarsi, che noi solleciti a riceverla. L'Anno Santo è l'apertura della via aperta e spianata per un incontro facile e beato col Padre, sempre in attesa d'un nostro passo verso le soglie della casa benedetta, cioè della sua Vita e della nostra fede. È la scoperta dell'amore che perdona, che redime, che risuscita. È l'occasione buona per ritornare uomini veri e cristiani nuovi. Procuriamo di profittarne tutti. Quant'altre buone cose, per i fratelli specialmente, possono poi derivare da questa prima.



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