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VISITA ALLA RADIO VATICANA

DISCORSO DI PAOLO VI

Giovedì, 27 giugno 1963

 

Il Sommo Pontefice rileva di aver deciso, nelle visite destinate a meglio conoscere il Vaticano, che la Provvidenza ha stabilito a Sua dimora, di dare la precedenza alla Radio Vaticana per un sentimento di paterna gratitudine. Tutti infatti devono sentire tale obbligo per i servigi a cui la Radio Vaticana attende, e segnatamente per le ottime diffusioni attuate nelle circostanze recenti e presenti. Durante il luttuoso periodo per la morte del compianto e venerato predecessore Giovanni XXIII, ogni anima, ogni cuore, - ben si può dire - erano nell’attesa della voce e delle notizie che partivano dalla Emittente Vaticana. La solerzia e l’impegno sono continuati in occasione del Conclave; ed ora l’affettuoso ringraziamento del Papa si estende per quel che sarà compiuto nei prossimi giorni.

Inoltre Sua Santità prega il direttore e gli altri che ne avranno la possibilità di trasmettere i sentimenti della Sua gratitudine anche alla Radio Televisione Italiana e agli altri Enti radiofonici che si sono mantenuti in deferente e premuroso contatto con la Radio Vaticana, attingendo da essa le loro informazioni e dimostrando ognor più i loro rapporti cordiali e fraterni.

Dopo l’attestato della viva riconoscenza a tutti per la tanto obbligante cortesia, riaffermata speciale stima per questo moderno strumento di comunicazione, il Santo Padre rileva che la capacità tecnica della Radio Vaticana viene magnificamente ad interpretare e a servire la missione propria dell’Ufficio Apostolico. Soavissimo permane il ricordo delle parole bibliche pronunciate da Pio XI quando, alla presenza di Guglielmo Marconi, inaugurò la Radio Vaticana, il 12 febbraio 1932: «Audite Coeli»: ascoltate, o Cieli. Da allora questi perfezionati strumenti portano efficacemente e universalmente, in ogni contrada del mondo, la voce di chi vuole diffondere il messaggio evangelico. Ben può dirsi che ciò costituisca, ormai, il simbolo odierno dell’Apostolato. Un tempo l’annuncio evangelico, che deve varcare i cieli e giungere il più lontano possibile, trovava il suo mezzo nelle campane, nei bronzei concerti che le nostre popolazioni per secoli hanno ascoltato, regolando sui loro rintocchi gli orari della giornata, le feste, le manifestazioni di gioia, di lutto e di speranza.

Oggi, quanti sono addetti alla Radio Vaticana, cioè alla diffusione universale della voce di verità, possono essere considerati come lo strumento più adeguato ed anche più vicino alle esigenze del Ministero Apostolico. Il Papa, quindi, sarà sempre vivamente grato per lo zelo, mirante alla perfezione, in così eletta incombenza ed attività, nell’adempimento fedele dell’importante servizio.

                                                   



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