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DISCORSO DI PAOLO VI
PER LA GIORNATA DEI CADUTI DI TUTTE LE GUERRE

Mercoledì, 17 settembre 1975 

 

Figli carissimi,

Desideriamo dirvi la nostra viva soddisfazione nel vedervi oggi accanto a Noi: rispondendo generosamente all’invito dell’Opera «Campana dei Caduti di Rovereto», in rappresentanza di varie Nazioni avete voluto riunirvi, prima, presso la Campana «Maria Dolens», la quale ricorda con i suoi mesti rintocchi i morti di tutte le guerre; quindi siete andati ad Assisi, la città di Francesco, il Santo che, in un’epoca di lacerazioni e di lotte comunali, ha proclamato il messaggio evangelico «Pace e Bene»; ed avete infine voluto concludere queste intense giornate di riflessione presso il Successore di Pietro.

Nell’esprimere il Nostro compiacimento per tale iniziativa, vogliamo sottolineare come l’uomo contemporaneo, che ha dolorosamente sperimentato in questo secolo manifestazioni apocalittiche di violenza tra i popoli, aspiri alla pace, sempre più convinto che l’odio e la distruzione non possono risolvere i problemi fondamentali della umana e civile convivenza. Noi stessi, per il mandato ricevuto da Cristo, non Ci siamo stancati e non Ci stancheremo di rivolgere il Nostro pressante appello a tutti i popoli del mondo, perché si instaurino sereni, stabili e leali rapporti di amicizia, di giustizia e di equità. Per questo, fin dai primi anni del Nostro Pontificato, abbiamo invitato tutti a celebrare insieme, ogni anno, la «Giornata della Pace»; per questo la Chiesa intera è chiamata in questo Anno Santo a meditare, a vivere e a trasmettere al mondo il grande impegno della «riconciliazione»: riconciliazione, anzitutto, con Dio, nel riconoscimento della sua assolutezza infinita e della sua paternità misericordiosa; riconciliazione con noi stessi, nel riportare ordine interiore nelle nostre coscienze; riconciliazione con gli altri, nel considerarli e trattarli non più come stranieri, o come nemici, ma come autentici fratelli, da comprendere, da rispettare, da amare.

Siate portatori di questo annuncio di pace nei vostri Paesi, vivetelo nelle vostre alte funzioni: è questo l’impegno che intendiamo darvi a conclusione di questo incontro, mentre sui vostri propositi di bene invochiamo il conforto dell’Onnipotente Iddio, e vi impartiamo di cuore la propiziatrice Benedizione Apostolica.

                                          



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