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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI

SANTA MESSA PER I FEDELI DELL’ARCIDIOCESI NEL «GIANTS’ STADIUM»

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Newark (USA) - Giovedì, 5 ottobre 1995

 

“Venga il tuo regno”! (Mt 6, 10)  

Caro Arcivescovo McCarrick
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

1. Ogni giorno nel “Padre Nostro” preghiamo: “Venga il tuo Regno!” (cf. Mt 6, 9-13). Nel Vangelo di oggi abbiamo letto che Gesù mandò i suoi discepoli a proclamare che il Regno di Dio è vicino (cf. Lc 10, 9).

Oggi celebriamo la Buona Novella del Regno di Dio qui, nello Giants Stadium, nella Arcidiocesi di Newark, nel New Jersey, lo Stato Giardino. Saluto l’intera comunità cattolica di Newark, in particolare il vostro Pastore e mio fedele amico, l’Arcivescovo McCarrick, che ringrazio per le sue cordiali parole di benvenuto. Saluto l’amato popolo di Dio di tutto il New Jersey: i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, i religiosi e le religiose, i genitori, i bambini, i giovani, gli anziani, i malati; questi saluti includono anche i nostri fratelli e le nostre sorelle delle Diocesi di Rito Orientale, la cui presenza offre una vibrante testimonianza della ricca diversità nella Santa Chiesa di Dio. Sono inoltre grato alle autorità della Città e dello Stato e ai rappresentanti delle varie denominazioni religiose, che hanno voluto condividere con noi questo momento di preghiera.

Desidero ringraziare le persone di lingua spagnola che partecipano a questa Messa, poiché la Chiesa negli Stati Uniti parla anche spagnolo. Desidero esortarle affinché manifestino la loro fede in modo sempre visibile nella loro vita quotidiana, nella cura della propria famiglia e nei loro impegni professionali e sociali. Non perdete mai la gioia e la generosità con la quale avete imparato a seguire nostro Signore Gesù Cristo.

Quiero dar las gracias a las personas de lengua española que participan en esta misa, pues la Iglesia en los Estados Unidos también habla español. Deseo exhortarles a hacer que su fe se manifieste de una forma cada vez visible en su vida diaria, en el cuidado de su familia, y en sus compromisos profesionales y sociales. No pierdan nunca la alegría y la generosidad con que han aprendido a seguir a nuestro Señor Jesucristo.

Che cos’è questo Regno che Gesù ha annunciato e che la Chiesa continua a proclamare nel corso dei secoli? Anzitutto è l’affermazione del dominio di Dio su ogni creatura. Come Creatore, Egli regna sul mondo che ha creato. Ma il Regno non significa soltanto questo, ma anche che Dio è presente come Signore in questo mondo. Il Regno è presente soprattutto in Gesù Cristo, Figlio Eterno, che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi (cf. Gv 1, 14). Inoltre, il Regno ci comprende tutti: con la sua morte sulla croce e la sua risurrezione dalla morte, Cristo ci ha redenti dai nostri peccati e ci ha dato una nuova vita nello Spirito. Attraverso il Mistero Pasquale, come scrive San Paolo, Dio “ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col 1, 13).

2. Come il popolo d’Israele, del quale si è parlato nella prima lettura, che si è raccolto attorno al sacerdote Esdra ed ha ascoltato la parola di Dio con profonda emozione (cf. Ne 8, 5), ci siamo alzati per ascoltare il messaggio della presenza e dell’amore di Dio che la Liturgia ci ha presentato questa sera. Neemia parla del tempo dopo la cattività babilonese, quando il popolo ebraico ritornò alla sua terra. Alla fine della lettura “Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: «Amen, amen»” (Ne 8, 6). Questo grande “amen” riecheggia ad ogni Messa quando, alla fine della preghiera eucaristica, rendiamo onore e gloria al Padre attraverso il Figlio, nello Spirito Santo. Con questo “amen” l’intera comunità riconosce la vera presenza sull’altare di Gesù Cristo, Parola vivente e eterna del Padre. Nello spirito di questo grande “amen”, tutti noi ci siamo oggi riuniti nello Giants Stadium per lodare Gesù Cristo per la vita nuova (cf. Rm 6, 4) che egli ci dà nello Spirito Santo! Lodato sia il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo!

3. Il Vangelo ci presenta Gesù che manda i suoi discepoli a proclamare la Buona Novella del Regno di Dio (cf. Lc 10, 1). Egli dice loro apertamente che alcuni ignoreranno o rifiuteranno il loro messaggio. Ma questa resistenza umana non impedirà la venuta del Regno (cf. Lc 10, 10-11). Il Regno è sempre presente perché il Padre stesso lo ha portato nel mondo attraverso la Passione, la Morte e la Resurrezione di suo Figlio Gesù Cristo. Dal giorno della Pentecoste lo Spirito Santo non ha mai cessato di comunicare la forza del potere sovrano di Cristo e di invitare uomini e donne a trovare la salvezza in Colui che è “la via, la verità e la vita” (cf. Gv 14, 6).

Per portarci questa salvezza Gesù ha fondato la Chiesa affinché fosse un “sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1). Tra le molte magnifiche immagini con le quali la Bibbia descrive la Chiesa, una delle più belle è quella della dimora nella quale Dio abita con il suo popolo (cf. Ef 2, 19-22; 1 Tm 3, 15). Il Signore vuole che la sua Chiesa “formi una dimora” in mezzo ad ogni popolo, innestando il dono della salvezza sulla storia e la cultura di ogni nazione. Nel Vangelo letto oggi, Cristo manda i suoi discepoli nelle case della gente per portare loro la sua pace (cf. Lc 10, 5). In ogni luogo in cui la gente costruisce la propria casa e vive la propria vita deve arrivare un discepolo di Cristo e dire: “Il Regno di Dio è vicino” (cf. Lc 10, 9).

4. Questa sera rendiamo grazie a Dio per il modo in cui la Chiesa si è “costruita una dimora” in America. Fin dall’inizio, in questa terra nuova la Chiesa è cresciuta dalla fede di gente di differenti culture e origini etniche, comprendenti sia le popolazioni indigene sia i colonizzatori. Vediamo ovunque i risultati degli sforzi di innumerevoli sacerdoti, religiose e religiosi, famiglie cristiane e singoli laici, uomini e donne, che hanno reso la Chiesa presente nella società americana attraverso una vasta rete di parrocchie, di scuole, di ospedali e di istituzioni caritative. Questa fiera eredità deve servirvi come ispirazione e incentivo mentre cercate di fare fronte alle sfide dei nostri tempi.

La Chiesa deve continuare a costruire la dimora spirituale di Dio in America! Qui, nella Chiesa a Newark, il Sinodo arcidiocesano dello scorso anno ha posto l’intera comunità cattolica in uno stato di missione. In particolare il Sinodo ha rivolto un appello ai laici affinché operassero per il Regno di Dio mediante i loro sforzi per plasmare la società in conformità al piano di Dio. Nessun aspetto della vita, che si tratti della famiglia, del posto di lavoro, delle scuole, delle attività economiche, politiche o sociali, può essere sottratto al regno di Dio (cf. Lumen Gentium, 36). Mentre ci prepariamo a celebrare i duemila anni dalla nascita di Cristo, il vostro Sinodo, così come l’intera Chiesa, ha riconosciuto la necessità di una nuova evangelizzazione, e di una proclamazione nuova e vitale del Vangelo, che miri ad integrare la vostra fede sempre più pienamente nel tessuto della vostra vita quotidiana. Nelle parole del Concilio Vaticano II, laddove ci si cura poco di cercare la verità e il bene, e ovunque la coscienza è resa cieca dall’abitudine al peccato (cf. Gaudium et Spes, 16), la Chiesa deve compiere uno sforzo supremo per insegnare le verità oggettive dell’ordine morale, per formare le coscienze, per esortare la gente alla conversione e per rendere presenti le inesauribili ricchezze della misericordia di Dio nei sacramenti, e in particolare, nel sacramento della penitenza.

5. La vita cristiana è una realtà dinamica: il seme della fede piantato nei nostri cuori attraverso il battesimo deve maturare per produrre una ricca messe di unione con Dio e di opere buone al servizio degli altri. Gesù usa l’immagine della messe per descrivere il ruolo della Chiesa nel mondo. Di generazione in generazione, in ogni tempo e in ogni luogo, il seme piantato da Dio nella storia dell’uomo attraverso la morte e la risurrezione di Cristo continua a maturare e attende la messe.

Gesù ci ricorda che c’è urgente bisogno di più operai per la messe e ci dice di pregare per loro: “La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe” (Lc 10, 2). La questione delle vocazioni è vitale per la Chiesa. Tutti hanno una vocazione: genitori, insegnanti, studenti, operai, professionisti, pensionati. Tutti hanno qualcosa da fare per Dio. Dobbiamo pregare affinché specialmente i giovani ascoltino la chiamata di Dio a servire come sacerdoti, religiose e religiosi, come missionari in Patria o in altri Paesi. Giovani di Newark e del New Jersey, giovani americani, il Signore ha bisogno di voi! La Chiesa ha bisogno di voi!

6. In confronto a molte altre parti del mondo, gli Stati Uniti sono una Terra privilegiata. Ciononostante, persino qui c’è molta povertà e sofferenza umana. C’è grande bisogno d’amore e di opere d’amore; c’è bisogno di solidarietà sociale. I primi americani erano fieri del loro forte senso di responsabilità individuale, ma questo non li portò a costruire una società radicalmente “individualistica”. Essi costruirono una società basata sulla comunità, con una grande apertura e sensibilità ai bisogni del prossimo.

Molto vicino alle coste del New Jersey si erge un monumento conosciuto ovunque, testimonianza permanente della tradizione americana di accoglienza dello straniero, che ci rivela il genere di nazione che l’America aspirava ad essere. Si tratta della Statua della Libertà, con la sua famosa poesia: “Datemi le vostre masse stanche, povere, accalcate che desiderano respirare liberamente... Mandateli, quelli senza dimora, a me spinti dalle tempeste”. L’America d’oggi sta forse diventando meno sensibile, meno sollecita verso i poveri, i deboli, gli stranieri, i bisognosi? Non deve diventarlo! Oggi, come prima, gli Stati Uniti sono chiamati ad essere una società ospitale, ad avere una cultura dell’accoglienza. Se l’America dovesse chiudersi in se stessa, non sarebbe forse l’inizio della fine della vera essenza dell’“esperienza americana”?

In gran parte, la storia dell’America è stata la storia di lunghe e difficili lotte per superare i pregiudizi che escludevano determinate categorie di persone da una completa partecipazione alla vita del Paese: prima la lotta contro l’intolleranza religiosa, poi quella contro la discriminazione razziale e a favore dei diritti civili per tutti. Tristemente oggi viene esclusa una nuova classe di persone. Quando si dichiara che il nascituro, lo “straniero nel ventre materno” è al di fuori della protezione della società, non solo le più profonde tradizioni americane vengono radicalmente minate e messe in pericolo, ma un danno morale investe la società. Penso anche al pericolo per gli anziani, per i portatori di gravi handicap e per tutti coloro che non sembrano avere un’utilità sociale. Quando esseri umani innocenti vengono considerati scomodi o come un peso, e quindi non degni di tutela legale e sociale, viene inflitto un grave danno alle fondamenta morali della comunità democratica. Il diritto alla vita è il primo di tutti i diritti. È il fondamento delle libertà democratiche e la chiave di volta dell’edificio della società civile. Sia come americani che come seguaci di Cristo, i cattolici americani devono impegnarsi nella difesa della vita in tutte le sue fasi e in ogni condizione.

7. Care sorelle e cari fratelli: Dio ha orientato la Chiesa e l’intera famiglia umana verso il futuro quando ha rimosso la pietra dall’entrata del sepolcro e ha svelato il mistero della nuova vita. Nella sua Risurrezione il Signore ha rivelato la nuova creazione, la promessa di nuovi cieli e di una nuova terra (cf. 2 Pt 3, 13). Come cristiani viviamo di fede e nella speranza. Attendiamo il ritorno del Signore come giudice dei vivi e dei morti. Attendiamo il suo ritorno nella gloria, la venuta del Regno di Dio nella sua pienezza. È questo l’invito costante nei Salmi: “Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27, 14).

La nostra fiducia nel futuro che Dio ha dischiuso davanti a noi ci permette di vedere questa vita terrena nella giusta luce. Nella prospettiva del Regno di Dio riconosciamo il vero valore di tutte le conquiste della civiltà e della cultura umane, di tutte le nostre conquiste, delle nostre lotte e delle nostre sofferenze. Come americani siete giustamente fieri dei grandi risultati ottenuti dal vostro Paese. Come cristiani sapete che tutte le cose umane sono il terreno nel quale deve radicarsi e sul quale deve maturare il Regno di Dio! Alla Chiesa negli Stati Uniti, a voi, la Chiesa a Newark, rivolgo questo appello: Non trasformate in idolo una qualsiasi realtà temporale! “Sappiate però che il regno di Dio è vicino” (cf. Lc 10, 11). “Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore” (Sal 27, 14). Sperate nel Signore! Amen.

 



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