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DISCORSO DI PAOLO VI
AI MISSIONARI PER GLI EMIGRATI

Mercoledì, 14 luglio 1971

 

Figli carissimi,

Questo incontro, breve ma cordiale, con voi, è per Noi motivo di profonda letizia e di paterno compiacimento. Alla conclusione del corso di preparazione, prima di andare a svolgere il vostro delicato ministero tra gli emigrati italiani, avete voluto manifestare la vostra filiale devozione alla Nostra Persona e rinnovare nelle Nostre mani il vostro impegno sacerdotale di dedizione per le anime che vi saranno affidate.

Voi ben conoscete come la Chiesa abbia rivolto la sua materna, ed anche preoccupata attenzione, al complesso fenomeno dell’emigrazione, frutto delle grandi mutazioni sociali ed economiche di questi ultimi tempi (Cfr. Apostolicam actuositatem, 10; Gaudium et Spes, 65). Noi stessi non abbiamo mancato di rivolgere a tutti gli uomini di buona volontà pressanti appelli perché i problemi spirituali, umani, familiari ed economici di tutti coloro che, per diversi motivi, sono costretti ad abbandonare la loro terra natale, siano studiati, affrontati e risolti in uno spirito di umana e cristiana solidarietà (Cfr. Populorum progressio, 69). E recentissimamente, nella Nostra Lettera Apostolica Octogesima adveniens (Cfr. 17), abbiamo ancora una volta ricordato la situazione precaria di quel grande numero di emigrati, la cui condizione di stranieri rende ancora più difficile ogni rivendicazione sociale, nonostante la loro partecipazione allo sforzo economico del paese che li accoglie.

Alla vigilia, pertanto, dell’inizio del vostro apostolato desideriamo ardentemente di rivolgervi il Nostro augurio: in mezzo agli emigrati fate sentire viva, concreta ed operosa la materna presenza della Chiesa, spinti unicamente dalla carità di Cristo (Cfr. 2 Cor. 5, 14); come sacerdoti, adoperatevi con energia per instaurare la fraternità universale, base indispensabile di una giustizia autentica e condizione di una pace duratura (Octogesima adveniens, 17).

Con questi voti, ben volentieri impartiamo a voi, a tutte le persone che vi sono care, una speciale Apostolica Benedizione.

                                                                                                                  



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