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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

II ASSEMBLEA SPECIALE PER L'AFRICA
DEL SINODO DEI VESCOVI
4-25 OTTOBRE 2009

La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.
"Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

05 - 05.10.2009

SOMMARIO

- PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 5 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO) - CONTINUAZIONE
- SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 5 OTTOBRE 2009 - POMERIDIANO)
- AVVISI

PRIMA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÌ, 5 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO) - CONTINUAZIONE

- RIFLESSIONE DEL SANTO PADRE

In apertura della Prima Congregazione Generale di questa mattina, lunedì 5 ottobre 2009, dopo la lettura breve dell’Ora Terza, il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto la seguente riflessione:

Cari fratelli e sorelle,
abbiamo dato inizio ora al nostro incontro sinodale invocando lo Spirito Santo e sapendo bene che noi non possiamo in questo momento realizzare quanto c'è da fare per la Chiesa e per il mondo: solo nella forza dello Spirito Santo possiamo trovare quanto è retto e poi attuarlo. E tutti i giorni inizieremo il nostro lavoro invocando lo Spirito Santo con la preghiera dell'Ora Terza "Nunc sancte nobis Spiritus". Perciò vorrei adesso, insieme con voi, meditare un po' questo inno, che apre il lavoro di ogni giorno, sia adesso nel Sinodo, ma anche dopo nella vita nostra quotidiana.
"Nunc sancte nobis Spiritus". Noi preghiamo che la Pentecoste non sia solo un avvenimento del passato, il primo inizio della Chiesa, ma sia oggi, anzi adesso: "nunc sancte nobis Spiritus". Preghiamo che il Signore adesso realizzi l'effusione del suo Spirito e ricrei di nuovo la sua Chiesa e il mondo. Ci ricordiamo che gli apostoli dopo l'Ascensione non hanno iniziato - come forse sarebbe stato normale - a organizzare, a creare la Chiesa futura. Hanno aspettato l'azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo. Hanno compreso che la Chiesa non si può fare, che non è il prodotto della nostra organizzazione: la Chiesa deve nascere dallo Spirito Santo. Come il Signore stesso è stato concepito ed è nato dallo Spirito Santo, così anche la Chiesa deve essere sempre concepita e nascere dallo Spirito Santo. Solo con questo atto creativo di Dio noi possiamo entrare nell'attività di Dio, nell'azione divina e collaborare con Lui. In questo senso, anche tutto il nostro lavoro al Sinodo è un collaborare con lo Spirito Santo, con la forza di Dio che ci previene. E sempre dobbiamo di nuovo implorare il compiersi di questa iniziativa divina, nella quale noi possiamo poi essere collaboratori di Dio e contribuire a far sì che di nuovo nasca e cresca la sua Chiesa.
La seconda strofa di questo inno - "Os, lingua, mens, sensus, vigor, / Confessionem personent: / Flammescat igne caritas, / accendat ardor proximos" - è il cuore di questa preghiera. Imploriamo da Dio tre doni, i doni essenziali della Pentecoste, dello Spirito Santo: confessio, caritas, proximos. Confessio: c'è la lingua di fuoco che è "ragionevole", dona la parola giusta e fa pensare al superamento di Babilonia nella festa di Pentecoste. La confusione nata dall'egoismo e dalla superbia dell'uomo, il cui effetto è quello di non poter comprenderci più gli uni gli altri, va superata dalla forza dello Spirito, che unisce senza uniformare, che dà unità nella pluralità: ciascuno può capire l'altro, anche nelle diversità delle lingue. Confessio: la parola, la lingua di fuoco che il Signore ci dà, la parola comune nella quale siamo tutti uniti, la città di Dio, la santa Chiesa, nella quale è presente tutta la ricchezza delle diverse culture. Flammescat igne caritas. Questa confessione non è una teoria ma è vita, è amore. Il cuore della santa Chiesa è l'amore, Dio è amore e si comunica comunicandoci l'amore. E infine il prossimo. La Chiesa non è mai un gruppo chiuso in sé, che vive per sé come uno dei tanti gruppi che esistono nel mondo, ma si contraddistingue per l'universalità della carità, della responsabilità per il prossimo.
Consideriamo uno per uno questi tre doni. Confessio: nel linguaggio della Bibbia e della Chiesa antica questa parola ha due significati essenziali, che sembrano opposti ma che in effetti costituiscono un'unica realtà. Confessio innanzitutto è confessione dei peccati: riconoscere la nostra colpa e conoscere che davanti a Dio siamo insufficienti, siamo in colpa, non siamo nella retta relazione con Lui. Questo è il primo punto: conoscere se stessi nella luce di Dio. Solo in questa luce possiamo conoscere noi stessi, possiamo capire anche quanto c'è di male in noi e così vedere quanto deve essere rinnovato, trasformato. Solo nella luce di Dio ci conosciamo gli uni gli altri e vediamo realmente tutta la realtà.
Mi sembra che dobbiamo tener presente tutto questo nelle nostre analisi sulla riconciliazione, la giustizia, la pace. Sono importanti le analisi empiriche, è importante che si conosca esattamente la realtà di questo mondo. Tuttavia queste analisi orizzontali, fatte con tanta esattezza e competenza, sono insufficienti. Non indicano i veri problemi perché non li collocano alla luce di Dio. Se non vediamo che alla radice vi è il Mistero di Dio, le cose del mondo vanno male perché la relazione con Dio non è ordinata. E se la prima relazione, quella fondante, non è corretta, tutte le altre relazioni con quanto vi può essere di bene, fondamentalmente non funzionano. Perciò tutte le nostre analisi del mondo sono insufficienti se non andiamo fino a questo punto, se non consideriamo il mondo nella luce di Dio, se non scopriamo che alla radice delle ingiustizie, della corruzione, sta un cuore non retto, sta una chiusura verso Dio e, pertanto, una falsificazione della relazione essenziale che è il fondamento di tutte le altre.
Confessio: comprendere nella luce di Dio le realtà del mondo, il primato di Dio e infine tutto l'essere umano e le realtà umane, che tendono alla nostra relazione con Dio. E se questa non è corretta, non arriva al punto voluto da Dio, non entra nella sua verità, anche tutto il resto non è correggibile perché nascono di nuovo tutti i vizi che distruggono la rete sociale, la pace nel mondo.
Confessio: vedere la realtà nella luce di Dio, capire che in fondo le nostre realtà dipendono dalla nostra relazione col nostro Creatore e Redentore, e così andare alla verità, alla verità che salva. Sant'Agostino, riferendosi al capitolo 3° del Vangelo di san Giovanni, definisce l'atto della confessione cristiana con "fare la verità, andare alla luce". Solo vedendo nella luce di Dio le nostre colpe, l'insufficienza della nostra relazione con Lui, camminiamo alla luce della verità. E solo la verità salva. Operiamo finalmente nella verità: confessare realmente in questa profondità della luce di Dio è fare la verità.
Questo è il primo significato della parola confessio, confessione dei peccati, riconoscimento della colpevolezza che risulta dalla nostra mancata relazione con Dio. Ma un secondo significato di confessione è quello di ringraziare Dio, glorificare Dio, testimoniare Dio. Possiamo riconoscere la verità del nostro essere perché c'è la risposta divina. Dio non ci ha lasciati soli con i nostri peccati; anche quando la nostra relazione con la Sua maestà è ostacolata, Egli non si ritira ma viene e ci prende per mano. Perciò confessio è testimonianza della bontà di Dio, è evangelizzazione. Potremmo dire che la seconda dimensione della parola confessio è identica all'evangelizzazione. Lo vediamo nel giorno di Pentecoste, quando san Pietro, nel suo discorso, da una parte accusa la colpa delle persone - avete ucciso il santo e il giusto -, ma, nello stesso momento, dice: questo Santo è risorto e vi ama, vi abbraccia, vi chiama a essere suoi nel pentimento e nel battesimo, come pure nella comunione del suo Corpo. Nella luce di Dio, confessare diventa necessariamente annunciare Dio, evangelizzare e così rinnovare il mondo.
La parola confessio però ci ricorda ancora un altro elemento. Nel capitolo 10° della Lettera ai Romani san Paolo interpreta la confessione del capitolo 30° del Deuteronomio. In quest'ultimo testo sembra che gli ebrei, entrando nella forma definitiva dell'alleanza, nella Terra Santa, abbiano paura e non possano realmente rispondere a Dio come dovrebbero. Il Signore dice loro: non abbiate paura, Dio non è lontano. Per arrivare a Dio non è necessario attraversare un oceano ignoto, non sono necessari viaggi spaziali nel cielo, cose complicate o impossibili. Dio non è lontano, non è dall'altra parte dell'oceano, in questi spazi immensi dell'universo. Dio è vicino. È nel tuo cuore e sulle tue labbra, con la parola della Torah, che entra nel tuo cuore e si annuncia nelle tue labbra. Dio è in te e con te, è vicino.
San Paolo sostituisce, nella sua interpretazione, la parola Torah con la parola confessione e fede. Dice: realmente Dio è vicino, non sono necessarie spedizioni complicate per arrivare a Lui, né avventure spirituali o materiali. Dio è vicino con la fede, è nel tuo cuore, e con la confessione è sulle tue labbra. È in te e con te. Realmente Gesù Cristo con la sua presenza ci dà la parola della vita. Così entra, nella fede, nel nostro cuore. Abita nel nostro cuore e nella confessione portiamo la realtà del Signore al mondo, a questo nostro tempo. Mi sembra questo un elemento molto importante: il Dio vicino. Le cose della scienza, della tecnica comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita - Dio, amore, verità - sono gratuite. Dio si dà nel nostro cuore. Direi che dovremmo spesso meditare questa gratuità di Dio: non c'è bisogno di grandi doni materiali o anche intellettuali per essere vicini a Dio. Dio si dona gratuitamente nel suo amore, è in me nel cuore e sulle labbra. Questo è il coraggio, la gioia della nostra vita. È anche il coraggio presente in questo Sinodo, perché Dio non è lontano: è con noi con la parola della fede. Penso che anche questa dualità sia importante: la parola nel cuore e sulle labbra. Questa profondità della fede personale, che realmente mi collega intimamente con Dio, deve poi essere confessata: fede e confessione, interiorità nella comunione con Dio e testimonianza della fede che si esprime sulle mie labbra e diventa così sensibile e presente nel mondo. Sono due cose importanti che vanno sempre insieme.
Poi l'inno del quale parliamo indica anche i luoghi in cui si trova la confessione: "os, lingua, mens, sensus, vigor". Tutte le nostre capacità di pensare, parlare, sentire, agire, devono risuonare - il latino usa il verbo "personare" - la parola di Dio. Il nostro essere, in tutte le sue dimensioni, dovrebbe essere riempito da questa parola, che diventa così realmente sensibile nel mondo, che, tramite la nostra esistenza, risuona nel mondo: la parola dello Spirito Santo.
E poi brevemente altri due doni. La carità: è importante che il cristianesimo non sia una somma di idee, una filosofia, una teologia, ma un modo di vivere, il cristianesimo è carità, è amore. Solo così diventiamo cristiani: se la fede si trasforma in carità, se è carità. Possiamo dire che anche lógos e caritas vanno insieme. Il nostro Dio è, da una parte, lógos, ragione eterna. Ma questa ragione è anche amore, non è fredda matematica che costruisce l'universo, non è un demiurgo; questa ragione eterna è fuoco, è carità. In noi stessi dovrebbe realizzarsi questa unità di ragione e carità, di fede e carità. E così trasformati nella carità diventare, come dicono i Padri greci, divinizzati. Direi che nello sviluppo del mondo abbiamo questo percorso in salita, dalle prime realtà create fino alla creatura uomo. Ma questa scala non è ancora finita. L'uomo dovrebbe essere divinizzato e così realizzarsi. L'unità della creatura e del Creatore: questo è il vero sviluppo, arrivare con la grazia di Dio a questa apertura. La nostra essenza viene trasformata nella carità. Se parliamo di questo sviluppo pensiamo sempre anche a questa ultima meta, dove Dio vuole arrivare con noi.
Infine, il prossimo. La carità non è qualcosa di individuale, ma universale e concreta. Oggi nella Messa abbiamo proclamato la pagina evangelica del buon samaritano, in cui vediamo la duplice realtà della carità cristiana, che è universale e concreta. Questo samaritano incontra un ebreo, che quindi sta oltre i confini della sua tribù e della sua religione. Ma la carità è universale e perciò questo straniero in tutti i sensi è per lui prossimo. L'universalità apre i limiti che chiudono il mondo e creano le diversità e i conflitti. Nello stesso tempo, il fatto che si debba fare qualcosa per l'universalità non è filosofia ma azione concreta. Dobbiamo tendere a questa unificazione di universalità e concretezza, dobbiamo aprire realmente questi confini tra tribù, etnie, religioni all'universalità dell'amore di Dio. E questo non in teoria, ma nei nostri luoghi di vita, con tutta la concretezza necessaria. Preghiamo il Signore che ci doni tutto ciò, nella forza dello Spirito Santo. Alla fine l'inno è glorificazione del Dio trino ed unico e preghiera di conoscere e di credere. Così la fine ritorna all'inizio. Preghiamo affinché possiamo conoscere, conoscere diventi credere e credere diventi amare, azione. Preghiamo il Signore affinché ci doni lo Spirito Santo, susciti una nuova Pentecoste, ci aiuti a essere i suoi servitori in questa ora del mondo. Amen.

[00022-01.05] [RE000] [Testo originale: italiano]

SECONDA CONGREGAZIONE GENERALE (LUNEDÍ, 5 OTTOBRE 2009 - POMERIDIANO)

- RELAZIONI SUI RAPPORTI DEI VARI CONTINENTI CON L’AFRICA
- RELAZIONE SU ECCLESIA IN AFRICA

Alle ore 16.30 di oggi, alla presenza del Santo Padre, con la recita della Preghiera per il Felice Esito del Sinodo ha avuto luogo la Seconda Congregazione Generale, per lettura in Aula delle Relazioni sui rapporti dei vari continenti con l’Africa e della Relazione su Ecclesia in Africa.

Presidente Delegato di turno S.Em. Card. Francis ARINZE, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (CITTÀ DEL VATICANO).

In apertura della Congregazione Generale il Segretario Generale ha comunicato che alcuni Padri sinodali sono assenti per malattia. Inoltre, è assente S. E. R. Mons. Michel Christian CARTATÉGUY, S.M.A., Arcivescovo di Niamey (NIGER), impegnato in un’opera di mediazione per la riconciliazione in collaborazione con l’Imam della Moschea di Niamey e il sultano di Agadez, a causa della grave situazione politica tra il Governo e l’Opposizione del Paese, come ha comunicato in una lettera inviata alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Il Segretario Generale ha commentato che per la Chiesa è una grande consolazione che un Vescovo di una diocesi di 18mila cattolici abbia un grande prestigio morale, nel partecipare, con l’Imam e gli altri capi religiosi, nella mediazione per la pace nel paese.

In seguito sono state presentate le Relazioni sui Rapporti dei Vari Continenti con l’Africa. Dopo la presentazione della Relazione su Ecclesia in Africa, è seguito un tempo di interventi liberi dei Padri Sinodali.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dellAngelus Domini, erano presenti 227 Padri.

RELAZIONI SUI RAPPORTI DEI VARI CONTINENTI CON L’AFRICA

- S. E. R. Mons. Raymundo DAMASCENO ASSIS, Arcivescovo di Aparecida, Presidente del "Consiglio Episcopale Latino Americano" (C.E.L.AM.) (BRASILE)
- S. E. R. Mons. Wilton Daniel GREGORY, Arcivescovo di Atlanta (STATI UNITI D'AMERICA)
- S. E. R. Mons. Orlando B. QUEVEDO, O.M.I., Arcivescovo di Cotabato, Segretario Generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences" (F.A.B.C.) (FILIPPINE)
- S. E. R. Mons. Peter William INGHAM, Vescovo di Wollongong, Presidente della "Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania" (F.C.B.C.O.) (AUSTRALIA)- S.Em.R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (C.C.E.E.) (UNGHERIA)

Pubblichiamo qui di seguito, gli Interventi sui rapporti dei vari Continenti con l’Africa:

- S. E. R. Mons. Raymundo DAMASCENO ASSIS, Arcivescovo di Aparecida, Presidente del "Consiglio Episcopale Latino Americano" (C.E.L.AM.) (BRASILE)

1. Em primeiro lugar, na qualidade de Presidente do Conselho Episcopal Latino-americano - CELAM, desejo agradecer, em particular, ao Santo Padre Bento XVI pelo convite para participar desta segunda Assembléia Especial do Sínodo dos Bispos para a África. Para mim, Bispo Latino-americano, é um privilégio poder compartilhar da caminhada de nossa Igreja, una, santa, católica e apostólica, no continente africano. Quero participar deste Sínodo com muita atenção, abertura e oração.
Desejo expressar, neste momento, a solidariedade do Episcopado e da Igreja Latino-americanos aos queridos irmãos Bispos e à toda Igreja que peregrina no Continente Africano.
Aqui estamos não só para manifestar nossa fraternidade com a Igreja na África, mas também para aprender, pois temos a certeza de que as conclusões desta segunda Assembléia Especial ajudarão também a Igreja na América Latina na missão de reconciliação e na busca de justiça e paz.
2. África e América Latina são continentes muito diferentes entre si, porém é importante saber que temos na América Latina uma população de origem africana mais numerosa do que a população de nossos próprios povos originários, os indígenas. Também nos une - na cruz - o fato de que em ambos os continentes temos um alto índice de nossa população vivendo em situação de pobreza, e necessitada de bens e serviços para a sobrevivência básica: alimentação, habitação, educação e saúde.
No âmbito político e institucional, em muitos de nossos países não há uma democracia, suficientemente enraizada na cultura do povo e, por isso, ela ainda não esta fortemente consolidada. As necessidades básicas e urgentes de grande parte de nossos povos, não solucionadas, provocam o surgimento de aventuras políticas, com promessas populistas, que iludem, mas não resolvem os problemas estruturais da população.
Ainda no campo político, a situação se agrava pela corrupção frequentemente noticiada e denunciada por diversos órgãos da grande mídia, fenômeno este, que leva a população, em especial, a juventude, ao conformismo e à descrença em relação à política como arte de promover o bem comum.
3. A nova consciência mundial do pluralismo cultural despertou uma nova atenção e representação na América Latina de nossos povos originários e afro-descendentes. Isto marca um esforço especial de evangelização e inculturação importante. No Documento da V Conferência Geral, realizada em Aparecida, no ano de 2007, podemos ler:
"Os indígenas e afro-americanos emergem agora na sociedade e na Igreja. Este é um "kairós" para aprofundar o encontro da Igreja com esses setores humanos que reivindicam o reconhecimento pleno de seus direitos individuais e coletivos, serem levados em consideração na catolicidade com sua cosmovisão, seus valores e suas identidades particulares, para viverem um novo Pentecostes eclesial." (DA 91)
A Igreja na América Latina não passou por rupturas tão grandes e dramáticas como a Igreja da África negra. Por isso, na América Latina houve uma experiência mais contínua da Igreja, ainda que, não sem ausência de sofrimentos e falhas e, por isso mesmo, ela possui uma múltipla e rica experiência. Hoje, temos uma experiência pastoral mais estável, cuja riqueza se expressou nos últimos 50 anos em nossas cinco Conferências Gerais - de natureza diferente dos Sínodos - e hoje, na grande Missão Continental que tem como objetivo colocar a Igreja na América Latina em estado permanente de missão. Os Documentos dessas cinco Conferências Gerais sempre deram uma atenção especial aos camponeses, indígenas e afro-americanos, entre as diversas prioridades pastorais.
4. Desejo sugerir nesta intervenção alguns pontos que poderiam ser tema de diálogo sobre um possível intercâmbio fraterno entre a Igreja dos dois continentes. Em âmbito episcopal, podemos compartilhar com a África a grande riqueza que significou os 54 anos de vida do organismo episcopal que represento, o Conselho Episcopal Latino Americano - CELAM, como instrumento de comunhão episcopal e de serviços mútuos dentro do nosso Episcopado. Poder-se-ia, com o incentivo da Santa Sé, ser convidados bispos da Igreja católica presentes em ambos os continentes, para a troca de experiência colegial, pastoral e organizacional, que possam enriquecer a missão da Igreja. Poderia ser ampliada também a experiência já existente de dioceses e congregações religiosas que enviam missionários à Igreja na África
Em âmbito dos seminaristas e sacerdotes, também penso que seria possível e mutuamente enriquecedor, oferecer seminários para a primeira formação sacerdotal em algumas das Igrejas particulares na América Latina, com maiores recursos. Seria uma ocasião para, entre outras vantagens, aprender um outro idioma que serviria para fomentar o intercâmbio e a comunhão entre dois continentes de grande presença católica.
Da parte do CELAM, também, poderíamos acolher com a aprovação da Santa Sé, nos Institutos Pastoral e Bíblico, existentes no CELAM, em Bogotá, sacerdotes, consagrados, ou leigos agentes de pastoral, para cursos de formação.
5. Renovo minha gratidão ao Santo Padre e aos queridos irmãos Bispos da Africa por ter sido convidado para participar deste kairós, tempo de graça e de conversão que é a II Assembléia Especial dos Bispos para a África. Que Nossa Senhora de Guadalupe, Rainha e Padroeira da América, nos acompanhe durante esta Assembléia Especial e ajude, com sua proteção materna, a Igreja na África encontrar com a participação da sociedade, caminhos próprios de reconciliação, justiça e paz.

[00019-06.04] [IN000] [Texto original: português]

- S. E. R. Mons. Wilton Daniel GREGORY, Arcivescovo di Atlanta (STATI UNITI D'AMERICA)

I welcome this opportunity to summarize the importance that this Second Synod for Africa
holds for the Church in the United States of America. We Americans find ourselves increasingly drawn in by issues and events that occur on theAfrican continent. We, like people everywhere, feel ever more acutely the impact of the intensifying global character of our world.
First and foremost, we praise Almighty God for the gift of the One Faith that binds the Church in the United States to all of the other Churches throughout the world. Our Catholic community has benefitted directly during the past generation from a growing number of clergy and religious from the great African Continent who now serve Catholics throughout our nation and who serve them generously and zealously. We know through their presence of the deep faith and generosity of the Church in Africa.
The Church in the USA is also deeply grateful for the opportunity to assist the local Churches in Africa. through the support of Catholic Relief Services, by the many and varied missionary· cooperative ventures that·spring from the generous heart of our people and frequently bind diocese to diocese and parish to parish in mutual prayer, financial assistance, and by personal contacts. I am happy and proud to report that agencies within the United States Conference of Catholic Bishops have a long history of working with the Episcopal Conferences and associations of Episcopal Conferences on the American continent in the pursuit of peace and justice. These are very positive signs in which the Church in my country and the Church in the countries of Africa have engaged each other in the work of evangelization and social outreach and thus have rendered the theme far this Synod In Service to Reconciliation, Justice, and Peace an important reminder of how the Church in the USA and the Church in Africa are conjoined in faith and in charity.
Yet we know that we can merely say in the words of Saint Luke's Gospel, "we have done only what we ought to have done" [Luke 17:10b] We recognize that the greatest resource that the Church in Africa has are its people. The Church in the USA continues to benefit from those people from Africa who recently have come as visitors and new residents to our shores. These new arrivals come, not like those of an earlier moment in time, wearing chains and as human chattel, but as skilled workers, professionally trained businessmen, and students eager to make a new life in a land that they view as promising. Many of these new peoples bring with them a profound and dynamic Catholic faith with its rich spiritual heritage. These wonderful people challenge us to rediscover our own spiritual traditions that so often are set aside because of the influence of our secular pursuits.
While my own nation has made outstanding and blessed progress in our own struggle for racial reconciliation and justice, we have not yet achieved that perfection to which the Gospel summons all humanity. We also need to achieve reconciliation, justice, and peace in our own land until as Dr. Martin Luther King, Jr. writing from a jail in Birmingham, Alabama paraphrased the Prophet Amos and we see the ultimate fulfillment of our great potential and [5:24] "Let justice roll down like waters and righteousness like an ever flowing stream."
The great land of Africa has many other resources that the world today lusts for and at
times pursues with ravishing greed and frequent violence. Your resources are a blessing for this prosperity to the peoples of Africa but properly viewed bring a sense of the oneness of the earth and the interconnectedness that people everywhere have when we wisely use the natural resources that God has placed in our hands as a common patrimony.
I am deeply grateful to our Holy Father for inviting me to engage my brother bishops from the African continent and to learn from them some of their hopes, struggles, and dreams and to share with them the deep affection and respect of the Church in the United States of America.

[00020-02.01] [IN000] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Orlando B. QUEVEDO, O.M.I., Arcivescovo di Cotabato, Segretario Generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences" (F.A.B.C.) (FILIPPINE)

"In service of reconciliation, justice and peace" - the theme of the Second Special Assembly for Africa resonates deeply with the aspirations of the Church in Asia.
Despite vast differences, the Church in Asia and the Church in Africa bear striking similarities. If Christianity found its way in the apostolic age to Egypt and North Africa by way of the work of St. Mark the Evangelist, so many Christians in India trace their origins to St. Matthew the Apostle. But in the main the Church in Africa is young, like the Church in Asia. In many countries of both continents Christianity was introduced by foreign missionaries during the colonizing period. Further missionary impetus was made in the l9th and 20th centuries.
The richness of cultures, the trove of cherished traditional family values that are truly human, the thousands of languages spoken, the encounter between Christianity, Islam, and indigenous traditional religions - all these are significant realities strikingly similar for Africa and Asia. Both continents are continents of the poor and of the young.
The two post-synodal exhortations of our late beloved Pope John Paul II, Ecclesia in Africa (1995) and Ecclesia in Asia (1998) reflect striking resemblances. For example with regard to present day pastoral challenges: the imperatives of inculturation and inter-religious dialogue, the promotion of an emerging globalizing relativistic and materialist culture by the tools of social communication, the negative impact of economic globalization on the poor, the decline of moral values in social, economic, and political life, and the continuing threats on the very nature of marriage and the family, the various faces of injustice and violent conflict that ruin the harmony of African and Asian societies.
The Church in Africa and the Church in Asia are raising similar questions of deep import: What are we as a community of disciples, as Church? How are we to be credible witnesses of the Lord Jesus and His Gospel? How should we respond to the many complex pastoral challenges that confront us in our mission to proclaim Jesus as the Lord and Savior?As I understand it, the Church in Africa is exploring the theological and pastoral implications of the Church as the Family of God. For us in Asia, guided by Holy Scriptures and the living Magisterium of the Church we have been led by the Holy Spirit, we believe, to explore in the Asian context the theology of Church as Communion and as humble Servant of the Gospel and of Asian peoples. This theological optic has opened up the pastoral option of ongoing radical renewal of the Church in Asia, an option more of being than of doing. For we realize that deeds must come from the heart of a Church that is renewed in the Paschal Mystery of Jesus our Lord.
Hence in its 35 years of fruitful existence the Federation of Asian Bishops' Conferences has envisioned a renewal for the Church in Asia towards deeper spiritual interiority; towards dialogue with Asian cultures, with the ancient religious and philosophical traditions of Asia, and with Asian peoples especially with the poor; towards authentic discipleship; towards a renewal of the laity for leadership in social transformation; towards a renewed sense of mission ad gentes; towards the renewal of the Asian family as the focal point of evangelization; and towards a credible living of the Eucharist in the life-realities of Asia.
Such renewal is fundamentally a call from our God who is Love (Deus Caritas Est), offering the hope of salvation (Spe Salvi), and impelling us to love in truth (Caritas in Veritate).
To love in truth, the Church in Africa and the Church in Asia bear similar experiences of sorrow and joy. Sorrow -- at the many forces of a culture of death, forces that both Ecclesia in Africa and Ecclesia in Asia treat with great concern, such as the increasing poverty and marginalization of our peoples; the continuing attacks on marriage and on the traditional family; the injustices against women and. children; our propensity to favor weapons of destruction over integral development; our inability to compete with the powerful in a global economic order unguided by juridical and moral norms; religious intolerance instead of a dialogue of reason and faith; the rule of greed over the rule of law in public life; division and conflict rather than peace; and the degradation of human and natural ecology. Moreover, the frequency of destructive typhoons, floods, droughts, earthquakes and tsunami in the continent of Asia now requires our pastoral collective concern regarding global warming and climate change.
On the other hand we experience great joy and hope in movements of justice and peace - illustrated in the increasing awareness and participation of young people and women toward empowerment and social transformation, in the movement of many groups of civil society towards integrity in public life and towards the care and integrity of creation, in the solidarity of people of good will from different social classes and religious traditions to work for a more just, more peaceful, more fraternal social order.
The reason for our joy and hope is the fact that we see many positive movements within the Church, in various ecclesial organizations and movements, in small Christian communities, among a great number of men and women in religious life, and among the clergy - all of whom bring the values of the Reign of God into new areopagi of evangelization.
With these sentiments of joy and hope in the Lord I express the solidarity of the members of the Federation of Asian Bishops' Conferences with all the participants of the Second Special Assembly for Africa. We thank you most deeply for welcoming many Asian missionaries as well as migrant workers to your beloved continent.
In view of our recent 9th FABC Plenary Assembly in Manila, allow me to express our gratitude to His Eminence Francis Cardinal Arinze, who was the Special Envoy of the Holy Father, and to His Eminence Ivan Cardinal Dias who sent His Grace Archbishop Robert Sarah as his personal representative.
In á most special way on behalf of the FABC I express our deepest loving fidelity to our beloved Holy Father, Pope Benedict XVI. May we invite you, beloved Holy Father, to visit our region in the near future. Thank you

[00018-02.03] [IN000] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Peter William INGHAM, Vescovo di Wollongong, Presidente della "Federation of Catholic Bishops' Conferences of Oceania" (F.C.B.C.O.) (AUSTRALIA)

Your Holiness, Pope Benedict XVI, the Presidents-Delegate, the General Relator, General Secretary, Archbishop Eterovic, my Brothers and Sisters of this Synod,
As the current President of the Federation of the Catholic Bishops' Conferences of Oceania (FCBCO), I bring greetings and good wishes from the local Churches in our 4 Bishops' Conferences, namely, The Australian Catholic Bishops' Conference, The New Zealand Catholic Bishops' Conference, The Bishops' Conferences of Papua-New Guinea and Solomon Islands and the vast Catholic Bishops' Conference of the Pacific, which extends from Guam, Mariana Islands, Vanuatu, Fiji, Tonga, Samoa, Kiribati, Cook Islands, right out to Tahiti, plus many more island groups.
I express our communion as a Federation of Bishops' Conferences with the Bishop of Rome and the Universal Church and our solidarity with the Church in the many nations of Africa.
All of our Oceania nations, like so much of Africa, have been colonized, in our case, principally by the British, the French, and the Portuguese.
As in Africa, the Church now exists in Oceania, because of heroic missionaries who came mainly from Ireland, France, Germany and Italy.
The Faith in Oceania also has some wonderful role models in martyrs and saints in addition to those already canonized and beatified, but nowhere near the glorious tradition of Saints and Martyrs that witness to the faith in Africa.
The Millennium Goals for human development are far from being met in our Pacific region called Oceania. Yet, because we, as Church leaders throughout the world, try to be close to our people, we can gain a very practical understanding of the ways poverty can completely dehumanize people, and how violence is so destructive of human life and human dignity. We, as Church leaders, can be so conscious of the injustice that sets the wealthy in a privileged position which discriminates against the underprivileged so vividly portrayed in the Parable of Dives and Lazarus. (Lk 16:19-31)
I realize that these realities are, for the nations of Africa, even more threatening than those faced by the communities of Oceania. I pay tribute to the generosity of Catholics in each of the Bishops' Conferences of Oceania, who through Caritas Oceania and Caritas in each of our countries support humanitarian peace and development programs through the Church in Africa. Equally the people of Oceania are generous to the Catholic Mission Propaganda Fidei.
Yet, we have so much to admire and learn from you, the Church in Africa, the witness you give in spite of overwhelming difficulties. Your great sense of mission to evangelize your culture means that opposition from government or other faith traditions only intensifies your faith, hope and love.
In Oceania, the terrible scourge of HIV/AIDS (IL 142) (especially in Papua New Guinea), and the exploitation that can arise from mining, highlight the Church's mission to apply the Gospel of Jesus to reduce the stigma of social disgrace, to replace violence with bridges of reconciliation, justice and peace (IL 90), to hold civil governments to account, to speak up for those persecuted or silenced, and to provide education and health care.
As Leaders in faith and Shepherds of the Christian community, we have from Jesus the Good Shepherd through our long and rich tradition of Catholic faith and culture, a broader view of the human person, because of Jesus and our Church tradition, we have a broader view of justice, of love, of the importance of good relations between individuals, between tribes and between nations; we have a broader view of reconciliation, peace and compassionate care. When there is crisis, injustice and fear, people flock to their churches. This in turn shows the need for us, as Church Leaders, to focus on our Shepherd role and be proactive leaders of hope. As Christians, we deal in hope!
As global temperatures and ocean waters rise, always the poorest and most vulnerable will suffer disproportionately, as they do from drought, flooding and poor harvests, all of which can stir up reasons for conflict and give rise to massive migration by refugees and asylum seekers. In both Oceania and Africa, great work is being done by the Church and its agencies to help people recover their equilibrium in their communities and to manage risks that could arise from natural disasters. We can and must learn from one another. I ask your prayers for Samoa and Tonga in their grief after the recent earthquake and tsunami.
Australia has begun to re-engage with Africa, particularly in the mining industries (IL 51).
As you well know Africa is a continent rich in natural wealth. Yet we would want Australian miners to be responsible to the communities where they will work. Mining must not contribute to instability and conflict – it should be judged as much by its economic dividend as by its peace dividend! A practising Catholic man I know well is a much travelled executive of an Australian mining giant. He assures me that his Company's intention is ethical sustainability. He says they aim to bring about a win-win situation: tangible benefits to the African Communities where they mine as well as to his Company. Many of you are engaged in this dialogue and we must be at your side.
Political unrest and conflict in the Pacific (e.g., Fiji, Solomon Islands, Papua New Guinea) is nowhere on the scale of African countries, but in discerning the role of the Church as the Body of Christ to build bridges of peace and reconciliation, we can learn from your African Church Leaders. Your accomplishments as the Church in leading peace and reconciliation efforts in Africa are most helpful to the Church elsewhere (IL 108).
We are now welcoming in Australia and New Zealand many Africans who have begun new lives after tribal conflict, violence and oppressive regimes. These refugees come from Sudan, the Horn of Africa and to a lesser extent from the Great Lakes. Other Africans have come to our part of the world to study, and some have come to work as clergy and religious. My Diocese and others are at present discerning to accept candidates for the priesthood from parts of Africa.
We have a very multi-cultural community in Australia, where over 60% of our population are migrants and refugees or their children. This has enriched and changed Australia since World War II. The Pope's Migrant and Refugee Sunday is celebrated by us at end of August, to highlight the rich cultural diversity migrants and refugees have brought to our land and to help our people to "welcome the stranger" (cf Heb 11:13) so that migrants or refugees from Africa or from anywhere else can be fully integrated into our Australian community.
I welcome our conversations during this Synod and look forward to learning with you and from you.

[00017-02.04] [IN000] [Original text: English]

- S.Em.R. Card. Péter ERDŐ, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, Presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (C.C.E.E.) (UNGHERIA)

1. "Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14) - queste parole del Signore si riferiscono a tutti i cristiani, ma, in quest'ora della storia dell'umanità, in modo speciale a Voi, cari Fratelli e Sorelle in Africa. Durante la preparazione di questa assemblea speciale si è cristallizzato l'accento singolare di questo incontro sinodale: "la Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia, della pace".
2. A Voi tutti porto il saluto più cordiale e il messaggio della grande vicinanza dei vescovi europei, i quali - rappresentati dai presidenti di tutte le Conferenze Episcopali - si sono incontrati in questi giorni a Parigi. Abbiamo potuto rendere conto di un lavoro comune ormai consolidato con i vescovi africani nel quadro dei programmi comuni del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa e della SECAM. In diverse città africane ed europee si sono svolti questi lavori comuni che avevano trattato argomenti come la migrazione, la schiavitù ed altri problemi umani e cristiani. Come sapete bene, anche la terra d'Europa è una terra bagnata di sangue. Quando, dopo il crollo del muro di Berlino, gli abitanti, e specialmente i cattolici della parte occidentale e di quella orientale del nostro continente, si sono liberamente incontrati, dovevano prendere atto di tutta la complessità della nostra storia comune. Soprattutto i popoli dell'Est europeo si sentivano spesso nella loro storia colonizzati e sfruttati. Persino nei primi secoli dell'epoca moderna c'erano interi villaggi del Sud-Est europeo di popolazione cristiana che sono finiti ai mercati di schiavi dell'Oriente.
3. La storia recente dell'Europa ha lasciato anche molte ferite che sono ancora lontane dalla piena guarigione. Se dopo la II Guerra Mondiale, guerra che ha estinto il più grande numero di vite umane di tutta l'umanità, i popoli dell'Occidente, per esempio i tedeschi e i francesi, con l'aiuto sostanziale di grandi uomini cattolici come Schumann, Adenauer e De Gasperi, hanno trovato la via non soltanto della pacifica convivenza, ma anche di una riconciliazione più profonda, oggi tocca alla parte centrale ed orientale d'Europa di cercare la riconciliazione dei cuori, la purificazione della memoria e la fratellanza costruttiva. Così sono molto spesso i vescovi cattolici che alzano per primi il segno della riconciliazione, come hanno compiuto per primi i vescovi tedesci e polacchi, un grande atto di riconciliazione, che all'inizio non è stato compreso da molti gruppi delle loro società. Alcuni grandi ecclesiastici e teologi di quel tempo, come specialmente Joseph Ratzinger, hanno trovato parole appassionate per difendere quell'atto profetico. Negli ultimi anni ci sono stati simili atti di riconciliazione e di fratellanza tra vescovi di Polonia ed Ucraina, di Slovacchia ed Ungheria, ed altri. I mass media spesso non danno molto rilievo a questi avvenimenti. Forse non mancano neppure gruppi che pensano di trovare il loro vantaggio politico ed economico, sollecitando tensioni ed ostilità tra popoli, gruppi etnici o anche religioni. "La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno vinta", come scrive S. Giovanni (1, 5). Cristo è la luce del mondo. Egli illumina anche le tenebre della storia umana e nessuna oscurità, nessun odio, nessun male può vincerlo. È in lui la nostra speranza. Anche se la voce della Chiesa e la testimonianza di ciascun cristiano sembrano deboli, anche se essa spesso non appare in prima pagina dei grandi mezzi di comunicazione, questa voce sottile è più forte di ogni rumore, bugia, propaganda o manipolazione. Siamo testimoni della forza dei martiri. Adesso cominciano a essere beatificati e canonizzati i testimoni dell'Agnello, uccisi per la loro fede nel XX secolo. Essi sono quelli che “vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel Sangue dell'Agnello" (Ap 7, 14). Durante le lunghe persecuzioni, la loro memoria era coperta di silenzio. Eppure, essa è rimasta viva anche nel cuore della comunità dei credenti. E adesso apriamo le fosse. È commovente vedere da una parte, quanto è rimasto dei corpi dei martiri. Ogni translazione delle spoglie di uno di loro scuote le anime di tutti i partecipanti di queste cerimonie. La grande tensione tra l'estrema debolezza di un essere umano che è rimasto ucciso e la forza sublime della stessa persona illuminata ormai dalla gloria dei martiri, dà un fortissimo impulso spirituale alle nostre comunità.
Cari Confratelli! Noi altri, cattolici d'Europa, abbiamo imparato dalla nostra storia a seguire con attenzione anche la sorte dei cristiani africani ed abbiamo imparato anche a stimare la Vostra fedeltà, la Vostra testimonianza, e i martiri africani che danno la loro vita - anno per anno in numero preoccupante - per Cristo e per la Sua Chiesa, così anche per noi. La Chiesa in Africa ha meritato la nostra gratitudine e la nostra profonda stima.
4. Il Servo di Dio Giovanni Paolo II ci insegnava con forza e lucidità sulla divina misericordia. I circoli del male che sembrano a volte persino diabolici e che possono rattristare e spingere verso la disperazione intere società umane, costruendo le strutture dell'odio, della violenza, della vendetta e dell'ingiustizia tra gruppi etnici, popoli o classi sociali, non sarebbero superabili con la sola forza umana, se non ci fosse la divina misericordia che ci rende anche capaci di seguire il comandamento di Cristo: "siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso" (Lc 6, 36). Se il nostro Signore ci ha comandato questo, tale comando è anche garanzia della possibilità di compierla. È lui che ci darà la forza per essere misericordiosi, e rompere ogni struttura del male.
5. Siamo convinti che lo scambio dei doni non è un programma che vale soltanto tra la parte occidentale ed orientale d'Europa. Questo è doveroso anche tra i fedeli, tra le chiese particolari anche a livello continentale ed universale. Le possibilità della solidarietà e della determinazione di non dimenticare i fratelli bisognosi neanche in tempi di crisi è ferma tra i cattolici d'Europa. Allo stesso tempo, desideriamo studiare meglio le Vostre esperienze liturgiche, catechetiche, la dinamica delle vocazioni sacerdotali, le possibilità di costruire insieme la Chiesa di Cristo in Europa, in Africa e ovunque nel mondo.
6. Certamente non ci illudiamo: le grandi forze economiche e politiche del mondo, molto spesso, non agiscono secondo la logica della carità e della giustizia, e a volte sembrano dimenticare anche la vera realtà, la natura delle cose e dell'essere umano. La dignità umana, inoltre, non dipende dalla nostra efficienza, non è proporzionata al successo di questo mondo. Ogni essere umano, come tale, ha la stessa dignità inalienabile. Perché creato a immagine e a somiglianza di Dio. La dignità umana non è incompatibile con la sofferenza. Falsa sarebbe una ideologia che dicesse che per salvare la nostra dignità, sarebbe meglio morire che soffrire. Questo era l'atteggiamento dell' antichità greco-romana, non ancora illuminata dalla luce del Vangelo. L'esempio di Cristo ci insegna che la massima sofferenza può essere il momento della massima dignità e gloria. Dopo che il traditore lasciò il cenacolo, Gesù disse: "Ora il Figlio dell'Uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua, e lo glorificherà subito" (Gv 13, 31-32).
Se nel momento attuale molti nel nostro mondo non ascoltano la voce del Creatore e non sono aperti ad accettare la verità e a praticare la carità, la natura della realtà creata rimane quello che è. La giustizia e la misericordia divina si fanno valere comunque nel funzionamento del mondo e nello svolgimento della storia. Così, cari Confratelli, Vi assicuriamo delle nostre preghiere e della nostra solidarietà perché possiate trovare le vie per promuovere la riconciliazione, la giustizia e la pace e che siate un conforto anche per noi con le Vostre esperienze, la Vostra fede e la Vostra testimonianza.

[00021-01.05] [RC000] [Testo originale: italiano]

RELAZIONE SU ECCLESIA IN AFRICA

- S. E. R. Mons. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

Pubblichiamo qui di seguito, l’Intervento su Ecclesia in Africa:

- S. E. R. Mons. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

Introduction

Le 10 avril 1994, au cours d’une liturgie pontificale haute en couleur, Sa Sainteté le Pape Jean-Paul II d’heureuse mémoire, entouré de 35 cardinaux, 1 patriarche, 39 archevêques, 146 évêques et 90 prêtres, ouvrait solennellement l’Assemblée spéciale pour l’Afrique du Synode des évêques, “dans le but de favoriser une solidarité pastorale organique dans tout le territoire africain et les îles adjacentes”.[1]“L’Afrique, dans la diversité de ses rites, était là, dansant sa joie, exprimant sa foi dans la vie, au son des tam-tams et d’autres instruments de musique africains”.[2]
À cette occasion, l’Afrique a perçu qu’elle est, d’une part, partie intégrante de l’histoire du salut, d’Abraham à Jésus Christ[3] et, d’autre part, suivant le mot de Paul VI, “nouvelle patrie du Christ”,[4]“terre aimée du Père Eternel”.[5]
Pendant un mois (10 avril - 8 mai 1994), l’Assemblée synodale regardera l’Afrique les yeux dans les yeux, pour mieux la comprendre et mesurer la profondeur de ses tragédies et de ses blessures (génocide, guerres et conflits armés, mouvements migratoires…) autant que ses efforts de renaissance, de démocratie et de défense des droits humains, ainsi que les témoignages lumineux de charité jusqu’au martyre.
Tout au long de ses assises, l’Assemblée synodale – et l’Église avec elle – expérimentera et vivra dans sa chair les souffrances des peuples d’Afrique comme si le Seigneur voulait y associer le Synode: le Pape Jean-Paul II et quelques Pères synodaux en clinique, assassinat d’un archevêque et trois évêques à Kabgayi, massacre de prêtres, religieux(ses) et fidèles laïcs, profanations des églises…
Au terme des débats et délibérations des Pères synodaux, l’Afrique est (plus que jamais) apparue comme cet homme de la parabole évangélique, qui descendait de Jérusalem à Jéricho et que les bandits laissèrent à demi-mort au bord du chemin (cf. Lc 10,30 ss). En effet, à l’instar de cet homme, l’Afrique attendait le passage du Bon Samaritain qu’est le Christ Jésus.
Aussi les Pères Synodaux ont-ils voulu que le Synode soit un “Synode de résurrection”, un “Synode d’espérance et de réconfort pour l’Afrique: “Christ notre espérance est vivant, nous vivrons !”[6]
En effet, il ne suffisait pas de faire des constats et de prendre la mesure des drames de l’Afrique; encore fallait-il proposer des solutions et des remèdes, des orientations et des options pastorales susceptibles de raviver et de ranimer toute la vie de l’Église et des peuples d’Afrique. Voilà pourquoi les Pères synodaux ont pris, au Synode, l’engagement solennel de poursuivre sans désemparer la mission évangélisatrice de l’Église dans ses cinq dimensions qui sont: l’évangélisation, l’inculturation, le dialogue, la justice et la paix, les moyens de communication sociale. Et pour la mise en œuvre de cette mission, l’Assemblée synodale a choisi l’idée-force de l’Église-famille de Dieu. “La nouvelle évangélisation visera donc à édifier l’Église-famille, en excluant tout ethnocentrisme et tout particularisme excessif, en prônant la réconciliation et une vraie communion entre les différentes ethnies, en favorisant la solidarité et le partage en ce qui concerne le personnel et les ressources entre Églises particulières, sans considérations indues d’ordre ethnique.[7]
Grâce à la bienveillance et à la fidélité du Saint-Père, les idées maîtresses, les options, orientations et propositions de l’Assemblée synodale spéciale pour l’Afrique furent substantiellement “codifiés” dans l’exhortation post-synodale Ecclesia in Africa (1995). Il convient d’évaluer, à travers la réception de celle-ci, l’incidence théologique et pastorale du Synode spécial pour l’Afrique dans l’Église.

1. De la 1e à la 2e Assemblée Spéciale pour l’Afrique

1.1. La Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques a créé sans conteste une dynamique non seulement dans la vie de l’Église universelle du fait qu’elle était chronologiquement le premier synode continental, mais aussi dans celle de l’Église Catholique en Afrique. Dans ce dernier cas d’espèce, cette dynamique reposait d’abord sur les cinq thèmes-clés et leur pertinence dans la vie et l’évolution de l’Afrique; ensuite sur l’idée-force de l’Église-famille de Dieu, sans parler du kairos qu’offrait cette vision de l’Église pour la résolution des situations de guerres et de conflits que connaissait l’Afrique.

1.2. Croissance de l’Église Catholique en Afrique
À titre illustratif, nous donnons quelques statistiques susceptibles de montrer la croissance de l’Église pendant les treize ans qui suivirent la tenue de la Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique (1994-2007).

 

STATISTIQUES AFRIQUE 1994 2007 DIFFÉRENCE
Superficie 10.306780 Km² 10.306.780 Km²  
Population 705567000 943743000 + 238.176.000
Catholiques 102878000 164925000 + 61.047.000
Paroisses 9616 13298 + 3.682
Postes de mission avec prêtres 333 248 - 85
sans prêtres 72465 70805 - 1.660
autres centres 1720 4655 + 2.935
Total 84134 89006 + 4.872
Prêtres diocésains 13596 23154 + 9.558
religieux 10326 11504 + 1.178

Total

23922 34658 + 10.736

Religieux laïcs

6448 7921 + 1.473

Religieuses

46664 61886 + 15.222
Agents pastoraux Évêques (Arch. + Év.) 513 657 144
Prêtres (cf. supra)      
Religieux (ses) (cf. supra)      
Instituts séculiers Hommes 35 41 + 6
Femmes 355 537 + 182
Missionnaires laïcs 1847 3590 + 1.743
Catéchistes 299994 399932 + 99.938
Patriarches 1 1 -
Cardinaux 12 14 + 2
Archevêques 88 99 + 11
Évêques séculiers 277 394 +117
Évêques Religieux 117 155 + 38
Archevêques Religieux 15 25 + 10
Ordinations sacerdotales Prêtres diocésains 951 1349 + 398
Prêtres défroqués 29 40 + 11
Prêtres diocésains défunts 145 217 + 72
Total 1125 1606 + 481
Séminaires (Philosophie,  Théologie & Secondaire) religieux 541 643 + 102
diocésains 333 434 + 101
Total 874 1077 + 203
Séminaires (Philosophie,  Théologie) Séminaires 394 505 + 111
Foyers 152 138 - 14
Total 546 643 + 97
Baptêmes > 7 anni 2004099 2302158 + 298.059
< 7 anni 1057685 1102952 + 45.267
Total 3031784 3405110 + 343.326
Mariages entre catholiques 234953 280629  
entre catho. et non catho. 35568 37157 + 1.589
Total 270521 317786 + 47.265
Confirmations & 1e communions Confirmations 1274133 1550282 + 276.149
1e  communions 1417879 1699237 +281.358
Total 2692012 3249519 + 557.507

Ces statistiques montrent la vitalité et la croissance de l’Église en Afrique après la tenue du Synode en 1994. Celui-ci doit avoir été l’une des causes majeures sinon la cause principale de cette impulsion.
Une autre donnée à prendre en considération pour apprécier la vigueur de Église en Afrique est assurément la création de nouveaux diocèses: 80 de 1994 à 2009 (+ 5 préfectures apostoliques) sans compter les 24 diocèses devenus archidiocèses et les 6 diocèses in fieri transformés en diocèses à part entière. C’est ainsi que l’épiscopat africain est passé de 428 en 1994 à 528 en l’an 2009 soit une croissance de 23,5% . Si la croissance est généralisée certains pays se distinguent particulièrement, ainsi par ordre alphabétique: le Bénin (+45%), le Cameroun (+25%), l’Ethiopie/Erythrée (+45%)), le Ghana (+135%), le Kenya (+42%), le Nigéria (+43%), l’Ouganda (+15%), la République Centrafricaine (+50%) et le Togo (+75%). C’est ainsi que naturellement les Conférences épiscopales nationales ou internationales africaines sont passées de 34 en 1994 à 36 en 1998.[8]

Renouvellement des pasteurs en Afrique après l’Assemblée Spéciale pour l’Afrique
Pour les 190 membres évêques africains sur les 239 que comprenait l’assemblée synodale seulement 50 ont vu leur situation inchangée, alors que sur les 129 membres restant: 10 étaient créés Cardinaux (8,5%), 36 promus ou transférés (28,5%), 50 devenus émérites (38,5%) et 57 décédés (44%). Entre-temps, d’autres participants à l’événement synodal sont également devenus évêques: 2 membres prêtre, 4 experts, 1 auditeur et 3 assistants de la Secrétairerie Générale.
Sur l’ensemble du continent africain ce sont 520 évêques sur un total de 528 qui ont été nommés ou promus depuis la fin de la célébration synodale.[9] Ceci nous donne un taux de renouvellement encore plus élevé que celui des membres de l’Assemblée elle-même avec environ 98% dans un laps de temps très restreint (1994-2009).
Nouveaux Évêques en Afrique
Le premier chiffre entre parenthèses correspond au nombre des évêques nommés ou promus depuis la fin de l’Assemblée Spéciale pour l’Afrique alors que le second indique le nombre total des diocèses du pays. Les diocèses récemment créés sont indiqués par le chiffre qui suit ceux entre parenthèses.
- Afrique Méridionale: (22/29) + 1
- Afrique du Nord: (9/10)
- Angola et Sao Tomé: (24/18) + 4
- Bénin: (13/10) + 3
- Burkina Faso et Niger: (14/15) + 4
- Burundi: (9/9)
- Cameroun: (21/26) + 5
- CEDOI: (3/6) + 1
- Congo: (6/6) + 1
- Congo: (Rép. Dém. du) 53/51
- Côte d’Ivoire: (24/16) + 3- Égypte: (15/15) + 1
- Éthiopie et Érythrée: (12/13) + 4
- Gabon: (6/6) + 2
- Gambie et Sierra Leone: (3/4)
- Ghana: (22/19) + 11
- Guinée: (4/3)
- Guinée Équatoriale: (2/3)
- Kenya: (29/24) + 7
- Lesotho: (2/4)
- Liberia: (2/3)
- Madagascar: (26/20) + 3
- Malawi: (11/7)
- Mali: (4/6)
- Mozambique: (9/12) + 1
- Namibie: (2/3)
- Nigéria: (47/53) + 16
- Ouganda: (20/23) + 3
- République Centrafricaine: (8/9) + 3
- Rwanda: (9/9) + 1
- Sénégal, Cap-Vert, Mauritanie et Guinée Bissau: (10/12) + 3
- Soudan: (4/9)
- Tanzanie: (24/32)
- Tchad: (6/8) + 4
- Togo: (7/7) + 3
- Zambie: (7/10) + 1
- Zimbabwe: (8/8) + 1

 

 

Création de Diocèses Élévation en Archidiocèse Élévation en Diocèse

1994

9 12 1
1995 17 - 1
1996 4 - 1
1997 5 1 1
1998 5 - -
1999 5 4 1
2000 9 2 -
2001 6 1 -
2002 2 - 1
2003 4 1 -
2004 2 - -
2005 1 - -
2006 2 1 -
2007 4 2 -
2008 2 - -
2009 2 - -
Total 79 24 6

1.3. Éditions
Parmi les initiatives prises pour la mise à exécution des options de l’Assemblée Spéciale pour l’Afrique, il faut compter l’édition intégrale ou partielle de l’Exhortation post-synodale Ecclesia in Africa (EIAF) dans les principales langues utilisées pendant les travaux du SCEAM (anglais, français, portugais). Ces traductions permirent une meilleure connaissance des directives et options synodales, notamment grâce à la tenue des sessions pastorales incluant les fidèles à différents niveaux.

1.4. Structures pastorales
Autant le SCEAM que des conférences régionales et nationales tout comme des diocèses ont créé des structures pastorales ou d’étude pour l’application des directives et recommandations du Synode pour l’Afrique. Au niveau du SCEAM notamment, les statuts et le Règlement intérieur ont été amendés à cet effet.

1.5. Plans et programmes pastoraux
Au niveau continental, régional, national, diocésain, plusieurs ont élaboré des projets, des plans et des programmes pastoraux annuels, triennaux voire quinquennaux dans l’esprit du Synode spécial pour l’Afrique. Ces programmes étaient généralement contenus dans des lettres pastorales, des plaquettes ou opuscules qui en montrent les liens avec la pensée du Synode.

1.6. Dignes d’une mention spéciale sont les deux lettres pastorales des Assemblées plénières du SCEAM: “ L’Église en Afrique, une Église-famille”[10] et “ Christ est notre Paix: l’Église-famille de Dieu, lieu et sacrement de pardon, de réconciliation et de paix en Afrique”.[11]Tandis que la première lettre pastorale est un effort d’inculturation des valeurs familiales authentiques d’Afrique au regard des réalités ecclésiales, la deuxième, après avoir montré la différence et l’imbrication de la paix des hommes et celle qu’offrent le Christ et l’Église, donne un plan pastoral susceptible d’aider l’Église à assumer un rôle majeur dans la quête humaine de la paix en Afrique. On retiendra cette maxime devenue célèbre: “Le conflit, même latent, commence toujours lorsqu’un droit est violé ou bafoué”.[12]

1.7. Synodes
Dès 1994 et durant les années suivantes, beaucoup de diocèses et certaines conférences épiscopales ont tenu des assises synodales tantôt autour des thèmes mêmes du Synode spécial sur l’Afrique, tantôt autour d’un seul ou de deux thèmes. Le thème générique de “Évangélisation” a été aussi souvent retenu pour couvrir tous les secteurs. Une conférence épiscopale a organisé tous les 5 ans une session pastorale nationale sur l’évangélisation.

1.8. Congrès et symposiums
Des universités, des facultés ecclésiastiques et des associations bibliques et théologiques ont organisé des congrès et des symposiums soit sur l’évangélisation soit sur le thème-clé de l’Église-famille de Dieu ou encore sur la mission. Deux semaines théologiques sont restées célèbres: la première à Kinshasa, organisée par la Faculté de Théologie Catholique de Kinshasa sur l’Église-famille et l’Église-fraternité, en 1995, au cours de laquelle les études ont montré que de la Bible, notamment 1 P 2,17; 1 P 5,9, à la vie monastique jusqu’au 8e siècle, la vision de l’Église comme famille ou fraternité était usuelle et courante;[13] la deuxième à l’ICAO (Abidjan) en 1996, partant des sacramentaires léonien (Ve siècle), gélasien (Ve siècle) et grégorien (VIIe siècle) jusqu’à la réforme liturgique de Vatican II sans parler de la littérature théologique, a conclu que la conception de l’Église comme famille de Dieu n’était en fait qu’un retour aux sources de la foi chrétienne.[14] L’Association panafricaine des exégètes catholiques (APECA), d’un point de vue biblique a enrichi au cours de deux congrès (Ouagadougou, 1997),[15] et (Abuja, 1999)[16] le débat théologique sur l’Église-famille de Dieu. Il en est de même du Congrès missionnaire International “Tertio Millennio” (2005) à Kinshasa, où il a été constaté que le concept d’Église-famille était une importante contribution africaine en ecclésiologie.[17]
1.9. Vocabulaire théologique et pastoral
Il est heureux de constater que le vocable d’Église-famille de Dieu se fraie de plus en plus une place dans le vocabulaire théologique et pastoral de l’Église en Afrique et dans le monde, y compris dans le Magistère pontifical.[18]

1.10. Recherches théologiques et catéchétiques
Des recherches doctorales et catéchétiques ont été entreprises sur l’Église-famille de Dieu et sur la pensée du Synode spécial pour l’Afrique.

1.11. Trois conséquences directes de l’Assemblée synodale de 1994 furent: la mise sur pied à tous les niveaux de l’Église en Afrique (continental, national, diocésain, paroissial), des commissions Justice et paix ; la création des facultés de communication sociale au sein des universités catholiques, le lancement des chaînes de télévision et de radios rurales diocésaines; des commissions formelles ou informelles de dialogue œcuménique et interreligieux. Si l’on regrette, faute de moyens, de n’avoir pu mettre sur pied la Radio continentale africaine, on se réjouit par contre du rôle majeur joué par les commissions Justice et paix dans la formation civique et démocratique des citoyens ainsi que la préparation et le monitoring des élections dans divers pays africains.

1.12. Il y a lieu de déplorer aussi le peu d’enthousiasme soulevé dans l’Église locale africaine d’abord et d’autres Églises des pays développés à propos des moyens matériels nécessaires à l’auto-prise en charge des diocèses pauvres d’Afrique.[19] Il faut reconnaître qu’en dépit de la pauvreté des populations d’Afrique, une meilleure organisation des collectes pour les Œuvres pontificales missionnaires, le denier de Saint Pierre et l’auto-prise en charge des diocèses d’Afrique permettrait à l’Afrique de participer plus généreusement au financement de la mission de Jésus Christ dans le monde et “de produire des ressources, en vue de l’autofinancement progressif de nos Églises”.[20] Dans le même ordre d’idées, les Églises locales devraient s’efforcer d’assurer autant que possible le financement des structures ecclésiales qu’elles créent. De telles dispositions sont d’autant plus nécessaires que les organisations non-gouvernementales (ONG) de toute nature prolifèrent de plus en plus en Afrique et recourent pour leurs activités aux mêmes organismes d’entraide catholiques que les diocèses et les conférences épiscopales.

1.13. Dans le cadre de la promotion de la justice et de la paix, une conférence épiscopale a créé un Institut de la Paix, dont les initiatives de médiation pour la paix sont nombreuses et appréciées.

2. Perspectives de la convocation d’une Deuxième Assemblée Spéciale pour l’Afrique

2.1. Tout au long des années qui suivirent les assises de la Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique, le Conseil post-synodal de la Secrétairerie Générale du Synode a tenu régulièrement une réunion annuelle, au cours de laquelle il procédait à un tour d’horizon socio-pastoral de l’Église en Afrique.

2.2. Lors de sa 11e réunion des 18-19 juin 2003, le Conseil en est arrivé au constat que “la situation générale du continent, qui était déjà critique au moment de la phase de préparation de l’Assemblée spéciale, ne s’était guère améliorée, bien au contraire. La seule différence vient du fait que, suite à l’Exhortation post-synodale Ecclesia in Africa, l’Église locale dispose de l’instrument adéquat pour affronter et traiter ce problème”.[21]

2.3. Aussi le Conseil commença-t-il à envisager la programmation de la préparation de la 2e Assemblée spéciale pour l’Afrique. “La plupart des membres se rangèrent à l’avis d’une célébration de la deuxième Assemblée à 15 ans de la première et donc en 2009, après une préparation de 5 ans, permettant un travail d’approfondissement depuis la base et donc débutant dès 2004".

2.4. La première Assemblée synodale pour l’Afrique ayant examiné la situation sur le continent dans son ensemble, le Conseil post-synodal estima que la deuxième Assemblée devait se limiter à un aspect[22] plus restreint et d’une urgence particulière pour le futur du continent, p.ex. la paix, la justice et le pardon dans le contexte de l’Église-famille de Dieu, avec une formulation du type: “Pas de paix sans justice, pas de justice sans pardon (ou réconciliation)”, ou bien en soulignant le rôle de ferment qu’a l’Église en Afrique: “Église-famille de Dieu: ferment du monde nouveau”.[23]

2.5. Le 13 novembre 2004, le jour du 1650e anniversaire de la naissance de Saint Augustin, au cours d’une audience accordée aux Évêques d’Europe (CCEE) et d’Afrique (SCEAM), Sa Sainteté le Pape Jean-Paul II saisit cette opportunité pour annoncer son intention de convoquer une deuxième Assemblée spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques.
2.6. Il reviendra à Sa Sainteté le Pape Benoît XVI de finaliser cette intention en annonçant la convocation, au Vatican, du 4 au 25 octobre 2009, de la 2e Assemblée spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques autour du thème: “L’Église en Afrique au service de la réconciliation, de la justice et de la paix. Vous êtes le sel de la terre…Vous êtes la lumière du monde (Mt 5,13-14)”.

3. Dans la mouvance de la Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique

3.1. La deuxième assemblée synodale spéciale pour l’Afrique est dans la logique et la mouvance de la première assemblée de 1994. En effet, dès lors que l’Afrique évoluait dans un climat général de guerres et de conflits, on pouvait craindre que cette situation n’engendre une cascade d’actes de vengeance et de violence généralisée. Providentiellement, la première assemblée synodale avait assigné à l’évangélisation la mission d’édifier l’Église-Famille de Dieu, pour que les familles africaines deviennent des Églises domestiques et les sociétés africaines des sociétés-famille. Or d’une part on ne se tue pas entre membres d’une même famille. D’autre part, de par sa nature, l’Église-Famille Dieu se prête comme le lieu et le sacrement de pardon, de réconciliation et de paix, ainsi que nous l’enseigne l’évangile (Mt 16,19;18,17 ; Jn 20,22-23). Encore faut-il que l’église elle-même se présente au monde comme une communauté réconciliée capable d’influer sur la société et entraîner celle-ci dans une volonté de pardon, de réconciliation et de paix. Une deuxième assemblée synodale devrait donc achever l’œuvre commencée dans la première. Celle-ci appelait la deuxième assemblée synodale comme une conséquence et un complément.

4. Réconciliés dans l’Église-Famille de Dieu

4.1. Le vocable de réconciliation implique l’idée de “ re- couture” et de recomposition du tissu de relations humaines rompues pour l’une ou l’autre raison. Cette remise en harmonie s’exprime, suivant les langues, par l’idée fondamentale de “changement” actif et passif (allassô), de “ rassemblement” et de “réunion” (conciliare, reconciliare. Cfr Concilium), de “purification” et “d’expiation” (Yôm kippûr). En Afrique, la réconciliation comporte en plus le concept d’une remise en état de la cohésion clanique et familiale en vue de l’harmonie et de l’équilibre “total” du lignage et de la collectivité.
4.2. La “réconciliation chrétienne” va beaucoup plus loin, car elle appartient à la trilogie “ amour, pardon, réconciliation” qui, pour sa part, implique la gratuité à l’instar de l’amour de Dieu. De ce fait, elle participe de la radicalité évangélique (la loi nouvelle). Aussi l’Evangile peut-il nous inviter à aimer comme Dieu, c’est-à-dire autant nos amis que nos ennemis, les bons comme les mauvais, “afin d’être les fils de notre Père qui est aux cieux, car il fait lever son soleil sur les méchants et sur les bons, et fait tomber sa pluie sur les justes et les injustes (Mt 5, 44-45). Et Saint Paul d’ajouter: “En ceci Dieu prouve son amour envers nous: Christ est mort pour nous, alors que nous étions encore pécheurs (i.e. ennemis de Dieu) (Rom 5, 8.10).

4.3. Dans cette logique de la gratuité, le disciple du Christ doit laisser son offrande sur l’autel et aller d’abord se réconcilier avec son frère, avant de rentrer la présenter à Dieu (Mt 5, 23-24). Autrement dit, on ne peut attendre le pardon de Dieu et la réconciliation avec lui sans un cœur ouvert à l’amour et disposé au pardon et à la réconciliation à l’égard du prochain (cf. Mt 18, 23-35: le débiteur impitoyable)

4.4. En résumé, l’amour, le pardon et la réconciliation se déclenchent et s’offrent gratuitement, sans attendre au départ une contrepartie. Mais ils sont par nature si désintéressés qu’ils provoquent de soi la contrepartie. On ne peut, en effet, saisir les motivations profondes d’un tel amour sans rendre en retour un amour proportionnel. C’est toute la spiritualité de nos relations filiales avec Dieu notre Père.

4.5. C’est pourquoi l’idéal de la réconciliation, du pardon et de l’amour chrétien transcende les forces humaines. Il a besoin pour vivre, croitre et se parfaire de la force de l’Esprit Saint, Esprit d’amour répandu dans nos cœurs (Rm 5, 5; 8, 15), à travers l’économie sacramentaire de l’Église: “Vous donc, vous serez parfaits comme votre Père céleste est parfait” (Rm 5, 48). La réconciliation parfaite se déploie et se vit dans l’Église-Famille de Dieu qui, en tant que sacrement du salut de Dieu, est le lieu et l’instrument de la réconciliation et du pardon.

4.6. À la trilogie Amour, pardon et réconciliation est indissolublement liée cette autre: fraternité, justice et vérité. “La société toujours plus mondialisée nous rapproche, dit Benoît XVI, mais elle ne nous rend pas frères. La raison à elle seule est capable de comprendre l’égalité entre les hommes et d’établir une communauté de vie civique, mais elle ne parvient pas à créer la fraternité. Celle-ci naît d’une vocation transcendante de Dieu, qui nous a aimés en premier, nous enseignant par l’intermédiaire du Fils ce qu’est la charité fraternelle”.[24]

4.7. On ne peut se réconcilier que dans la vérité: la vérité matérielle des faits, la vérité formelle des dispositions intérieures des cœurs, lorsque “la bouche parle de l’abondance du cœur” (cf. Lc 6, 45) et que la parole donnée des protagonistes est véridique et n’entremêle pas le “oui” et le “non” (cf. Mt 5, 37). Ce n’est que dans ces conditions que les commissions “Vérité et réconciliation” peuvent faire œuvre utile dans la pacification des pays en conflit “ La vérité est, en effet, logos qui crée un dia-logos et donc une communication et une communion. En aidant les hommes à aller au-delà de leurs opinions et de leurs sensations subjectives, la vérité leur permet de dépasser les déterminismes culturels et historiques et de se rencontrer dans la reconnaissance de la substance et de la valeur des choses”.[25]

4.8. Une réconciliation dans le mensonge ne peut être une source de paix durable, pas plus qu’une réconciliation qui ignore les impératifs élémentaires de la justice. “Il n’y a pas de paix sans justice. Il n’y a pas de justice sans réconciliation”, disait Jean-Paul II dans son message pour la journée mondiale de Paix 2002. Et Benoît XVI dira: “dans la vérité, la paix!”.Une réconciliation sans la justice est une opération qui cause la frustration et laisse un arrière-gout d’inachevé. Une réconciliation sans la vérité fera toujours transparaître l’inadéquation des accords souscrits, provoquera des suspicions sur la sincérité des partenaires et compromettra la fidélité à la parole donnée.

5. Réconciliés “pour le salut de la multitude” (cf. Gn 45, 7-8. 14-15)

À ce propos, l’épisode biblique de Joseph vendu par ses frères peut éclairer le sens de la réconciliation. En effet, la route de l’esclavage de Joseph, fils de Jacob, vendu par ses frères (Gn 37, 12-28) se conclut par la réconciliation avec ses frères. Joseph interpréta ce départ en Egypte comme étant le fait de Dieu qui l’a envoyé avant eux (ses frères), pour sauver leurs vies pour une grande délivrance (Gn 45, 7); pour le “salut de la multitude” (litt: d’un peuple nombreux) (Gn 50, 20). Cet épisode, contextualisé dans la théologie biblique du cycle de l’Exode, nous donne, me semble-t-il, une clé herméneutique d’histoire du salut, susceptible de nous aider à comprendre, dans la foi, le sens profond des cinq derniers siècles de l’histoire humaine en général et de la “ Route de l’esclave” en particulier. Les quatre cent trente années d’esclavage du peuple hébreu en Egypte (Ex 12, 40) peuvent nous inciter à interpréter la tournure que prend la géopolitique contemporaine. Celle-ci paraît être l’aboutissement de la “Route de l’esclave” du XVè-XVIè siècle, considérée comme un plan de Dieu “pour le salut de la multitude”. Et si l’élection d’un Noir à la tête des États-Unis d’Amérique était un “ signal divin” et une alerte de l’Esprit Saint pour une réconciliation des races et des ethnies, pour des relations humaines pacifiées et pour que cesse “le partenariat de matières premières” pour un “ partenariat des matières grises” dans les relations nord-sud…! Le présent Synode et l’Église universelle gagneraient à ne pas ignorer cet événement primordial de l’histoire contemporaine, qui est loin d’être un jeu banal d’alliances politiques.

CONCLUSION

Il y a lieu de reconnaitre que l’esprit et la dynamique de la Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques ont donné une impulsion nouvelle à la vie et à la mission de l’Église en Afrique. Non seulement les Églises locales ont accueilli avec enthousiasme l’Exhortation post-synodale Ecclesia in Africa, qu’elles ont éditée et présentée, mais en outre elles en ont suivi les directives, les options et les orientations soit pour convoquer des synodes diocésains, nationaux ou régionaux, soit pour organiser des congrès, des symposiums ou des séminaires sur le thème-clé d’Église-famille de Dieu, ou encore pour élaborer des projets, des plans et des programmes pastoraux fondés sur ce même thème et contenus dans des lettres pastorales, des plaquettes ou des opuscule facilement maniables. Ces programmes pastoraux étaient conçus à tous les niveaux, du SCEAM aux Diocèses et aux commissions Justice et Paix.
À ce sujet, la lettre pastorale du SCEAM, intitulée “ Christ est notre Paix” (2001) aborda plus formellement la question des conflits armés et de la réconciliation en Afrique en considérant l’Église-famille de Dieu comme le lieu et le sacrement du pardon, de la réconciliation et de la paix en Afrique. Ce thème de la réconciliation et celui de l’Église- famille de Dieu ouvraient ainsi le chemin à la deuxième Assemblée synodale axée sur l’Église en Afrique au service de la réconciliation, de la justice et de la paix… “ Vous êtes le sel de la terre… Vous êtes la lumière du monde” (Mt 5, 13-14).
La Deuxième Assemblée Spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques est appelée à engager l’Église et la société en Afrique sur le chemin, du pardon, de la réconciliation et de la paix, grâce à la justice dans la vérité: “ réconciliés dans l’Église-famille de Dieu, pour le salut de la multitude”.
“ Enseigne-nous, Seigneur tes voies” (Ps 25/24, 4)”. “ Nous en appelons à toi, Seigneur, toi qui conduis la créature humaine à travers les conflits de ce monde. Fais aboutir les volontés de paix de notre temps, afin que tous les hommes puissent vivre heureux et te louer pour l’amour que tu donnes”.[26]

[1] EIAF, 5.
[2] EIAF, 6.
[3] Cf. Homélie d’ouverture du Pape Jean-Paul II.
[4] AAS 56, 1964, pp. 907-908.
[5] Jean-Paul II, Homélie de clôture du Synode des évêques, dans Doc. Cath. 91 (1994) 536.
[6] Message, n.1-2; EIAF, 13.
[7] EIAF, 63.
[8] 1994: 34 + 1 (C.E.D.O.I.); 2004: 36 + 1 (C.E.D.O.I.) - Namibie (96) - Libéria (98).
[9] Évêques nouvellement nommés ou promus (369); transférés (151) depuis la Première Assemblée Spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques.
[10] Document final de l’Assemblée plénière du SCEAM à Midrand (Johannesburg), du 21 au 27 septembre 1997, Edité à Accra, 1998.
[11] Document final de l’Assemblée plénière du SCEAM à Rocca du Papa, du 1er au 8 octobre 2000. Edité à Accra, 2001.
[12] “Christ est notre paix”…, n.109.
[13] AA. Église-Famille – Église-fraternité. Perspectives post-synodes. Actes de la 20ème Semaine théologique de Kinshasa, Kinshasa, FCK, 1997.
[14] AA. Foi, Culture et évangélisation en Afrique à l’aube du 3ème millénaire. Actes au Colloque spécial post-synode4, Abidjan, RICAO, 14-15, 1996.
[15] AA., L’Église-famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème Congrès de l’Association panafricaine des Exégètes catholiques. Mélanges Cardinal P. Zoungrana, Ouagadougou, 19 – 27 juillet 1997; Kinshasa, 1999.
[16] AA., L’Église – famille et perspectives bibliques. Actes du 9ème Congrès de l’Association panafricaine des Exégètes catholiques; Abidjan, 25 – 30 septembre 1999, Kinshasa, 2002.
[17] Tshibangu Th., “L’avenir de l’activité missionnaire” ad Gentes, Perspectives pour le 21ème siècle, Actes du Congrès international de missiologie “Tertio Millennio”, Kinshasa, Médiaspaul, 2005, p.
[18] Cf. Jean-Paul II, Pastores gregis, n. 59; Benoît XVI, Discours à l’audience publique du 7 février 2007 et celle du 15 octobre 2008).
[19] Cf. EIAF, n. 104.
[20] Ibid.
[21] Rapport de la 11e réunion du Conseil post-synodal, p. 4, II.
[22] Ibid.
[23] Cf. Rapport, ibid., pp. 4-5.
[24] Benoît XVI, Lettre encyclique Caritas in veritate, n. 19.
[25] Ibid, n.4.
[26] Oraison à None du jeudi de la deuxième Semaine du temps présent

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NKAFU NKEMNKIA M., Chiesa d’Africa: Sinode dei Vescovi, in Filosofia e Teologia (Napoli) 9 (1995) 166-169.
NTAKARUTIMANA E., Un Sinodo de los Obispos para Africa. despues?, in Misiones Extranjeras (Madrid) 144 (1994) 568-580.
ONAIYEKAN J., L’Église dans la Société à la lumière du Synode africain, in Spiritus (Paris) 35 (1994) 347-354.
ONWUBIKO O., The Vatican Venue and its Impact on the African Synod, in Bigard Theological Studies (Enugu) 15 (1995) 5-18.
QUENUM A., Comment vivre l’Exhortation apostolique post-synodale Ecclesia in Africa, in Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest (Abidjan) 13 (1996) 2-10.
ROSNER G., Ecclesia in Africa. Gedanken zum apostolischen Screiben Johaness Paul’s II. Nach der Africa-Synode, in Die Katholischen Missionen (Freiburg) 115 (1996) 8-13.
SARPONG P. K., Expectations, Outcome and Achievements of the Synod, in AA.VV., The African Synod: Documents, Reflections, Perspectives, Orbis Books. Maryknoll, New York 1996, pp. 220-226.
SCHOUVER P., Chronique d’un Synode, in Spiritus (Paris) 35 (1994) 340-346.SCHOUVER P., Ecclesia in Africa: point de vue d’un missionnaire, in Sedos Bulletin (Rome) 28 (1996) 10-20.
TRESOLDI E., II grande albero chiamato Africa. L’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, in La Rivista del Clero Italiano (Milano) 75 (1994) 444-454.
VANGHELUWE R., The African Synod: Experiences and Impressions, in Louvain Studies (Leuven) 2O (1995) 65-72.
VERDZEKOV P., Sinodo Africano: a Igreja na Africae sua missao evangelizadora rumo ao ano 2OOO –“Vos Sereis minhas testemunhas”, in Sedoc (Petropolis) 27 (1994) 62-77.

II. ÉVANGÉLISATION

A. MONOGRAPHIES
MUNONO MUYEMBE B., Église, évangelisation et promotion humaine. Le discours social des évêques africain. Etudes d’éthique chrétienne, Studien zur theologischen Ethik 63, Edition Universitaire Fribourg, Editions du cerf, Paris 1995.
BRUGGEMAN L., Un projet africain d’évangélisation. Pour un suivi du Synode. L’Église demain 13, Kinshasa 1997.

B. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
AA.VV., Foi, Culture et évangélisation en Afrique à l’aube du Troisième Millénaire, Spécial colloque post-synodal, Abidjan 18-20 avril 1996, in Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest (Abidjan) 14-15 (1996) 15-222.
DINH DUC DAO J., Prospettive missionarie dell’Africa alla luce dell’Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa (Unpublished Manuscript), Pont. Missionary Union International Secretariat, (Rome, C.I.A.M.), P.U.U., Rome 1996.
MROSO A. J., The Church in Africa and the New Evangelisation. A Theologico-pastoral Study of the Orientation of John Paul II, P. U.G., Rome 1996.
MURIUNGI D., Christian Moral Education People in the Teaching of John Paul II: Its Pastoral Application in the Association of Member Episcopal Conference in Eastern Africa, Dissertatio ad lauream in Pontificia Facultate Theologicae, P. U.S.C., Rome 1998.
MURAGE B., Evangelization and Inculturation of Marian Devotion Among the Agikuyu of Central Kenya in Nyeri Archdiocese Yesterday and Today, Dissertatio ad laurem in Pontificia Facultate Theologicae Marianum, 62, Roma, 1994.
UCHECHUKWU F., Moral Education in Nigeria (Reflections on the African Synod), Dissertatio ad licentiam in Pontificia Facultate Theologicae, P.U.S.C., Rome 1998.

C. ARTICLES ET CONFÉRENCES
CIPOLLINI A., Pour une nouvelle évangélisation en Afrique. Introduction à la réflexion sur certaines lignes de force émanant de l’Assemblée sur le Synode Africain et de l’Exhortation Apostolique post-synodale Ecclesia in Africa, in Cahier de réflexion (Mbalmayo) 2 (1996) 5-19.
DEFOUR G., Pour une Catéchèse au diapason du synode africain. L’homme en quête de son authenticité comme image de Dieu, in Telema (Kinshasa) 21/3-4 (1995) 67-77.
DINH DUC DAO J., Prospettive missionarie dell’Africa alla luce dell’Esortazione Apostalica Ecclesia in Africa, in Catechesi Missionaria (Roma) 12 (1996) 31-36.

III. INCULTURATION

A. MONOGRAPHIES
KABASELE LUMBALA F., Alliance avec le Christ en Afrique. Inculturation des rites religieux au Zaïre, Editions Karthala, Paris 1994.
KABASELE LUMBALA F., Liturgies africaines: l’enjeu culturel, ecclésial et théologique, in Recherche africaine de Théologie 14 , Facultés Catholiques de Kinshasa, Kinshasa 1996 .
IGWEGBE OKWUDILI I., Sacramental Theological Thinking in the African Symbolic Universe. Affinities With John Henry Newman, European University Studies, serie 23, theology vol. 525, Peter Lang, Frankurt/Main 1995.
NDI OKALLA J.-M., Inculturation et conversion. Africains et européens face au Synode des Églises d’Afrique, Editions Karthala, Paris 1994.
SHORTER A., Christianity and the African Imagination. After the African Synod Ressources for Inculturation, Paulines Publications Africa, Nairobi 1996.

B. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
ANGOUNOU J.C., Diverses approches africaines du sacrement du mariage à la lumière de la réflexion récente. Excepte ex dissertatione ad Doctoratum in Facultate Theologiae, P.U.G., Rome 1997.
CHARLES E.T, From Adaptation to Incarnation: A Study of the theology of Inculturation in the Teaching of the African Catholic Bishops (1969-1994) and Its Implications for Interreligious Dialogue and Human Promotion (Unpublished Doctoral Thesis), PUG, Rome 1996.
CHARLES E.T, Inculturating the Gospel in Africa: From Adaptation to Inculturation, P.U.G., Rome 1996.
CONFERENZA ITALIANA SUPERIORI MAGGIORI, Ufficio Missionario, Dal Sinodo per l’Africa: come si incultura il Vangelo. La vita consacrata si interroga, Roma 1995.
ESSOMBA F. A., Pour une proposition d’un rituel inculturé de mariage pour l’Église qui est au Cameroun. Une étude comparative entre l’OCM de 1991 et le rituel matrimonial de la Conférence épiscopale du Cameroun. Pars dissertationis ad Doctoratum Sacra Liturgiae assequendum in Pontificio Instituto Liturgico, Pont. Athenaeum S. Anselmi de Urbe, Rome 1997.
GUIDELINES FOR HEALING MINISTRY in the Catholic Church in Nigeria, Catholic Bishops’ Conference of Nigeria, Catholic Secretariat of Nigeria, Lagos 1997.
KABASELE LUMBALA F, Liturgies africaines: l’enjeu culturel, ecclésial et théologique in Recherches africaines de Théologie 14 , Facultés Catholiques de Kinshasa, Kinshasa 1996 .
KAHINDI CHARO P, Family as a Sanctuary of life. With a Special Reference to African Religious Moral Tradition ; Dissertatio ad Licentiam in Pontificia Facultate Theologicae Sanctae crucis. Rome 1998.
KAYONDO R., Towards a Rite of Christian Initiation of Adults for the Ganda in Uganda. A study of the inculturation of Symbols and Symbolisms for Christian Initiation, Dissertatio ad Doctoratum Sacra Liturgiae assequendum in Pont. Inst. Pont. Athenaeum S. Anselmi de Urbe, Rome 1994
KITSA BUUNDA D., Le Christ comme sagesse de Dieu dans la pensée négro-africaine. Essai sur les proverbes des bahunde, Extractum ex Dissertatione ad Doctoratum in Facultate Theologica P.U.U., Roma 1998.
MASINGANDA A. M., Du discours christologique à l’émergence d’ecclésiologie en contexte négro-africain. Pertinence doctrinale et contextuelle, Excerpta dissertatione ad Doctoratum in Facultae Theologiae PUG, Rome 1996.
MOTO D., Vers l’inculturation des rites sacrés bantu pour les diocèses du Shaba (Zaïre). Dissertatio ad Lauream in Theologica, Pontifica Facultas Theologica Theresianum, Rome 1997.
MURAGE B., Evangelization and Inculturation of Marian Devotion Among the Agikuyu of Central Kenya in Nyeri Archdiocese Yesterday and Today, Dissertatio ad Laurem in Pontificia Facultate Theologicae Marianum, 62, Roma 1994.
NWEKE Benard, Igbo System of Kinship and Family: a Christian Response, dissertation ad doctoratum in Facultate Theologiae, P.U.S.C., Rome 1998.
OBORJI F. A., Trends in African Theology Since Vatican II. A Missiological Orientation, dissertation ad doctoratum in Facultate Missiologiae, P.U.U., Rome 1998.
OKIKE OHA B., The Need for Mission Through Inculturation and Dialogue in Nigeria, extractum ex dissertatione ad Doctoratum in facultate Missiologiae, P.U.U., Rome 1995.
OKUCU L., The “Liturgical Ministry” of the Lay Catechist. A Theological and Liturgical Study of the Ministry of the Lay Catechist with Special Reference to Uganda. Excerpta dissertatione ad Doctoratum Sacrae Liturgiae assequendum in Pontificio Instituto Liturgico, Rome 1997.
OSUJI ACHULIKE B., The African Concept of Community: a Basis for the Inculturation of Religious Community Life in the Apostolic Religious Institutes in Africa. Excerpta ex Dissertatione ad Doctoratum in Facultatae Theologiae, P.U.G., Roma 1996.

C. ARTICLES ET CONFÉRENCES
ABENG N., La pastorale de la famille – l’inculturation – l’ecclésiologie. Après le Synode des Évêques pour l’Afrique, in Revue Africaine de Théologie (Kinshasa) 18 (1994) 51-64.
Assembly for Africa and Inculturation, in Studia Missionalia 44 (1995) 275-285, PUG, Rome.
BOKA DI MPASI L., Gli antenati mediatori in Africa ,in La Civiltà Cattolica (Roma) 145 (1994) 348-371
BOKA DI MPASI L., Les ancêtres médiateurs, in Telema (Kinshasa) 2 (1995) 61-70.
DI SALVATORE G., L’image de l’Église-famille dans l’Exhortation Apostolique Ecclesia in Africa. Eléments de Réflexion sur une application de l’inculturation, in Cahiers de Réflexion (Mbalmayo) 2 (1996) 41-69.
GIRAUDO C., Prière eucharistique et inculturation. Jalons pour le Synode d’Afrique et de Madagascar, in Nouvelle Revue Théologique (Namur) 116 (1994) 181-200.
GRASSO E., The Process of Inculturation in the Light of the Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa, in Omnis Terra (Roma) 29 (1995) 436-442.
GRASSO E., II Processo dell’Inculturazione alla luce dell’Esortazione apostolica Ecclesia in Afrique, in Omnis Terra (Roma) 14 (1996) 90-95.
GRASSO E., El Proceso de Inculturacion a la luz de la Exhortacion apostolica Ecclesia in Afrique, in Iglesia,Pueblos y Culturas (Quito) 8/39 (1995) 21-34.
GRASSO E., Le Processus d’Inculturation à la lumière de l’Exhortation apostolique Ecclesia in Africa, in Cahiers de Réflexions (Mbalmayo) 2 (1996) 19-40.
GWEMBE E.P., La piété envers les ancêtres dans la religion africaine, in Telema (Kinshasa) 2 (1995) 53-60.
INCARNATION (THE) OF CHRIST IN THE AFRICAN FAMILY.The Tanzania Church implements the African Synod, in Catholic international (Baltimore) 8 (1997) 92-93.
KABASELE LUMBALA F., Célébration Africaine de l’envoi en mission (rituel), in Revue africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 3 (1996) 187-200.
KÜSTER V.,¨…and Foolishness to Gentiles¨. Images of Christ from Africa and Asia, in Mission Studies (Sankt Augustin) 12/23 (1995) 95-112.
LAPOINTE E. , African’s Ancestors Veneration and Christian Worship, in Mission (Ottawa) 2 (1995) 253-278.
MBUKA C., Chiesa ¨Famiglia di Dio¨: comunione e dialogo. Elementi di inculturazione, in C.I.S.M., Dal Sinodo per l’Africa: come si incultura il Vangelo, Roma 1995, p.69-75.
MEDDI L., Dal Sinodo una spinta all’inculturazione, in Catechesi missionaria (Roma) 12 (1996) 25-30.
MIMBU KILOL H., Quels rites et symboles dans les liturgies africaines ?, in Revue africaine des Sciences de la mission (Kinshasa) 3 (1996) 87-120.
OGUEJIFOR J. O., Ecclesia in Africa and the Truth about Inculturation, in Bigard Theology Studies (Enugu) 17 (1997) 61-70.
OKOYE J., African Theology, in MÜLLER K., Dictionary of Mission: Theology, History, Perspective, Orbis Books, Maryknoll, New York 1997, pp.9-17
OKOYE J., Inculturation and Theology in Africa, in Mission Studies (Hambourg) 14 (1997) 64-83.
OWAN KRIS J., The African, the Spirit-world and the Crave for Survival and Success: Post-synodal Reflecions, in Bigard Theological Studies (Enugu) 17 (1997) 23-43.
SPIRITUALITY DEPARTMENT, A Search for an Authentic African Christian Spirituality, in African Christian Studies (Nairobi) 10/1 (1994) 38-55.
WIJSEN F., All People See the Same Sun. Liturgy in Africa Between Inculturation and Syncretism, in Questions liturgiques (Leuven) 77/1-2 (1996) 77-95.

IV. ÉGLISE-FAMILLE DE DIEU

A. CONTRIBUTIONS DE L’APECA ET DES FACULTÉS DE THÉOLOGIE
ATAL, D., La fraternité dans le Nouveau Testament, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.181-198.
BITOTO, N., Foi, culture et évangélisation en Afrique à l’aube du 3e millénaire, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.47-60.
BUETUBELA, P., Église-Fraternité selon le Nouveau Testament. Enquête exégétique dans les synoptiques et les épitres pauliniennes, dans Église-Famille;Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.199-209.
BUETUBELA, P, “ L’enfant et sa mère”: Signification ecclésiale de la maternité de Marie, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème Congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.113-119.
DABIRE, J. M., L’Église-Famille de Dieu, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.81-119.
DE HAES, R., L’Église comme communion selon Vatican II, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.255-264.
DIOUF, J. N., La nouvelle naissance dans le Prologue de Saint Jean (Jn 1, 11-13), dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.99-112.
DJITANGAR, E., “D’Egypte, j’ai appelé mon fils”. Flashes sur Mt 2, 13-23, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.121-126.
DUJARIER, M., L’Église-fraternité chez les Pères de l’Église, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.213-221.
ESUA, C.F., Biblical Foundations of the Church as Family, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.31-40.
GAMBEMBO G., La famille africaine: cellule vitale, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.23-29.
HOLTER, K., Relating Africa and the Old Testament on the Polygamy Issue, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.61-71.KABASELE L., Les ressorts liturgiques du concept “Église-famille”, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.357-364KANYAMACHUMBI, P., La famille traditionnelle africaine: un paradigme socio-politique très précieux, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.43-61
KEMDIRIM, P.O., The Role of Women in luke and the Africain Image of Mother, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du neuvième Congrès de l’APECA, Kinshasa, Saint Paul, 2002, p.33-42
KIBANGA M., La vie familiale comme lieu d’émergence de l’Église-famille, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.331-341
KISIMBA N., L’Église-famille et ministères, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.265-283
LUDIONGO N., Les dimensions canoniques de l’Église-famille, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.365-377
MALU N., L’identité chrétienne de la famille dans l’Église et dans la société, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.285-291
MANGONI T., La solidarité dans la tradition africaine, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.119-127
M’BARGA, J., Église-Famille et défis dans la nouvelle Evangélisation en Afrique, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.151-170
MATAND, J. B., La solidarité fraternelle de Jésus avec les croyants. Lecture rhétorico-exégétique de He 2, 5-16, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du neuvième Congrès de l’APECA, Kinshasa, Saint Paul, 2002, p.67-88.
MATAND, J. B., “Le Christ est ressuscité d’entre les morts, prémices de ceux qui se sont endormis” (1Co 15, 20). Appartenance au Christ et liens familiaux au village des ancêtres, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.127-150.
MBAYA M., La solidarité africaine à l’épreuve du temps, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.63-74.
MONSENGWO, L., “Église-famille et images bibliques de l’Église à l’aube du 3e millénaire”, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.121-138
MONSENGWO, L., L’ayant droit dans l’Ecriture. Le cas de Joseph (Gn 37; 39-41), dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du neuvième Congrès de l’APECA, Kinshasa, Saint Paul, 2002, p.43-56.
MONSENGWO, L., L’ayant droit dans l’Ecriture Sainte, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.73-87.
MPONGO, L., Les dimensions liturgiques de la famille, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.345-356.
MUGARUKA, R., “Église, famille de Dieu” dans le Nouveau Testament. Approche lexicographique, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.161-168.
MUKENDI W. M., Famille africaine: cellule de base, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.31-42.
MUKENI B., La solidarité dans la tradition africaine. Une approche psychologique, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.109-117.
MUKUNA M., Les modèles d’Église du Moyen-âge au Concile Vatican II, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.239-253.
NGIMBI B., La famille africaine, lieu d’humanité (valeur et respect de la vie): le dynamisme de la famille Yombe urbaine, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.83-90.
NGOY M., Le visage de la famille dans l’Ancien testament, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.131-160.
NGUAPITSHI K., Modèle d’Église dans la tradition kimbanguiste, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.323-330.
NIMY, B., La famille africaine, lieu d’humanité (valeur et respect de la vie), dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.91-107.
NTEDIKA K., L’Église-famille chez les Pères de l’Église, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.223-237.
NWAORU, E.O., Old Testament Perspectives on Bride-Price: Meaming for the African Church as Family, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du neuvième Congrès de l’APECA, Kinshasa, Saint Paul, 2002, p.21-32.
NYEME Tese, L’Église-famille: une chance pour l’Afrique, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.379-384.
ONAIYEKAN, J., The Church: Family of God on Earth, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.41-50.
RUHAMANYI, D., “…Il les créa mâle et femelle” (Gn 1, 27b). Vocation communionnelle du couple humain, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.51-60.
SANON, A., T., “Articulation entre foi et culture en vue de l’évangélisation”, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.33-46.
SANOU, L.K., Les généalogies de Jésus Christ dans le Nouveau Testament, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.89-97.
SARAH, R., La fraternité dans l’Ancien Testament, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p. 169-179.
SINSIN, B. J., Foi et inculturation en Afrique, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.177- 201.
SOME, J. M., L’Église-Famille de Dieu, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.67-80.STANDAERT, B., La première épitre de Pierre ou l’apologie d’une Église humble et joyeuse, dans l’Église-Famille et perspectives bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.151-169.
TSHUNGU B., La solidarité africaine à l’épreuve du temps, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.75-81.
UMEAGUDOSU, M.A., The Legal Role of the Church in the new Testament, dans l’Église-Famille et Perspectives Bibliques. Actes du 8ème congrès de l’APECA. Mélanges Cardinal Paul ZOUNGRANA. Kinshasa, Saint Paul, 1999, p.171-180.
UMOREN, A.I., “One Heart and Soul” Actes 4: 32): Familial Unity in the Primitive Church and contemporary African Church, dans l’Église-Famille et perspectives bobliques. Actes du neuvième Congrès de l’APECA, Kinshasa, Saint Paul, 2002, p.57-65.
WASWANDI K., L’Église-famille, initiatrice d’une vie nouvelle, dans Église-Famille; Église-Fraternité. Perspectives post-synodales. Actes de la 20ème Semaine Théologique de Kinshasa, Kinshasa, F.C.K, 1997, p.295-322.
YANOOGO, B., “Église-famille en Afrique: Originalité du concept”, dans Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest, n°14-15 (1996), p.139-150.

B. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
AA.VV., Foi, culture et évangélisation en Afrique à l’aube du troisième Millénaire, Spécial colloque post-synodal, Abidjan 18-20 avril 1996, in Revue de l’institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest (Abidjan) 14-15 (1996) 15-222.
OBORJI F. A., Trends in African Theology Since Vatican II. A Missiological Orientation, dissertation ad doctoratum in Facultate Missiologiae, P.U.U., Rome 1998.
ISRAEL J., The Church as Family: a Theologoical Pastoral Study with Reference to African Synod, dissertato ad doctoratum in Facultate Thelogiae, P.U.L., Rome 1998.

C. ARTICLES ET CONFÉRENCES
AFONSO C., Sinodo africano: a Igreja-familia, in Boa Nova (Cucujäes) 70/801 (1994) 16-18.
ARINZE F., Reflecting on Church as Family, Introduction to the Symposium organized by the Association of Nigerian Priests and religious in Rome on “The Church as the Family of God”, Collegio San Paolo, Rome 19 Febuary 1995.
BALLONG-WEN-MEWUDA J-B., The Church As Family, Symposium of the Association of Nigerian Priests and, religious in Rome on “The Church as the Family of God”, Collegio San Paolo, Rome 19 Febuary 1995.
CLERICI L., The Church as Family: African Church communities as Families of Jesus and of God, a Biblical and Ecclesiological Reflection, in African Christian Studies (Nairobi) 11 (1995) 27-45.
DI SALVATORE G., L’image de l’Église-famille dans l’Exhortation Apostolique Ecclesia in Africa. Eléments de réflexion sur une application de l’inculturation, in Cahiers de Réflexion (Mbalmayo) 2 (1996) 41-69.
EGBULEFU OKORO J., Chiesa –Famiglia per l’Africa, in Mondo e Missione (Milano) 123 (1994) 437-441.
EGBULEFU OKORO J., A Christology of Church As Family of God, Symposium of Association of Nigerian Priests and religious in Rome on ‘ The Church as the Family of God” Collegio San Paolo, Rome 19 February 1995.
ÉGLISE-FAMILLE; ÉGLISE-FRATERNITÉ. Perspectives post-synodales. Actes de la XXe semaine théologique de Kinshasa (26.XI-2.XII.1995), Facultés Catholiques de Kinshasa, Kinshasa 1997, 397pp.ÉVÊQUES DU CONGO, Message aux chrétiens et aux hommes de bonne volonté “Église-Famille et développement”; in Weltkirche (München) 1995, 163-165.
HEALEY J. G, Church-as-family and SCCs Themes from the Africa Synod, in African Ecclesial Review (Eldoret) 37 (1995) 44-46.
KABASELE LUMBALA F., Ressort et perspectives d’une Église-Famille en Afrique, in Revue Africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 2 (1995) 19-28.
KABASELE LUMBALA F., La Chiesa-Famiglia in Africa, in Concilium (Brescia) 31(1995) 719-725, English ed., p.93-109
MALU NYIMIM., Église-Famille / Église-fraternité. Proposition synodale d’une ecclésiologie dynamique en Afrique, in Revue Africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 3 (1996) 95-106.
MANHAEGHE E., Familie van God in de Afrikaanse stad., in KerK en Missie (Brussel) 73/184 (1996) 18-21.
MBUKA C., Chiesa “ Famiglia di Dio”: comunione e dialogo. Elementi di inculturazione, in C.I.S.M., Dal Sinodo per l’Africa: come si incultura il Vangelo, Roma 1995, p.69-75.
NOTHOMB D., L’Église-Famille: concept-clé du Synode des Évêques pour l’Afrique , in Nouvelle Revue Théologique (Tournai) 117 (1995) 44-64.
OKEKE H. O., From ‘Domestic Church’ to ‘Family of God’ the Christian Family in the African Synod, in Neue Zeitschrift fur Missioswissenschaft (Immensee) 52 (1996) 193-207.
OROBATOR E., Perspectives and Trends in Contemporary African Ecclesiology, in Studia Missionalia (Roma) 45 (1996) 267-281.
OROBATOR E., Leadership and Ministry in the Church-as-family. An Essay on Alternative Models, in Hekima Review (Nairobi) 17 (1997) 7-18.

V. DIALOGUE

A. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
CHARLES E.T., From Adaptation to Incarnation: A study of the theology of incluturation in the Teaching of the African Catholic Bishops (1969-1994) and its implications of interreligious Dialogue and Human Promotion (inpublished Doctoral Thesis), PUG,Rome 1996
ILUNGA M., Christianisme negro-africain et dialogue interculturel, jalons pour une nouvelle missiologie en Afrique noire ‘Francophone’, Excerpta ex dissertatione ad doctoratum in Facultate Missiologiae,P.U.G., Rome 1994
OBORJI F. A., Trends in African Theology Since Vatican II. A Missiological Orientation, dissertation ad doctoratum in Facultate Missiologiae, P.U.U., Rome 1998.
OKIKE OHA B., The Need for Mission Through Inculturation and Dialogue in Nigeria, Extractum ex dissertation ad Doctoratum in Facultate Missiologiaae, P.U.U., Rome, 1995.

B. ARTICLES ET CONFÉRENCES
KAYITAKIBGA M., II dialogo con le religioni tradizionali africane, in AA.VV., Religioni e Sètte nel mondo: Religioni Tradizionali Africane, Revista Trimestrale di Cultura religiosa, settembre 1996, pp. 102-110.
MBUKA C., Al Sinodo per l’Africa: annuncio e dialogo interreligioso, una comprensione inclusiva, in Omnis Terra (Roma) 13 (1995) 266-275; English in Omnis Terra (Roma) 29 (1995) 16-25; Français in Omnis Terra (Roma) 34 (1995) 29-38; Español in Omnis Terra (Roma) 27 (1995) 392-396.

VI. DÉVELOPPEMENT HUMAIN

A. MONOGRAPHIES MUNONO MUYEMBE B., Église, évangélisation et promotion humaine. Le discours social des évêques africains. Etudes d’éthique chrétienne, Studien zur theologischen Ethik 63, Editions Universitaires Fribourg, Editions du Cerf, Paris 1995.
MUSOPOLE A. C., Being Human in Africa. Toward an African Christian Anthropology, American University Studies, series 11, P. Lang, New York, Berlin 1994.

B. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
CHARLES E.T., From Adaptation to Incarnation: A Study of the Theology of Inculturation in the Teaching of the African Catholic Bishops (1969-1994) and Its Implications for Interreligious Dialogue and Human Promotion (Unpublished Doctoral Thesis), PUG, Rome 1996.
SANO J.-B., La dignité de la personne humaine comme paramètre incontournable pour la mission évangélisatrice de l’Église en Afrique. Une relecture de l’Exhortation apostolique post-synodale Ecclesia in Africa, dissertatio ad Doctoratum in Facultate Theologiae, P.U.U., Rome 1997.

C. ARTICLES ET CONFÉRENCES
ÉVÊQUES DU CONGO, Message aux chrétiens et aux hommes de bonne volonté “Église-Famille et développement”, in Weltkirche (München) 1995, 163-165.
HENRIOT P.J., Development in the Light of the African Synod: An Alternative to the Structural Adjustment Program, in Catholic International 7 (1996) 6/7, pp. 285-294.
IKE O., La Dottrina sociale della Chiesa in Africa, in La Società (Verona) 6 (1996) 697-723.
LWAMINDA P., The African Synod and the Development, in African Ecclesial Review (Eldoret) 37 (1995) 278-291.
OPENIBO V., Ecclesia in Africa. Post-synodal Apostolic Exhortation of Pope John Paul II: an African Woman’s View, in Sedos Bulletin (Rome) 28 (1996) 3-9.
OTIENO A. O., The Role of the Church in Development in the light of the African Synod, in African Ecclesial Review (Eldoret) 37 (1995) 342-352.
SARRAF J., La liberté de la femme passe par sa liberté. Le Synode africain donne le ton, in Telema (Kinshasa) 21/3-4 (1995) 20-22.

VII. MOYENS DE COMMUNICATION SOCIALE

ARTICLE
FANIRAN OLADEJO J., The Challenges of the African Synod to Catholic Journalists, in Vidyajyoti (Delhi) 59 (1995) 46-53.

VIII. AGENTS ET STRUCTURES D’ÉVANGÉLISATION

A. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
ANUSIONWU V., The Role of the laity in Missionary Activity of the Church in Igboland of Nigeria: A Historical And Pastoral Approach, Extractum ex dissertatione ad doctoratum in Facultate Missiologiae P.U.U., Rome 1994.
ATADANA J. A., The Diocesan Bishop as the Chief Administrator of a Particular Church with Particular Reference to Ghana, Dissertatione ad doctoratum in Facultate luris Canonici, P.U.U., Rome 1995.
FEMI OSEGBOUN R., The Catechist in The Church According to the Special Assembly for Africa of the Synod Of Bishops (1994). Implications for Ekiti diocese in Nigeria, Doctoral Thesis P.U.S., Rome 1996.
KIYINDA-MITYANA DIOCESE, Pastoral Co-Ordinator’s General Report on Building Basic Small Communities, August 1997.
KIYINDA-MITYANA DIOCESE, Pastoral Co-Ordinator’s Report On Future Parishes 1997/1998, October 1997.

B. ARTICLES ET CONFÉRENCES
ABENG N., La pastorale de la famille – l’inculturation – l’ecclésiologie. Après le Synode des Évêques pour l’Afrique, in Revue Africaine de Théologie (Kinshasa) 18 (1994) 51-64.
IBWENWANNE F., Schools of Evangelization in Nigeria, in GBUJI A., New Evangelization in Nigeria, Kmensuo Educational Publishers, Onitsha 1994, pp.155-172.
KPODA D., Le Burkina à l’heure du Catéchisme catholique et du Synode, in Le Calao (Bobo-Dioulasso)100 (1995) 7-8.
LWAMINDA Peter, The African Synod and the family, in African Christian Studies (Nairobi) 11 (1995) 46-53.
MBUKA C., Chiesa Sinodo per l’Africa. Provocazioni alla vita religiosa, in C.I.S.M., Dal Sinodo per l’Africa: come si incultura il Vangelo, Roma 1995, p.69-75.
MRINGI A., Ecclesiology, Structures and Activities Within Small Christian Communities, in The Jurist 56 (1996) 200-240.
UZUKWU E.E., The Birth and Development of a Local Church, in AA. VV., The African Synod: Documents, Reflections, Perspectives, Orbis Books. Maryknoll, New York 1996, pp.3-8.
ZAGO M., La vita consacrata al Sinodo sull’Africa, in Omnis Terra (Roma) 12 (1994) 134-140, English, in Omnis Terra (Rome) 28 (1994) 297-303, Français, in Omnis Terra (Rome) 33 (1994) 293-299, Español, in Omnis Terra (Roma) 26 (1994) 297-303.
ZAGO M., Religieux dans l’Église africaine à la lumière des Synodes sur l’Église en Afrique et sur la vie consacrée, in Omnis Terra (Rome) 31 (1997) 231-240; English, in Omnis Terra (Rome) 31 (1997) 231-237.
ZAGO M., Religieux dans l’Église africaine à la lumière des Synodes sur l’Église en Afrique et sur la vie consacrée, in Revue Africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 3 (1996) 81-94.

IX. JUSTICE ET PAIX

A. MONOGRAPHIES
K’ASHA N.N., Rôle de l’Église dans la démocratisation de l’Afrique subsaharienne: une étude juridique, P.U.L., Rome 1997.
MBYEMEIRE J.P., A Theological Analysis of the Problem of Justice and Peace: the Contribution of the Special Synod for Africa and the Church in Uganda, P.U.U., Rome 1997.

B. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
SSERUNJOGI J., Self-Support of the Local Church based on Canon 222§ 1-2 and the Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa –With Special Reference to Uganda, Dissertation ad doctoratum in Facultate luris Canonici, P.U.U., Rome 1998.
KITENGIE R., Les enjeux de la crise morale en Afrique. Propos social des Pères du Synode Africain, dissertatio ad Licentiam in Facultate Theologiae, P.U.S.C., Rome 1998.

C. ARTICLES ET CONFÉRENCES
CHIROMBA F., The Life of the Church, in AA.VV., The African Synod: Documents, Reflections, Perspectives, Orbis Books. Maryknoll, New York 1996, pp. 9-13.
HENRIOT P.J., Development in the light of the African Synod: An Alternative to the Structural Adjustment Program, in Catholic International 7 (1996) 6/7, pp.285-294.
KABANGU J. M., Les fondements théologiques des droits humains selon le S.C.E.A.M., in Revue Africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 3 (1996) 69-79.
KPOGO L., Sur les traces des limites du Synode des Évêques pour l’Afrique. Le problème de la justice et de la paix, in Revue de l’Institut Catholique de l’Afrique de l’Ouest (Abidjan) 7 (1994) 45-55.
LWAMINDA P., The African Synod and the Development, in African Ecclesial Review (Eldoret) 37 (1995) 278-291.
M’BOKOLO E., L’évolution démocratique de l’Afrique des Conférences nationales et le rôle des Églises, in Revue Africaine des Sciences de la Mission (Kinshasa) 2 (1995) 51-94.
NKAFU NKEMNIA M., La dottrina sociale della Chiesa al Sinodo per l’Africa, in La Società 4 (1994) 563-581.
OTIENO A. O., The Role of the Church in Development in the Light of the African Synod, in African Ecclesial Review (Eldoret) 36/5 (1994) 342-352.
UKPONG J. S., Option for the Poor: A modern Challenge for the Church in Africa, in African Ecclesial Review (Eldoret) 36/5 (1994) 350-365.
WALIGGO J-M., The Synod of Hope at a Time of Crisis in Africa, in AA.VV., The African Synod: Documents, Reflections, Perspectives, Orbis Books. Maryknoll, New York 1996, pp. 199-210.

X. SOLIDARITÉ

A. ÉTUDES, THÈSES DOCTORALES
SSERUNJOBI J., Self-Support of the Local Church based on Canon 222§ 1-2 and the Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa -With Special Reference to Uganda, dissertation ad doctoratum in Facultate luris Canonici, P.U.U., Rome 1998.
KITENGIE R., Les enjeux de la crise morale en Afrique. Propos social des Pères du Synode Africain, dissertation ad Licentiam in Facultate Theologiae, P.U.S.C., Rome 1998.

B. ARTICLES ET CONFÉRENCES
GRASSO E., Les défis que posent à l’Europe l’Exhortation apostolique Ecclesia in Africa, in Cahiers de Réflexions (Mbalmayo) 2 (1996) 70-76.
IKE O., La Dottrina sociale della Chiesa in Africa, in La Società (Verona) 6 (1996) 697-723.
KARAMAGA A., Selfhood of the Church in Africa, in Current Dialogue (Geneva) 27 (1994) 41-48.
KAWEESA B. M., Will the Economic Factor Shrink or Thrive the African Church of the Year 2000?, in Catholic News Report 2/4 (1997) 23-25.
KEMBO G., Toute communauté ecclésiale doit tendre à la maturité. Problèmes d’autosuffisance des Églises africaines, in Telema (Kinshasa) 21/3-4 (1995) 7-11.
KIMARYO R., A Call to Africa to Shake off the Dependent Syndrome in African Ecclesial Review 39/1 (1997) 29-36.
KIYINDA-MITYANA DIOCESE, SYNOD II 1997, Structures of Administration, 1997.
KIYINDA-MITYANA DIOCESE, Social and Economic Development Department, General Report, August 1997.
NWATU F., The Church’s Prophetic Role in Africa’s Search for Selfhood, in African Ecclesial Review (Eldoret) 38 (1996) 172-187.
SCHLICK J., Vers une autonomie financière des Églises catholiques romaines d’Afrique subsaharienne ? Réalisations pastorales et institutionnelles après Ecclesia in Africa, in Praxis juridique et Religion (Nordheim) 12-13 (1995-96) 5-58.
VANDAME C., Financement des Églises d’Afrique à partir de l’Église qui est au Tchad, in Telema (Kinshasa) 21/3-4 (1995) 16-19.
[00012-03.55] [RE000] [Texte original: français]

AVVISI

-CALENDARIO DEI LAVORI
-CONFERENZA STAMPA
- “BRIEFING”
- “POOL”
- BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM
- COPERTURA TV IN DIRETTA
- NOTIZIARIO TELEFONICO
- ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

CALENDARIO DEI LAVORI

Una delegazione di padri sinodali sarà ricevuta in Campidoglio dal sindaco di Roma, on. Gianni Alemanno. L'incontro è previsto per dopodomani, 7 ottobre 2009 alle ore 9:30, in vista della giornata che il Comune di Roma dedicherà all'Africa. Il prossimo 19 ottobre, infatti, è previsto un Convegno nella Sala della Protomoteca in Campidoglio (dalle ore 9 alle ore 13), che avrà per tema "Africa: quale partnership per la riconciliazione, la giustizia e la pace?". In serata, inoltre, un concerto-recital (alle ore 21) presso l'Auditorium della Conciliazione, dal titolo "Africa: Croce in mezzo al mare".

I partecipanti alla II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, assisteranno al concerto "I giovani contro la guerra - 1939-2009", previsto giovedì 8 ottobre 2009 alle ore 18:30 presso l'Auditorium della Conciliazione di Roma, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI. L'evento, in occasione del 70° anniversario dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, dall'Ambasciata tedesca presso la Santa Sede e dal KulturForum di Mainau. Patrocina il Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose. Finanziano enti italiani e tedeschi. L'orchestra composta da giovani musicisti provenienti da 10 nazioni, proporrà brani musicali di Gustav Mahler e di Felix Mendelssohn Bartholdy, entrambi compositori ebrei di nascita, poi battezzati. Mahler e Mendelssohn, rispettivamente cattolico e protestante, sperimentarono l'antisemitismo. Per l'occasione, la Congregazione Generale del pomeriggio, sarà sospesa alle ore 17:00.

[00023-01.05] [00000] [Testo originale: italiano]

CONFERENZA STAMPA

La seconda Conferenza Stampa sui lavori sinodali (con la traduzione simultanea in italiano, inglese, francese e portoghese) si terrà nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede mercoledì 14 ottobre 2009 (dopo la Relatio post disceptationem), alle ore 12.45 orientativamente.

I nominativi dei partecipanti saranno comunicati appena possibile.

I Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e fotoreporter sono pregati di rivolgersi per il permesso di accesso al Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.
Le successive Conferenze Stampa si terranno:
- Venerdì 23 ottobre 2009 (dopo il Nuntius)
- Sabato 24 ottobre 2009 (dopo l’Elenchus finalis propositionem)

BRIEFING

Il primo “Briefing” per i gruppi linguistici si terrà (nei luoghi e con gli Addetti Stampa indicati nel Bolletino N. 2) domani, martedì 6 ottobre 2009 alle ore 13.10 circa. Si ricorda che gli operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e i fotoreporter sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali per il permesso di accesso (molto ristretto).

I prossimi “Briefing” avranno luogo, orientativamente alle ore 13.10:
- Mercoledì 7 ottobre 2009
- Giovedì 8 ottobre 2009
- Venerdì 9 ottobre 2009
- Sabato 10 ottobre 2009
- Lunedì 12 ottobre 2009
- Martedì 13 ottobre 2009
- Giovedì 15 ottobre 2009
- Sabato 17 ottobre 2009
- Martedì 20 ottobre 2009

“POOL”

Si prevedono “pool” di giornalisti accreditati per accedere all’Aula del Sinodo, in linea di massima per la preghiera di apertura delle Congregazioni Generali antemeridiane, nei giorni seguenti:
- Martedì 6 ottobre 2009
- Giovedì 8 ottobre 2009
- Venerdì 9 ottobre 2009
- Sabato 10 ottobre 2009
- Lunedì 12 ottobre 2009
- Martedì 13 ottobre 2009
- Giovedì 15 ottobre 2009
- Sabato 17 ottobre 2009
- Martedì 20 ottobre 2009
- Venerdì 23 ottobre 2009
- Sabato 24 ottobre 2009

Nell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti della Sala Stampa della Santa Sede (all’ingresso, a destra) saranno messe a disposizione dei redattori le liste d’iscrizione ai “pool”.

Per i “pool” i fotoreporter e gli operatori TV sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

I partecipanti ai “pool” sono pregati di trovarsi alle ore 08.30 nel Settore Stampa, allestito all’esterno di fronte all’ingresso dell’Aula Paolo VI, da dove saranno accompagnati da un officiale della Sala Stampa della Santa Sede (per i redattori) e del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali (per i fotoreporter e troupe TV). È richiesto un abbigliamento confacente la circostanza.

BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM

Il quinto numero del Bollettino - con la riflessione del Delegato Fraterno Sua Santità Abuna PAULUS, Patriarca della Chiesa Tewahedo Ortodossa Etiope (ETIOPIA) (il cui testo sarà a disposizione con embargo all’apertura della Sala Stampa della Santa Sede) - sarà pubblicato alla conclusione della Terza Congregazione Generale del mattino di martedì 6 ottobre 2009, durante la quale sono previsti il Suffraggio per l’elezione della Commissione per il Messaggio e l’inizio della discussione generale.

COPERTURA TV IN DIRETTA

Saranno trasmesse in diretta sui monitor nella Sala delle telecomunicazioni, nella Sala dei giornalisti e nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede:
- Martedì 6 ottobre 2009 (ore 09.00): La prima parte della Terza Congregazione Generale, per il canto dell’Ora Terza e per la riflessione del Delegato Fraterno Sua Santità Abuna PAULUS, Patriarca della Chiesa Tewahedo Ortodossa Etiope (ETIOPIA)
- Sabato 10 ottobre 2009 (ore 17.00): Preghiera del Rosario con gli Universitari degli Atenei Romani (Aula Paolo VI)
- Domenica 11 ottobre 2009 (ore 10.00): Solenne Concelebrazione Eucaristica con Canonizzazione (Piazza San Pietro)
- Martedì 13 ottobre 2009 (ore 09.00): Parte della Congregazione Generale in cui viene svolta la Relatio post disceptationem
- Domenica 25 ottobre 2009 (ore 09.30): Solenne Concelebrazione della Santa Messa a conclusione del Sinodo (Basilica di San Pietro)

Eventuali variazioni saranno pubblicate appena possibile.

NOTIZIARIO TELEFONICO

Durante il periodo sinodale sarà in funzione un notiziario telefonico:
- +39-06-698.19 con il Bollettino ordinario della Sala Stampa della Santa Sede;
- +39-06-698.84051 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, antimeridiano;
- +39-06-698.84877 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, pomeridiano.

ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

La Sala Stampa della Santa Sede, in occasione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi resterà aperta dal 2 al 25 ottobre 2009 secondo il seguente orario:
- Da lunedì 5 ottobre a venerdì 9 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Sabato 10 ottobre: ore 09.00-19.00
- Domenica 11 ottobre: ore 09.00 - 13.00
- Lunedì 12 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Martedì 13 ottobre: ore 09.00 - 20.00
- Da mercoledì 14 ottobre a sabato 17 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 18 ottobre: ore 11.00 - 13.00
- Da lunedì 19 ottobre a sabato 24 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 25 ottobre: ore 09.00 - 13.00

Il personale dell’Ufficio informazioni e accreditamento sarà a disposizione (nell’ingresso a destra):- Lunedì-Venerdì: ore 09.00-15.00
- Sabato: ore 09.00-14.00

Eventuali cambiamenti saranno comunicati appena possibile, tramite annuncio nella bacheca della Sala dei giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, nel Bollettino informativo della Commissione per l’informazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi e nell’area Comunicazioni di servizio del sito Internet della Santa Sede.

 

 
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