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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

II ASSEMBLEA SPECIALE PER L'AFRICA
DEL SINODO DEI VESCOVI
4-25 OTTOBRE 2009

La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.
"Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione plurilingue

09 - 07.10.2009

SOMMARIO

- IL PAPA AFFIDA IL SINODO PER L’AFRICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO
- UNA DELEGAZIONE DI PADRI SINODALI IN VISITA IN CAMPIDOGLIO
- CIRCOLI MINORI - PRIMA SESSIONE (MERCOLEDÌ, 7 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO)
- QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 7 OTTOBRE 2009 - POMERIDIANO)
- AVVISI

IL PAPA AFFIDA IL SINODO PER L’AFRICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO

Questa mattina, durante l'Udienza Generale in Piazza San Pietro, parlando in polacco, il Santo Padre Benedetto XVI ha affidato i lavori sinodali alla Madonna del Rosario: "Sono in corso i lavori del Sinodo per l'Africa. Unitevi a me nell'affidare alla Beata Maria Vergine del Rosario questo evento importante nella vita della Chiesa. Mediante il ministero della Chiesa gli abitanti dell'Africa ritrovino le vie che portano alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace".

[00089-01.03] [00000] [Testo originale: italiano]

UNA DELEGAZIONE DI PADRI SINODALI IN VISITA IN CAMPIDOGLIO

Una delegazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi si è recata questa mattina in Campidoglio per un incontro con il Sindaco di Roma. Al centro dei colloqui i temi della cooperazione allo sviluppo, gli OGM, la regolamentazione dei flussi migratori, l’accoglienza di rifugiati politici e il contributo di Roma in vista del vertice della FAO di novembre. Si è parlato anche della manifestazione organizzata dal Comune di Roma proprio sull’Africa in calendario per il prossimo 19 ottobre sul tema “Africa: quale partnership per la riconciliazione, la giustizia e la pace?”. Il gruppo dei Padri sinodali, guidati dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, S.E.R. Mons. Nikola Eterović, prima dell’incontro, si è raccolto in preghiera nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli. Ha commentato il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ai microfoni della Radio Vaticana: “Siamo grati all’onorevole Gianni Alemanno per l’invito che ha fatto alla presidenza della Seconda Assemblea speciale del Sinodo dei Vescovi di visitare i suoi uffici e di scambiare i reciproci auguri. La città di Roma accoglie ogni anno milioni di pellegrini; molti di essi provengono dall’Africa e Roma fa tutto il possibile affinché si sentano a casa. Questa è una vocazione universale di Roma. D’altra parte, i vescovi rappresentanti di 244 Padri sinodali, tutti africani, hanno voluto ringraziare il sindaco e scambiare con lui alcuni pareri su temi che stanno molto a cuore: la collaborazione tra l’Africa e l’Europa, come migliorarla, i rifugiati politici, l’immigrazione ed anche il possibile ed auspicabile sviluppo della produzione agricola in Africa”. Il Sindaco di Roma ha commentato: “Abbiamo sottolineato che la città di Roma segue con grande attenzione il Sinodo per l'Africa, perché da questo Sinodo ci aspettiamo dei messaggi chiari per rilanciare la cooperazione e lo sviluppo fra l’Europa e l’Africa. Questo per due obiettivi: il primo è quello di fare in modo che ci sia uno sviluppo equilibrato di questo continente e che esso esca definitivamente fuori dal sottosviluppo. Il secondo riguarda la possibile regolazione dei flussi migratori, in maniera tale che ogni persona possa scegliere se vivere nel proprio Paese o emigrare in Europa secondo dei flussi legali e regolari che devono essere aiutati proprio in alternativa all’immigrazione irregolare”.

[00090-01.03] [00000] [Testo originale: italiano]

CIRCOLI MINORI - PRIMA SESSIONE (MERCOLEDÌ, 7 OTTOBRE 2009 - ANTEMERIDIANO)

Sono iniziati nella mattinata di oggi mercoledì 7 ottobre 2009, Memoria della Beata Maria Vergine del Rosario, i lavori dei Circoli Minori della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, ai quali erano presenti 224 Padri Sinodali, per l’elezione dei Moderatori e dei Relatori dei Circoli Minori e per l’inizio della discussione sul tema sinodale.

I nominativi dei Moderatori e dei Relatori dei Circoli Minori eletti, resi noti dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi nel corso della Quinta Congregazione Generale di questo pomeriggio, sono pubblicati in questo Bollettino.

QUINTA CONGREGAZIONE GENERALE (MERCOLEDÌ, 7 OTTOBRE 2009 - POMERIDIANO)

- ELENCO DEI MODERATORI E RELATORI DEI CIRCOLI MINORI
- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

Alle ore 16.30 di oggi mercoledì 7 ottobre 2009, con la preghiera della Preghiera per la II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, alla presenza del Santo Padre, ha avuto inizio la Quinta Congregazione Generale, per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula sul tema sinodale: La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. “Voi siete il sale della terra ... Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13.14).

Presidente Delegato di turno S.Em. Card. Théodore-Adrien SARR, Arcivescovo di Dakar (SENEGAL).

ELENCO DEI MODERATORI E RELATORI DEI CIRCOLI MINORI

In apertura della Quinta Congregazione Generale il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, S.E.R. Mons. Nikola ETEROVIĆ ha dato lettura dell’Elenco dei Moderatori e dei Relatori dei Circoli Minori, eletti nella Prima Sessione di questa mattina:

Moderatores

Anglicus A
- Exc.mus D.nus Gabriel Charles PALMER-BUCKLE, Archiepiscopus Accraënsis (Accra, GANA)

Anglicus B
- Exc.mus D.nus Norbert Wendelin MTEGA, Archiepiscopus Songeanus (Songea), Pro-Praeses Conferentiae Episcopalis (TANZANIA)

Anglicus C
- Em.mus D.nus Card. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M.,  Archiepiscopus Metropolita Neanthopolitanus (Addis Abeba), Praeses Conferentiae Episcopalis (Æthiopia and Eritræa), Praeses Consilii Ecclesiae Aethiopicae (ÆTHIOPIA)

Anglicus D
- Exc.mus D.nus Zacchaeus OKOTH, Archiepiscopus Kisumuensis (Kisumu, KENIA)

Anglicus E
- Exc.mus D.nus Philip SULUMETI, Episcopus Kakamegaënsis (Kakamega, KENIA)

Anglicus - Gallicus
- Exc.mus D.nus Joseph AKÉ YAPO, Archiepiscopus Gagnoaënsis (Gagnoa), Praeses Conferentiae Episcopalis (LITUS EBURNEUM)

Gallicus A
- Em.mus D.nus Card. André VINGT-TROIS, Archiepiscopus Parisiensis (Paris), Praeses Conferentiae Episcopalis (GALLIA)

Gallicus B
- Exc.mus D.nus Simon NTAMWANA, Archiepiscopus Kitegaënsis (Gitega), Praeses "Association des Conférences Episcopales de l'Afrique Central" (A.C.E.A.C.) (BURUNDIA)

Gallicus C
- Exc.mus D.nus Laurent MONSENGWO PASINYA, Archiepiscopus Kinshasanus (Kinshasa, RES PUBLICA POPULARIS CONGENSIS)

Gallicus D
- Em.mus D.nus Card. Jean-Louis TAURAN, Praeses Pontificii Consilii pro Dialogo inter Religiones (CIVITAS VATICANA)

Gallicus E
- Exc.mus D.nus Robert SARAH, Archiepiscopus emeritus Konakriensis (Conakry, CIVITAS VATICANA)

Lusitanus
- Exc.mus D.nus Raymundo DAMASCENO ASSIS, Archiepiscopus Apparitiopolitanus (Aparecida), Praeses "Consejo Episcopal Latinoamericano" (C.E.L.AM.) (BRASILIA)

Relatores

Anglicus A
- Exc.mus D.nus Anthony John Valentine OBINNA, Archiepiscopus Overriensis (Owerri, NIGERIA)

Anglicus B
- Exc.mus D.nus Sithembele Anton SIPUKA, Episcopus Umtatanus (Umtata, AFRICA AUSTRALIS)

Anglicus C
- Rev. D.nus Obiora Francis IKE, Moderator "Catholic Institute for Development, Justice and Peace" (CIDJAP), Enugu, Nigeria (NIGERIA)

Anglicus D
- Exc.mus D.nus Lucas ABADAMLOORA, Episcopus Navrongensis-Bolgatanganus (Navrongo- Bolgatanga), Praeses Conferentiae Episcopalis (GANA)

Anglicus E
- Exc.mus D.nus Martin Igwemezie UZOUKWU, Episcopus Minnaënsis (Minna, NIGERIA)

Anglicus - Gallicus
- Exc.mus D.nus Jean MBARGA, Episcopus Ebolouanus (Ebolowa, CAMMARUNIA)

Gallicus A
- Rev. P. Gérard CHABANON, M. Afr., Superior Generalis Missionarii Africae (Patres Albi) (UNIO SUPERIORUM GENERALIUM)

Gallicus B
- Exc.mus D.nus Louis PORTELLA MBUYU, Episcopus Kinkalanus (Kinkala), Praeses Conferentiae Episcopalis (RES PUBLICA CONGENSIS)

Gallicus C
- Exc.mus D.nus Philippe OUÉDRAOGO, Archiepiscopus Uagaduguensis (Ouagadougou, BURKINA FASO)

Gallicus D
- Exc.mus D.nus Denis Komivi AMUZU-DZAKPAH, Archiepiscopus Lomensis (Lomé, TOGUM)

Gallicus E
- Rev. P. Edouard TSIMBA, C.I.C.M., Superiore Generalis Congregationis Immaculati Cordis Mariae (UNIO SUPERIORUM GENERALIUM)

Lusitanus
- Exc.mus D.nus Gabriel MBILINGI, C.S.Sp., Archiepiscopus Coadiutor Lubangensis (Lubango), Praeses "Inter-Regional Meeting of Bishops of Southern Africa" (I.M.B.I.S.A.) (ANGOLIA)

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

In questa Quinta Congregazione Generale sono intervenuti i seguenti Padri:

- S. Em. R. Card. Jean-Louis TAURAN, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (CITTÀ DEL VATICANO)
- S. E. R. Mons. Tarcisius Gervazio ZIYAYE, Arcivescovo di Blantyre, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente dell'Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali in Africa Orientale (A.M.E.C.E.A.) (MALAWI)
- S. E. R. Mons. Robert SARAH, Arcivescovo emerito di Conakry, Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (CITTÀ DEL VATICANO)
- Rev. Raymond Bernard GOUDJO, Segretario della Commissione "Justitia et Pax" della Conferenza Episcopale Regionale de l'Africa dell'Ovest Francofona (CERAO), Costa d'Avorio (BENIN)
- S. E. R. Mons. Ambroise OUÉDRAOGO, Vescovo di Maradi (NIGER)
- S. Em. R. Card. Francis ARINZE, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (NIGERIA)
- S. E. R. Mons. Adriano LANGA, O.F.M., Vescovo di Inhambane (MOZAMBICO)
- S. E. R. Mons. Francisco João SILOTA, M. Afr., Vescovo di Chimoio, Secondo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (S.C.E.A.M.) (MOZAMBICO)
- S. E. R. Mons. Fulgence RABEMAHAFALY, Arcivescovo di Fianarantsoa, Presidente della Conferenza Episcopale (MADAGASCAR)
- S. E. R. Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEL CONGO)
- S. E. R. Mons. Maurice PIAT, C.S.Sp., Vescovo di Port-Louis (MAURIZIO)
- S. E. R. Mons. Joseph AKÉ YAPO, Arcivescovo di Gagnoa, Presidente della Conferenza Episcopale (COSTA D'AVORIO)
- S. E. R. Mons. Fulgence MUTEBA MUGALU, Vescovo di Kilwa-Kasenga (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)
- S. E. R. Mons. Jean-Bosco NTEP, Vescovo di Edéa (CAMERUN)
- S. E. R. Mons. George NKUO, Vescovo di Kumbo (CAMERUN)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S. Em. R. Card. Jean-Louis TAURAN, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso (CITTÀ DEL VATICANO)

La Religion traditionnelle africaine (RTA) exerce encore une forte influence sur les Africains qui sont naturellement religieux.
Bien avant que n'arrivent le christianisme et l'islam, les populations reconnaissaient l'existence d'un Être Suprême, le "Grand Vivant" : les missionnaires chrétiens n'ont pas fait découvrir Dieu aux Africains (ils en avaient déjà une idée), ils leur ont apporté Jésus-Christ, "Dieu qui a un visage humain" (Spe salvi, 31)!
L'islam est en constante progression grâce à trois moyens : les confréries, les écoles coraniques et les mosquées. Il est généralement tolérant, sauf quelques situations bien connues (Nigeria).
L'activité des sectes, par la simplicité de leurs croyances, séduit beaucoup d'Africains en proie à la précarité. Face à cette situation, les évêques ne manquent pas de réagir et le Conseil Pontifical pour le Dialogue interreligieux s'efforce de soutenir leur action en les aidant à dispenser un enseignement sur les différentes religions en Afrique, dans la formation au sacerdoce et à la vie religieuse, en organisant sur place des sessions de formation pour les formateurs.
Il conviendrait que l'Assemblée Synodale encourage l'étude de la RTA, invite à un plus grand soin pastoral envers ceux qui vivent dans le contexte de la RTA et suggère ce que l'on peut faire ensemble en vue du bien commun.
L'Église catholique possède un instrument particulièrement adapté à la promotion de la réconciliation, de la justice et de la paix : les écoles et les universités catholiques.
Le développement des sectes peut être aussi une invitation aux pasteurs à soigner davantage la transmission du contenu de la foi dans le contexte culturel africain. Si l'on veut répondre à la question: en quoi l'Évangile a-t-il quelque chose de nouveau à dire aux Africains, il est indispensable de connaître et d'apprécier les racines religieuses des peuples de ce continent puisque, selon la sagesse africaine, "c'est en enfonçant ses racines dans la terre nourricière que l'arbre s'élève".

[00060-03.03] [IN034] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Tarcisius Gervazio ZIYAYE, Arcivescovo di Blantyre, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente dell'Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali in Africa Orientale (A.M.E.C.E.A.) (MALAWI)

As the Church in Africa, we should not be comfortable only with increasing numbers of Catholics; the genuine goal of our evangelization should be an appropriate focusing on the Word of God as the basis of evangelizing human hearts, which will pave the way to more quality Christian life rather than just quantity.
We face the call to move to a more mature catechesis promoting a true Christian identity and a profound conversion of hearts. It is disheartening that, in Africa today, Catholics could participate in political and ethnic clashes and that Catholic politicians could be involved in serious corruption of public resources , and that some of our Catholics revert to occult practices in times of difficulties. All this tells us that we still have a long way to go to promote a faith that transforms the heart and a faith that does justice.
There is a need at every level of the Church in Africa for more serious formation in the Church's Social Teaching (CST) and deeper implementation of an inculturation in our theology and not only in our rituals.
To this effect, I reiterate what the Catholic hierarchy in Malawi presented in their Pastoral Letter, "Deepening our Christian Life". The message is that of intensifying in our hearts the burning desire to live good Christian lives that reflect a praying, witnessing, and servicing Church.
The surest way to overcome persecutions, injustice, tribalism, regionalism, political and economic corruption, is a human heart fully catechized!
Through reconciliation, those who are estranged could join hands in friendship and nations will seek the way of peace together.

[00061-02.02] [IN035] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Robert SARAH, Arcivescovo emerito di Conakry, Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (CITTÀ DEL VATICANO)

La théorie du genre est une idéologie sociologisante occidentale des relations hommes-femmes, qui s'attaque à l'identité sponsale de la personne humaine, à la complémentarité anthropologique entre l'homme et la femme, au mariage, à la maternité et à la paternité, à la famille et à la procréation. Elle est contraire à la culture africaine et aux vérités humaines éclairées par la Révélation divine en Jésus Christ.
L'idéologie du genre sépare le sexe biologique de l'identité masculine ou féminine en affirmant que celle-ci n'est pas intrinsèque à la personne mais qu’elle est une construction sociale. Cette identité peut - et doit - être déconstruite pour permettre à la femme d'accéder à une égalité de pouvoir social avec l'homme et à l'individu de "choisir" son orientation sexuelle. Les relations hommes-femmes seraient gouvernées par une lutte de pouvoir.
Au nom de cette idéologie irréaliste et désincarnée, qui dénie le dessein de Dieu, il est affirmé qu'au départ nous serions indéterminés : c'est la société qui façonne le genre masculin et féminin au gré des choix changeants de l'individu. Le droit de choisir étant la valeur suprême de cette nouvelle éthique, l'homosexualité devient un choix culturellement acceptable, et l'accès à ce choix doit être promu.
La nouvelle idéologie est dynamique et s'impose à la fois aux cultures et aux politiques. Elle exerce pression sur le législateur pour qu'il prescrive des lois favorables à l'accès universel aux informations et aux services contraceptifs et abortifs (concept de “santé reproductive") ainsi qu'à l'homosexualité.
Dans la culture africaine, l'homme n'est rien sans la femme et la femme n'est rien sans l'homme. L'un et l'autre ne sont rien si l'enfant n'est pas au centre de la famille, constituée par un homme et une femme et cellule de base de la société. L'idéologie du genre déstabilise le sens de la vie conjugale et familiale que l'Afrique a su préserver jusqu'à présent.
La société a besoin de vérité dans les relations. Pas de paix, pas de justice, pas de stabilité dans la société sans famille, sans coopération entre l'homme et la femme, sans père et sans mère. Au nom de la non-discrimination, cette idéologie crée de graves injustices et compromet la paix.
L'Afrique doit se protéger de la contamination du cynisme intellectuel de l'Occident. Il est de notre responsabilité pastorale d'éclairer la conscience des africains quant aux dangers de cette idéologie meurtrière.

[00062-03.03] [IN036] [Texte original: français]

- Rev. Raymond Bernard GOUDJO, Segretario della Commissione "Justitia et Pax" della Conferenza Episcopale Regionale de l'Africa dell'Ovest Francofona (CERAO) Costa d'Avorio (BENIN)

La paix n'est pas un fourre-tout, elle ne peut servir de tremplin à n'importe quelle idée. La paix est une fin constamment poursuivie qui suppose la mise en pratique de certaines valeurs médianes, ô combien nombreuses.
Face aux situations sociales critiques, voire explosives, on voit se développer des modules d'éducation à la paix. Ces modules s'intéressent beaucoup plus au mécanisme comportemental qu'aux valeurs structurantes. Les valeurs structurantes façonnent immédiatement et permanemment la personne humaine tant au plan spirituel qu'au plan psychologique et moral en lui donnant la capacité de choisir radicalement, dans un contexte situé, le bien pour soi qui soit le bien pour tous.
Par éducation, il faut comprendre la pédagogie de la réception des valeurs en la personne humaine : c'est-à-dire l'oeuvre pédagogique qui consiste à ouvrir la personne humaine à une vision intégrale de tout l'homme et de tout homme afin que dans le relationnel qui, malgré la constante du conflictuel, poursuit l'amitié, elle soit en mesure de s'auto-conduire par elle-même, en vertu de l'Esprit de conseil, vers les biens personnels et sociaux les plus élevés.
Je me permets de faire deux propositions :
1. L'Église-famille de Dieu en Afrique (appel au SECAM - SCEAM), en lien avec le Congrégation pour l’Éducation catholique, devrait mettre le plus tôt possible sur pied une équipe de chercheurs en matière de pédagogie et de communication des valeurs sociales et chrétiennes. Ces chercheurs auront à penser et à produire un syllabaire et une grammaire du social servant de fondamentaux aux différentes Conférences Épiscopales Régionales et Nationales. Celles-ci, à leur tour, les enrichiront grâce au dévouement de leurs Commissions Justice et Paix, de Pastorale sociale (Caritas), de l'Enseignement catholique, de l'Apostolat des laïcs et de la Pastorale familiale.
2. L'Église-famille de Dieu en Afrique (SECAM - SCEAM) devrait tenir comme un tout de l'éducation, la formation de la base (les enfants en famille comme lieu d'insémination naturelle des valeurs humaines) et le difficile dialogue sans préjugé avec la classe dirigeante et élitaire (elle aussi confrontée à des problèmes immédiats et pressants que les purs énoncés moraux ne sont pas en mesure de résoudre, mais ont plutôt tendance à éloigner des vérités de foi et de moeurs, en un mot de la charité de l'Église-famille de Dieu).

[00063-03.05] [IN037] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Ambroise OUÉDRAOGO, Vescovo di Maradi (NIGER)

Au Niger, l'Islam est présente de façon massive et colore toutes les activités de la vie sociale, culturelle, économique et politique. Les mosquées et les medersa sont omniprésentes. Nous assistons aussi à la création d'orphelinats, de centres médicaux et de bureaux de solidarité. Certains nouveaux mouvements réformistes islamistes alimentent les radios et les télévisions privées d'émissions religieuses dans le but de former les croyants musulmans à mieux vivre et pratiquer la religion musulmane.
Vivant au coeur de ce contexte socioculturel et religieux, l'Eglise famille de Dieu qui est au Niger, consciente de sa situation de minorité, s'efforce de vivre et de témoigner de l'amour de Dieu pour être au service de la Réconciliation, de la Justice et de la Paix.
L'Eglise de Dieu, qui est au Niger, fait du dialogue islamo chrétien une priorité pastorale dans sa mission d'Evangélisation. Sans prétendre réaliser des actions extraordinaires ou mener des initiatives éclatantes, les communautés chrétiennes, soutenues et encouragées par leurs pasteurs, s'efforcent de rechercher et de vivre une fraternité universelle dans un esprit de gratuité avec leurs frères et soeurs musulmans, à travers le dialogue de vie, l'écoute et le respect de l'autre et les échanges de bons procédés lors des événements marquants de la vie humaine.
Au niveau de la commission interdiocésaine chargée des relations islamo chrétiennes, nous sommes parvenus à organiser des sessions de formations qui ont regroupé chrétiens et musulmans. Ces sessions, conjointement animées par des prêtres et des imams, ont permis non seulement de nous rencontrer entre chrétiens et musulmans autour d'une table, mais surtout de prier, d'échanger et de réfléchir ensemble sur le rôle de leaders religieux dans l'éducation civique, la prévention des conflits et la lutte contre la pauvreté au Niger.
Enfin, la présence de l'Archevêque de Niamey dans le comité ad hoc chargé de la prévention de conflits politiques et sociaux au Niger en dit long sur l'estime et la crédibilité que les autorités politiques ont à l'endroit de l'Eglise au Niger. ,Notre conviction, aujourd'hui, est que le dialogue entre chrétiens et musulmans est non seulement possible mais nécessaire et urgent au regard des conflits, de guerres et des violences que traversent notre Afrique et notre monde. Si nous voulons une Afrique réconciliée où règnent la Justice, la Paix, ce serait utopique et contreproductif que des croyants africains travaillent en ordre dispersé. Il nous faut unir nos forces et nos talents pour prier et oeuvrer ensemble pour qu'advienne et naisse une Afrique de paix, de Justice et de Pardon. N'ayons pas peur de risquer nos vies en nous appuyant sur la Parole de Dieu qui nous sauve et nous libère de tout mal.

[00064-03.04] [IN038] [Texte original: français]

- S. Em. R. Card. Francis ARINZE, Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (NIGERIA)

To give the Church greater credibility and courage in her prophetic mission of preaching reconciliation, justice and peace, care should be taken that reconciliation, justice and peace be lived within Church structures, especially by leading Church workers such as bishops, priests, consecrated people and lay faithful. Here are suggestions treated by the Instrumentum laboris in various articles (e.g. 17,38,45,53,61,109 and 110).
People rightly look up to bishops for leadership. They are the most prominent people to show that ethnic belonging, language or social class do not become predominant in the assignment of work in the Church and that the national Episcopal conference works as a collegial body, and speaks with one voice, without being influenced by tribal considerations.
Priests give example of unity and harmony when the diocesan presbyterium functions as a sacramental brotherhood, when they are happy to live in communities of two or three diocesan priests instead of preferring to be parish priests who live alone, and when they wholeheartedly accept a new bishop appointed by the Holy Father without organizing factions with a "Son of the soil" myopic mentality. The success of the Church in appointing bishops outside their language area is a powerful message to some African communities wounded by the politico-social virus of extreme ethnicism. Tribute is due to some priests who were reportedly killed during tribal massacres because they preached charity and harmony without and beyond tribal boundaries.
Religious Congregations give good witness to universality because their members generally come from many different ethnic backgrounds.
Justice: To serve the justice of the Kingdom of Christ, the Church "must first live this justice within herself, i.e, in her members" (Intr. Laboris: 45). Dioceses need to take care to honour contracts with Religious Congregations and especially to see that consecrated men and women, catechists, parish house workers and other Church-employed men and women are adequately paid. It is a scandal when these humble workers have only holy water to take home at the end of the month. Moreover, parish priests should remember that the offerings brought by the people at the Offertory Procession are not meant for the clergy alone but for the poor and the Church in general; and this includes the consecrated people and the catechists (cf General Instr. of the Roman Missal, 73; Redemptionis Sacramentum, 70).Women are in some dioceses or parishes not given sufficient participation in councils (cf Instr. laboris, 61). Where their collaboration has been properly appreciated, very positive results have been verified.
This Synod can help the Church in each country to give a greater witness to reconciliation, justice and peace. "The life of an ecclesial community, which truly incarnates the Word, becomes a lamp on the threshold of society as a whole, enabling people to avoid the paths which lead to death and take instead those which lead to life, that is to say, in following Jesus, `the way, the truth and the life"' (Instr. laboris, 38).

[00068-02.03] [IN040] [Original text: English]

- S. E. R. Mons. Adriano LANGA, O.F.M., Vescovo di Inhambane (MOZAMBICO)

É sabido que, desde da Reforma, a Igreja Católica tem estado enfrentando desafios a vários níveis, face às outras Igrejas e credos. Esses desafios se intensificaram e multiplicaram ultimamente, com o surgimento e o aumento dos Movimentos Evangélicos. Nesta situação e nos nossos dias, assiste-se ao êxodo dos católicos para as fileiras dessas Igrejas e movimentos. É testemunho deste facto o vertiginoso crescimento daqueles grupos religiosos e o surgimento do tal catolicismo de "estilo e com linguagem estranhos", fenómeno este que não deve ser visto na linha de ecumenismo mas sim como uma deserção de rendição de quem se julga em desvantagem.
Como é que surge este fenómeno? Podem-se evocar várias razões. Mas eu quero sublinhar aqui um facto importantíssimo, que está entre as causas, que é a falta ou a insuficiência da Inculturação, nos seus diversos aspectos.
De facto, marginalizando, desprezando e, até, combatendo as culturas africanas; subestimando as línguas nativas; centrando a sua evangelização mais nas crianças e menos nos adultos, até no passado bem recente; proibindo a leitura da Bíblia, até no passado também não muito distante; Não traduzindo a Bíblia nas línguas locais, a Igreja Católica ainda não conseguiu dar ao católico africano urna linguagem nem um estilo próprios.
Por isso, o católico africano, diante dos crentes de outros credos experimenta um complexo de inferioridade e de um alienado.
Assim, o católico africano, querendo fugir do estilo europeu e latino-americano, e querendo sentir-se realmente cristão católico africano, se inclina para os seus irmãos africanos das outras denominações e credos e adopta a linguagem e o estilo deles.

[00065-06.03] [IN039] [Texto original: português]

- S. E. R. Mons. Francisco João SILOTA, M. Afr., Vescovo di Chimoio, Secondo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d'Africa e Madagascar (S.C.E.A.M.) (MOZAMBICO)

No capítulo II do Insturmentum Laboris, N. 66, se diz: "...Alguns consideram que a razão profunda da instabilidade das sociedades do continente está associada à alienação cultural e à discriminação racial que engendraram ao longo da história um complexo de inferioridade, o fatalismo e o medo" (IL 66).
Eu, indo na mesma linha da busca das razões mais profundas, apercebo-me de que esse engendramento do complexo de inferioridade e de outras coisas foi ainda mais longe, causando algo de clamorosamente grave em muitos africanos, ao que chamaria, bem ou mal, de alienação antropológica. Pois, os factos mostram que um bom número de africanos não só negam os valores que são tipicamente seus como também chegam a negar-se a si próprios. Não aceitam a sua "Africanidade". O orgulho legítimo que o Senhor L. Senhor quis incutir com a ideologia da "Negritude" é, para muitos, como água deitada sobre as penas do pato! A campanha pela "Autenticité" que o Senhor D. Mobutu empreendeu, à sua maneira, é ridicularizada! O "Comunalismo africano" com que o Dr. K. Nkrumah quis tipificar o modo de ser do homem africano, é olhado com cepticismo e tido como algo de anacrónico!
Agora, as perguntas que se levantam são: "onde é que estás, Africa? Onde é que te situas? Não será esse tipo de vácuo, um sem terreno nem suporte em que te apoiares, que paradoxalmente, forma a base do teu drama? Pois, como se pode conciliar o teu génio de acolhimento e de hospitalidade com a discriminação étnica, tribal e regional que reina no teu seio, tanto a nível da sociedade em geral, como até dentro da Igreja? Não será esta discriminação o fruto de "transfert", que alguns dos teus filhos fazem aos outros pela negação que têm de si próprios? Como explicar a flagrante contradição que existe entre o amor incondicional à vida, que é caraccterístico do africano, e as traições que alguns dos teus filhos praticam contra os seus irmãos, causando-lhes sofrimentos desumanizantes ou até liquidando as suas vidas?
Qual é a Saída desta Situação Contraditória, África?

[00070-06.05] [IN042] [Texto original: português]

- S. E. R. Mons. Fulgence RABEMAHAFALY, Arcivescovo di Fianarantsoa, Presidente della Conferenza Episcopale (MADAGASCAR)

Au foyer, les enfants jouent un rôle irremplaçable pour que les parents puissent expérimenter la paix et le pardon. À tout instant, ils sont capables de tout casser; mais, ils sont aussi des instruments de paix pour faire comprendre aux parents que ce n’est pas la peine d’employer la violence pour une correction importante. La violence en famille est intolérable.
Entre frères et soeurs, les enfants sont instruments de paix; la sagesse ancestrale exige que les plus âgés soient moins intransigeants envers les plus petits. Ils se corrigent même par les langages usuels. Ils apprennent des paroles de paix, dignes et respectueuses. Les parents sont les modèles de leur comportement et transmettent l’esprit de partage, de l’amour de son frère, l’obéissance et la réconciliation.
Avec une famille de quelques enfants, beaucoup de comportements sont appris facilement. C’est différent par rapport à une famille avec un seul enfant, qui de fait, trop gâté, se comporte comme un roi, et les parents n’osent plus le contrarier. L’enfant cherchera à être servi partout, et s’expose à tout danger de manipulation et de débauche.
Ainsi dirai-je, si nous voulons la paix, apprenons à bien éduquer nos enfants en famille. C’est la paix vécue de chaque maison qui rayonne dans la société; le savoir vivre; le sens du bien commun, le respect des personnes âgées; le sens du partage, le soin des plus petits, et l’écoute des parents.
Les enfants qui n’ont pas eu la chance de vivre dans une communauté familiale importante, n’auront pas suffisamment le sens et la valeur du sacrifice et de l’obéissance. La famille, première communauté de vie, est dont une éducatrice par excellence de la paix, et pourquoi pas nous, Église-Famille de Dieu de notre siècle.
Les valeurs importantes en société, entre autres la justice, l’amour, le respect mutuel, le pardon et la réconciliation, sont apprises en famille. Le problème est que dans le monde d’aujourdhui, le droit familial est contraint ; les pays riches pensent qu’avec leur argent, ils peuvent faire taire tout le monde, les petits et les pauvres, et par la violence, ils bafouent tout ce qui est justice et réconciliation, pour se faire servir.
Nous, en tant qu’Église, sommes interpellés à répondre de manière objective, plus humaine et chrétienne, aux supplications de nos compatriotes qui sont affligés par la violence, l’injustice et l’insécurité sociale. Nous sommes les parents au sein de notre société. Nous sommes mère, éducatrice et protectrice. Nous devons être toujours à la hauteur de notre tache.

[00071-03.03] [IN043] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Louis PORTELLA MBUYU, Vescovo di Kinkala, Presidente della Conferenza Episcopale (REPUBBLICA DEL CONGO)

L’Église a une mission prophétique urgente en Afrique : Ezéchiel 3, 17-18.
Devant le spectacle désolant qu’offre au monde l’Afrique dont les peuples sont quasiment dépossédés de la souveraineté qui leur revient et ce, en grande partie, par leur propres enfants, l’Église se doit de poser un regard lucide sur toutes les situations où la dignité humaine est bafouée, d’en analyser les causes, et d’en déceler les mécanismes et d’interpeller sans se lasser les responsables. Le danger est que devant tant d’injustices et d’exploitation l’Église froisse par ne plus s’en émouvoir, par s’y habituer, et par ne plus parler, devenant ainsi complice du malheur des populations, alors que sa mission est d’être “la voix des sans voix’’.
Mais cette mission prophétique ne pourra être exercée avec autorité morale que dans la mesure où l’Église offrira en son sein le témoignage d’une communauté réconciliée. À tous les niveaux (communautés ecclésiales de base, mouvements, communautés religieuses et sacerdotales, etc.), l’Église est appelée à être un espace humain où la réconciliation est toujours à l’ordre du jour. La fécondité de sa présence est liée à ce témoignage. Enfin à l’Église incombe aussi le devoir de participer de manière active à l’élaboration d’une pensée politique et économique autonome pouvant favoriser l’émergence d’une Afrique réconciliée avec elle-même et maîtresse de son destin.

[00072-03.03] [IN044] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Maurice PIAT, C.S.Sp., Vescovo di Port-Louis (MAURIZIO)

Pour que l’Église Famille de Dieu, soit au service de la réconciliation, de la justice et de la paix, et répande ainsi le sel de l’Évangile dans les sociétés africaines, elle doit s’appuyer sur la famille, sa cellule de base. D’où l’urgence soulignée par l’Instrumentum Laboris, n. 20, d’être créatif pour répondre aux besoins spirituels et moraux des familles.
Je voudrais attirer l’attention ici sur un de ces besoins celui des parents. Démunis devant la violence qui s’abat sur leurs familles, ou chahutés par la modernité qui bouleverse les courroies traditionnelles de transmission des valeurs, ils ont besoin d’être soutenus.
Quand la guerre déchire leurs familles, les parents peuvent se demander quel sens il reste encore à leur vie, et quelles valeurs ils pourraient encore transmettre à leurs enfants. Ils ont besoin d’une parole qui en dénonçant les causes profondes de la violence, permet de lutter contre le fatalisme et montre le sens que peut donner à la vie un combat pour plus de justice. Même s’ils n’arriveront jamais au bout de ce combat, ils pourront au moins transmettre à leurs enfants le goût de lutter et de souffrir pour la justice.
Les parents victimes de la violence ont besoin aussi d’être accompagnés sur leur chemin de guérison qui passe nécessairement par la porte étroite de la non-violence, qui seule peut leur redonner un goût de vivre, et les rendre capables de transmettre à leurs enfants une raison de vivre.
Pour d’autres parents c’est l’indifférence ou l’agressivité de leurs enfants, pris dans le tourbillon d’une société de consommation et de communication tous azimuts, qui est pour eux source de souffrance profonde. Les mécanismes de la transmission traditionnelle de la foi et des valeurs semblent être en panne. Ils cherchent des lieux pour en parler et ont besoin d’être soutenus.
Quand à travers les « Communautés Ecclésiales Vivantes », les parents sont rejoints dans leur désir de retrouver le goût de transmettre, et sont mis en contact avec la Parole de Dieu, ils découvrent, à partir de leurs épreuves, une proximité inattendue avec les souffrances du Christ qui les encourage et redonne sens à leurs vies. Accompagner les familles sur ce chemin pascal semble essentiel aujourd’hui pour que l’Église, Famille de Dieu, répande le sel de l’Évangile en terre africaine.

[00073-03.03] [IN045] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Joseph AKÉ YAPO, Arcivescovo di Gagnoa, Presidente della Conferenza Episcopale (COSTA D'AVORIO)

Comment l’Église en Afrique peut-elle être sel de la terre et lumière du monde si elle ne se met pas elle-même en cause dans sa gestion des fidèles et des prêtres, dans son exercice du pouvoir et de l’autorité? Si l’Église veut jouer efficacement son rôle d’artisan de paix, de réconciliation et de justice, elle doit commencer par mettre en pratique en son propre sein ce qu’elle enseigne et veiller à mettre en place les structures nécessaires et indispensables pour la formation et l’éducation de ses fidèles.

[00074-03.03] [IN046] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Fulgence MUTEBA MUGALU, Vescovo di Kilwa-Kasenga (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)

Pour promouvoir une culture de paix, de justice, de réconciliation, de tolérance, de dialogue et de convivialité au sein de nos populations, les Églises d'Afrique ont intérêt à utiliser efficacement les médias et à relever certains défis. À l'heure du numérique c'est un impératif incontournable dans un environnement médiatique pollué par la manipulation, la propagande politique, le divertissement peu édifiant et l'activisme des sectes, mais aussi marqué par l'impérialisme des médias étrangers qui se proposent en s'imposant.
D'une part, pour être efficace, la communication ecclésiale doit devenir une priorité pastorale. Pour cela, les moyens de communications sociales doivent être réellement mis au service de l'évangélisation et eux-mêmes évangélisés. Il est souhaitable, à cet égard, que nos structures ecclésiales et nos institutions ecclésiastiques disposent, dans la mesure de leurs ressources matérielles disponibles, de leurs moyens propres de communications (radios, journal, bulletin d'informations, site Internet, télévision, téléphone, etc.) et les utilisent réellement. Face au manque de moyens matériels et financiers, on utilisera, par exemple, le parrainage avec des organes médiatiques d'autres continents, ainsi que la solidarité active avec les personnes de bonne volonté. Les agents pastoraux, en l'occurrence les évêques, les prêtres et les séminaristes, doivent s'initier à l'utilisation de nouvelles technologies de la communication et de l'information en pastorale, particulièrement dans la pastorale de la justice, de la paix et de la réconciliation. Nos populations doivent, elles aussi, être formées à l'usage des outils médiatiques avec discernement et esprit critique, à la lumière des principes éthiques et des droits humains. Quant aux opérateurs de la communication dans nos sociétés, il impérieux qu'ils soient sensibilisés sur la déontologie de leur métier et sur la responsabilité qui est la leur dans la promotion de la paix, de la justice, de la réconciliation et de la dignité de la personne humaine. Comme nous le recommande la doctrine de l'Eglise, l'on doit fonder des associations des communicateurs catholiques.

[00075-03.04] [IN047] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. Jean-Bosco NTEP, Vescovo di Edéa (CAMERUN)

Dans son message à l’occasion de la journée mondiale de la paix en 2004, le Pape Jean-Paul II, de regrettée mémoire, dit que la vraie paix n’est possible que si elle s’appuie sur le pardon et la réconciliation. C’est un aveu de l’impuissance de la négociation et des armes.
Dès le début de la démocratisation en Afrique, les gouvernants se sont tournés vers l'Église pour qu'elle les accompagne. Cet appel a donné à celle-ci une mission nouvelle qui a fait dire aux Pères du 1er Synode Spécial pour l'Afrique: " désormais l'éducation en vue du bien commun et du respect du pluralisme sera l'une des tâches pastorales prioritaires de notre temps " (nuntris n°34). Or le Pape Jean Paul II refusait toute improvisation dans une si lourde responsabilité.
En parlant de "perspectives nouvelles de la réconciliation", nous voulons faire écho à cet appel du Saint-Père et comprendre la réconciliation comme une manière d'être et de vivre, c'est-à-dire bâtir une vie pleine d'attentions, de tendresse, d'amitié; une manière conséquente de vivre avec l'autre, avec Dieu et avec soi-même, voire avec la nature. La réconciliation devrait se manifester dans tous les aspects de notre vie sociale et religieuse et devenir un témoignage d'amour.
La réconciliation, telle qu'elle a été organisée dans certains pays africains n'a pas donné les fruits escomptés. Elle n'a pas fait disparaître le ressentiment, ni la peur. Elle n'a pas suffisamment rencontré l'adhésion des cœurs. En fait elle ne saurait se limiter à l'aspect social, public. C'est d'abord un processus personnel. L'Église a l'avantage de parler au cœur de l'individu plus que le politique. Elle doit s'adresser directement aux consciences individuelles, aux capacités de réflexion et de décision de chaque personne pour l'option de la réconciliation comme socle de la paix et donc comme garantie d'un ordre social crédible. L'individu, chrétien de son état, sera amené à l'indispensable nécessité de la conversion personnelle, à la réconciliation, à la paix comme base d'une vie ecclésiale.
La perspective nouvelle de la réconciliation que nous souhaitons fait appel à la culture. Il faut instaurer dans l'Église une culture de la réconciliation, chemin nécessaire voire indispensable pour la paix.

[00076-03.04] [IN048] [Texte original: français]

- S. E. R. Mons. George NKUO, Vescovo di Kumbo (CAMERUN)

Apart from greed, corruption and lack of confidence in our political leaders, one of the great
obstacles to justice, peace and reconciliation in Africa is poverty. There is poverty in Africa and there is hunger in many parts of the continent of Africa. There are greedy people in Africa including our leaders who do not care about their brothers and sisters.
Poverty means that basic needs for food, water and shelter are not being met. Poverty means that security in the community is not available. Poverty means that the means to heal our families is not available. Poverty means that our children will have no future with hopes of having a family and a means of support. Poverty means that sadness and fear have replaced joy and serenity. This is the poverty of many places in Africa. Poverty is the single greatest cause of hunger.
There is poverty in Africa but Africa has almost all it takes to be the richest continent on earth. Africa is about the wealthiest continent in natural resources in the world. Farmers are poor in Africa because the productivity of their land and labour remain so low. Rural poverty of this kind was once the norm in Europe and North America as well. It would seem this poverty must be overcome with ways we have not met before. True enough there are no quick fix solutions to solving large scale poverty but we must begin somewhere.
The eventual escape from these impoverished rural conditions in Europe and America came when the new discoveries in science were applied in farming. It was the availability of productive new technology for farmers that allowed Europe and America in the early and middle years of the twentieth century to bring a final end to widespread rural poverty.
Today we are faced with the issue of introducing Genetic Engineering (GE) crops in Africa. The question is: Are these new technologies inherently harmful or can they have positive contribution to people's lives in poor African countries. Is GE intrinsically immoral or is it just another technology applicable to agriculture? Is this Biotechnology an evil empire as some people want us to believe?
On the other hand, this new science says that not only will the quality of life for the poorest of people be raised tremendously but they will also begin the process of economic development. It is a technology that offers to the poorest farmers, one of the keys to making the breakthrough out of poverty.
But because this technology is still relatively new and requires long term study of environmental and human health impacts, we in Cameroon suggest that Africa should not rush blindly to embrace it. This technology should be pursued with the greatest care even if it promises economic salvation for Africa.

[00077-02.03] [IN049] [Original text: English]

Quindi sono seguiti gli interventi liberi.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dell’Angelus Domini, erano presenti 224 Padri.

AVVISI

- CALENDARIO
- MOSTRA “TEMPO D’AFRICA"
- CONFERENZA STAMPA
- “BRIEFING”
- “POOL”
- BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM
- COPERTURA TV IN DIRETTA
- NOTIZIARIO TELEFONICO
- ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE


CALENDARIO

Venerdì 9 ottobre, alle ore 16.30, all’apertura della Nona Congregazione generale interverrà l’Invitato Speciale, Mr. Rudolphe Adada, Former Joint United Nations - African Union Special Representative for Darfour, per riferire sugli sforzi di pace nella regione del Darfur, che interessa vari Paesi africani.

I partecipanti alla II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, assisteranno al concerto "I giovani contro la guerra - 1939-2009", previsto giovedì 8 ottobre 2009 alle ore 18:30 presso l'Auditorium della Conciliazione di Roma, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI. L'evento, in occasione del 70° anniversario dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, è promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e dalla Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo, dall'Ambasciata tedesca presso la Santa Sede e dal KulturForum di Mainau. Patrocina il Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose. Finanziano enti italiani e tedeschi. L'orchestra composta da giovani musicisti provenienti da 10 nazioni, proporrà brani musicali di Gustav Mahler e di Felix Mendelssohn Bartholdy, entrambi compositori ebrei di nascita, poi battezzati. Mahler e Mendelssohn, rispettivamente cattolico e protestante, sperimentarono l'antisemitismo.

[00023-01.05] [00000] [Testo originale: italiano]

MOSTRA “TEMPO D’AFRICA”

“Tempo d’Africa - Arte Cristiana nelle opere di artisti africani contemporanei”, è il titolo della mostra allestita nell’atrio dell’Aula Paolo VI, promossa dal Centro Orientamento Educativo (COE), come “omaggio” alla II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Seguendo il carisma di don Francesco Pedretti, fondatore del COE e promotore di varie forme di cooperazione, l’Organismo ha portato avanti in tutti questi anni svariate iniziative in diversi Paesi africani e ha collaborato con artisti africani affermati e con numerosi giovani. La mostra, visitata dal Santo Padre Benedetto XVI, affronta alcuni temi cruciali per il continente e celebra il cinquantesimo di fondazione dell’Organismo, in comunione con la Chiesa d’Africa. Le opere esposte sono state realizzate da: Doudou Mbemba Lumbu, Repubblica Democratica del Congo (“Verso la nuova via”, Olio su tela), Joseph Belly Malenga Mpasi, Repubblica Democratica del Congo (“Il buon samaritano”, Olio su tela e “Le nozze di Cana”, Acrilico su tela), Didier Mukandila Ngoy, Repubblica Democratica del Congo (“I bambini innanzitutto”, Olio su tela e “L’esodo”, Acrilico su tela), Theodore Ondigui Onana, Camerun (“Riconciliazione, giustizia e pace. Offerte, ritmo e coreografia”, Obom-corteccia d’albero), Hervé Hermann Momo, Camerun (“Simbolo di una nuova era”, Olio su tela), Fabrice Wamba Tamagna, Camerun (“La danza della salvezza”, Sabbia su tela), Ibraheem Agbola, Nigeria (“Adamo ed Eva”, Olio su legno), Maurice Binangu Bazungula, Repubblica democratica del Congo (“L’annunciazione”, Olio su tela), Tondo Mambengi, Repubblica Democratica del Congo, (“L’angelo liberatore”, Olio su tela), Zeleqe Ewnetù, Etiopia (“Kidane meheret-1996", Oil on canvas), Jafet Iagotar, Camerun (“L’annuncio del Regno”, Mosaico su legno e “Le nozze di Cana”, Mosaico su legno).

[00067-01.02] [RE000] [Testo originale: italiano]

CONFERENZA STAMPA

La seconda Conferenza Stampa sui lavori sinodali (con la traduzione simultanea in italiano, inglese, francese e portoghese) si terrà nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede mercoledì 14 ottobre 2009 (dopo la Relatio post disceptationem), alle ore 12.45 orientativamente.
I nominativi dei partecipanti saranno comunicati appena possibile.

I Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e fotoreporter sono pregati di rivolgersi per il permesso di accesso al Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.
Le successive Conferenze Stampa si terranno:
- Venerdì 23 ottobre 2009 (dopo il Nuntius)
- Sabato 24 ottobre 2009 (dopo l’Elenchus finalis propositionem)

BRIEFING

Il terzo “Briefing” per i gruppi linguistici si terrà (nei luoghi e con gli Addetti Stampa indicati nel Bolletino N. 2) domani, giovedì 8 ottobre 2009 alle ore 13.10 circa. Si ricorda che gli operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e i fotoreporter sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali per il permesso di accesso (molto ristretto).

I prossimi “Briefing” avranno luogo, orientativamente alle ore 13.10:
- Venerdì 9 ottobre 2009
- Sabato 10 ottobre 2009
- Lunedì 12 ottobre 2009
- Martedì 13 ottobre 2009
- Giovedì 15 ottobre 2009
- Sabato 17 ottobre 2009
- Martedì 20 ottobre 2009

“POOL”

Si prevedono “pool” di giornalisti accreditati per accedere all’Aula del Sinodo, in linea di massima per la preghiera di apertura delle Congregazioni Generali antemeridiane, nei giorni seguenti:
- Giovedì 8 ottobre 2009
- Venerdì 9 ottobre 2009
- Sabato 10 ottobre 2009
- Lunedì 12 ottobre 2009
- Martedì 13 ottobre 2009
- Giovedì 15 ottobre 2009
- Sabato 17 ottobre 2009
- Martedì 20 ottobre 2009
- Venerdì 23 ottobre 2009
- Sabato 24 ottobre 2009

Nell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti della Sala Stampa della Santa Sede (all’ingresso, a destra) saranno messe a disposizione dei redattori le liste d’iscrizione ai “pool”.

Per i “pool” i fotoreporter e gli operatori TV sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

I partecipanti ai “pool” sono pregati di trovarsi alle ore 08.30 nel Settore Stampa, allestito all’esterno di fronte all’ingresso dell’Aula Paolo VI, da dove saranno accompagnati da un officiale della Sala Stampa della Santa Sede (per i redattori) e del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali (per i fotoreporter e troupe TV). È richiesto un abbigliamento confacente la circostanza.

BOLLETTINO SYNODUS EPISCOPORUM

Il decimo numero del Bollettino sarà pubblicato alla conclusione della Sesta Congregazione Generale di giovedì 8 ottobre 2009, con i riassunti degli interventi pronunciati in Aula dai Padri sinodali e la seconda votazione per la Commissione del Messaggio.

COPERTURA TV IN DIRETTA

Saranno trasmesse in diretta sui monitor nella Sala delle telecomunicazioni, nella Sala dei giornalisti e nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede:
- Sabato 10 ottobre 2009 (ore 18.00): Preghiera del Rosario con gli Universitari degli Atenei Romani (Aula Paolo VI)
- Domenica 11 ottobre 2009 (ore 10.00): Solenne Concelebrazione Eucaristica con Canonizzazione dei Beati Zygmunt Szsezęsny Feliński, Francisco Coll y Guitart, Jozef Damiaan de Veuster, Rafael Arnáiz Barón e Marie de la Croix (Jeanne) Jugan (Piazza San Pietro)
- Martedì 13 ottobre 2009 (ore 09.00): Parte della Congregazione Generale in cui viene svolta la Relatio post disceptationem
- Domenica 25 ottobre 2009 (ore 09.30): Solenne Concelebrazione della Santa Messa a conclusione del Sinodo (Basilica di San Pietro)

Eventuali variazioni saranno pubblicate appena possibile.

NOTIZIARIO TELEFONICO

Durante il periodo sinodale sarà in funzione un notiziario telefonico:
- +39-06-698.19 con il Bollettino ordinario della Sala Stampa della Santa Sede;
- +39-06-698.84051 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, antimeridiano;
- +39-06-698.84877 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, pomeridiano.

ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

La Sala Stampa della Santa Sede, in occasione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi resterà aperta dal 2 al 25 ottobre 2009 secondo il seguente orario:
- Fino a venerdì 9 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Sabato 10 ottobre: ore 09.00-19.00
- Domenica 11 ottobre: ore 09.00 - 13.00
- Lunedì 12 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Martedì 13 ottobre: ore 09.00 - 20.00
- Da mercoledì 14 ottobre a sabato 17 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 18 ottobre: ore 11.00 - 13.00
- Da lunedì 19 ottobre a sabato 24 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 25 ottobre: ore 09.00 - 13.00

Il personale dell’Ufficio informazioni e accreditamento sarà a disposizione (nell’ingresso a destra):
- Lunedì-Venerdì: ore 09.00-15.00
- Sabato: ore 09.00-14.00

Eventuali cambiamenti saranno comunicati appena possibile, tramite annuncio nella bacheca della Sala dei giornalisti nella Sala Stampa della Santa Sede, nel Bollettino informativo della Commissione per l’informazione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi e nell’area Comunicazioni di servizio del sito Internet della Santa Sede.

 
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- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - II Assemblea Speciale per l'Africa - 2009
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

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