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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA CONSAPEVOLEZZA
SUGLI 
SPRECHI E LE PERDITE ALIMENTARI 
(INTERNATIONAL DAY OF AWARENESS OF FOOD LOSS AND WASTE)

[29 settembre 2022]

A Sua Eccellenza
il Signor Qu Dongyu
Direttore Generale della FAO

Eccellenza,

saluto cordialmente i partecipanti alla celebrazione della Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari. Ringrazio per lo spazio che mi ha offerto in questo evento che ha come obiettivo evidenziare la gravità di un problema che non possiamo ignorare in questo momento tanto duro che stiamo vivendo.

Quando non si usufruisce debitamente del cibo, o perché si perde o perché si spreca, siamo alla mercé della “cultura dello scarto”, che si traduce in una manifestazione di disinteresse per ciò che ha un valore fondamentale o di attaccamento a ciò che è privo d’importanza. Sapendo che moltitudini di esseri umani non possono accedere a un’alimentazione adeguata o ai modi per procurarsela — essendo questo un diritto fondamentale e prioritario di ogni persona — vedere il cibo gettato nell’immondizia o deteriorato per mancanza dei mezzi necessari per farlo giungere ai suoi destinatari è davvero vergognoso e preoccupante.

Sia la perdita sia lo spreco di cibo sono fatti veramente deplorevoli perché dividono l’umanità tra quanti hanno troppo e quanti mancano dell’essenziale, perché aumentano le disuguaglianze, generano ingiustizie e negano ai poveri ciò di cui hanno bisogno per vivere in maniera dignitosa.

Il grido degli affamati, privati in un modo o nell’altro del pane quotidiano, deve risuonare nei centri dove si prendono le decisioni. E non può essere messo a tacere o soffocato da altri interessi, tenendo conto che gli ultimi dati del Rapporto sullo Stato della Sicurezza Alimentare e della Nutrizione nel Mondo (Sofi 2022) rivelano che lo scorso anno il numero delle persone che soffrono la fame nel nostro pianeta è aumentato significativamente a causa delle molteplici crisi che affronta l’umanità. Perciò, lasciatemelo ripetere, è necessario «raccogliere per ridistribuire, non produrre per disperdere» (Discorso ai membri della Federazione Europea dei Banchi Alimentari, 18 maggio 2019). L’ho già detto in passato, e non mi stancherò mai di ripeterlo: scartare cibo è scartare persone!

Tutta la comunità internazionale deve mobilitarsi per porre fine al deplorevole «paradosso dell’abbondanza», che il mio predecessore san Giovanni Paolo ii denunciò con lungimiranza trent’anni fa (cfr. Discorso all’apertura della Conferenza Internazionale sulla Nutrizione, 5 dicembre 1992). Nel mondo esiste il cibo necessario affinché nessuno vada a dormire a stomaco vuoto! Si producono risorse alimentari più che sufficienti per dare da mangiare a 8 miliardi di persone. Il problema si riferisce tuttavia alla giustizia sociale, ossia al modo in cui si regolano la gestione delle risorse e la distribuzione della ricchezza.

Gli alimenti non possono essere oggetto di speculazione. La vita dipende da essi. Ed è uno scandalo che i grandi produttori incoraggino un consumismo compulsivo per arricchirsi, senza considerare minimamente i veri bisogni degli esseri umani. Occorre fermare la speculazione alimentare! Dobbiamo smettere di trattare gli alimenti, che sono un bene fondamentale per tutti, come moneta di scambio per pochi.

Inoltre, lo spreco di alimenti o la loro perdita contribuisce in modo significativo all’incremento delle emissioni di gas a effetto serra e, pertanto, al cambiamento climatico e alle sue dannose conseguenze. La Terra che sfruttiamo avidamente geme a causa dei nostri eccessi consumistici e implora che cessiamo di maltrattarla e di distruggerla invertendo la rotta delle nostre azioni. I giovani, soprattutto, ci stanno chiedendo con forza di pensare a loro, di aguzzare la nostra vista e di allargare il nostro cuore, dando il meglio di noi stessi per prenderci cura della casa comune che è uscita dalle mani di Dio e che dobbiamo salvaguardare, rispondendo con buone opere al male che le causiamo.

In questo tema di così ampio respiro non possiamo accontentarci di esercizi retorici, che finiscono in dichiarazioni che poi non si riescono a mettere in atto, per dimenticanza, meschinità o avidità. È ora di agire con urgenza e ricercando il bene comune. È improrogabile sia per gli Stati sia per le grandi imprese multinazionali, per le associazioni come per gli individui — per tutti senza escludere nessuno — rispondere con efficacia e onestà al grido straziante degli affamati che reclamano giustizia.

Ognuno di noi è chiamato a riorientare il suo stile di vita in modo cosciente e responsabile, affinché nessuna persona venga lasciata indietro e a tutte giungano gli alimenti di cui hanno bisogno, sia in quantità sia in qualità. Lo dobbiamo ai nostri cari, alle generazioni future e a quanti sono colpiti dalla miseria economica ed esistenziale.

Che Dio Onnipotente benedica i vostri lavori, a beneficio di tutta l’umanità.

Vaticano, 29 settembre 2022

Francesco

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L'Osservatore Romano, Anno CLXII n. 224, venerdì 30 settembre 2022, p. 8.



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