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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE ORGANIZZATA
DALLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

[Aula Vecchia del Sinodo, 18-19 gennaio 2024]

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Ai Partecipanti alla Conferenza internazionale: «La Dichiarazione di Helsinki: ricerche in contesti poveri di risorse»

Sono lieto di salutare tutti voi, all’inizio della Conferenza organizzata dalla World Medical Association, insieme con la American Medical Association e la Pontificia Accademia per la Vita. Il tema che affrontate, «La Dichiarazione di Helsinki: ricerche in contesti poveri di risorse», è sia importante sia opportuno, poiché la Dichiarazione stessa sottolinea il tema fondamentale della libertà e del consenso informato per quanto riguarda la ricerca clinica. Partendo da tale fondamento, nel corso degli anni abbiamo visto come questo tema abbia influito sulla pratica medica nel suo insieme.

Dalla sua versione originale nel 1964, e attraverso i suoi successivi aggiornamenti, la Dichiarazione ha offerto un contributo essenziale per rendere possibile il passaggio dalla ricerca sui pazienti alla ricerca con i pazienti. Sappiamo bene quanto questo cambiamento sia stato importante per la pratica della medicina nel promuovere una nuova armonia nel rapporto tra medico e paziente. Mentre l’asimmetria esistente nel rapporto terapeutico è fin troppo evidente, il ruolo centrale che il malato dovrebbe svolgere non è ancora diventato una realtà. Deve essere costantemente salvaguardato e promosso nelle nuove circostanze in cui si trova la medicina, che progrediscono sempre più velocemente e che includono nuove risorse tecnologiche e farmaceutiche, interessi economici e alleanze commerciali, nonché contesti culturali in cui è più facile strumentalizzare gli altri per i propri fini. La ricerca clinica nei Paesi a basso reddito è un campo particolarmente suscettibile a queste vulnerabilità. Di fatto, tali preoccupazioni costituiscono un particolare aspetto di quella protezione che dobbiamo sempre garantire, in tutti gli aspetti della nostra vita comune, per le persone più a rischio nelle nostre società. A livello internazionale, stiamo assistendo a molte ingiustizie che spingono i Paesi poveri in una posizione svantaggiata, in termini di accesso e utilizzo delle risorse disponibili, lasciandoli alla mercè di Paesi più ricchi e entità industriali che sembrano insensibili a quanti non possono affermarsi in termini economici, anche quando sono in gioco bisogni e diritti fondamentali. Sono questioni che riguardano anche le tecnologie come l’intelligenza artificiale (cfr. Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2024). È molto importante evitare che le disuguaglianze si verifichino anche nel campo dell’assistenza sanitaria e della ricerca clinica. Non possiamo subordinare la cura, che costituisce l’atteggiamento essenziale che permette alla vita umana di progredire attraverso l’affidamento di una persona a un’altra, alle mentalità riduttive del mercato e della tecnologia.

Sono dunque lieto che stiate riflettendo su tali questioni, cercando non soltanto di affrontare le loro implicazioni a livello teorico, ma anche di trovare soluzioni concrete. Di fatto, dobbiamo trovare un equilibrio tra le opportunità di ricerca e il benessere dei pazienti, di modo che le spese sostenute dalla ricerca e l’accesso ai benefici che ne risultano siano distribuiti in modo equo.

Vorrei qui attirare la vostra attenzione sul fatto che rispettare la libertà delle diverse comunità coinvolte significa riconoscere anche le loro diverse sensibilità culturali, che non dovrebbero essere lese da modelli di conoscenza e pratiche sociali che esse non riconoscono come proprie. Ci troviamo quindi di fronte a sfide che sollevano domande di giustizia globale in relazione all’assistenza sanitaria. In questo ambito, dopo l’esperienza della pandemia, abbiamo visto quanto sia importante fornire forme di governance che vadano oltre quelle a disposizione delle singole nazioni. A tale riguardo, dobbiamo promuovere un modo di pensare alla comunità internazionale che serva in maniera efficace la famiglia umana, passando a una prospettiva di amicizia sociale e fratellanza universale (cfr. Fratelli tutti, n. 173).

Con questi sentimenti, offro i miei oranti buoni auspici per le vostre deliberazioni e il vostro lavoro. Su tutti coloro che partecipano a questa conferenza invoco volentieri le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente.

Dal Vaticano, 16 gennaio 2024

FRANCESCO

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L'Osservatore Romano, Anno CLXIV n. 15, venerdì 19 gennaio 2024, p. 6.



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