DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DEL GRUPPO DI SPIRITUALITÀ
DELLE ASSEMBLEE PARLAMENTARI FRANCESI
Lunedì, 5 marzo 1984
Signore e signori.
Ringrazio cordialmente il signor presidente Alain Poher per i sentimenti che mi ha ora espresso a nome di tutti i membri del Gruppo di spiritualità delle Assemblee parlamentari francesi. La vostra visita, nell’ambito del vostro pellegrinaggio dell’Anno Santo, mi ricorda il gradito incontro del 3 marzo 1981 e mi procura tanta gioia e conforto.
In questo incontro vorrei soltanto incoraggiare il vostro gruppo a perseverare lungo queste direzioni che mi appaiono tanto impegnative quanto di primaria importanza: quella della ricerca incessante della verità e quella della speranza evangelica.
Le alte responsabilità socio-politiche che voi esercitate - o che esercitavate fino a poco tempo fa - richiedono non soltanto competenze particolari che vi onorano, ma anche una ricerca permanente dei valori umani da diffondere nei diversi settori della società, per i quali vi è stato conferito un mandato. So che gli incontri periodici attorno al vostro caro cappellano o attorno a esperti in teologia, etica, spiritualità vi aiutano molto a progredire nella luce cristiana. Ciò è indispensabile per la vostra azione. Tante persone, nella società attuale, non tollerano che ci si riferisca a una verità oggettiva al di fuori di noi: ciò sembra loro sinonimo di dogmatismo o anche di intolleranza e spesso di qualcosa di contrario alla scienza. Ora uno spirito scientifico - almeno quando è onesto e libero - arriva generalmente a riconoscere che le sue conoscenze lo portano a porre il problema di qualcosa al di là della scienza. Le realtà che toccano l’uomo e la sua vita multiforme possono essere di pertinenza dell’analisi scientifica, della filosofia morale, di una tradizione religiosa, al tempo stesso, ma a livelli differenti. Le scienze sovente non raggiungono che “il contesto” dell’essere umano. Resta sempre una distanza considerevole tra queste coordinate scientifiche e ciò che vi è di più profondo: la misteriosa somiglianza con Dio generatrice del carattere sacro di ogni persona umana, la sorprendente capacità di entrare in dialogo con lui, la sete inestinguibile di comunicare con la sorgente stessa di tutta la vita e di ogni luce. Riconoscere la realtà ultima e sovrana di Dio è un senso di intelligenza, anche se ciò va contro corrente rispetto alla mentalità di molti contemporanei. È giustamente questa apertura permanente e ardente a Dio che permette di discernere e di affermare i veri valori, in mezzo ai non valori e ai falsi valori, per edificare la propria personalità e contribuire alla costruzione di una società capace di dare priorità alla dignità umana e alla qualità delle relazioni interpersonali. Questo lavoro di discernimento della verità oggettiva è impegnativo, dal momento che siamo assediati da una serie di preoccupazioni materiali. Che lucidità di giudizio, che volontà di scelta, che ascetismo nell’uso ragionevole di tutto s’impongono ai cristiani! Queste sono le condizioni di un modo di vivere che, nello stesso tempo, crea la felicità dell’uomo e rende gloria a Dio.
Vi incoraggio non solamente a questa ricerca ardente e a questa azione intrepida in favore della verità, in favore dei veri valori, ma anche alla diffusione della speranza evangelica. Non ignoro che voi - voi come anche molti altri uomini, donne e giovani attorno a voi - potete avere motivi di sconforto, persino di disperazione. È importante non sbagliarsi sul senso e sulla portata della speranza. Essa è una virtù meravigliosamente esigente della quale i deboli non sono capaci. Sperare è un’altra cosa che essere ottimisti. L’ottimismo può talvolta divenire rifiuto di vedere le cose come stanno, una forma di menzogna con se stessi e con gli altri. Caratteristica della speranza è di affrontare la realtà con un atteggiamento di chiaroveggenza, d’energia e d’amore. È volontà di superare le difficoltà, per quanto grandi esse siano. Per il credente, la speranza è ben più della fiducia, basata su motivi puramente umani. Il vostro libro prediletto è, mi auguro, la Sacra Bibbia: essa ci insegna concretamente come i testimoni della speranza hanno dovuto lottare duramente per continuare a sperare. Concluderò queste mie riflessioni sottolineando un aspetto di questa convinzione che vi auguro di approfondire sempre di più in voi: si è portatori e diffusori di speranza nella misura in cui si è anche portatori di verità. È impossibile pensare di risvegliare il cuore e lo spirito degli uomini se si lascia che menzogna e illusioni si diffondano attraverso i canali, così numerosi e diversi, che raggiungono gli uomini del nostro tempo, se si lascia via libera a slogan che vorrebbero far credere a una felicità derivata dal lassismo, dall’abbandono puro e semplice della responsabilità personale a favore di una colpevolezza collettiva che nuoce alla sana messa in questione di se stessi.
Formulando per voi auguri di promozione cristiana, il più possibile profonda, invoco sulle vostre persone, sui vostri rispettivi compiti, sul vostro gruppo di spiritualità i doni dello Spirito Santo e un rinnovamento della speranza fondata sul Signore.
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