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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AGLI STUDIOSI
RIUNITI NELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE

Venerdì, 20 giugno 1986

 

Signor presidente, signore, signori.

È un piacere ricevere oggi i partecipanti alla settimana di Studi organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze, dal tema “Telerilevamento e sua incidenza sui paesi in via di sviluppo”. Una più profonda conoscenza della terra e in particolare delle zone più povere è lo scopo per il quale la Pontificia Accademia e il suo distinto presidente vi hanno riuniti per studiare questo tema.

1. La nuova tecnica di telerilevamento rende possibile esaminare ogni cosa da alcuni metri quadrati fino ad immense distese della superficie della terra. Alcune aree, patria di centinaia, di migliaia di persone, sono state attaccate dal terribile fenomeno della desertificazione con conseguenti carestie e malattie. Le cause di questo fenomeno variano da metodi inadeguati di coltivazione a fattori climatici come cicloni e altre perturbazioni atmosferiche. Le indagini portate avanti con l’aiuto di satelliti collegati con una rete di stazioni di controllo a terra, possono fornire un’immagine dettagliata di terre coltivate, comprendente il loro incremento o il loro deterioramento e possono offrire l’opportunità di usare mezzi tecnici per combattere l’avanzamento del deserto, che mette a repentaglio i mezzi di sussistenza di un’alta percentuale della popolazione mondiale. Con l’aiuto del telerilevamento è possibile dare un’utile consulenza a molti piani di lavoro.

Questi ultimi comprendono il miglioramento delle condizioni del suolo, la previsione e l’incremento dello sviluppo del raccolto sia nella qualità che nella quantità, l’introduzione di nuove colture, la previsione della distruzione di aree forestali necessarie per l’equilibrio biologico, e prendere misure per incontrare condizioni atmosferiche possibili, sia dannose che benefiche. Con i mezzi di telerilevamento è anche possibile scoprire la presenza di fonti di energia nascoste, sia rinnovabili che non rinnovabili, come anche la presenza di risorse di cibo nel fondo marino, nei fiumi e nei laghi, e le ricchezze minerali giacenti nel sottosuolo.

2. Il vostro incontro ha ampiamente illuminato la possibilità di soccorrere tutti i popoli, con l’aiuto di metodi tecnologicamente avanzati per raggiungere forme più giuste di coesistenza in tutto il mondo, in modo che le risorse della terra, patrimonio di tutti, possano essere distribuite e divise onestamente. In conformità con il volere del Creatore che fece l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza e disse loro “Dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra... Vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo” (Gen 1, 28-29).

Le risorse della scienza rendono possibile sfamare l’intera famiglia umana rimediando agli errori e alle mancanze del passato e del presente. Tuttavia non si può aiutare osservando che c’è ancora una mancanza di ferma determinazione negli ambienti politici per fare un uso adeguato dei mezzi tecnologici che avete esaminato durante questi giorni di studio e di servizio al benessere umano. Sappiamo che il progresso non deve essere privilegio esclusivo di pochi favoriti. Non dobbiamo dimenticare le parole del Papa Paolo VI il quale disse che lo sviluppo è il nuovo nome della pace.

3. È fonte di soddisfazione che le conclusioni della vostra precedente settimana di studio, tenutasi nell’ottobre dell’altro anno dal tema “L’impatto dell’esplorazione spaziale sull’umanità”, sono state adottate dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e mandate a tutte le Nazioni membro. Questo è proprio un segno del profondo rispetto per la rilevanza e l’importanza del lavoro che viene svolto dalla Pontificia Accademia delle Scienze.

È mia speranza che attraverso i mezzi di accordi congiunti tutti i governi promuovano usi pacifici di risorse spaziali, per ricercare l’unificazione della famiglia umana nella giustizia e nella pace. Colgo l’occasione per esprimere ancora una volta la mia convinzione che i mezzi economici nazionali e internazionali debbano servire a tutti i popoli a a ogni individuo, ma con una speciale preferenza coloro le cui vite sono particolarmente minacciate e che necessitano di assistenza, in modo da assicurare loro la sopravvivenza e i mezzi per vivere in modo consono alla dignità umana.

Possa il Signore del cielo e della terra guardarvi benevolmente e garantire a voi e alle vostre famiglie l’abbondanza delle sue benedizioni.

 

© Copyright 1986 - Libreria Editrice Vaticana

 



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