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VIAGGIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI D’AMERICA E IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI FEDELI

Basilica della Missione Dolores a San Francisco
 Giovedì, 17 settembre 1987

 

Caro arcivescovo Quinn,
cari fratelli e sorelle in Cristo
.

1. Vi ringrazio per il vostro cordialissimo benvenuto a san Francisco. È una gioia essere qui con tutti voi. Poiché inizio la mia visita pastorale nella vostra storica città, estendo il mio fraterno saluto a tutti i cittadini di quest’area metropolitana. Nell’amore di Cristo saluto i miei fratelli e sorelle della Comunità cattolica. In particolar modo mi rallegro per questa opportunità di essere con voi, che siete presenti in questa Basilica dedicata a Nostra Signora Addolorata. La grazia e la pace di Dio nostro padre e di nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi.

San Francisco! Sia nel nome che nella storia siete legati allo spirito di san Francesco d’Assisi. E così, poiché vengo nella vostra città in visita pastorale, penso a tutto ciò che san Francesco rappresenta non solo per voi ma per tutti i popoli del mondo. C’è qualcosa in questo uomo, nato circa 800 anni fa in una piccola città italiana, che continua ai nostri giorni a ispirare popoli di diverse culture e religioni.

San Francesco era un uomo di pace e di bontà d’animo, poeta e amante della bellezza. Era un uomo povero e semplice, un uomo in sintonia con gli uccelli e gli animali, incantato di fronte alla creazione di Dio. Soprattutto, Francesco era un uomo di preghiera la cui vita intera si formò sull’amore di Gesù Cristo. E desiderava vivere in un modo che parlava in termini molto evidenti dell’amore sempiterno di Dio.

Venendo quindi oggi nella città di San Francisco, vengo nello spirito di questo Santo la cui vita intera proclama la bontà e la misericordia di Dio.

2. Di conseguenza, desidero parlarvi dell’amore di Dio che tutto abbraccia. San Giovanni dice: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4, 10). L’amore di Dio per noi è dato gratuitamente sebbene immeritato, e supera tutto ciò che potremmo mai sperare o immaginare. Non ci ama perché noi lo abbiamo meritato o ne siamo degni. Dio ci ama, piuttosto, in virtù della sua stessa natura. Come dice san Giovanni: “Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4, 16).

La più grande prova dell’amore di Dio sta nel fatto che ci ama nella nostra condizione umana, con le nostre debolezze e i nostri bisogni. Nient’altro può spiegare il mistero della croce. L’apostolo Paolo scrisse una volta: “Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua longanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1 Tm 1, 15-16).

L’amore di Cristo è più potente del peccato e della morte. San Paolo spiega che Cristo è venuto a rimettere i peccati e che il suo amore è più grande di qualunque peccato, più grande dei miei peccati o di quelli di chiunque altro. Questa è la fede della Chiesa. Questa è la buona novella dell’amore di Dio che la Chiesa proclama attraverso la storia e che io proclamo a voi oggi: Dio vi ama con un amore sempiterno. Vi ama in Cristo Gesù, suo Figlio.

3. L’amore di Dio si manifesta in vari modi. In particolare, Dio ci ama come nostro Padre. La parabola del figlio prodigo esprime questa verità in modo molto evidente. Ricordate quel momento, nella parabola, quando il figlio rientrò in se stesso, decise di tornare a casa e si avviò alla casa del padre suo. “Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Lc 15, 20). Questo è l’amore paterno di Dio, un amore sempre pronto a perdonare, ansioso di ridarci il benvenuto.

L’amore di Dio per noi come nostro Padre è un amore forte e fedele, un amore pieno di misericordia, un amore che ci rende capaci di sperare nella grazia della conversione, quando abbiamo peccato. Come ho detto nella mia enciclica sulla misericordia di Dio, “La parabola del figlio prodigo esprime in modo semplice, ma profondo, la realtà della conversione. Questa è la più concreta espressione dell’opera dell’amore e della presenza della misericordia nel mondo umano . . . la misericordia si manifesta nel suo aspetto vero e proprio, quando rivaluta, promuove e trae il bene da tutte le forme di male, esistenti nel mondo” (Ioannis Pauli PP. II, Dives in Misericordia, 6).

È la realtà dell’amore di Dio per noi come nostro Padre che spiega perché Gesù ci ha detto quando preghiamo di rivolgerci a Dio come “Abbà, Padre” (cf. Lc 11, 2; gMt 6, 9).

4. È anche vero dire che l’amore di Dio per noi è simile a quello di una madre. A questo riguardo Dio ci chiede, attraverso il profeta Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 15). L’amore di Dio è tenero e misericordioso, paziente e molto comprensivo. Nelle Scritture e anche nella memoria vivente della Chiesa, l’amore di Dio è infatti rappresentato e sperimentato come l’amore compassionevole di una madre.

Gesù stesso manifestò un amore compassionevole quando pianse su Gerusalemme, e disse: “Gerusalemme, Gerusalemme . . . quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali” (Lc 13, 34).

5. Cari amici in Cristo: l’amore di Dio è così grande che va oltre i limiti del linguaggio umano, oltre la comprensione dell’espressione artistica, oltre l’umana comprensione. Eppure è concretamente incarnato nel Figlio di Dio, Gesù Cristo, e nel suo corpo, la Chiesa. Ancora una volta questa sera, qui nella Basilica Missione Dolores, ripeto a voi tutti l’eterna proclamazione del Vangelo: Dio vi ama!

Dio ama tutti voi, senza distinzione, né limiti. Ama tra voi i più anziani, che sentono il peso degli anni. Ama gli infermi e i malati di AIDS, e dei problemi ad esso legati. Ama i parenti e gli amici degli infermi e coloro che si prendono cura di essi. Ama tutti noi con incondizionato e sempiterno amore.

Nello spirito di san Francesco, quindi, vi esorto ad aprire i vostri cuori all’amore di Dio, a rispondere con le vostre preghiere e con le azioni della vostra vita. Liberatevi dei vostri dubbi e paure, e lasciate che la misericordia di Dio vi attiri al suo cuore. Aprite le porte dei vostri cuori al Dio nostro che è ricco di misericordia.

Quale grande amore ci ha dato il Padre
per essere chiamati figli di Dio,
e lo siamo realmente!” (1 Gv 3, 1).

Sì, questo è ciò che siamo oggi e sempre: figli di un Dio che ama!

 

© Copyright 1987 -  Libreria Editrice Vaticana 

 



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