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VISITA PASTORALE A PISA, VOLTERRA E LUCCA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA CITTADINANZA DI PISA SUL «PONTE DI MEZZO»

Venerdì, 22 settembre 1989

 

Onorevole rappresentante del governo,
signor sindaco,
Fratelli e sorelle carissimi!

1. Sono lieto di incontrarmi con voi su questo Ponte di Mezzo, che congiunge le due sponde dell’Arno nel cuore della città e in un luogo che fu teatro dei più significativi eventi della vostra storia.

Ringrazio vivamente l’onorevole Pier Mario Angelini, per gli elevati sentimenti, espressi nel recarmi il saluto del governo italiano. E grato sono pure a lei, signor sindaco, che in modo così efficace ha saputo interpretare speranze e preoccupazioni dell’intera popolazione. Ringrazio infine voi, cittadini di Pisa, per il calore e la sincerità della vostra accoglienza. A tutti il mio saluto più cordiale!

2. Provo una viva emozione nel porre piede in questa illustre città. Pisa, uno dei grandi centri della cultura, dell’arte e della fede, è cara al cuore di quanti amano il bello, frutto della genialità creativa dell’uomo. In questa città, mentre significative vicende storiche si susseguivano, dalla repubblica marinara allo splendore mediceo, al risorgimento nazionale, l’arte ha raggiunto altissimi vertici nella vasta gamma delle sue espressioni. Tutto il centro storico, di qua e di là d’Arno, e questi stessi lungarni, celebrati dai poeti, sono giustamente considerati alta espressione d’arte e insigni monumenti.

Quello che voi tradizionalmente chiamate il “Campo dei miracoli” è già da solo una delle manifestazioni più nobili dello spirito umano. Come non pensare, contemplando un simile trionfo della creatività artistica, che all’origine c’è - e chiarissima - la forza dell’ispirazione religiosa? Il vostro duomo, che è dedicato all’Assunta, accoglie in sé una molteplicità di motivi e di stimoli e tutti li fonde in armoniosa unità, spingendo chi guarda ad elevarsi spontaneamente verso pensieri di cielo. Qui è la fede, è la carità, è la pietà che parlano attraverso le forme, le figure, le pietre stesse, lavorate sapientemente dall’uomo.

Ma in questa città non solo l’arte ha trovato accoglienza privilegiata: tante altre espressioni dell’intelligenza e dell’ingegno umano hanno lasciato testimonianze singolari. Come non ricordare almeno il nome di quel grande, che qui ebbe i natali e da qui mosse i primi passi verso una fama imperitura? Galileo Galilei, dico, la cui opera scientifica, improvvisamente osteggiata agli inizi, è ora da tutti riconosciuta come una tappa essenziale nella metodologia della ricerca e, in generale, nel cammino verso la conoscenza del mondo della natura.

Pur tralasciando i molti altri nomi di uomini illustri, che hanno contribuito efficacemente a dar lustro alla città e all’Italia, non posso tacere quello di Giuseppe Toniolo, professore di economia nella vostra università, promotore di una scuola di pensiero che, sotto l’ispirazione del Vangelo, mirava a fare della società moderna un luogo più degno di esseri umani, secondo gli immutabili principi della giustizia sociale e della vera libertà.

3. Pisani carissimi! La vita, come le acque del fiume che scorre qui sotto, è un continuo fluire, con fasi alterne di piena e di magra, di accelerazione vorticosa e di tranquillo scorrimento. Anche la storia della vostra città ha conosciuto fasi alterne, in cui a periodi di lotta e di difficoltà hanno fatto seguito fasi di prosperità e di pace. Resta tuttavia innegabile che nelle vicende liete e tristi del vostro passato la fisionomia cristiana della città non si è mai alterata né offuscata.

Secondo la tradizione, l’annuncio evangelico sarebbe stato portato in questa terra dallo stesso apostolo Pietro, il cui sbarco alla foce dell’Arno è ricordato dalla bella Basilica di san Piero a Grado, eretta sui resti di un tempio paleocristiano.

Il cristianesimo si diffuse nella vostra terra fin dai primi secoli: un cristianesimo vivo, fedele a Cristo e alla Chiesa, che si espresse nella vita di tanti santi e sante, tanto che i romani Pontefici, proprio per questa fedeltà della “gloriosa civitas”, furono con essa larghi di concessioni, promuovendo la Chiesa pisana alla dignità di arcivescovado e conferendole la primazia sulle vicine isole della Sardegna e della Corsica.

Col passare dei secoli la vostra Chiesa non ha tradito la fiducia in lei riposta, attendendo all’evangelizzazione, alla promozione della vita religiosa in mezzo al popolo, alla protezione degli studi, allo splendore del culto, allo sviluppo delle opere di carità. L’attenzione verso i piccoli, i malati, gli abbandonati e gli indifesi è stata una caratteristica costante della vostra storia, e ne restano i segni indelebili nei numerosi ospedali e ospizi locali. Né è senza significato il fatto che proprio qui Federico Ozanam abbia fondato nel 1852 quelle conferenze di san Vincenzo de’ Paoli, che hanno poi avuto larga diffusione in ogni parte del mondo.

4. Cari fratelli! Ripensando ad una storia tanto ricca di esempi, non potete sottrarvi ad uno spontaneo confronto. Il passato vi induce ad interrogarvi sul presente e vi pone di fronte alla responsabilità di un’eredità religiosa e civile che impegna il futuro.

Certo, la città è divenuta oggi un importante centro commerciale e industriale. Ma si può affermare che sia cresciuta proporzionalmente sulla via del miglioramento dei rapporti sociali e della loro elevazione alla luce della fede cristiana? Quale posto ha Dio nella vita etico-sociale di questo centro, che ha elevato a lui, nel corso dei secoli, monumenti insuperati di pietà e di arte?

Confido che voi, pisani di oggi, sappiate emulare un così nobile patrimonio di valori umani e cristiani contribuendo, come già i vostri antenati, al progresso della vostra città e all’affermarsi in essa di una convivenza sempre più degna dell’uomo.

Oggi c’è bisogno di pace, di collaborazione, di convergente impegno sui valori fondamentali del vivere personale e sociale. Ebbene, con Cristo l’uomo ha la possibilità di diventare più uomo e la società di strutturarsi in modo più fraterno. Chi meglio di voi, pisani, che avete alle spalle una così stimolante tradizione, potrebbe operare oggi la sintesi tra fede cristiana e scienza per dar vita a un nuovo e vero umanesimo?

Faccio appello tanto alle singole persone quanto ai movimenti e alle associazioni cittadine, perché cerchino concordemente il bene di ogni uomo e di tutto l’uomo.

Affido i vostri sforzi all’intercessione del venerato patrono di Pisa, san Ranieri, che in tempi difficili passò fra voi soccorrendo i bisognosi ed annunciando la pace. Egli benedica ogni proposito generoso e lo volga a vantaggio di questa città che amò intensamente mentre era sulla terra e per la quale non cessa di pregare ora che vive, glorioso, nel cielo.

 

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