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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI MEMBRI DELLA CONFEDERAZIONE NAZIONALE
DELLE MISERICORDIE D'ITALIA

Aula Paolo VI - Sabato, 15 giugno 1996

 

1. Mi è gradito rivolgere a tutti voi un cordiale saluto, cari membri della Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia, che, al termine del vostro Convegno su "La donna nel volontariato delle Misericordie alle soglie del terzo Millennio", avete voluto farmi visita. Saluto, in particolare, il Signor Cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo di Firenze, e il Signor Francesco Giannelli, Presidente della vostra Confederazione, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi. Saluto inoltre i responsabili delle diverse Associazioni e le Relatrici del Convegno. Sono poi particolarmente lieto di incontrare i rappresentanti delle Misericordie di vari Paesi d’Europa, convenuti per l’assemblea costituente dell’Unione Europea delle Misericordie.

Parlandovi dieci anni or sono, nel giugno 1986, vi incoraggiai ad essere "promotori della civiltà dell’amore" e "testimoni della cultura della carità" (Insegnamenti, IX, 1 [1986] 1833). A quella eravate aperti in forza di tutta la vostra storia ed oggi sono felice di costatare che essa ha lasciato un segno profondo anche in quest’ultimo decennio del vostro cammino. Mi rallegro con voi anche per il numero elevato di iscritti alle 575 Confraternite, disseminate su tutto il territorio nazionale, come pure per il recente riconoscimento dei vostri statuti da parte della Conferenza Episcopale Italiana.

2.

L’odierno incontro mi offre anzitutto l’occasione di ritornare brevemente sul ruolo delle "Misericordie" nella Chiesa e nella società. Fin dall’anno 1244, esse hanno operato con generose forme di volontariato nel campo della carità, a servizio dei più deboli e bisognosi, riunendo semplici cittadini di ogni ceto sociale ed età, decisi ad onorare Dio mediante le opere di misericordia. Questo movimento di impegno evangelico, veramente benedetto da Dio, ha conosciuto nel tempo una vasta espansione in Italia ed in molti altri Paesi del mondo. Per voi è certamente motivo di intima soddisfazione rammentare le molte e notevoli iniziative realizzate nel corso dei secoli da questa nobile Associazione, opere che, a tutt’oggi, portano il nome e le insegne delle "Misericordie".

Ma soprattutto sta a cuore a voi ed alla Chiesa che possiate continuare ad offrire alla diffusione del vangelo della carità il vostro peculiare contributo, più che mai attuale anche alla luce degli impegni assunti dalla Chiesa italiana nel recente Convegno ecclesiale di Palermo. Le "Misericordie", infatti, agiscono come fermento all’interno del tessuto sociale, ponendosi come antidoto alla crisi di significato e di valori, che non raramente dà origine a preoccupanti forme di solitudine e di egoismo e a gravi fenomeni di violenza. È ora di impegnarsi con forza a promuovere la cultura della vita e dell’autentica solidarietà. Essa è parte integrante di quell’autentico umanesimo cristiano, che trova nell’apostolato della carità la sua espressione più genuina ed eloquente.

3.

Non mancano oggi in tale ambito iniziative confortanti. E come non porre tra queste il lavoro compiuto dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia? Io vi ringrazio per la vostra testimonianza. Voi, carissimi, non restate indifferenti davanti a chi reclama giustizia e riconoscimento della propria dignità; non rimanete insensibili di fronte alle sofferenze ed alle privazioni di un gran numero di persone. Ben consapevoli che l’urgenza della solidarietà non tollera ritardi, vi muovete generosamente e prontamente, con l’attitudine evangelica del "buon Samaritano": quella del "farsi prossimo" a chi si trova nel bisogno.

Tutto ciò voi compite mediante una capillare realtà di volontariato, che opera in modo silenzioso ma concreto nei piccoli e grandi centri. Questo infatti è lo stile del volontariato cristiano: discreto, generoso, rispettoso delle persone, ben formato nelle motivazioni, nei principi etici, nei metodi, costantemente alimentato da profonde radici spirituali. Così impostato il volontariato non si riduce a svolgere opera di supplenza a carenze strutturali, non si limita a questo, bensì diventa una forza di rinnovamento sociale e politico, che affronta le emergenze stimolando al tempo stesso le autorità responsabili a rimuoverne le cause.

4.

L’apostolato della carità, carissimi Fratelli e Sorelle, esige anche che siano valorizzate appieno le potenzialità di ciascuno, in comunione d’intenti e fattiva collaborazione. In tale prospettiva, il tema del vostro incontro mette in evidenza il peculiare ruolo delle donne nelle "Misericordie", quale elemento essenziale dell’intera attività del Movimento, nei diversi ambiti della sua azione.

La storia della Chiesa mostra di quanti frutti di carità sia capace il "genio" femminile. Oggi più che mai, la donna è chiamata a svolgere il suo ruolo insostituibile nella vita familiare e sociale, nonché nei vari campi dell’apostolato, esercitando in pienezza la propria responsabilità. Essa realizza la sua missione offrendo un contributo complementare a quello dell’uomo, mostrando la sua tipica capacità di premurosa concretezza, specialmente nelle situazioni umane più drammatiche.

Esprime così la ricchezza della sua femminilità, ponendosi sulle orme di Maria di Nazareth, donna piena di grazia, colma della divina Misericordia, perfetta discepola e testimone del Vangelo dell’amore. Alla sua guida affido l’impegno di tutte le donne che operano nelle "Misericordie".

5.

Che il vostro cammino di crescita, carissimi, possa continuare, sia sul piano personale che comunitario. Vi esorto per questo a coltivare sempre lo spirito evangelico, in sintonia con l’intero popolo di Dio, impegnato nella preparazione al Giubileo dell’anno Duemila. Fatelo anzitutto mediante la preghiera assidua ed un’intensa vita spirituale, anima e sostegno di ogni autentico apostolato.

Arricchiti così dalla virtù soprannaturale che dà forza e significato all’azione di misericordia, possiate maturare una profonda conoscenza del mistero di Dio, mistero d’amore che non cessa di meravigliarci e di attirarci a sé. Sia tutto a gloria del Padre celeste quando operate nel generoso e gioioso servizio ai fratelli.

Con tale auspicio, vi ringrazio nuovamente per la vostra visita e vi imparto di cuore una speciale Benedizione, estendendola a tutti i volontari delle Misericordie d’Italia e d’Europa.

 

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