DISCORSO DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII
A QUATTROMILA COOPERATORI SALESIANI
CONVENUTI A ROMA PER PREGARE PER IL
CONCILIO ECUMENICO VATICANO II
Cortile di San Damaso
Giovedì, 31 maggio 1962
Ascensione del Signore
Diletti figli e figlie!
Questa giornata così luminosa di fine maggio — feste dell'Ascensione — in cui Gesù elevatosi da terra verso i cieli scomparve dagli occhi dei suoi più intimi, poté parere mesta per il nascondersi omai del Divino Maestro, e quasi sfuggire dalla familiarità con gli Apostoli.
Invece S. Luca ha cura di dirci che Gesù li trasse fuori d città, in Betania, ed elevate le mani li benedisse, e si allontana da loro, ed essi tornarono in Gerusalemme, ma in grande gioia cum gaudio magno [1]. Di fatto ebbero motivo di allietarsi: per la promessa dello Spirito Santo imminente; e poi perchè restava con loro, il buona compagnia, la Madre stessa di Gesù, in comune partecipazione di grazia e di preghiera.
Con questo richiamo al mistero della Ascensione, amiamo introdurCi ad un saluto e ad un incoraggiamento per voi, diletti figli di Don Bosco, venuti in gran numero, qui, nella dimora del Padre, a riempirla di tanta affezione e di tanta vivacità di fede e di desiderio di ben fare.
Lungo la Nostra vita Ci hanno accompagnato i ricordi e gli echi risonanti della famiglia Salesiana, di cui questa Udienza, nel Cortile di S. Damaso, offre saggio eloquentissimo.
Altre volte Ci è accaduto di dirlo: l'abbiamo confidato in molteplici incontri. Oggi basta il semplice cenno. La cara immagine della Madonna, sotto il titolo di Ausiliatrice, fu per molti anni familiare ai Nostri occhi di fanciullo e di adolescente nella casa dei Nostri genitori. Le imprese di Don Bosco — considerato nella sua completezza di ecclesiastico perfetto nell'esercizio della preghiera, della testimonianza personale intima e di azione — sollevarono entusiasmi tali, da far poi desiderare ad un giovane avviato al sacerdozio, quale fummo dall'età di quattordici anni, di emularne gli esempi.
I libretti delle « Letture » Salesiane, sull'aprirsi della Nostra giovinezza, Ci offrirono saggi di bello scrivere, come incoraggiavano tutti a nuove forme di apostolato.
Oggi la terza famiglia Salesiana — come piace dunque chiamarla — è venuta a dar prova della sua vivacità, di cui amiamo rilevare due aspetti: l'amore di riconoscenza alla Congregazione fondata da S. Giovanni Bosco, e l'onore reso a lui nel far rifulgere, in ogni aspetto della vita cattolica — in parrocchia, in diocesi, negli ambienti del lavoro —, gli esempi del Santo che volle essere, in tutto, figlio devotissimo della Chiesa: ministro e apostolo del suo magistero in ogni campo del dogma, dell'educazione morale, del servizio sociale.
Cooperatori è termine alto: di fatto, ogni Vescovo chiama cooperatores ministerii nostri [2] i suoi sacerdoti: cooperatori del nostro ministero.
È parola invero sacra e ricca di significato. Essa non potrebbe usarsi applicandola solo al contributo, pur degno di gratitudine, di un'offerta in denaro : ma si estende a tutto un impegno di vita, a un servizio costante e generoso.
Avete accennato al Concilio. Non potevamo dubitare che anche voi pensate al grande avvenimento, pregate per esso, e siete disposti a fare qualcosa, anche molto, quando si tratterà di eseguire quanto i Padri del Concilio avranno con Noi deliberato.
Per parte Nostra abbiamo offerto a questo scopo la Nostra esistenza. E con Noi un numero senza numero di anime elette. La cooperazione di molte, nobili e sante energie della Chiesa docente, Ci riempie l'animo di consolazione, perchè vediamo che il lavoro procede con sicuro avvìo verso le auspicate mete. E tutto fa sperare in bene, anche l'attesa rispettosa del mondo intero.
Voi potete certo cooperare al buon esito del Concilio, ed alla sua applicazione. Non occorre dire molto: ma basta pensare alle sue finalità, considerandolo dal punto di vista degli orizzonti pastorali e di apostolato missionario, che esso vuole aprire o dilatare: anime da portare o da riportare a Cristo; cuori da infervorare all'amore dei grandi ideali del cristianesimo; istituzioni e intraprese dell'odierna civiltà da consacrare al trionfo del Regno di Dio, in uno sforzo di adeguamento alle accresciute esigenze, perchè a tutti giunga, incontaminata e suadente, la essenzialità del messaggio di Cristo.
Nel vasto campo di azione pastorale, che si apre nell'epoca del Concilio, e richiederà nuove formulazioni dopo la sua celebrazione, i laici sono largamente invitati a prendere il loro posto di responsabilità individuale e comunitaria, sotto l'amabile guida dei vescovi, e accanto e in fraterna intesa coi sacerdoti.
Del resto l'invito non è dei tempi moderni, ma di sempre. E questo particolarmente nei settori dell'assistenza e beneficenza; dell'azione sociale; della stampa; dell'impiego del tempo libero; delle varie tecniche audiovisive e dei mezzi di diffusione del pensiero. A tali campi sono chiamati particolarmente i diletti figli del laicato, per la loro competenza e preparazione, e per la possibilità che hanno di permearli con la convinzione della fede.
Ad essi siete chiamati voi, diletti figli e figlie: e la saggia organizzazione, in cui si esprime la cooperazione salesiana, vi offre opportunità di fervida preparazione.
Nella luce di questo vasto orizzonte, Ci è tanto gradito incoraggiarvi alla fedeltà e alla perseveranza. Continuate gioiosamente il vostro cammino, siate coscienti delle grandi possibilità che avete di fare il bene, operatelo coraggiosamente e serenamente, siate il lievito destinato a fermentare la massa [3].
Questa parola giunge ora alle vostre anime, direttamente a ciascuno di voi, ma si estende a tutto il laicato di azione cattolica, dei terz'ordini, delle confraternite, delle pie unioni.
Noi vi accompagniamo tutti con la Nostra preghiera, affinché, con l'intercessione della Beata Vergine Ausiliatrice, di S. Francesco di Sales e di S. Giovanni Bosco, e della luminosa costellazione di tanti altri Santi protettori dell'apostolato dei laici, possiate fruttificare a Dio con ogni opera buona e bella. E sia pegno dei Nostri voti cordiali l'implorata confortatrice Benedizione Apostolica.
[1] Lc. 24, 52.
[2] Pont. Rom. in Ord. Presb.
[3] Cfr. Matth. 13, 33
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