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Profilo

Cenni storici

Antichissimo è l’ufficio dei Magistri Cœremoniarum Apostolicarum. Dal sec. XV in poi acquistarono notevole fama dopo che alcuni di essi incominciarono a scrivere i loro Diari (Giovanni Burckard, Paride de Grassis), funzione che i successivi Prefetti e Maestri delle Cerimonie Pontificie hanno continuato, conservando i loro scritti in apposito archivio. Dopo diversi provvedimenti della Camera Apostolica (4 genn. 1533, 11 giu. 1550 e 15 sett. 1560), Pio IV, con Breve Apostolico del 10 magg. 1563, confermava alcuni diritti dei Magistri nostri Cœremoniarum, già riconosciuti a Romanis Pontificibus ab immemoriali tempore.

In virtù dei successivi regolamenti approvati dai Pontefici, e nel secolo scorso, il 25 giu. 1917, da Benedetto XV, i Magistri Cœremoniarum S.R.E. et Sedis Apostolicœ formavano un Collegium presieduto dal Prœfectus, nominato dal Sommo Pontefice con speciale Breve Apostolico, spettando al medesimo i gradi di Prelato Domestico (oggi Prelato d’Onore di Sua Santità) e di Protonotario Apostolico ad instar (oggi Protonotario Apostolico Soprannumerario). Gli altri Maestri delle Cerimonie avevano il grado di Cubicularii intimi (oggi Cappellani di Sua Santità) ad vitam. Eletto il Sommo Pontefice, facevano le veci dei Camerieri Segreti Partecipanti (poi Prelati di Anticamera) fino alla nomina dei nuovi. Il Prœfectus e il secondo Maestro delle Cerimonie, entrambi participantes, erano addetti alla Persona del Sommo Pontefice; tutti gli altri, non participantes, si distinguevano in tre ex numero, e sette supernumerarii. Erano consultori di diritto della S. C. dei Riti pro re liturgica e considerati Rituum Ecclesiœ Latinœ Custodes (in Privilegia et iura, prœeminentiœ et distinctiones Magistrorum Cœremoniarum S. R. E. et Sedis Apostolicœ, della S. C. Cerimoniale, 6 nov. 1801).

La Prefettura o Collegio delle Cerimonie Pontificie venne ristrutturato in occasione della riforma della Curia Romana del 1967 e in particolare del Regolamento dell’Ufficio delle Cerimonie Pontificie del 1970. La Prefettura allora assunse il titolo di Ufficio per le Cerimonie Pontificie. Secondo tale Regolamento i Cerimonieri Pontifici erano in numero di dodici (otto effettivi e quattro addetti).

A seguito della riforma del Concilio Vaticano II, l’Ufficio per le Cerimonie Pontificie ha assunto un’importanza sempre maggiore nel settore della pastorale liturgica. Le celebrazioni presiedute dal Santo Padre, infatti, sono chiamate ad essere, anche per l’incidenza dei mass-media, un punto di riferimento esemplare per l’attuazione della riforma liturgica secondo gli insegnamenti conciliari, in continuità con l’intera tradizione ecclesiale e in conformità al più recente magistero dei Sommi Pontefici.

La Costituzione Apostolica Pastor Bonus del 28 giu. 1988, sempre in conformità con i principi del rinnovamento liturgico promosso dal Concilio Vaticano II, ha operato un significativo cambiamento nei confronti del precedente Ufficio per le Cerimonie Pontificie con la costituzione del nuovo «Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice». Non si tratta di semplice mutamento di denominazione, ma di un nuovo Istituto della Curia Romana, dotato di propria autonomia (art. 2, § 3), avendo una sua configurazione giuridica che lo diversifica dagli altri Istituti della Curia Romana, con legislazione propria e proprie esclusive competenze.

Anche la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 mar. 2022 conferma l’autonomia dell’«Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice» in quanto appartenente agli Uffici della Curia Romana.

Secondo la Costituzione spetta all’Ufficio preparare tutto quanto è necessario per le celebrazioni liturgiche e le altre sacre celebrazioni in Vaticano alle quali presiede, partecipa o assiste il Romano Pontefice oppure, in suo nome o per suo mandato, un Cardinale o un Prelato, e dirigerle secondo le vigenti prescrizioni in ambito liturgico, predisponendo tutto ciò che è necessario o utile per il loro degno svolgimento e per l’attiva partecipazione dei fedeli (art. 231, § 1). Tra i diversi compiti dell’Ufficio, risulta di particolare cura quello della preparazione e pubblicazione dei testi per le celebrazioni, che favoriscono sommamente la partecipazione degna e attiva dei fedeli. L’Ufficio cura altresì la preparazione e lo svolgimento di tutte le celebrazioni liturgiche pontificie che avvengono durante le visite pastorali del Romano Pontefice nei Viaggi Apostolici, tenendo presenti le peculiarità proprie delle celebrazioni papali (art. 231, § 2). Rientra nella competenza dell’Ufficio la celebrazione del Concistoro e la direzione delle celebrazioni liturgiche del Collegio Cardinalizio durante la Sede vacante (art. 234).

All’Ufficio è preposto il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, con la qualifica di Prelato Superiore della Curia Romana: egli è nominato dal Romano Pontefice per cinque anni (art. 232, § 1). Nell’Ufficio affiancano il Maestro diversi Officiali e Consultori (art. 232, § 2).

Il Maestro è anche responsabile della Sacrestia Pontificia e delle Cappelle del Palazzo Apostolico (art. 233, § 1). È altresì il Responsabile della Cappella Musicale Pontificia, con il compito di guidare tutte le attività e gli ambiti liturgico, pastorale, spirituale, artistico ed educativo della medesima Cappella (art. 233, § 2).

I Cerimonieri Pontifici, nominati dal Romano Pontefice per cinque anni (art. 232, § 1), assistono nelle funzioni sacre il Sommo Pontefice e, in particolari circostanze, anche i Cardinali (concistori, presa di possesso del Titolo cardinalizio, Messa o altra sacra funzione celebrata con speciale solennità). Ad ogni Cardinale, dal momento della sua creazione in Concistoro, viene assegnato dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie un Cerimoniere. Inoltre, i Cerimonieri Pontifici hanno il compito di preparare e guidare, sotto la direzione del Maestro, altre celebrazioni che fossero da lui stabilite.

Durante la Sede Vacante, i Cerimonieri Pontifici, in forza della Costituzione Apostolica di San Giovanni Paolo II Universi Dominici gregis del 22 febb. 1996, prestano servizio nelle Congregazioni dei Cardinali ed entrano in Conclave per assolvere i compiti loro propri. In forza del loro ufficio sono notai; perciò compilano a tutti gli effetti giuridici i documenti delle funzioni a cui prendono parte d’ufficio, gli atti del Conclave e lo stesso atto di elezione del Sommo Pontefice.

Cappella Musicale Pontificia

La Cappella Musicale Pontificia (Cappella Sistina), che ha le sue origini nell’antica Schola Cantorum Romana, fin dalla sua antica fondazione e lungo i secoli brillò nella storia di Roma e dell’Orbe cattolico come alto luogo di espressione artistica e liturgica a servizio delle solenni celebrazioni dei Pontefici inizialmente entro la splendida cappella da cui prese il nome, quindi nell’ambito della Basilica di San Pietro, o laddove i Pontefici stimassero necessaria la sua opera.

Con il ritorno del Papa a Roma dopo l’esilio avignonese (1378), si avvertì l’esigenza di rinnovare profondamente l’apparato musicale sacro. Papa Sisto IV diede un preciso ordinamento a questa rinascita musicale, creando poco dopo la sua elezione (9 ag. 1471) un proprio «Collegio dei Cappellani cantori», primo nucleo della futura Cappella Sistina. Pio VII, nell’intento di ordinare la Cappella Musicale Pontificia assicurandogli un maestro stabile, nominò Maestro Direttore Giuseppe Baini (1818-1844). Gli successero altri grandi maestri, come Domenico Mustafà (1848-1902), Lorenzo Perosi (1902-1956) – che pose fine alla tradizione dei cantori castrati –, e Domenico Bartolucci (1956-1997) – che riorganizzò la Cappella rifondando la Schola Puerorum come semiconvitto con Scuola Media interna parificata, assegnandole una Sede propria e rinnovando e aggiornando il ruolo dei cantori adulti.

Con Motu Proprio del 17 genn. 2019 e, poi, con la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium del 19 mar. 2022, Papa Francesco ha inserito la Cappella Musicale Pontificia nell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, quale specifico luogo di servizio alle funzioni liturgiche papali e nel contempo a custodia e promozione della prestigiosa eredità artistico-musicale prodotta nei secoli dalla Cappella stessa per le solenni liturgie dei Pontefici (art. 233, § 2).