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PAOLO VI

ANGELUS DOMINI

Domenica, 28 settembre 1975

Noi abbiamo proclamato Santo, questa mattina, come sapete, Giovanni Macías, un Frate Laico Domenicano, morto a Lima, nel Perù, nel 1645. La vita di questo nuovo Santo si caratterizza per un aspetto principale, comune ad altri suoi Colleghi celesti e terrestri, la povertà evangelica, che in lui rifulse per due modi, anche essi comuni nell'agiografia cattolica, il distacco da ogni disponibilità economica, la prodigalità nell'elemosina agli indigenti, che assediavano la porta del suo convento. Si direbbe una figura d'altri tempi; sì, ma essa ha ancora non poco da dire e da insegnare anche ai tempi nostri. E come primo insegnamento egli ci avverte, più con l'esempio che con le parole, che la nostra vita non ha, non deve avere il suo scopo principale nella conquista e nel possesso dei beni di questo mondo, i quali invece formano il fine sommo e centrale di tanta gente di questo mondo, di tante opinioni scientifiche e filosofiche e politiche nelle quali l'uomo moderno è impegnato tutto e a fondo, quasi che l'avere fosse la cosa dominante tutta la nostra esistenza. È necessario l'avere, almeno in qualche misura, sì; ma ciò non è tutto.

Più dell'avere preme l'essere e preme il dare; e per essere e per dare come si deve, cioè come uomini buoni e cristiani, lo spirito di povertà, cioè di distacco e di subordinazione dei beni economici e materiali ai beni superiori dello spirito, o, come insegna Cristo Gesù, al regno dei cieli, è provvido, è saggio, è necessario. La povertà di spirito significa liberazione, significa speranza, significa fecondità. Proviamo a pensarci. E vedremo allora che questo rapporto con i beni di questo mondo ci rende capaci di allargarne l'impiego da egoista a sociale; essi diventano degni d'essere cercati per una distribuzione che ne estende il beneficio ad altri, i quali nel dono loro fatto di tali beni diventano fratelli, creando un circuito di interesse, di simpatia e di amore, che si chiama carità, cioè riflesso religioso, anzi divino nella nostra vita anche materiale e sensibile. Il pane dato nel nome di Cristo realizza questa sublimazione. Ebbene San Giovanni Macías, l'umile portinaio del Convento di Santa Maddalena a Lima, ci insegna questo gioco, così umile e così meraviglioso, che ancor oggi, in tante forme nuove ed efficienti, reclama d'essere ripetuto. Purché con lo stesso cuore. I Poveri, l'ha detto Gesù, non mancano mai (Io. 12, 8). Dietro l'esempio del nuovo Santo e alla Scuola della Madonna tutto questo si può ben imparare.



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