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intrappolati in esso, perdiamo la prospettiva, gli
orizzonti si limitano e la realtà stessa resta fram-
mentata. Quando ci fermiamo nella congiuntura
conflittuale, perdiamo il senso dellâunità profon-
da della realtà .
227.âDi fronte al conflitto, alcuni semplicemen-
te lo guardano e vanno avanti come se nulla fos-
se, se ne lavano le mani per poter continuare con
la loro vita. Altri entrano nel conflitto in modo
tale che ne rimangono prigionieri, perdono lâo-
rizzonte, proiettano sulle istituzioni le proprie
confusioni e insoddisfazioni e così lâunità diventa
impossibile. Vi è però un terzo modo, il più ade-
guato, di porsi di fronte al conflitto. Ã accettare
di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformar-
lo in un anello di collegamento di un nuovo pro-
cesso. « Beati gli operatori di pace » (
Mt
5,9).
228.âIn questo modo, si rende possibile svi-
luppare una comunione nelle differenze, che
può essere favorita solo da quelle nobili persone
che hanno il coraggio di andare oltre la superfi-
cie conflittuale e considerano gli altri nella loro
dignità più profonda. Per questo è necessario
postulare un principio che è indispensabile per
costruire lâamicizia sociale: lâunità è superiore al
conflitto. La solidarietà , intesa nel suo significato
più profondo e di sfida, diventa così uno stile di
costruzione della storia, un ambito vitale dove i
conflitti, le tensioni e gli opposti possono rag-
giungere una pluriforme unità che genera nuo-
va vita. Non significa puntare al sincretismo, né
allâassorbimento di uno nellâaltro, ma alla risolu-