[Buone Notizie ­ Testata]

Città del Vaticano, 20 Maggio 2001 Servizio sperimentale


I discorsi del Papa

LA CERIMONIA DI BENVENUTO: Il discorso di Giovanni Paolo II all'arrivo all'aeroporto internazionale di Damasco

INCONTRO ECUMENICO: Il discorso di Giovanni Paolo II nella Cattedrale Greco-Ortodossa della Dormizione della Vergine Maria a Damasco

La Concelebrazione Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II nello Stadio Abbassyine di Damasco

INCONTRO CON I PATRIARCHI E I VESCOVI: Il discorso di Giovanni Paolo II nel Patriarcato Greco-Melkita a Damasco

INCONTRO ECUMENICO CON IL CLERO, I RELIGIOSI, LE RELIGIOSE E I LAICI: Il discorso del Papa nella Cattedrale Siro-Ortodossa di Damasco

VISITA ALLA MOSCHEA OMAYYADE: Il discorso di Giovanni Paolo II

LA PREGHIERA PER LA PACE: Le parole di Giovanni Paolo II a Quneitra

INCONTRO CON I GIOVANI: Il discorso di Giovanni Paolo II nella Cattedrale Greco-Melkita di Damasco

LA CERIMONIA DI CONGEDO: Il discorso di Giovanni Paolo II all'Aeroporto Internazionale di Damasco

   


Damasco

Damasco


3. Dopo la Grecia, mi sono recato in Siria, là dove, sulla via di Damasco, Cristo risorto apparve a Saulo di Tarso, trasformandolo da feroce persecutore in apostolo instancabile del Vangelo. È stato un andare alle origini - come per Abramo -, un risalire alla chiamata, alla vocazione. Questo pensavo visitando il Memoriale di San Paolo. La storia di Dio con gli uomini parte sempre da una chiamata, che invita a lasciare se stessi e le proprie sicurezze per incamminarsi verso una nuova terra, fidandosi di Colui che chiama. È stato così per Abramo, Mosè, Maria, Pietro e gli altri Apostoli. Così anche per Paolo.
La Siria è oggi un Paese abitato prevalentemente da musulmani, che credono in un unico Dio e cercano di sottomettersi a Lui sull'esempio di Abramo a cui essi volentieri si riferiscono (cfr
Nostra aetate, 3). Il dialogo interreligioso con l'Islam diventa sempre più importante e necessario, all'inizio del terzo millennio. In tal senso è stata davvero incoraggiante la calorosa accoglienza riservatami dalle autorità civili e dal Gran Mufti, il quale mi ha accompagnato nella storica visita alla Grande Moschea degli Omayyadi, dove si trova il Memoriale di san Giovanni Battista, assai venerato anche dai musulmani.
A Damasco il mio pellegrinaggio ha assunto soprattutto un forte carattere
ecumenico, grazie particolarmente alla visita che ho avuto la gioia di compiere nelle rispettive Cattedrali a Sua Beatitudine Ignace IV, Patriarca greco-ortodosso, e a Sua Santità Mor Ignatius Zakka I, Patriarca siro-ortodosso. Nella storica Cattedrale greco-ortodossa della Dormizione della Vergine Maria, poi, abbiamo celebrato un solenne Incontro di preghiera. Con intima commozione ho visto così realizzarsi uno degli scopi principali del pellegrinaggio giubilare, quello cioè di "radunarci nei luoghi della nostra origine comune, per testimoniare Cristo nostra unità (cfr Ut unum sint, 23) e confermare il reciproco impegno verso il ristabilimento della piena comunione" (Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza, 11).
4. In Siria non potevo non rivolgere a Dio una speciale supplica per la pace in Medio Oriente, spinto anche, purtroppo, dalla drammatica situazione attuale, che diventa sempre più preoccupante. Mi sono recato, sulle Alture del Golan, nella chiesa di Quneitra semidistrutta dalla guerra, e là ho elevato la mia supplica. In un certo senso, il mio spirito è rimasto là, e la mia preghiera continua e non cesserà fino a quando la vendetta cederà il posto alla riconciliazione e al riconoscimento dei reciproci diritti.
Questa speranza si fonda sulla fede. È la speranza che ho affidato ai
giovani della Siria, che ho avuto la gioia di incontrare proprio la sera prima di lasciare Damasco. Porto nel cuore il calore del loro saluto, e prego il Dio della pace, perché i giovani cristiani, musulmani ed ebrei possano crescere insieme come figli dell'unico Dio.

(Giovanni Paolo II, udienza generale, 16 maggio 2001)

   

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