Città del Vaticano, 20 Maggio 2001 | Servizio sperimentale a cura di Piero Di Domenicantonio |
13 maggioDue pellegrinaggi che racchiudono due millenni: esprimono il sorgere e il proporsi del Messaggio e il suo impiantarsi attraverso epopee di sangue. Due pellegrinaggi che contengono le linee ispiratrici di un Pontificato che si erge nella geografia mondiale come unico saldo punto di riferimento. Si erge in tutta la sua possanza di fronte al disorientamento frenetico ed anemico nel quale corrono il rischio di smarrirsi persone, popoli, società, nazioni. In questo disorientamento, tipico dei passaggi epocali, Giovanni Paolo II incarna - attraverso eventi, passi e gesti - la profezia dell'avvenire dischiusa dal Grande Giubileo, imprime alla vicenda umana un'intensiva svolta di civiltà. Con impressionante semplicità, con passo vacillante per la fatica, ma interiormente fermo ha avviato, nel solco paolino, la nuova evangelizzazione. Lo ha dimostrato in modo determinato e determinante il pellegrinaggio giubilare alle radici della Chiesa. E lo dimostrerà il prossimo pellegrinaggio presso le croci dei martiri della fede, vittime inermi ed intrepide della violenza ateocratica dell'ultimo secolo del secondo millennio. Una violenza barbarica la cui ombra fosca sembrò avvolgere un angolo della radiosa piazza San Pietro in quel pomeriggio del 13 maggio 1981. Forze diaboliche, ancora senza nome e senza volto ben delineato ma con un preciso disegno criminale dai vari risvolti, osarono l'impensabile: attentarono alla vita del Successore di Pietro per fermare il nuovo cammino della storia. Piazza San Pietro si trasformò nella casa di un'immensa famiglia in pena. Si pregava fidenti per il Papa. Per Giovanni Paolo II che, fattosi "pavimento" per i fratelli nel giorno dell'Ordinazione sacerdotale (Giovanni Paolo II, Dono e Mistero, pag. 54), lo era concretamente diventato in quel momento drammatico. Testimone sanguinante di fronte al mondo. "Pavimento" dal quale la storia ha potuto riprendere il cammino verso prospettive luminose di fede, di libertà, di santità. Nulla è stato più come prima. Mario Agnes
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Ottantunesimo genetliaco di Giovanni Paolo II
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