Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila
NOVO MILLENNIO INUENTE
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Nulla è più come prima
C'è una nostalgia di senso, di pienezza, di infinito inscritta a caratteri indelebili nell'animo di ogni uomo. La si avverte con inconfondibile evidenza quando si chiude un'esperienza di vita particolarmente forte, intensa, coinvolgente. Resta allora la sensazione che lo «straordinario» si dissolva inevitabilmente nell'«ordinario», che le emozioni finiscano per sempre nel cassetto dei ricordi, che certe vette spirituali toccate rimangano tra le pagine sbiadite di un diario: che tutto, insomma, ritorni come prima. Suonano così quasi sorprendenti le parole che Giovanni Paolo II ha pronunciato ricevendo in udienza l'11 gennaio tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e alla celebrazione del Grande Giubileo. «Nulla è più come prima» ha esclamato il Papa con accenti vivi, palpitanti. E in quella vibrazione è sembrato di udire il naturale prolungamento di quel «Guardo lontano...» confidato con la dolcezza di un padre alle migliaia di bambini radunatisi intorno a lui nell'Aula Paolo VI alla vigilia della solenne celebrazione di chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro. «Nulla è più come prima». C'è «uno stile di vita e di lavoro» che l'Anno Santo ha tracciato come un solco profondo lungo i sentieri del popolo di Dio. Un solco che nessun battente chiuso, nessun sipario calato potrà mai cancellare. Il Terzo Millennio appena iniziato è un Millennio tutto giubilare. Perennemente giubilare. La gioia dello «straordinario» diventa fatica dell'«ordinario». Il pulsare incalzante dell'eccezionalità diventa il battito regolare della quotidianità. «Nulla è più come prima». Non c'è più spazio per la nostalgia, per il sentimentalismo, per il ricordo arido. La memoria del cuore si fa intrepido presente. Si fa «oggi» eternamente attuale, impegnativo, coinvolgente. Perchè tutto ciò che è appartenuto al rigoglio spirituale ed ecclesiale di questo indimenticabile Giubileo diviene Grazia sempre nuova. Grazia a cui attingere, Grazia da trasformare in vita. Non si smobilita, ci si ri-mobilita. Quel solco ancora fresco va percorso con la speditezza e la fierezza che hanno segnato i giorni giubilari. La speditezza e la fierezza di Giovanni Paolo II: il primo Pellegrino a varcare la Porta Santa, il primo Pellegrino a «ripartire» da quella «porta» di speranza che il Millennio appena dischiuso spalanca sul futuro del mondo. F.M.V.
(da L'0sservatore Romano del 12 gennaio 2001)
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